Magali Noël (Noëlle Guiffray)
« Ammazzala, quant'è bona questa! E che le contesto mo'? »
(Totò in "Totò e Cleopatra")
Nome d'arte di Magali Noëlle Guiffray (Smirne, 27 giugno 1932 – Châteauneuf-Grasse, 23 giugno 2015), è stata un'attrice francese, attiva nel cinema specialmente dagli anni cinquanta ai settanta.
Biografia
Magali Noël nacque in Turchia, dove rimase sino all'età di nove anni, da genitori francesi. Esordì come cantante in alcuni cabaret parigini, successivamente passò dagli spettacoli di rivista al teatro classico, dove riscosse i primi successi. Nel 1950 debuttò sul grande schermo e già l'anno successivo interpretò un ruolo di un certo impegno in Seul dans Paris. Bruna, procace, dotata di grande fascino e disinvoltura scenica, Magali Noël divenne immediatamente popolare in Francia grazie ai ruoli da coprotagonista nel celebre film poliziesco Rififi, diretto nel 1955 da Jules Dassin, e nell'elegante commedia Eliana e gli uomini (1956), per la regia di Jean Renoir.
Nel 1956 la Noel cominciò ad incidere con successo un buon numero di dischi, cantando anche delle canzoni scritte dal celebre poeta Boris Vian, come il brillante brano rock and roll, "Fais-moi mal, Johnny".
Giunta in Italia verso la fine degli anni cinquanta, fu subito ingaggiata nel ruolo di femme fatale in numerose pellicole, dividendo da allora la sua carriera fra Italia e Francia. Il suo fisico esuberante e la personalità provocante le consentirono piacevoli e disimpegnate caratterizzazioni comiche, come quella di Cleopatra in Totò e Cleopatra (1963) di Fernando Cerchio, film nel quale lavorò al fianco di Totò. Importante sodalizio artistico fu quello con Federico Fellini, che la portò ad interpretare ruoli notevoli in tre film del regista riminese, La dolce vita (1960), Fellini Satyricon (1969) e soprattutto Amarcord (1973), in cui l'attrice impersonò brillantemente la greve ma sinuosa romagnola "Gradisca", passaggio obbligato per l'iniziazione dei giovani riminesi, e proiezione delle memorie e fantasie adolescenziali di Fellini stesso.
A partire dagli anni settanta Magali Noël continuò a lavorare, quasi esclusivamente in Francia, sia per il cinema che per la televisione, dedicandosi talvolta anche al teatro. Nel 2000, dopo alcuni anni di assenza dagli schermi cinematografici, interpretò l'assistente volontaria nel carcere di Rebibbia, che si innamora di un pastore sardo semianalfabeta, accusato di un rapimento, nel film Regina Coeli di Nico D'Alessandria. Nel 2002 fu scelta da Jonathan Demme per interpretare un piccolo ma significativo ruolo nel film The Truth About Charlie, con Mark Wahlberg. Nel 2011 l'attrice tornò in teatro come interprete delle canzoni di Boris Vian.
Viene a mancare nel sonno il 23 giugno 2015 in una casa di riposo di Châteauneuf-Grasse, nel sud della Francia, a pochi giorni dal suo ottantatreesimo compleanno.
Galleria fotografica e stampa dell'epoca
«Gazzetta di Mantova», 16 maggio 1957
Per la seducente attrice francese i soggettisti fabbricano su misura personaggi di donne senza scrupoli.
Roma, luglio.
Nella vita di tutti i giorni Magali Noel è una ragazza allegra, piena di salute, cui piace divertirsi e fare dello sport, una ragazza che preferisce una gonna e una camicetta di popeline al più sofisticato abito da sera. Tuttavia nel cinema è difficile che ella possa fare un giorno la parte di una donna estremamente semplice com’è. La verità è che i registi le dicono «Hai troppo temperamento». E molti soggettisti si credono in dovere di spremersi le meningi, fabbricando su misura per lei personaggi di donne senza scrupoli, capaci di rovinare il prossimo con la massima indifferenza. Magali, com’è noto, fece una decisiva apparizione sullo schermo in «Rififi». Cantava riversa sui gradini del piccolo palcoscenico e poi riceveva in dono dallo scassinatore il brillante che fatalmente doveva decretare la rovina di tutta la banda. Eppure la «petite canaille», come l’hanno pittorescamente definita i francesi dopo le sue prime interpretazioni in ruoli di donne perverse e conturbanti, in realtà è una gran brava ragazza che in questi giorni arriva persino a ricamare qualche lenzuolo del suo corredo, facendo sogni comuni a tutte le fidanzate, in vista del suo prossimo matrimonio con il nostro Roberto Risso, il simpatico e indimenticabile «carabiniere» timido di «Pane, amore e fantasia».
Magali gradirebbe sostenere dei ruoli molto più vicini alla sua vera personalità, ma i registi vedono in lei il classico tipo dell’avventurlera e agiscono di conseguenza, com’è accaduto ultimamente in «O.S.S. 117 non è morto», nel quale accanto a Ivan Desny, Yves Vincent ed altri, il regista Jean Sacha l'ha resa protagonista di un’avventurosa storia di spionaggio, legata alla recente e scottante attualità della crisi di Suez. Evidentemente il destino cinematografico di Magali è ormai segnato. Non appena nel cinema francese si avverte il bisogno di una interprete che risponda pienamente alle clas| siche esigenze di una giovane e bella avventuriera, ecco che si fa subito il suo nome. Tutto ciò contrasta violentemente con la vera natura dell’attrice, ma denota nello stesso tempo il notevole talento drammatico che la distingue. D’altra parte ella stessa si dice convinta che oggi il pubblico ha sempre più sete di emozioni, preferendo decisamente i films avventurosi e polizieschi purché abbiano una carica drammatica non comune.
Circa il suo metodo di lavoro, nel quale dimostra tra l’altro la capacità di aderire perfettamente al personaggio che le viene assegnato, ella confessa che si affiata sempre con i suoi compagni di lavoro. Ritiene inoltre che l buoni rapporti di reciproca stima ed amicizia siano indispensabili per ottenere una buona sincronia durante la recitazione. Legge più volte la sceneggiatura e si comporta come se dovesse recitare in teatro, dove per ovvie ragioni non si ammette l’ignoranza del testo. «Ma soprattutto — aggiunge Magali — lavoro con passione per orgoglio professionale e per non deludere il pubblico. Può sembrare strano, ma il pubblico fa paura alle attrici, perchè ad esso dobbiamo il nostro successo e la popolarità che cl accompagna ovunque. Come Nerone nelle arene romane, gli spettatori possono alzare il pollice e darci una sia pur effimera gloria, o abbassarlo facendo scomparire tutte le nostre ambizioni...».
Uno dei suoi films più impegnativi e che ha senza dubbio contribuito alia sua crescente popolarità è «O.S.S. 117 non è morto», apparso il mese scorso anche sui nostri schermi. Dalla gaia atmosfera di una festa danzante dove la spia si nasconde, all’agguato notturno, al delitto senza pietà, alla lotta per la vita, è tutto un susseguirsi di avventure impreviste. Com'è noto, l’azione si svolge nel Medio Oriente, proprio quando l’Egitto e Israele sono al ferri corti e mentre l’offensiva anglofrancese intesa ad impedire che un’eventuale guerra nella zona possa danneggiare il canale di Suez è ormai preparata nei dettagli. Ma ecco che 1 documenti contenenti i piani di sbarco alleati scompaiono misteriosamente provocando un notevole ritardo nell’azione progettata, mentre l’Egitto può bloccare in tempo il Canale prima che gli anglofrancesi possano interferire. Sullo sfondo di questi avvenimenti, Magali Noel ha dato vita al singolare personaggio di una spia che appartiene alla rete del servizio segreto americano.
A differenza di molte attrici che tentano di impressionare favorevolmente i giornalisti con il loro «glamour», mescolando la civetteria più scatenata con una scollatura preoccupante, Magali Noel indossa abiti dalla linea estremamente semplice che non agiscono come una calamita sullo sguardo di chi l’osserva. Solo i suoi occhi e la sorridente espressione del volto non possono passare inosservati. Ciò si verifica, naturalmente, nella sua vita privata, ma non appena affronta la macchina da presa assume un aspetto completamente diverso. A guardarla sullo schermo vien fatto di pensare che sia una donna oltremodo sofisticata e sconcertante, coraggiosa ed arrivista. Ma si tratta, evidentemente, di un’impressione che è molto lontana dalla realtà del suo vero temperamento. Il mondo del cinema ne ha ormai fatto una figura da romanzo d’avventure, ma Magali non si è montata, come suol dirsi, la testa. Ella conserva, infatti, la sua innata semplicità e proprio in questi giorni pensa con gioia alla casa con terrazza che Roberto Risso le ha promesso, e già fa progetti per i fiori che vorrà tenere sui balconi. L’annuncio del fidanzamento lo diede Magali in persona alcuni mesi fa. Era a Bruxelles, dove aveva partecipato ad una serata di gala dopo la presentazione del suo film «O.S.S. 117 non è morto».
Gino Barni, «La Gazzetta di Mantova», 11 luglio 1957
Magali Noel che si avvia a soppiantare Brigitte Bardot come attrice francese più popolare, ha finora avuto la meglio sul suo fidanzato Roberto Risso. Per seguirla all'estero, il “carabiniere timido” ha dimenticato il suo proposito di non abbandonare l'Italia
Quest’anno, in Francia, la palma di "attrice dell’anno” non toccherà ad una delle solite diciottenni dall’aria fra ingenua e libertina, ad una Brigitte Bardot; toccherà invece ad una ragazza che non difetta di sexy, ma che ad esso accoppia qualità umane e qualità d’attrice numerose ed apprezzabili. Magali Noel ha venticinque anni e confessa di averli; è colta, intelligente, ha un carattere sau-vage, riservato; prima di passare al cinema, si era fatta strada nel teatro e fino ad un anno fa, era più nota in Francia per le sue interpretazioni teatrali che per i suoi ruoli eccentrici di vamp. Uno dei primi film di Magali fu 117 non è morto, con il quale il genere poliziesco mise una prima ipoteca su di lei; e il suo personaggio cominciò a delinearsi. Ma solo dopo Rififi questo personaggio ha preso corpo, e il nome della Noel è balzato alla ribalta della notorietà.
Jules Dassin non soltanto l’ha fatta recitare, cosa che già sapeva fare, ma anche ballare e cantare, con immenso stupore della stessa Magali. Quest’anno, pulla scìa del successo del film di Dàssih, è uscita dai ruoli di secondo piano e ha interpretato due film come protagonista. Sono, tutti e due, film di un certo rilievo, più importanti comunque di quelli che le avèvano proposto d’interpretare in Italia. Ed è per ciò che quest’anno, fra lei e il suo fidanzato Roberto Risso, che preferirebbe vivere in Italia, chi l’ha spuntata è stata Magali e la Francia.
E’ questo l’unico punto sul quale i due attori, molto innamorati l’uno dell’altro, ammettono di non andare d’accordo. Fuori dai confini della patria, il "carabiniere timido” pensa che le sue chances d’attore siano minori; Magali d’altronde non intende allontanarsi dalla Francia. Al punto in cui stanno le cose, non è ancora chiaro su quale base, se i due attori manterranno la promessa di sposarsi entro il ’57, avverrà il compromesso. Finora c’è stato un solo soccombente; da quando, circa un anno fa, la conobbe a Roma, Risso non ha fatto altro che seguire Magali nei suoi innumerevoli spostamenti, in Europa e in Africa.
A.D., «Tempo», anno XIX, n.45, 7 novembre 1957 (Fotografie di Paolo Di Paolo)
«Corriere d'Informazione», 1 maggio 1959
«Corriere della Sera», 3 agosto 2011
Magali Noel aveva 83 anni. Cantante e attrice, era nata a Smirne, in Turchia da genitori provenzali. È morta ieri nel sonno nella casa di riposo di Chateauneuf-Grasse, nel Sud della Francia. Debuttò come cantante nei cabaret parigini. Poi al cinema dal 1951
Rintanata in una casa di riposo per anziani sulle Alpi Marittime, a Chateau-neuf Grasse, è morta l’altra notte nel sonno la Gradisca col basco rosso dell’Amarcord di Fellini, Magali Noel. Tra quattro giorni avrebbe compiuto 84 anni essendo nata il 27 giugno 1931 a Smirne, turca con genitori provenzali.
Una carriera di cinema italo francese che alterna nomi altissimi (Renoir, Clair, Dassin) a professionisti del trash, tanto che fu Cleopatra nel film di Fernando Cerchio col principe Totò-Marco Antonio del'63 ed anche nel cast di A qualcuna piace calvo di Amendola con Cifariello e Noi siamo due evasi con Tognazzi e Vianello, dove l’attrice ricanta e firma «Rififi» con Buscaglione. Bellissima, provocante in modo raffinato, Magali o Magalotta come la chiamava Federico, fu tra i sex symbol del cinema francese anni 50«quando cerano la Gi-rardot, la Bardot, la Moreau e mamma», ricorda oggi la figlia Stephanie che ebbe nel corso del tempo due fratelli adottivi.
Magali NoeIle Guiffray giovanissima si trasferisce a Parigi ed inizia il suo cammino artistico fatto anche di teatro, canzoni, jazz, dischi. Certo, senza Fellini, Magali sarebbe rimasta un volto magnifico di prensile seduzione e un corpo stupendo ma senz’anima. E sarà lei a commuoversi quando passa il Rex in Amarcord e lo saluta con la malinconia di chi si vede passare la vita davanti.
I primi suoi titoli sono grandi e molto francesi: Eliana e gli uomini, Grandi manovre, soprattutto il noir Rififi. E nel curriculum ci saranno Film di Emmer (La ragazza in vetrina), Costa Gavras (Z), Demme (Truth about Charlie) più varie ed eventuali, parodie. Ma fu La dolce vita a cambiarle la carriera, come a tutto il cast di quel Film di cui oggi l’ultima testimone rimasta è Anouk Aimèe. Se il personaggio della ragazza del night che canta «Lola Lola» fu improvvisato sul set, nel Satyricon il regista la volle come Fortunata ed infine per la Gradisca nel '73 viene chiamata al posto di Sandra Milo obbligata a rinunciare per divieto matrimoniale: «Federico mi chiamò di notte alle 2.30 a Parigi dandomi appuntamento per l’indomani mattina alle 10 a Cinecittà», ricordava l’attrice nel 2011 a Locarno.
Quel mattino, assonnata, Magali tentò di somigliare a Sandrocchia, si mise la bambagia nel naso, rafforzò il lato B e indossò il basco rosso di traverso: divenne mitica dicendo «principe... gradisca», e sollevando il lenzuolo di lino bianco del Grand Hotel; ed è citata spesso la scena in cui nella galleria vuota, estiva del Fulgor, mentre Gary Cooper sta sullo schermo legionario, viene avvicinata dal titubante Titta (Zanin) che le fa la mano morta.
Così se ne vanno, silenziose, le rappresentanti dei sogni adolescenziali: ieri la Antonelli oggi Magali Noel, che per Fellini ebbe una giustificata e ricambiata passione professionale, tanto che il regista volle farle da testimone di nozze con la Masina, quando sposò Jean Pierre Bernard: un’amicizia di famiglia nata sul set di via Veneto in quella famiglia di fatto che fu il grande cinema felliniano.
Maurizio Porro, «Corriere della Sera», 25 giugno 2015
Filmografia
Seul dans Paris, regia di Hervé Bromberger (1951)
La grande razzia (Razzia sur la chnouf), regia di Henri Decoin (1954)
Rififi, regia di Jules Dassin (1955)
Grandi manovre (Les Grandes manoeuvres), regia di René Clair (1955)
Il figlio di Caroline chérie (Le Fils de Caroline chéri), regia di Jean Devaivre (1955)
0/1327 dipartimento criminale (Chantage), regia di Guy Lefranc (1955)
Eliana e gli uomini (Elena et les hommes), regia di Jean Renoir (1956)
L'isola delle donne sole (Les Possédées), regia di Charles Brabant (1956)
OSS 117 non è morto (O.S.S. 117 n'est pas mort), regia di Jean Sacha (1957)
Teste calde (Le Désir mène les hommes), regia di Émile Roussel (1958)
Al servizio dell'imperatore (Si le roi savait ça), regia di Caro Canaille (1958)
La trappola si chiude (Le Piège), regia di Charles Brabant (1958)
È arrivata la parigina, regia di Camillo Mastrocinque (1958)
L'isola in capo al mondo (L'île du bout du monde), regia di Edmond T. Gréville (1959)
I vampiri del sesso (Des femmes disparaissent), regia di Édouard Molinaro (1959)
Rapina all'alba (Ça n'arrive qu'aux vivants), regia di Tony Saitor (1959)
Il giovane leone (Oh! Qué mambo), regia di John Berry (1959)
Noi siamo due evasi, regia di Giorgio Simonelli (1959)
I filibustieri della Martinica (Marie des Isles), regia di Georges Combret (1960)
A qualcuna piace calvo di Mario Amendola (1960)
La dolce vita, regia di Federico Fellini (1960)
Boulevard, regia di Julien Duvivier (1960)
Gastone, regia di Mario Bonnard (1960)
I giganti dell'oro nero (Le Sahara brûle), regia di Michel Gast (1961)
La ragazza in vetrina du Luciano Emmer (1961)
Legge di guerra, regia di Bruno Paolinelli (1961)
Gioventù di notte, regia di Mario Sequi (1961)
La bionda graffia (Dans la gueule du loup), regia di Jean-Charles Dudrumet (1961)
Mani in alto, regia di Giorgio Bianchi (1961)
Il gioco dell'assassino (Mörderspiel), regia di Helmuth Ashley (1961)
Il colpo segreto di D'Artagnan, regia di Siro Marcellini (1962)
Tempesta su Ceylon (Das Todesauge von Ceylon), regia di Gerd Oswald (1963)
Totò e Cleopatra, regia di Fernando Cerchio (1963)
Queste pazze, pazze donne, regia di Marino Girolami (1964)
Caccia all'uomo (Requiem pour un caïd), regia di Maurice Cloche (1964)
I marziani hanno 12 mani, regia di Castellano e Pipolo (1964)
Oltraggio al pudore, regia di Silvio Amadio (1964)
Fellini Satyricon, regia di Federico Fellini (1969)
Z - L'orgia del potere (Z), regia di Costa-Gavras (1969)
Edipeon, regia di Lorenzo Artale (1970)
Intrigo pericoloso (The Man Who Had Power Over Women), regia di John Krish (1970)
Il prete sposato, regia di Marco Vicario (1971)
Racconti proibiti... di niente vestiti, regia di Brunello Rondi (1972)
Amarcord, regia di Federico Fellini (1973)
Il tempo degli assassini, regia di Marcello Andrei (1975)
Paolo Barca, maestro elementare, praticamente nudista, regia di Flavio Mogherini (1975)
La banca di Monate, regia di Francesco Massaro (1976)
Stato interessante, regia di Sergio Nasca (1977)
La morte di Mario Ricci, regia di Claude Goretta (1983)
Regina Coeli, regia di Nico D'Alessandria (2000)
The Truth About Charlie, regia di Jonathan Demme (2002)
Doppiatrici italiane
Rosetta Calavetta in Rififì, Eliana e gli uomini, Il giovane leone, Noi siamo due evasi, Gastone
Rita Savagnone in Totò e Cleopatra, Satyricon
Noemi Gifuni in Oltraggio al pudore
Adriana Asti in Amarcord
Maria Pia Di Meo in I marziani hanno 12 mani
Riferimenti e bibliografie:
- Gino Barni, «La Gazzetta di Mantova», 11 luglio 1957
- A.D., «Tempo», anno XIX, n.45, 7 novembre 1957 (Fotografie di Paolo Di Paolo)