Arena Maurizio (Di Lorenzo Maurizio)

Maurizio Arena bio

Pseudonimo di Maurizio Di Lorenzo (Roma, 26 dicembre 1933 – Roma, 21 novembre 1979), è stato un attore italiano. Era fratello di Rossana Di Lorenzo.

Biografia

Scelse come pseudonimo il cognome Arena in omaggio all'attrice Anna Arena, a cui fu legato sentimentalmente per qualche anno, nonostante la forte differenza d'età. Arena fu molto famoso soprattutto negli anni cinquanta, grazie al successo della trilogia di Dino Risi Poveri ma belli, Belle ma povere e Poveri milionari, incarnando il tipo del romano di estrazione popolare, giovane, aitante e abulico.

Tentò anche la strada della regia, senza particolare successo. Produsse e interpretò nel 1960 il film Il principe fusto, nel cui cast figuravano anche la madre ed il padre. Il film anticipò in qualche modo, di circa otto anni, la poca affinità dei suoi valori con quelli di una certa aristocrazia, come dimostrò la contrastata love story con Beatrice di Savoia[2]. Il principe fusto fu girato mentre Fellini girava La dolce vita, incentrato su quella via Veneto che vedeva all'epoca proprio Arena tra i suoi protagonisti.

Il declino

Dopo un periodo di assenza, alla fine degli anni sessanta la sua fama era già in netto declino. Molto ingrassato, veniva ormai chiamato soltanto per piccole parti da caratterista. La sua ultima interpretazione, in un film ispirato al personaggio dei fumetti Braccio di Ferro, e intitolata Pugni, dollari e spinaci, non riuscì neppure a trovare uno sbocco commerciale. Come tanti suoi colleghi attori, si cimentò nella canzone e poi, dal 1974 fino alla fine della sua breve vita svolse, presso la sua Villa di Casal Palocco a Roma, l'attività di guaritore, spesso apparendo in trasmissioni su tv private, e alla trasmissione "Acquario" di Maurizio Costanzo, dalla quale è stato pubblicato un libro (Dopo Acquario, SugarCo) che era una raccolta di lettere di pazienti, ricevute sia da Maurizio Arena che da Maurizio Costanzo.

La morte

Scomparve all'età di 45 anni nella notte tra mercoledì 20 e giovedì 21 novembre 1979 nella sua Villa di Casal Palocco a causa di una crisi cardiaca sopraggiunta in seguito al riacutizzarsi di un'affezione renale di cui soffriva da tempo. I funerali si svolsero sabato 24 novembre nella chiesa di San Francesco Saverio alla Garbatella, il popolare quartiere romano dove era nato e vissuto prima di trasferirsi nella sua Villa all'Infernetto[3].

Nel quartiere della Garbatella a Roma gli è stato dedicato un parco al quale si accede da piazza Benedetto Brin; e in via della Garbatella 24, dove nacque, è stata posta una targa in sua memoria.


Galleria fotografica e stampa dell'epoca


Amore a fumetti tra la Pierangeli e Arena

I due attori, che si sposeranno presto a Roma, spiegano come il divampante sentimento che ormai li lega non sia nato un mese fa ma duri già da vari anni: da quando “il fusto” era un barista e Annamaria fingeva, per tenerezza, di gustare i suoi cocktail micidiali.

Roma, giugno

«Per la prima volta nella mia vita mi sento disposta a lottare contro il mondo intero», dice Annamaria Pierangeli con la sua voce gentile di ragazza di buona famiglia abituata, di solito, a obbedire a mammà. Vestita di nero, con il faccino bianco e minuto quasi privo di trucco, sembra tornata all'improvviso l'Annamaria quindicenne di Domani è troppo tardi. La Pier degli americani, fataleggiante e sofisticata, è scomparsa.

Il merito della trasformazione? Di Maurizio Arena, naturalmente. È per lui che la fragile Annamaria è pronta a battersi come una tigre. Lo racconta lei stessa: «Maurizio mi ha detto: "Vedi Ninni” (lui mi chiama Ninni), ''Hollywood ti ha trasformata, ma gli italiani ti preferiscono come eri una volta, con l'aria ingenua e gli abiti da scolaretta. Ti disegnerò io, d'ora innanzi, i vestiti”. Maurizio non sa disegnare, ma è tanto bravo. Cosi, di tanto in tanto, prepara di nascosto uno schizzo per un modello da pranzo o da cocktail, con il colletto da educanda, la gonna a pieghe, un taschino, e me lo mostra, soddisfatto e orgoglioso. Io gli dico che è formidabile e mi limito a suggerire, con tatto, qualche modifica».

Maurizio, il fusto, è nel soggiorno con un gruppo di amici. Ha messo sul giradischi le sue più recenti canzoni: Strana (che presenta in questi giorni al Festiva] di Velletri) e Meravigliosa, entrambe dedicate a Pier. Per potermi parlare più liberamente di lui, Annamaria mi ha trascinata nella stanza da letto del fusto, arredata con uno stile vagamente esistenzialista (come il resto dell’appar-tamento, in viale Doria Pamphili, dove Maurizio Arena vive da qualche tempo). Ogni tanto, attraverso il muro, il fusto innamorato reclama Ninni. «Ninni», dice, «hai finito?». «Sì tesoro, sì amore», risponde beata l'attrice.

“PIANGEVO DI GIOIA”

Due o tre anni fa capitò a chi scrive di rivolgere al rubacuori dello schermo italiano la tradizionale domanda: «Come ha incominciato a fare del cinema?». «Lavoravo come barista», mi aveva risposto, «all'albergo Residence Palace e la Pierangeli, allora agli inizi della sua carriera, ma già famosa, abitava lì con sua madre. Avevo inventato per la Pierangeli una bibita di arancio, rhum e limone che le piaceva moltissimo e lei, ogni volta che veniva al bar, mi diceva guardandomi: "Perché non fai del cinema? Sono sicura che riusciresti”. "Del cinema lo? Co’ sta faccia?", dicevo, e lei insisteva».

Narrando questo episodio, il fusto nazionale pronunciava il nome della Pierangeli con una venerazione così sconfinata ed intensa da apparire, fin da allora, sospetta, Gliel'ho rammentato, arrivando oggi nel suo appartamento di viale Doria Pamphili, e l'ex-Casanova di via Veneto ha commentato con un sorriso serafico:

« Per forza, a quel tempo stavo già sotto bagno» (tipica espressione romanesca il cui significato è press'a poco: "Cotto fino ai capelli”. Poi rivolto ad Annamaria: «Hai sentito, Ninni? E' vero, parlavo sempre di te, ti volevo già bene». E Annamaria: «E io, in questi anni, continuavo a chiedere tue notizie in America. Come sta Maurizio? Che fa?, domandavo a tutti i romani in cui m'imbattevo a Los Angeles. "È diventato un attore importante, uno dei più famosi che abbiamo ora in Italia”, mi rispondevano, e io piangevo di gioia». «Oh, Ninni, tesoro». «Oh, Maurizio, amore».

IL DESTINO IN AGGUATO

Dopo questo straordinario duetto, quando resta sola con me, la Pierangeli si abbandona commossa alla rievocazione della sua storia d'amore, riprendendo il racconto esattamente da quelle prime battute del loro idillio, quando Maurizio, il fusto barista, creava per lei complicate' miscele a base di arancio, di rhum e limone. «Le bevevo per fargli piacere, per non mortificarlo», confessa ora Annamaria, «ma poi, che dolori di pancia... Ero certa, certissima che avrebbe fatto strada nel cinema, ma lui si rifiutava di credermi. Era molto timido, lo è sempre stato con me. Un giorno, arrossendo fino alle orecchie, mi chiese se avrebbe potuto uscire con me qualche volta. Gli dissi che tutte le domeniche andavo a Messa in piazza Ungheria e che, se voleva, gli avrei permesso di accompagnarmi. Accettò con entusiasmo e la mattina della domenica seguente me lo vidi comparire davanti con un doppiopetto blu nuovo di fiamma e con un paio di scarpe di camoscio blu — di mattina! — che scricchiolavano orribilmente. Venne alla Messa con me, con mammà e con Patrizia, la mia sorellina, per sei o sette domeniche e un giorno, all’uscita dalla chiesa, mi confidò che si era deciso finalmente al grande passo. Aveva varcato la soglia di un* noto fotografo e si era fatto ritrarre in sei pose diverse, che mi mostrò fissandomi Ansiosamente, mentre le osservavo, come se il suo avvenire dipendesse dal mio giudizio. La sua fotogenia, lo vidi subito, era eccezionale. Glielo dissi e aggiunsi: "Potrai fare carriera, se non ti fermerai alla prima difficoltà". E ne ha fatta di carriera, davvero, Maurizio, con quella faccia».

Annamaria tace, sopraffatta dall’emozione. È persuasa che l’amore fra lei e il suo futuro marito fosse già segnato nel libro del destino fin da otto anni fa e questa parola grave, destino, cade spesso, con eco sonante, nelle sue confidenze. Il suo divorzio da Vie Damone? È stato pronunciato l’inverno scorso, il 26 dicembre, proprio il giorno — non è forse destino? — in cui nacque Maurizio. E non fu forse il destino, sospira Pier dolcemente, a guidare i suol passi verso l’Italia? Non aveva nessuna intenzione, mi spiega, di stabilirsi a Roma di nuovo. La sua casa è a Hollywood, dice; a Parigi sua sorella Marisa, la moglie di Jean-Pierre Aumont, le aveva messo a disposizione il suo appartamento e solo la nostalgia dell’aria di casa nostra e alcune interessanti proposte di lavoro l’avevano spinta a tornare In Italia.

«Ho lasciato a Parigi», prosegue Annamaria, «tutti i miei vestiti d’estate, convinta che la mia assenza sarebbe durata due o tre settimane. Ma adesso chi si muove da Roma? Chi pensa più a tornare in America? L'America è qui, ora, per me. L'incontro con Maurizio ha sconvolto miei progetti»

Anita Pensotti, «Oggi» anno XVI, n.23, 9 giugno 1960


Filmografia

Regista

Il principe fusto (1960) - (anche sceneggiatore, produttore e compositore)
Gli altri, gli altri e noi (1967) - (come Maurizio Di Lorenzo)

Attore

La figlia del diavolo, regia di Primo Zeglio, (1952)
Bellezze in motoscooter, regia di Carlo Campogalliani (1952)
Villa Borghese, regia di Vittorio De Sica e Gianni Franciolini (1953)
La lupa, regia di Alberto Lattuada (1953)
Vacanze romane (Roman Holiday), regia di William Wyler (1953) - non accreditato
Tormento d'anime, regia di Cesare Barlacchi (1953)
Siamo tutti inquilini, regia di Mario Mattoli (1953)
Un giorno in pretura, regia di Steno (1954)
Peppino e la vecchia signora, regia di Emma Gramatica e Piero Ballerini (1954)
Tripoli, bel suol d'amore, regia di Ferruccio Cerio (1954)
Racconti romani, regia di Gianni Franciolini (1955)
Il segno di Venere, regia di Dino Risi (1955)
Totò e Carolina, regia di Mario Monicelli (1955)
La porta dei sogni, regia di Angelo D'Alessandro (1955)
Un giglio infranto, regia di Giorgio Walter Chili (1955)
Processo all'amore, regia di Enzo Liberti (1955)
Accadde di notte, regia di Gian Paolo Callegari (1956)
Sangue di zingara, regia di Maria Basaglia (1956)
Napoli, sole mio!, regia di Giorgio Simonelli (1956)
Tempo di villeggiatura, regia di Antonio Racioppi (1956)
Poveri ma belli, regia di Dino Risi (1956)
Vacanze a Ischia, regia di Mario Camerini (1957)
Un angelo è sceso a Brooklyn (Un angel pasó por Brooklyn), regia di Ladislao Vajda (1957)
Il diavolo nero, regia di Sergio Grieco (1957)
Belle ma povere regia di Dino Risi (1957)
Buongiorno primo amore!, regia di Marino Girolami e Antonio Momplet (1957)
Il cocco di mamma, regia di Mauro Morassi (1957)
Marinai, donne e guai, regia di Giorgio Simonelli (1958)
Valeria ragazza poco seria, regia di Guido Malatesta (1958)
Gli italiani sono matti, regia di Duilio Coletti (1958)
Caporale di giornata, regia di Carlo Ludovico Bragaglia (1958)
Amore e guai, regia di Angelo Dorigo (1958)
Un uomo facile, regia di Paolo Heusch (1958)
Via col... paravento, regia di Mario Costa (1958)
Il terrore dell'Oklahoma, regia di Mario Amendola (1959)
La duchessa di Santa Lucia, regia di Roberto Bianchi Montero (1959)
Policarpo, ufficiale di scrittura, regia di Mario Soldati (1959)
Avventura a Capri, regia di Giuseppe Lipartiti (1959)
Simpatico mascalzone, regia di Mario Amendola (1959)
Il magistrato, regia di Luigi Zampa (1959)
Poveri milionari, regia di Dino Risi (1959)
Noi siamo due evasi, regia di Giorgio Simonelli (1960)
Il principe fusto, regia di Maurizio Arena (1960)
Tu che ne dici?, regia di Silvio Amadio (1960)
Blond mub man sein auf Capri, regia di Wolfgang Schleif (1961)
Il carabiniere a cavallo, regia di Carlo Lizzani (1961)
Le magnifiche 7, regia di Marino Girolami (1961)
I soliti rapinatori a Milano, regia di Giulio Petroni (1961)
Fra' Manisco cerca guai, regia di Armando William Tamburella (1961)
Pugni pupe e marinai, regia di Daniele D'Anza (1961)
Maurizio, Peppino e le indossatrici, regia di Filippo Walter Ratti (1961)
Marcia o crepa, regia di Frank Wisbar (1962)
Il giorno più corto, regia di Sergio Corbucci (1963)
La fuga, regia di Paolo Spinola (1964)
Via Veneto, regia di Giuseppe Lipartiti (1964)
Le bambole, episodio Il Trattato di Eugenetica (1965)
Il sigillo di Pechino (1967)
Gli altri, gli altri e noi (1967)
Radiografia di un colpo d'oro (1968)
Er più - Storia d'amore e di coltello (1971)
Mazzabubù... Quante corna stanno quaggiù? (1971)
Storia di fifa e di coltello - Er seguito d'er più (1972)
Anche se volessi lavorare, che faccio? (1972)
Il delitto Matteotti, regia di Florestano Vancini (1973)
Il figlioccio del padrino (1973)
Società a responsabilità molto limitata, regia di Paolo Bianchini (1973)
Storia de fratelli e de cortelli (1974)
Per amare Ofelia, regia di Flavio Mogherini (1974)
Il venditore di palloncini, regia di Mario Gariazzo (1974)
Colpo in canna, regia di Fernando Di Leo (1975)
Roma drogata la polizia non può intervenire, regia di Lucio Marcaccini (1975)
Il sogno di Zorro (1975)
Atti impuri all'italiana (1976)
Vai col liscio, regia di Giancarlo Nicotra (1976)
Telefoni bianchi, regia di Dino Risi (1976)
Puttana galera!, regia di Gianfranco Piccioli (1976)
Remo e Romolo - Storia di due figli di una lupa (1976)
La padrona è servita, regia di Mario Lanfranchi (1976)
La bidonata, regia di Luciano Ercoli (1977)
Pugni, dollari e spinaci (1978)

Doppiatori

Ferruccio Amendola in Vacanze a Ischia, Er più - Storia d'amore e di coltello, Per amare Ofelia, Colpo in canna, Storia de fratelli e de cortelli, Società a responsabilità molto limitata
Pino Locchi in Siamo tutti inquilini, Avventura a Capri, Il terrore dell'Oklahoma, Fra Manisco cerca guai, Il magistrato
Giuseppe Rinaldi in Amore e guai, Marinai, donne e guai, Poveri milionari
Massimo Turci in Totò e Carolina
Sergio Fantoni in Poveri ma belli
Cesare Barbetti in Belle ma povere
Gianfranco Bellini ne Il carabiniere a cavallo
Glauco Onorato ne Il delitto Matteotti


Riferimenti e bibliografie:

  • D.M., «Epoca», anno IX, n.397, 11 maggio 1958
  • Stelio Martini, «Tempo», anno XX, n.50, 9 dicembre 1958
  • Anita Pensotti, «Oggi» anno XVI, n.23, 9 giugno 1960