La paura numero uno di Totò
Protagonista è don Matteo Generoso, un piccolo borghese pavido e spaventato dalle allarmistiche notizie che compaiono sui quotidiani. In attesa che scoppi la terza guerra mondiale, egli non vive più se non in forma di ossessione, rinunciando a ogni iniziativa normale in casa e fuori, e perfino vietando alla figlia Evelina di sposarsi col fidanzato. A guarirlo da questa mania giunge la trovata di un parente, il quale, truccando la radio e lanciando falsi comunicati, gli fa credere che la guerra è finalmente scoppiata. È una guerra strana, di tutti gli Stati contro tutti gli altri, tanto che sono state consegnate ben centosessanta dichiarazioni di guerra. Ora tutte le popolazioni del mondo si considerano mobilitate. Ma la vita continua apparentemente normale, senza oscuramenti, allarmi e bombardamenti. Cosi Matteo scopre la sostanziale identità della guerra moderna con la pace moderna. Ora, libero da un incubo incombente, raccoglie le energie e si getta in un mucchio di attività (le stesse che prima non voleva intraprendere). Ma intanto donna Luisa, madre del fidanzato di Evelina, entra nell’angoscia al pensiero di doversi separare dal figlio, che sarà chiamato soldato. Per evitare questo distacco doloroso arriva a murarlo in una stanza, recitando davanti a tutti la commedia della madre disperata per la sua sparizione. Dopo quindici giorni però il ragazzo riesce a scappare; segue un’affettuosa riconciliazione e finalmente le nozze dei due giovani. [...]
Dalla commedia Eduardo aveva tratto la sceneggiatura per un film che avrebbe dovuto interpretare Totò nel novembre del 1951. Lui stesso ne scrive, a Gregorio Sciltian, il 4 ottobre da Sorrento, dove sta girando uno degli episodi di I sette peccati capitali: «A fine mese tornerò a Roma per girare La paura numero uno, interpretazione di Totò. Certo ne avrò fino a Natale, quando riunirò la compagnia al teatro Eliseo».
La lavorazione inizia il 20 ottobre 1951 e accanto a Totò compare, forse, Peppino De Filippo insieme ad altri attori del cinema e del teatro italiano.
Ma il film non si fa. Antonio Ghirelli, che collaborò alla sceneggiatura unitamente a Luigi De Filippo, preparando insieme all’attore anche il soggetto di Roma-Livorno-Mosca, scrive che il governo democristiano, ostile al progetto, eserciò tutta la sua pressione, riuscendoci, perchè questo ed altri progetti di Eduardo non raggiungano mai il set.
Intervista a Eduardo De Filippo, «L'Unità», 24 marzo 1951
«Il Piccolo di Trieste», 2 ottobre 1951
Roma, 29 ottobre
Si parla molto di Eduardo De Filippo, in questo momento. Se ne parla parecchio tra gli affezionati del teatro. «Eduardo e Titina hanno fatto la pace con Peppino», si dice. Le trattative erano state segrete evidentemente, e non se ne era parlalo sui giornali. Ora i tre fratelli sono di nuovo insieme, e chi ci guadagna è il pubblico. Ma si parla molto di Eduardo, anche per quel che riguarda il cinema. L’anno scorso il grande autore teatrale condusse a termine la sua prima impegnativa opera cinematografica. E ne venne fuori quella discussa e vivace "Napoli milionaria" che costituisce una delle opere più importanti del recente cinema italiano. Poi sulle riviste specializzate di cinema cominciarono ad apparire i più contraddittori annunci: «Eduardo sta per realizzare Questi fantasmi». « E’ imminente l’inizio della lavorazione di Filumena Marturano», E poi «Filumena Marturano è terminata». « Eduardo e Titina faranno il berretto a sonagli di Pirandello». « Eduardo e Titina faranno una edizione moderna della Traviata»... e ancora notizie e notizie.
Per questo abbiamo voluto avvicinare Eduardo. E lo abbiamo raggiunto nella sala di uno stabilimento di doppiaggio dove, con Titina, stava doppiando appunto Filumena Marturano. Ecco dunque una notizia solida e inequivocabile: Filumcna Marturano è ormai interamente girata, e manca soltanto della colonna sonora.
Eduardo si mostra stanco. Questa sua seconda opera cinematografica i stata evidentemente causa di fatiche. Ma l'importante è che il regista sia soddisfatto del suo lavoro.
«Ne sono molto soddisfatto» dice, e, rispondendo a un'altra nostra domanda: «I problemi che mi poneva Fllumeno Marturano erano diversi da quelli di Napoli milionaria, in quel film la storia originale era stata diluita nella storia di Napoli attraverso dieci anni, con cambiamenti sensibili. Filumena invece ha una costruzione precisa, più raccolta, che non si prestava a sensibili modificazioni. Inoltre è cambiato soprattutto l'ambiente rispetto a Napoli milionaria. In Napoli milionaria vi erano i quartieri poveri, e bnssi, la gente dei quartieri popolari. Qui vi è invece una Napoli borghese, ricca, quella in cui Filumena si viene a trovare per la sua unione con Domenico Soriano».
Noi pensiamo che il cinema, con le sue capacità di contrasto, abbia potuto accentuare la polemica di Filumena contro l'ambiente in cui vive e che è rappresentato dalla famiglia Soriano, Eduardo ci conferma questo approfondimento, e Titilla interviene, rispondendoci su questo suo nuovo contatto con il cinema:
«Ho interpretato centinaia di volte a teatro il personaggio di Filumena. Mi sembra che il cinema abbia offerto delle possibilità nuove: una indagine psicologica più precisa. Credo che il film porrà in evidenza una serie di sfumature che necessariamente non si notano a teatro».
Da Filumena passiamo ad altro. I progetti per l'avvenire? Eduardo ci parla immediatamente del lavoro che sfa facendo per realizzare «La paura numero 1». Tutti ricordano il successo del lavoro teatrale omonimo, una impressionante commedia sulla psicologia di un uomo che vede accentuarsi attorno a sé il periodo di guerra e cerca disperatamente di difendersi. Eduardo attore, ci dava, nella Paura, una delle sue più belle e drammatiche Interpretazioni. Ma non In vedremo nella riduzione cinematografica.
«Di questo film sarò soltanto regista».
«E' l’interprete?».
«Totò».
Questa si che è una sorpresa. Piacevole sorpresa, s'Intende. L'Incontro cinematografico tra Eduardo De Filippo e Totò, il noto comico napoletano, è stato già fruttifero al massimo: in Napoli milionaria Eduardo aveva sdoppiato il personaggio teatrale, affidando a Totò una parte non di protagonista. In quella parte Totò avera mostrato che le sue grandi possibilità di attore in cui critici e pubblico credono fermamente non erano una vana speranza. Totò offriva una interpretazione addirittura chapliniana del suo breve personaggio: efficacissima, di eccezionale misura, sensibile ad ogni variazione psicologica. Diretto da Eduardo, Totò aveva fatto comprendere che la sua strada non era quella del film comici dozzinali e stucchevoli: questa sua comparsa nella parte di protagonista di un film d’impegno quale è La paura numero 1 fa sperare che egli voglia seguire questa strada.
«L’aver affidato la parte di protagonista a Totò significa una accentuazione del carattere grottesco del personaggio?».
Eduardo ci risponde che questo avverrà in misura minima. Egli ha intenzione di realizzare un film fedele allo spirito dell’opera teatrale.
«Altri progetti?».
«Ce ne è uno a breve scadenza. Un progetto molto impegnativo. al quale darò vita tra pochi giorni. Dirigerò e interpreterò uno degli episodi del film I sette peccati capitali».
Anche questo è un film di cui si parla da un certo tempo. E’ nato da una produzione italo-francese ed è realizzato da un gruppo di registi italiani e francesi. In Francia sono Allegret. Noel Noel ed altri, tra cui Cayatte. In Italia è Rossellini, che ha terminato il suo episodio ed Eduardo.
«Io mi occupo dell’avarizia e dell’ira: per questo ho scolto una novella di Maupassant, Tonio».
«Ambientata in Francia?».
«Naturalmente no. Ho preso quel tanto di universale che vi è nella novella, ed ho trasferito l'nzlono in un paese del Salernitano».
E infine, torniamo a parlare del teatro. Come ogni anno Eduardo tornerà all'Elisco, a recitare le sue vecchie commedie.
«Ci sarà una novità?».
«Si. Sto preparando una commedia»
Noti ci dice altro. Soltanto il titolo. Mia famiglia, e soggiunge:
«Potrebbe venirne un bel film. Un film da cui trarre poi la commedia. Hanno detto che il mio primo film era inferiore alla commedia. In questo caso direbbero che la commedia è inferiore al film ».
E con questa maliziosa freccia del parto contro i suoi critici, Eduardo chiude l'intervista.
Tommaso Chiaretti, «L'Unità», 30 ottobre 1951
Riferimenti e bibliografie:
- "Vita di Eduardo" - (Maurizio Giammusso) - Ed. Elleu, 2004
- "I film di Totò, 1946-1967: La maschera tradita" (Alberto Anile) - Le Mani-Microart'S, 1998