Fierro Aurelio

Aurelio Fierro

(Montella, 13 settembre 1923 – Napoli, 11 marzo 2005) è stato un cantante e attore italiano.

Biografia e carriera

Era originario di Montella, in provincia di Avellino, appartenente ad una agiata famiglia di costruttori. A Montella uno zio aveva aperto nel 1932 un cinema-teatro. Era cugino del politico locale Attilio Fierro.

Si laureò negli anni '40 in Ingegneria, ma nel 1951 vinse un concorso di Voci Nuove, primo su seicento. Questo gli consentì di firmare un contratto con la Durium, con cui avrebbe poi inciso una serie di canzoni in lingua napoletana e in lingua italiana. Nel 1952 vinse con Rose, poveri rrose! il I Festival di Castellammare di Stabia. Questo lo spinse a lasciare la professione di ingegnere per potersi dedicare unicamente alla musica. Il suo primo successo fu Scapricciatiello. Nel 1956 vinse il Festival di Napoli con Guaglione. La canzone diede fama internazionale a Fierro, anche grazie alle numerose tournée che il cantante compì in USA e Canada. Fu tradotta in diverse lingue e la versione francese, Bambino, lo portò l'anno dopo all' "Olympia" di Parigi per 3 settimane dal 22 maggio all'11 giugno con un enorme successo, tanto che gli fu chiesto di prorogare lo show, ma l'imminente nascita del primo figlio gli impedì di rimanere. Raggiunse la grande popolarità nel 1957 con Lazzarella, scritta da Domenico Modugno. La canzone divenne colonna sonora dell'omonimo film in cui Fierro recitava al fianco di Luigi De Filippo, Tina Pica e Domenico Modugno.

Fierro partecipò a sei Festival della canzone italiana di Sanremo (1958, 1959, 1961, 1962, 1963 e 1964) e a diverse edizioni del Festival della canzone napoletana, del quale vinse cinque edizioni (1956-58-61-65-69) oltre ad ottenere sei secondi e due terzi posti. Partecipò anche a varie edizioni di Canzonissima, ottenendo la vittoria nell'edizione del 1957 (chiamata Voci e volti della fortuna) con il brano Scapricciatiello. Una delle sue canzoni più note è 'A pizza, scritta da Alberto Testa e presentata al Festival di Napoli 1966, in coppia con Giorgio Gaber. Nel 1961 partecipò al Giugno della Canzone Napoletana.

Recitò in vari film, al fianco di Tina Pica, Pupella Maggio, Nino Manfredi, Sylva Koscina, Terence Hill. Tra gli altri, Caporale di giornata, Quel tesoro di papà, Ricordati di Napoli, Lazzarella, Serenatella sciuè sciuè, fino a Luna e l'altra con Iaia Forte per la regia di Maurizio Nichetti.

Fu anche discografico, fondando e dirigendo la casa discografica King, che ebbe tra i primi anni sessanta e la prima metà degli anni settanta, importanza anche a livello nazionale, con l'artista di punta Peppino Gagliardi.

Negli anni '70 fu consigliere comunale di Napoli per la Democrazia Cristiana[1][2]. Nel 1976, per commemorare la scomparsa del compositore Salvatore Mazzocco, la casa discografica Durium dedicò a quest'ultimo l'album La Napoli di Salvatore Mazzocco: cantano Aurelio Fierro, Mirna Doris, Mario Trevi.[3]

Studioso della cultura e delle tradizioni partenopee, avrebbe voluto fondare un museo della canzone napoletana con annesso piccolo teatro per turisti, ma il progetto non andò in porto. Riuscì invece a pubblicare una Grammatica della lingua napoletana e, per la Rusconi con prefazione di Antonio Ghirelli, un libro di Fiabe e leggende napoletane.

Per tutti gli anni novanta fu impegnato nella stesura di una Enciclopedia storica della canzone in quattro volumi, che non riuscì a dare alle stampe. Nei mesi di novembre e dicembre del 2000 fu in tournée in Giappone in 30 città per aprire l'anno di "Italy in Japan" e visto il successo ottenuto, fu chiamato a chiudere l'anno con un'altra tournée in 18 città giapponesi. Nel 2002, con una delle sue ultime esibizioni, partecipò al Premio Carosone. Morì nel 2005 colpito da ictus, e fu sepolto nella cappella di famiglia nel cimitero di Montella[4].

Fierro e la ristorazione

Nel 1986, in Piazza Santa Maria la Nova, nel Centro storico di Napoli, Fierro e la moglie aprirono il ristorante 'A canzuncella. Attrazione principale era la cena-spettacolo, idea che Fierro portò a Napoli, ispirandosi ai dinner-show già numerosi nel mondo.[5] Nel 1996 aprì anche una pizzeria sempre in Santa Maria la Nova che chiamò "Ma tu vulive 'a Pizza" ispirandosi al grande successo mondiale della sua canzone 'A pizza. Entrambi i locali sono in attività.


Galleria fotografica e rassegna stampa

Furio Rendine ha fatto il bis. L’anno scorso «Malinconico autunno», quest’anno «Vurria»: il Festival di Napoli è, quasi, un suo feudo. Rendine ha i baf-fetti a doppio accento circonflesso, come usavano al tempo di John Barrymore, la pancetta a malapena contrabbandata sotto un vestito di ottimo taglio; non fa parte dei grossi organismi editoriali — è editore per conto suo — eppure ha vinto ugualmente.

In Galleria, a Napoli, già si rumoreggia. Dicono che la canzone di Rendine ha avuto un trattamento di favore. Enzo Tortora, il presentatore, s’è rivolto, prima dell’esecuzione, ai napoletani di Milano e di Torino, ai napoletani di tutt’Italia: «Napoletani, questa è la canzone della vostra nostalgia, è la vostra canzone». «Ci mancava soltanto che dicesse: napoletani di Milano e di Torino, di tutt’Italia, votate per "Vurria”»: così si lamentano gli autori bocciati in Galleria a Napoli.

Il procuratore di Marisa Del Frate, poi, ha visto entrare in cabina, al teatro Mediterraneo, il segretario di Aurelio Fierro, che insieme con Nunzio Gallo cantava, appunto, "Vurria". «E’ uno scandalo» ha gridato. E può anche essere vero; ma in quale Festival non ci sono scandali? Forse che a Sanremo, un paio di anni fa, non avevano votato la moglie e tutto il seguito di Claudio Villa? "Vurria", comunque, ha vinto con largo margine di voti: 105 contro i 55 ex aequo di "Tuppe-tuppe mariscià” e "Giulietta e Romeo”. Gli esperti, per la verità, nella canzone di Rendine sentono non lontani echi di motivi pucciniani.

Ci sarebbe, forse, da mettere in dubbio la validità dei festival, delle canzoni fatte su misura, confezionate in serie. Ma questo non è un male di oggi. Nel 1928, Eduardo Nicolardi, uno dei migliori poeti di Napoli, scriveva: «Mo’ ’e canzone so’ senza sapore - nè odio nè ammore - nun sai cchiù che d’è - mo’ se fanno a mmesura, capite? - So scarpe o vestite? - Cazune o gilè?».

Non tutto è andato liscio al Festival. S’è cominciato con le polemiche e le rinunce. Nilla Pizzi, invitata, aveva risposto di no, e la candidatura di Achille Togliani era, misteriosamente, rientrata. I cantanti scelti furono, così: Nunzio Gallo, Giacomo Rondinella, Sergio Bruni, Nicla Di Bruno, Grazia Gresi, Cristina Jorio. Luciano Virgili, il duo Festival, con l'orchestra Anepeta ; Aurelio Fierro, Gloria Christian, Claudio Terni, Antonio Basurto, Mario Abbate, Nick Pagano, Marisa Del Frate, con l’orchestra Esposito; e Nino Taranto con tutt’e due le orchestre.

Le canzoni presentate erano trecento, ne furono scelte venti da una commissione, composta da un famoso avvocato (Mattia Limoncelli), una principessa (Melina Pignatelli Altamura), un libraio editore (Fausto Fiorentino), un professore (Antonio Altamura), tre maestri, insegnanti al Conservatorio (Ugo Rapalo, Renato Parodi, Vincenzo Vitale). «E che c’entrano? — dissero subito in Galleria — non sono del mestiere».

Si conoscevano, intanto, i nomi degli autori esclusi: Totò, nientemeno, e Domenico Modugno. Ma Modugno aggirò l’ostacolo e cantò a «Lascia o raddoppia» la sua canzone bocciata «O cafè». Altre proteste. «La RAI fa due pesi e due misure. Non doveva permettere a Modugno, anche se è Modugno, di cantare la sua canzone. Altrimenti deve far trasmettere le altre 279 canzoni bocciate».

Ma queste polemiche, ancora, erano maretta. Il temporale scoppiò alla vigilia del Festival. Una Casa discografica americana offrì, gratis, Perry Como e Harry Belafonte e quelli del Festival risposero picche, per non tradire l’anima genuina delle canzoni napoletane.

La mossa della casa americana era stata molto abile, probabilmente sapevano che gli organizzatori del Festival avrebbero detto di no. Loro, intanto, ci facevano una bella figura e si facevano pubblicità, offrendo due cantanti famosissimi. Harry Belafonte è il negro di «Banana boat», l’apostolo del calipso; Perry Como è il cantante del momento. Gli organizzatori del Festival furono, ugualmente, irremovibili.

A un certo punto fu perduto il senso delle proporzioni. A. Napoli dovevano cantare Perry Como, Harry Belafonte, Georgia Gibbs, Mario Lanza e — udite, udite — Marilyn Monroe. E quei cattivoni degli organizzatori avevano osato sbattere la porta in faccia alla fulgida Marilyn. Si era, insomma, nel clima dei serpenti di mare.

Bene o male, si arrivò a giovedì 12, prima giornata del Festival, e Marisa Del Frate — per bocca del suo procuratore — disse: io non canto. Marisa Del Frate si lamentava che il suo nome fosse troppo piccolo nelle "locandine”. Le risposero, duramente, che in fin dei conti lei doveva tutto al Festival di Napoli. Prima di "Malinconico autunno” e della sviolinata di Sasha, era una sconosciuta. Ora fa la diva e chiede — e ottiene — porecchìe decine di migliaia di lire al giorno, pare più di sessantamila, per fare la soubrette con Macario.

Il procuratore Charles Martin ripeteva : io non canto; la sera, poi, Marisa Del Frate cantò, così la sera successiva. Le sue tre canzoni, però, non entrarono in finale. E Charles Martin minacciò di nuovo: a Napoli non canterò mai più. La stessa minaccia aveva fatto la prima sera Aurelio Fierro : «Domani — aveva detto — denuncerò tutti i brogli». Ma, la sera successiva, Aurelio Fierro era tutto zucchero e miele. Forse sentiva, già, il trionfo. Il fatto è che la popolarità di Aurelio Fierro a Napoli è immensa: alla finale, i «guappi» della Galleria gridavano «Auré, sì’ ’nu lavuratore». (A proposito di «guappi», uno dei più accaniti, al teatro Mediterraneo, era Lucky Luciano). Aurelio Fierro è un exstudente d’ingegneria, grassoccio, stempiato, lo chiamano «Mister Scapricciatiello», è sposato e ha una casa al Vomero.

L’altro vincitore, Nunzio Gallo, è invece figlio di un venditore di frutta e verdura, che «tiene ’o puosto» alla Pignasecca; prima di fare il cantante di canzoni era baritono. Come Cesare, poi, pensò che è meglio essere primo in un villaggio che secondo a Roma, abbandonò «Il barbiere di Siviglia» per 'Torna a Surriento”, Rossini per Di Capua-Capur-ro; ora è uno dei primi, se non forse il primo. Le venti canzoni finaliste erano: "Nun fa’ cchiù ’a frangese” di Rendine-De Crescenzo, "Voglio a tte” di Barberis-Galdieri (la coppia di "Munasterio ’e Santa Chiara”), "Basta ammore pe’ campà” di Glejeses-Forte, "Suonno a Marechiaro” di Viscione-Fiore, "Masto Andrea" di Cataldo-Duyrat, 'Toma a vucà” di Murolo, "Mandulino d’ ’o Texas” di Capotosti-Gentile, ’Maistrale” di Oliviero-De Crescenzo, "Serenata arraggiata” di Colosimo-Mallozzi, "Rosi tu se’ l’amor” di Albano-De Mura, ”S’i nasco ’n’ata vota” di Donida-Perotti, "Pecchè se canta a Napule” di Galdìeri-Fontana, "Tuppe-tuppe mariscià” di Anacri-Gigante, "Sincerità” di Mazzocco-Sessa, ” ’O calippese napulitano” di Malgoni-Nisa, "Chiove a zeffunno” di Bonagura, "Giulietta e Romeo” di Mazzocco-Martucci, "Vurria” di Rendine-Pugliese, ” ’O cantastorie” di Fanciulli-Manlio, ” ’O palluncino” di Cioffi-Cioffì.

Il Festival, dunque, è finito con la vittoria di ”Vurria”. Il suo autore ha subito guadagnato due milioni; glieli ha dati un produttore per i diritti di riduzione cinematografica. Ma i migliori affari li farà, forse, "Tuppe-tuppe mariscià”: è la prima canzone venduta in America e fornirà anche la trama a un film, una specie di «Pane, amore e...».

L’edizione del Festival di quest’anno — la sesta — è stata curata dall’Associazione della stampa napoletana ; la settima sarà organizzata dall’Ente del turismo. E diamo, fin d’ora, un suggerimento. Non bisogna, come quest’anno, affidarsi a due Case discografiche che hanno tutto l’interesse di lanciare i loro cantanti, famosi o no. Bisognerà prendere il meglio di ogni Casa.

Occorre, inoltre, cambiare il sistema di votazione. Facciamo un esempio: "Suonno a Marechiaro’’ ha avuto 7 voti a Milano, 5 a Bari, 4 a Bologna, 9 a Palermo, 2 a Genova, 7 a Trieste; la giuria in sala, dei sessanta voti a sua disposizione, gliene ha dati 9. E c’è una controprova: "Giulietta e Romeo” ha avuto 34 voti su 60, in sala 21 voti su 60. Si deve quindi escogitare un sistema che elimini la giuria in sala, o almeno ne riduca il peso (lo stesso sistema, del resto, vige a Sanremo).

Un proverbio dice che a Napoli tutto finisce a «tarallucci» e vino; anche al Festival. Sabato 14 giugno ogni polemica è stata dimenticata; sul palcoscenico del teatro Mediterraneo si baciavano tutti, presentatori, cantanti, musicisti, parolieri, editori, un signore venuto dal Canadà (che Fulvia Colombo, impaperandosi, ha chiamato Johnny Dorelli), autorità e quanti si trovavano sottomano. La sera dopo, alla TV, nella rivista «Un, due, tre», Ugo Tognaz-zi e Raimondo Vianello hanno preso a gabbo il Festival ; Tognazzi, com’era accaduto a Napoli, s’è messo a baciare tutti, persino i cameramen, appollaiati davanti agli occhi rossi delle telecamere. Passati gli abbracci e le congratulazioni e le manate sulle spalle :— a significare «quanto siamo bravi» — Napoli attende ancora la sua canzone. La canzone che il Festival non le ha dato.

Angelo Falvo, «Domenica del Corriere», anno LX, n.26, 28 giugno 1958


Non è vero che Fierro sia un cantante di tipo nuovo, come sostengono molti: egli ha invece rinnovato un modo di «interpretare» tipicamente napoletano e lo ha affermato fuori dei confini del vecchio aregno del sud»

Aurelio Fierro è stato, con Nunzio Gallo e Maria Paris, magnifica interprete di Tuppe-tuppe mariscià, uno dei trionfatori dell’ultimo festival della canzone napoletana. Eppure alla vigilia della manifestazione, «don» Aurelio appariva imbronciato e insoddisfatto, tanto che si arrivò a parlare di un suo clamoroso ritiro. Era accaduto questo: il popolare cantante non riteneva adatta ai suoi mezzi vocali la canzone Vurria, che gli era stata affidata e che le solite «voci» davano come una delle meglio qualificate per la vittoria finale. Oltre tutto, la medesima canzone avrebbe avuto come interprete anche Nunzio Gallo e, francamente, nell’inevitabile confronto i maggiori rischi li correva proprio lui, Aurelio Fierro.

Vurria, che poi ha vinto il festival, è ima canzone di stampo tradizionale, patetica e melodrammatica. Bisogna cantarla a voce spiegata, cercando di sovrastare l’orchestra che incalza alle spalle. Si tratta di una melodia, insomma, tagliata su misura per Nunzio Gallo, che fiato ne ha da vendere. Aurelio Fierro, col suo «filillo ’e voce», aveva dunque la strada chiusa in partenza.

Nessuno si sarebbe meravigliato, perciò, se egli avesse rinunziato al cimento, specie dopo che un violento attacco d’influenza ne aveva diminuito le possibilità vocali. E invece, imbottito di penicillina, febbricitante, ma sostenuto dall’urlo dei suoi «patiti», «don» Aurelio venne ugualmente alla ribalta. Quando affrontò il ritornello (vurria turnà addu te pe n’ora sola, Napule mia - pe te senti ’e cantà cu' mille manduline...) molti trattennero il fiato e forse pensarono che «Mister Scapricciatiello» si stava giocando la carriera. Ma sulla corda tesa al massimo del «filillo ’e voce» Aurelio Fierro riuscì a raggiungere bellamente il traguardo.

Alla resa dei conti anche Vurria ha giovato a «don» Aurelio, fornendo una chiara dimostrazione della sua «classe» di cantante. Tuttavia non crediamo che il nome di Fierro possa rimanere legato a questa canzone, che d’altro canto non riteniamo destinata a un lungo successo. Sarà abbondantemente inserita nei programmi della radio, ma la gente, a Napoli e altrove, già tende l'orecchio verso la prossima Piedigrotta.

A tal proposito, più di una voce si è levata a rimpiangere che dal festival napoletano di quest’anno non sia uscita nessuna canzone che potesse, con pieno merito, andarsi a mettere accanto alle ormai famose in tutto il mondo Guaglione e Lazzarella, che manco a farlo apposta appartengono al repertorio migliore di Aurelio Fierro. Si è anche detto che la strada nuova della canzone napoletana è appunto quella dei ritmi allegri e scanzonati, che sarebbero poi la «grande invenzione» del dopoguerra.

Se così fosse, dovremmo dire che un cantante come Aurelio Fierro, venuto alla ribalta internazionale nella Piedigrotta del 1954, con la bellissima Scapricciatiello di Ferdinando Albano, sia anche lui un prodotto nuovo, il frutto di una svolta felice della Napoli canora. E invece non è vero niente, perchè la canzone allegra, «smargiassa», sbrigliata, un po’ «guappa», appartiene alla più antica tradizione piedigrottesca. D’altro canto, bastano tre titoli soli per dimostrare che in questi ultimi anni anche la canzone sentimentale e passionale ha dato a Napoli frutti d'oro. Sono del dopoguerra, infatti, Munasterio ’e Santa Chiara, Anema e core e Sciummo (fiume) presentata senza successo al primo festival napoletano, che vide il trionfo della nostalgica Desiderio ’e sole, cantata da Nilla Pizzi.

Ma torniamo ad Aurelio Fierro. Al tempo in cui Sciummo naufragava a Napoli, egli era uno studente della facoltà d’ingegneria che fischiettava qualche canzone solo per divertimento. Soldi in tasca non ne aveva molti perchè la famiglia stentava a corrispondergli lo stretto necessario per mantenersi agli studi.

Il giovanotto, nativo di Montella, in provincia di Avellino, faceva perciò la bohème a Napoli e col suo spirito gioviale era riuscito ad accattivarsi le simpatie di molti «guappi» del popolare quartiere in cui abitava la solita stanzetta degli studenti poveri. E furono essi, i «guappi», i primi ad apprezzarne le doti canore. Finché mi giorno l’immancabile amico bene informato non suggerì al futuro ingegnere di presentarsi a un concorso di canto bandito da una casa musicale partenopea e dotato di un premio di trentamila lire.

Spinto più dal bisogno che dalla vocazione, «don» Aurelio intervenne alla selezione e riuscì primo assoluto interpretando una classica: Io te vurria vasa. Le trentamila lire in palio, tuttavia, non rimasero a lungo nelle sue tasche vuote. Per sdebitarsi con i colleghi e i «guappi» che lo avevano sostenuto, Fierro diede una cena in un famoso ristorante di Mergellina dal quale uscì poi pulito pulito. Ma intanto la sua carriera di cantante era cominciata.

«Don» Aurelio non era più un ragazzino e si conosceva bene. Il successo insperato, perciò, non gli diede alla testa. Conoscendo i propri mezzi vocali, egli giunse alla conclusione che di voci come la sua a Napoli ce n’erano molte. Se voleva distinguersi, dunque, doveva puntare su qualcosa di diverso. L'istinto e la ragione gli dettarono allora la strada da seguire.

Nella tradizione illustre di Piedigrotta non, c'erano stati solo tenori tipo Caruso ma anche cantanti che puntavano sulla valorizzazione mimica del «filillo ’e voce» di cui madre natura li aveva dotate. Esempio illustre, in questo campo era il celebre Pasquariello, l’interprete sommo di un certo tipo di canzoni. Grassoccio, stempiato, dall’aria pacioccona e dal sorriso aperto, lo studente di Avellino possedeva il fisico adatto per rispolverare questa tradizione «guappesca» caduta in basso perché ritenuta, a torto, troppo intrisa di colore locale. Dopo le inevitabili incertezze degli inizi, puntò decisamente sulla mimica ed ebbe la fortuna, nel 1954, di trovare la canzone che si adattava a meraviglia a questo tipo di intestazione : Scapricciatiello.

Fu di colpo, il lancio clamoroso. Dalla quasi oscurità. Aurelio Fierro balzò ai primissimi posti della graduatoria dei cantanti. Invitato subito negli Stati Uniti d’America, vi compì una tournée fortunatissima nel corso della quale gli fu affibbiato il soprannome di «Mister Scapricciatiello ». Il gioco era ormai fatto: Napoli aveva ritrovato, dopo gli sdilinquimenti degli ultimi cantanti sentimentali e le acrobazie dei modernizzatori a ogni costo, un interprete che sapeva essere nello stesso tempo moderno e antico, un «cesellatore della canzone» che riusciva miracolosamente a non cadere nello stucchevole e nel banale.

Il successo, sempre crescente, di Aurelio Fierro coincideva, intanto, con la valorizzazione di quel filone piedigrottesco che per anni era stato, a torto, sacrificato alla prepotenza del «sentimento». In altre parole, i «forestieri» scoprivano la canzone allegra napoletana, che un tempo difficilmente varcava i confini del «regno del sud». La «scoperta» portò alla rivalutazione di testi famosi, come a esempio l’ineguagliabile ’A casciaforte, che con grande stupore abbiamo visto citata di recente fra le belle canzoni dell’ultimo dopoguerra. E si tratta, invece, di un pezzo forte degli antichi «concertini» !

Nel 1956 il festival della canzone napoletana porgeva ad Aurelio Fierro l’occasione d'oro per affermare la sua personalità. Naturalmente, egli non se la lasciò sfuggire e vinse la competizione con Guaglione di Nisa e Fanciulli, un’altra canzone destinata alla conquista dei mercati mondiali. Chiamato nuovamente in America, il cantante accettò l’invito, ma si sposò alla vigilia della partenza, facendo così coincidere la tournée con il viaggio di nozze.

Adesso Aurelio Fierro non ha più bisogno di lanci ed è lui, se mai, che fa il successo di una canzone, come si è visto in quest’ultimo festival con la mediocre Giulietta e Romeo, alla quale ha fatto conquistare un immeritato secando posto.

Marito e padre felice (la moglie, Marisa Matone, gli ha dato un maschietto cui moglie, Marisa Matone, gli ha dato un maschietto cui è stato imposto il nome di Fabrizio), l’ingegnere mancato va sempre più precisando e accentuando il suo stile «smargiasso» nel quale attualmente non ha rivali.

Può darsi che a molti «forestieri» faccia effetto sentir cantare a quel modo scanzonato e siano tratti a concludere che qualcosa di nuovo è maturato a Piedi-grotta, ma i napoletani «veraci» sanno benissimo che niente è più tradizionalmente partenopeo dello stile di «don» Aurelio, il quale ha invece l’enorme merito di aver rinverdito l’antica tradizione dei «fini dicitori», che cantavano «cu nu soldo e voce e mille lire ’e core».

Giovanni Turco, «Domenica del Corriere», anno LX, n.27, 6 luglio 1958


«Il Musichiere», 25 febbraio 1960 - Aurelio Fierro


«Il Musichiere», 21 aprile 1960 - Aurelio Fierro


«Il Musichiere», 31 dicembre 1960 - Aurelio Fierro


2005 03 12 LUnita Aurelio Fierro morte intro

«L'Unità», 12 marzo 2003


Discografia

78 giri

1953: Core 'e sapunariello/Chistu passu (Durium, A 10206)
1954: Tutte le mamme/Con te (Durium, A 10308)
1954: Torna al paesello/Le rose rosse (Durium, A 10495)
1956: La vita è un paradiso di bugie/Due teste sul cuscino (Durium, A 10718)
1956: Manname nu raggio 'e sole/Guaglione (Durium, A 10787)
1956: Guaglione/Piccerella (Durium, A 10799)
1957: Lazzarella/Suonno e fantasia (Durium, A 10975)
1957: Cantammola 'sta canzone! - Serenatella 'e maggio (Durium, A 10977)
1958: Felicità - Napule, sole mio! (Durium, A 10980)
1958: L'ultimo raggio 'e luna/Malinconico autunno (Durium, A 10998)
1958: Doppo pasca viene me pesca/A sonnambula (Durium, A 11026)
1958: Giuro d'amarti così/Fragole e cappellini (Durium, A 11115)
1958: Nel blu dipinto di blu/Timida serenata (Durium, A 11116)
1958: La canzone che piace a te/...... (Durium, A 11133)
1958: Rosì tu sei l'ammore/Vurria (Durium, A 11173)
1959: Firenze sogna/Serenata sincera (Durium, DC 16531)
1959: Santa Lucia luntana/O mare e Margellina (Durium, DC 16542)
1959: I te vurria vasà/Tu ca nun chiagne (Durium, DC 16543)
1959: Napule ca se ne va/Piscatore e Pusilleco (Durium, DC 16545)
1959: Balocchi e profumi/Qualche filo bianco hai (Durium, DC 16546)
1959: Buongiorno tristezza/Incantatello (Durium, DC 16577)
1959: Serenata cortese/Polvere (Durium, DC 16587)

33 giri

1955: Melodie del Golfo - Prima raccolta (Durium, ms Al 509)
1955: Melodie del Golfo - Seconda raccolta (Durium, ms Al 510)
1955: Canzoni d'altri tempi - Prima raccolta (Durium, ms Al 518)
1956: 5º Festival della canzone - Sanremo 1955 (Durium, ms Al 524; con Flo Sandon's e Bruno Rosettani)
1956: Melodie del Golfo - Terza raccolta (Durium, ms Al 526)
1956: Melodie del Golfo - Quarta raccolta (Durium, ms Al 546)
1956: Canzoni d'altri tempi - Seconda raccolta (Durium, ms Al 548)
1956: Canzoni d'altri tempi - Terza raccolta (Durium, ms Al 562)
1956: 4º Festival della Canzone Napoletana 1956 (Durium, ms Al 565)
1957: V Festival della canzone napoletana - 1957 (Durium, ms Al 578; con Olga Pizzi ed Enza Dorian)
1957: Piedigrotta 1957 (Durium, ms Al 587)
1958: Canzoni d'altri tempi - Quarta raccolta (Durium, ms Al 593)
1958: VI Festival della canzone napoletana (Durium, ms Al 594)
1959: Canzoni di successo (Durium, ms A 77011)
1959: Canzoni napoletane celebri (Durium, ms A 77025)
1960: Canzoni d'altri tempi - Prima raccolta (Durium, ms Al 77028; ristampa di ms Al 518)
1960: Canzoni d'altri tempi - Seconda raccolta (Durium, ms Al 77047; ristampa di ms Al 548)
1961: Canzoni d'altri tempi - Terza raccolta (Durium, ms Al 77058; ristampa di ms Al 562)
1962: Canzoni d'altri tempi - quarta raccolta (Durium, ms Al 77064)
1963: Napoli d'altri tempi (King, LFK 0062000)
1963: Canzoni della nostalgia (King, LFK 0062001)
1963: 10 anni di successo (King, LFK 0062002)
1964: La sceneggiata napoletana (King, LFK 0062003)
1964: Guapparia (King, LFK 0062004)
1966: Una spaghettata di canzoni... Come dico io! (King, LFK 0062006)
1967: Napoli in allegria (King, LFK 0062007)

45 giri

1955: 'O surdato 'nnammurato/'O mare 'e Mergellina (Durium, Ld A 6006)
1955: 'O Nzisto/Spatella 'argiento (Durium, Ld A 6011)
1955: Scapricciatiello/'A ze' maesta (Durium, Ld A 6012)
1956: La vita è un paradiso di bugie/Nota per nota (Durium, Ld A 6041)
1956: Guaglione/Dincello tu (Durium, Ld A 6053)
1957: Corde della mia chitarra/Usignolo (Durium, Ld A 6075)
1957: Invocazione a Maria SS. di Montevergine parte 1^/Invocazione a Maria SS. di Montevergine parte 2^ (Durium, Ld A 6081)
1957: Lucianella/Chella là (Durium, Ld A 6083)
1957: Lazzarella/Napule, sole mio (Durium, Ld A 6102)
1957: Serenatella 'e maggio/Luna parlante (Durium, Ld A 6106)
1957: Mister Napule/'A sunnambula (Durium, Ld A 6151)
1957: Come pioveva/Signorinella (Durium, Ld A 6152)
1957: Parlami d'amore Mariù/La canzone dell'amore (Durium, Ld A 6153)
1957: Miniera/Il tango delle capinere (Durium, Ld A 6154)
1957: Guappetiello 'e tutte 'e ssere/Pazzagliona (Durium, Ld A 6169)
1958: Mambo toscano/La macchina ce l'hai (Durium, Ld A 6200)
1958: La canzone che piace a te/Timida serenata (Durium, Ld A 6209)
1958: Fragole e cappellini/Nel blu dipinto di blu (Durium, Ld A 6210)
1958: Piemontesina/Portami tante rose (Durium, Ld A 6233)
1958: Tango del mare/Reginella campagnola (Durium, Ld A 6234)
1958: Calypso melody/Calypso italiano (Durium, Ld A 6255)
1958: Rosì tu sei l'ammore/Vurria (Durium, Ld A 6273)
1958: Giulietta e Romeo/Sincerità (Durium, Ld A 6275)
1958: Tuppe, tuppe, Mariscia'/Torna a vuca' (Durium, Ld A 6276)
1958: Fili d'oro/Addio signora (Durium, Ld A 6319)
1958: Amor di pastorello/Cara piccina (Durium, Ld A 6320)
1958: Le rose rosse/Torna al paesello (Durium, Ld A 6321)
1958: Capinera/Reginella (Durium, Ld A 6322)
1958: Domandalo a mammà/Fravulella (Durium, Ld A 6352)
1958: Rondine al nido/Non ti scordar di me (Durium, Ld A 6366)
1958: Tic-ti tic-ta/Come le rose (Durium, Ld A 6367)
1958: Canti nuovi/Stornelli dell'aviatore (Durium, Ld A 6368)
1958: Vipera/Pallida mimosa (Durium, Ld A 6369)
1958: Dduje paravise/Un'ora sola ti vorrei (Durium, Ld A 6393)
1958: Come una coppa di champagne/Scettico blues (Durium, Ld A 6415)
1958: Spazzacamino/Lucciole vagabonde (Durium, Ld A 6416)
1958: Ivonne/Abat-jour (Durium, Ld A 6417)
1959: Qualche filo bianco/Balocchi e profumi (Durium, Ld A 6446)
1959: Partir con te/Lì per lì (Durium, Ld A 6471)
1959: Io sono il vento/Avevamo la stessa età (Durium, Ld A 6472)
1959: Accussi'/Ammore celeste (Durium, Ld A 6572)
1959: Vieneme 'nzuonno/Napule 'ncopp'a luna (Durium, Ld A 6577)
1960: Il mare/Libero (Durium, Ld A 6740)
1960: Silenzio cantatore/'O marenariello (Durium, Ld A 6756)
1960: Pellegrinaggio per S. Gerardo di Caposele parte 1^/Pellegrinaggio per S. Gerardo di Caposele parte 2^ (Durium, Ld A 6759)
1960: Gina mia/Il solletico (Durium, Ld A 6784)
1960: Piove, piove, piove/E uno, e due, e tre (Durium, Ld A 6785)
1960: Lacreme napulitane/Luna rossa (Durium, Ld A 6797)
1960: Maria Marì/Napule ca se ne va (Durium, Ld A 6798)
1960: Invocazione alla Madonna dell'arco parte 1^/Invocazione alla Madonna dell'arco parte 2^ (Durium, Ld A 6799)
1960: Uè uè, che femmena/Sti 'mmane... (Durium, Ld A 6822)
1960: Serenata a Margellina/Nuvole (Durium, Ld A 6823)
1960: Lunarella/Ammore, appuntamento mio! (Durium, Ld A 6939)
1960: Paese mio/Nu vasillo a pezzechillo (Durium, Ld A 6940)
1960: Donna/Passa la ronda (Durium, Ld A 6949)
1960: La violetera/Appassionatamente (Durium, Ld A 6950)
1960: Chitarra romana/Campane (Durium, Ld A 6996)
1960: Violino tzigano/Fiocca la neve (Durium, Ld A 6997)
1961: Cielo!/'O tesoro (Durium, Ld A 7051)
1961: Tu si 'a malincunia/Pi-Rikì-Kukè (Durium, Ld A 7075)
1961: 'O cunfessore/Tutta 'a famiglia (Durium, Ld A 7076)
1961: Povero Masaniello/T'aspetto tutt''e ssere (Durium, Ld A 7084)
1961: Invocazione al SS. Salvatore parte 1^/Invocazione al SS. Salvatore parte 2^ (Durium, Ld A 7088)
1961: Du stehst in meinem sternen (Tu sì 'a malincunia)/Tutta 'a famiglia (Durium, Ld A 7123)
1962: Ferriera/Signora Illusione (Durium, Ld A 7142)
1962: Chiesetta alpina/Fontane (Durium, Ld A 7143)
1962: Lui andava a cavallo/Cipria di sole (Durium, Ld A 7144)
1962: Ladra/Ciondolo d'or (Durium, Ld A 7194)
1962: Serenata malandrina/Pulecenella twist (Durium, Ld A 7204)
1963: Peppino 'o suricillo/Maurizio (King, AFK 56000)
1963: Occhi neri e cielo blu/La ballata del pedone (King, AFK 56001)
1963: Un cappotto rivoltato/Non costa niente (King, AFK 56002)
1963: 'O marenaro/Zappatore (King, AFK 56003)
1963: Carcere/'A legge (King, AFK 56004)
1963: 'O festino/Carcerato (King, AFK 56005)
1963: Bossanova italiano/Ho rubato la luna (King, AFK 56009)
1963: Quanto me piace/L'ammore è nu murzillo sapurito (King, AFK 56011)
1963: Scugnezziello/Ma che parlo a fà (King, AFK 56012)
1963: Maria yè yè/Tango napoletano (King, AFK 56013)
1963: Preghiera napulitana/Limbo napoletano (King, AFK 56014)
1963: 'O capitone/A cantata d'e pasture (King, AFK 56018)
1964: Sole, pizza e amore/Balliamo il tango (King, AFK 56019)
1964: Torna al tuo paesello/Partire (King, AFK 56021)
1964: Vivere/La mia canzone al vento (King, AFK 56023)
1964: Che mi tuffo a far.../'O bikine/Che caldo (King, AFK 56026)
1964: Mo (me ne vaco a Pusilleco)/Canzona profumata (Bella...bel) (King, AFK 56030)
1964: Maria Carmela/Fidanzata su misura) (King, AFK 56031)
1964: Nun m'abbraccià/L'eterno caporale (King, AFK 56032; lato A cantato insieme a Mirna Doris)
1964: Hully gully paesano/La gonna scozzese (King, AFK 56033)
1965: Tanti auguri a te/Buon anno... buona fortuna... (Durium, Ld M 7401)
1965: Si 'a gente se facesse 'e fatte suoje.../Totonno 'o nirone (King, AFK 56041)
1965: Serenata all'acqua 'e mare/Vulesse nu favore (King, AFK 56042)
1966: Brigadiere mio/'O re 'e ll'ammore (King, AFK 56051)
1966: 'A pizza/'Na guagliona ye' ye' (King, AFK 56053)
1966: Femmene e tammorre/Fatta apposta pe fà nnammurà (King, AFK 56056)
1966: A risa/Ah l'ammore che ffa fa (King, AFK 56060)
1967: Pulecenella 'o core 'e Napule/'A minigonna (King, AFK 56066)
1967: Mare pittato 'e luna/Sbagliasse maie 'na vota (King, AFK 56067)
1967: 'O matusa/'O vesuvio (King, AFK 56073)
1968: E voga gondolier/Una gondola d'amor (King, AFK 56078)
1968: 'O trapianto/'O timido (King, AFK 56080)
1968: Ricordo 'e maggio/Stornellaccio beat (King, AFK 56086)
1969: Giuvanne simpatia/Vocca busciarda (King, AFK 56102)
1969: Preghiera a 'na mamma/Non c'è due senza tre (King, AFK 56103)
1971: Bello 'e papà/'O pizzo a riso (King, NSP 56125)

EP

1956: 'O nfinfero/'O sciupafemmene/Vienetenne a Positano/'O ritratto 'e Nanninella (Durium, ep A 3021)
1956: IV Festival della Canzone napoletana (Manname 'nu raggio 'e sole/'A palummella/Guaglione/'A quaterna) (Durium, ep A 3032)
1957: Le canzoni della fortuna (Buon anno...buona fortuna/Addio sogni di gloria/Scapricciatiello/Serenatella sciuè sciuè) (Durium, ep A 3048)
1957: 'Na sera 'e maggio/Come facette mammeta/Passione/Funiculì funiculà (Durium, ep A 3052)
1957: Aurelio Fierro ed i suoi solisti n°2 (Marechiaro/'O marenariello/Santa Lucia/Core 'ngrato) (Durium, ep A 3053)
1957: V Festival della Canzone napoletana (Lazzarella/Storta va...deritta vene/Cantammola 'sta canzone/L'ultimo raggio 'e Luna) (Durium, ep A 3055)
1957: V Festival della Canzone napoletana (Felicità/Napule, sole mio!/Malinconico autunno/Nnammurate dispettuse) (Durium, ep A 3058)
1957: Piedigrottissima 1957 ('A sunnambula/Nanassa/Guappetiello 'e tutte 'e ssere/Serenata a Carolina) (Durium, ep A 3072)
1957: Ma che guaglione/Maliziusella/'A pizza c''a pummarola/Tu vuò fa l'americano (Durium, ep A 3075)
1958: Aurelio Fierro a Sanremo (Timida serenata/La canzone che piace a te/Fragole e cappellini/Nel blu dipinto di blu) (Durium, ep A 3083)
1958: Canzoni di altri tempi N° 1 (La canzone dell'amore/Fili d'oro/Signorinella/Reginella) (Durium, ep A 3094)
1958: Calypso sotto la pioggia/Calypso melody/Calypso serenade/Calypso italiano (Durium, ep A 3102)
1958: VI Festival della Canzone napoletana N°1 (Vurria/Mandulino d'o Texas/Nun fa cchiù a frangese/Giulietta...e Romeo) (Durium, ep A 3107)
1958: VI Festival della Canzone napoletana N°2 (Suonno a Marechiare/Tuppe, tuppe Mariscià/'O cantastorie/Rosì tu sei l'ammore) (Durium, ep A 3108)
1958: Canzoni di altri tempi N° 4 (Le rose rosse/Tic-Ti Tic-Ta/Non ti scordar di me/Rondine al nido) (Durium, ep A 3114)
1958: Canzoni di altri tempi N° 5 (Reginella campagnola/Capinera/Portami tante rose/Torna al paesello) (Durium, ep A 3122)
1958: Canzoni di altri tempi N° 6 (Vipera/Lucciole vagabonde/Stornelli dell'aviatore/Canti nuovi) (Durium, ep A 3123)
1958: Canzoni di altri tempi N° 7 (Spazzacamino/Abatjour/Miniera/Scettico blues) (Durium, ep A 3130)
1959: Sanremo 1959 (Lì per lì/Io sono il vento/Avevamo la stessa età/Piove) (Durium, ep A 3144)
1959: Festival di Napoli 1959 (Solitudine/Sta miss 'nciucio/Accussì/Suttanella e Cazunciello) (Durium, ep A 3166)
1959: Canzoni di altri tempi N° 9 (Gina mia/Il solletico/Piove, piove, piove/E uno, e due, e tre) (Durium, ep A 3217)
1960: Festival di Napoli 1960 ('Sti 'mmane.../Stasera si!/'E rrose e tu/Serenatella c''o si e c''o no) (Durium, ep A 3230)
1960: Canzoni di altri tempi N° 10 (Passa la ronda/La Violetera/Appassionatamente/Donna) (Durium, ep A 3255)
1961: Canzoni di altri tempi N° 11 (Chitarra romana/Campane/Fiocca la neve/Violino tzigano) (Durium, ep A 3269)
1961: Aurelio Fierro e Mario Trevi al "Giugno della Canzone napoletana 1961" (Cielo!/'O tesoro/Mare verde/È napulitana) (Durium, ep A 3276)
1963: Canzoni di altri tempi N° 12 (Ferriera/Fontane/Signora Illusione/Chiesetta alpina) (Durium, ep A 3295)
1963: Canzoni di altri tempi N° 13 (Ladra/Qualche filo bianco/Ciondolo d'oro/Balocchi e profumi) (Durium, ep A 3303)

Filmografia

Lazzarella , regia di Carlo Ludovico Bragaglia (1957)
Tuppe tuppe, Marescià!, regia di Carlo Ludovico Bragaglia (1958)
Serenatella sciuè sciuè , regia di Carlo Campogalliani (1958)
Sorrisi e canzoni, regia di Luigi Capuano (1958)
Ricordati di Napoli, regia di Pino Mercanti (1958)
Quando gli angeli piangono, regia di Marino Girolami (1958)
L'ultima canzone, regia di Pino Mercanti (1958)
Caporale di giornata, regia di Carlo Ludovico Bragaglia (1958)
Le donne ci tengono assai, regia di Antonio Amendola (1959)
Quel tesoro di papà, regia di Marino Girolami (1959)
Destinazione Sanremo, regia di Domenico Paolella (1959)
Luna e l'altra, regia di Maurizio Nichetti (1996)
Aitanic, regia di Nino D'Angelo (2000)

Doppiatori

Carlo Romano in Lazzarella
Mario Colli in Quel tesoro di papà


Riferimenti e bibliografie:

  • Immagini collezione Domenico Livigni
  • Angelo Falvo, «Domenica del Corriere», anno LX, n.26, 28 giugno 1958
  • Giovanni Turco, «Domenica del Corriere», anno LX, n.27, 6 luglio 1958