Bonucci Alberto
(Campobasso, 19 maggio 1918 – Roma, 5 aprile 1969) è stato un attore italiano, attivo sia in cinema che in radio e televisione.
Biografia
Dopo aver recitato in varie compagnie di rivista, alla radio sino dai primi anni '40, si trasferì a Parigi nel 1949 esibendosi con Vittorio Caprioli e Luciano Salce nel cabaret Rose Rouge, e costruendo così le basi per la compagnia che gli avrebbe dato fama e successo. Nel 1950 è nel nutrito cast di Carosello napoletano, nella prima versione teatrale con il debutto al Teatro della Pergola di Firenze.
Padre dell'attore Emilio Bonucci, è morto a causa di un tumore. Poco tempo prima aveva superato un delicato intervento cardiochirurgico recandosi a Londra, presso una clinica all'avanguardia per i tempi.
Prosa
Il corvo, di Carlo Gozzi, con Antonio Battistella, Marina Bonfigli, Alberto Bonucci, Giorgio De Lullo, Mario Feliciani, Marcello Moretti, Giulio Stival, Paolo Stoppa, Olga Villi, regia di Giorgio Strehler, 26 settembre 1948, Teatro La Fenice di Venezia.
Nel 1950, dopo l'esperienza al Piccolo Teatro di Milano, fondò insieme a Caprioli e Franca Valeri la celebre compagnia del Teatro dei Gobbi, che lanciò un nuovo stile di comicità, fatta di satira di costume, e con cui diede vita anche a varie trasmissioni radiofoniche, dalla rivista Lo schiaccianoci (1952) a Le donne di James Thurber (1953, a cura di La Capria, realizzazione di Giagni) a Courteline all'italiana (1954, regia di Mondolfo).
Da ricordare, infine, la partecipazione a spettacoli teatrali come Intrighi d'amore (1951) e Senza rete (1954, "rivista" scritta con Paolo Panelli) e a film come Luci del varietà di Lattuada e Fellini (1950) e Carosello napoletano di Giannini (1954, trasposizione filmica dell'omonima rivista). Nel 1963 ha diretto inoltre l'episodio "Il serpente", dall'omonimo racconto di Mario Soldati, per il film L'amore difficile.
Radio
Apprezzato per le naturali virtù comiche e l'asciutta ironia, interpretò numerose pièce ai microfoni della RAI, fra cui Champignol suo malgrado di Feydeau (1955, regia di Benedetto), L'esame di aritmetica di Perret (1956, regia di Morandi, Premio Italia), L'ufficiale reclutatore di Farquhar (1959, regia di Gastone Da Venezia), Vinzenz e l'amica degli uomini importanti di Musil (1961, regia di Bollini), Ciascuno a modo suo di Pirandello (1961, regia di Orazio Costa), I giorni più lieti di Antona Traversi (1965, regia di Benedetto), Capo Finisterre di Pistilli (1965, regia di Bandini), Lo scialle di Lady Hamilton di Talarico (1968, regia di Masserano Taricco).
Per la RAI è stato interprete anche della citata rivista radiofonica Lo schiaccianoci (sottotitolo: Piccola rivista settimanale) di e con - oltre a Bonucci - Franca Valeri, Vittorio Caprioli, regia di Nino Meloni, i mercoledì nel secondo programma 1953, ore 22,15.
Programmi televisivi RAI
Il terzo marito, regia di Silverio Blasi, trasmessa il 28 gennaio 1955.
Ti conosco mascherina, regia di Vito Molinari, 1955
Cime tempestose, regia di Mario Landi, 1956.
Biblioteca di Studio Uno, varietà musicale - episodio Odissea, regia di Antonello Falqui, 1964.
Il giornalino di Gian Burrasca, commedia musicale - episodio VI Giannino in casa Maralli, regia di Lina Wertmüller, 1964.
Galleria fotografica e stampa dell'epoca
Commozione nel mondo dello spettacolo - Il comico con i «Gobbi» portò una ventata di rinnovamento sulla scena leggera anticipando lo stile del cabaret
(Nostro servizio particolare) Roma, 5 aprile.
Alberto Bonucci è morto all'alba di oggi, nella clinica dei Parioli in cui era stato trasportato d'urgenza lunedì scorso nell'estrema speranza di salvargli la vita. Le sue condizioni erano gravissime, per una crisi cardiaca cui si era aggiunta una broncopolmonite; ma il prof. Puddu, ohe lo assisteva, non aveva escluso la possibilità di un intervento chirurgico. Il cardiochirurgo Azzolina era pronto a venire da Bergamo a Roma per operare gratuitamente l'attore, che attraversava una difficile situazione economica. Ma già ieri sera Bonucci aveva, subito un ulteriore aggravamento, e stamane il suo cuore non ha resistito ad un nuovo attacco del male.
In quel momentp, con Alberto Bonucci non c'era alcun familiare: i due figli, Nicoletta di 29 anni ed Emilio di 16, che gli sono restati sempre accanto durante questo periodo, avevano appena lasciato la clinica per andarsi a riposare a casa propria. I sanitari, dopo avere tentato di rianimare l'attore senza riuscirvi, li hanno avvertiti. La notizia della scomparsa di Bonucci ha fatto rapidamente il giro dell'ambiente dello spettacolo romano: non ha sorpreso perché era nota la gravità della sua malattia, che lo logorava ormai da lunghi anni, ma ha commosso tutti. Numerosi compagni di lavoro, tra i quali Luciano Salce, Vittorio De Sica, Vittorio Caprioli, Franca Valeri, Nino Manfredi e altri ancora, sono andati a visitare la salma.
l.z.
Tre paraventi, niente costumi, niente trucco. Chi dei quarantenni, e oltre, di oggi, non ricorda Alberto Bonucci tra Franca Valeri e Vittorio Caprioli quando, vestito correttamente di grigio, s'appollaiava su se stesso per fare il pappagallo nel primo Carnet de notes"! Forse non è giusto, ma certamente non è irriverente commemorare un attore citandone una smorfia, un lazzo, una battuta, soprattutto quando si tratta di un comico, e di un comico di razza come era Bonucci.
Eppure, nella felice stagione del «Teatro dei Gobbi» (avevano accettato il nomignolo, pare, come sfida verso quei colleghi più anziani che glielo avevano affibbiato in segno di spregio), Bonucci aveva già alle spalle una onorevole carriera: aveva recitato con Gassman e con Besozzi, Strehler l'aveva diretto al «Piccolo» milanese, Giannini l'aveva voluto con sé nel suo Carosello napoletano. Ma, tornando in quel teatrino romano di via Vittoria dove, proprio con Caprioli, egli aveva fatto le sue prime prove di allievo dell'Accademia di arte drammatica, era come se fosse rinato, come se si fosse scoperto solo allora, e già aveva oltrepassato la trentina, qjjeWhumour ricco di voli lirici ed estri surrealistici che lo ha sorretto nei momenti più brillanti della sua non lunga carriera.
Da allora infatti, cresce e s'allarga la sua notorietà anche se, rotto nel '54 il sodalizio con gli altri «Gobbi», il suo cammino di attore procede a zig-zag, o meglio a scatti, come i cloums di Senza rete che fu il suo primo spettacolo, e proprio suo poiché ne era anche l'autore, dopo il distacco dalla Valeri e da Caprioli. Quello spettacolo non ottenne molto successo: era e non era una rivista, aveva il difetto di essere in anticipo sui tempi, Ma se non altro Bonucci era riuscito a riunire un gruppetto di promettenti attori (la Boritigli e Paolo Ferrari, Fanelli e Bonagura, Congia e Francesco Mulè, e Monica Vitti) come due anni dopo si ritroverà con la Vitti e Mulè, tra Gianrico Tedeschi e Bice Valori, in un riuscito tentativo di accostare le vecchie farse di Feydeau e Court eline ai fulminanti atti unici dei nuovissimi Ionesco e Tardieu.
Nel 1958 lo cattura la commedia musicale: Gassman mette in scena Irma la dolce per Anna Maria Ferrerò e per lui affidandogli il personaggio dello studente-forzato Nestore lo sgualcito. Poi il cinema e la radio, più tardi la tv, lo assorbirono sempre più, e diventarono la sua àncora di salvezza quando i primi disturbi del male che lo ha ucciso gli impedirono di tornare in palcoscenico. E! tuttavia riuscì ancora a recitare in teatro tre anni fa, con L'isola di Mauri, in. cui sembrò che avesse ritrovato lo stile acre, pungente e un po' bizzarro (non era un attore «facile», né di immediata comunicativa) che era stata la sua arma migliore quando con i «Gobbi» aveva portato un soffio d'aria nuova nel mondo ammuffito del teatro comico italiano.
a. bl., «La Stampa», 6 aprile 1969
Filmografia
Luci del varietà, regia di Federico Fellini e Alberto Lattuada (1950)
Clandestini a Trieste, regia di Guido Saccini (1951)
Totò a colori, regia di Steno (1952)
Solo per te Lucia, regia di Franco Rossi (1952)
Villa Borghese, regia di Vittorio De Sica e Gianni Franciolini (1953)
Carosello napoletano, regia di Ettore Giannini (1954)
La contessa di Castiglione, regia di Georges Combret (1954)
La piccola guerra, regia di Alex Joffé (1955)
Gli anni che non ritornano, regia di Yves Allégret (1955)
Lo svitato, regia di Carlo Lizzani (1956)
Susanna tutta panna, regia di Steno (1957)
Femmine tre volte, regia di Steno (1957)
Promesse di marinaio, regia di Turi Vasile (1958)
Ladro lui, ladra lei, regia di Luigi Zampa (1958)
Roulotte e roulette, regia di Turi Vasile (1959)
Il terrore dell'Oklahoma, regia di Mario Amendola (1959)
Il mattatore, regia di Dino Risi (1959)
Un mandarino per Teo, regia di Mario Mattoli (1960)
Le signore, regia di Turi Vasile (1960)
Il sangue e la rosa, regia di Roger Vadim (1960)
Walter e i suoi cugini, regia di Marino Girolami (1961)
Scandali al mare, regia di Marino Girolami (1961)
Pugni pupe e marinai, regia di Daniele D'Anza (1961)
Gli incensurati, regia di Francesco Giaculli (1961)
Il giudizio universale, regia di Vittorio De Sica (1961)
Le magnifiche 7, regia di Marino Girolami (1961)
Twist, lolite e vitelloni, regia di Marino Girolami (1962)
I tromboni di Fra' Diavolo, regia di Giorgio Simonelli e Miguel Lluch (1962)
I motorizzati, regia di Camillo Mastrocinque (1962)
Siamo tutti pomicioni, regia di Marino Girolami (1963)
Le monachine, regia di Luciano Salce (1963)
La donna degli altri è sempre più bella, regia di Marino Girolami (1963)
I quattro moschettieri, regia di Carlo Ludovico Bragaglia (1963)
Obiettivo ragazze, non accreditato, regia di Mario Mattoli (1963)
Gli imbroglioni, regia di Luigi Fulci (1963)
Sedotti e bidonati, regia di Giorgio Bianchi (1964)
Oltraggio al pudore, regia di Silvio Amadio (1964)
La vedovella, regia di Silvio Siano (1964)
Amore in 4 dimensioni, episodio "Amore e arte", regia di Gianni Puccini (1964)
Cleopazza, regia di Carlo Moscovini (1964)
Le sette vipere (Il marito latino), regia di Renato Polselli (1964)
Un mostro e mezzo, regia di Steno (1964)
Questo pazzo, pazzo mondo della canzone, regia di Bruno Corbucci e Giovanni Grimaldi (1965)
Letti sbagliati, regia di Steno (1965)
I figli del leopardo, regia di Sergio Corbucci (1965)
7 uomini d'oro, regia di Marco Vicario (1965)
Il grande colpo dei 7 uomini d'oro, regia di Marco Vicario (1965)
7 monaci d'oro, regia di Marino Girolami (1966)
Mondo pazzo... gente matta!, regia di Renato Polselli (1966)
Il ladro della Gioconda, regia di Michel Deville (1966)
La bisbetica domata, regia di Franco Zeffirelli (1967)
Crónica de nueve meses, regia di Mariano Ozores (1967)