Palmer Renzo (Bigatti Lorenzo)
Nome d'arte di Lorenzo Bigatti (Milano, 20 dicembre 1929 – Milano, 3 giugno 1988), è stato un attore, doppiatore, conduttore radiofonico e conduttore televisivo italiano.
Biografia
Figlio adottivo dell'attrice di prosa Kiki Palmer (dalla quale ereditò il nome d'arte), esordì in radio nel 1955 dopo essere stato notato in un provino per cantanti, e lavorò per due anni nella Compagnia di prosa di Radio Roma.
Del 1957 è il suo debutto teatrale al Piccolo di Milano nella rivista I pallinisti, cui seguirono a breve L'anfitrione e La locandiera.
Fu però la TV, probabilmente, a rivelarsi il medium più congeniale alle doti dell'attore: L'avaro di Molière (1958) segnò l'inizio di una lunga serie di successi e gli assicurò in seguito popolarità e soddisfazioni professionali.
Tra i numerosi sceneggiati televisivi e i telefilm originali cui prese parte vanno ricordati Mont Oriol (1958), Tutto da rifare pover'uomo (1960), Una tragedia americana (1962), Questa sera parla Mark Twain (1965), Vita di Dante (1965), Vita di Cavour (1967), Caravaggio (1967), alcuni episodi della serie Nero Wolfe (1969-1971) nel ruolo dell'ispettore Cramer, Dedicato a un bambino (1971), Riuscirà il cav. papà Ubu? (1971), Sul filo della memoria (1972), Napoleone a Sant'Elena (1973), Puccini (1973), I tre camerati (1973), L'assassinio dei fratelli Rosselli (1974), Delitto sulle punte (1977), Il balordo, come voce narrante fuori campo, Ricatto internazionale (1980) e Verdi (1982) dove a distanza di 15 anni riprende il personaggio di Camillo Benso Conte di Cavour.
Per qualche anno condusse in RAI Oggi le comiche, programma in onda all'ora di pranzo del sabato, che lo rese popolare anche tra i più giovani. Non abbandonò mai, tuttavia, il mezzo che aveva visto i suoi esordi artistici, prendendo parte negli anni a numerosi programmi radiofonici, soprattutto di varietà: da La trottola (1964) a Passaporto per Eva (1964, in cui impersonava Adamo), dalle numerose partecipazioni a Gran varietà ad Il... senzatitolo (1967), ed ancora Questo sì, questo no (1970), Indianapolis (1971), Le ballate dell'italiano di Jurgens (1972) fino alla "rivistina della domenica" Il ghiro e la civetta (1974).
Attore versatile, ironico e con una voce all'occorrenza modulabile nei toni più bonari e divertenti (per la televisione ha doppiato alcuni personaggi dei cartoni animati, come Braccobaldo e Svicolone), Palmer è stato in diverse occasioni anche conduttore radiofonico: tra l'altro, nel 1970 e nel 1972 fu ai microfoni di Voi e io, la popolare trasmissione mattutina del Programma Nazionale, nel 1978 sostituì Arnoldo Foà alla conduzione del radioquiz Il gambero, mentre nel 1984 presentò, insieme a Patrizia Terreno, Dalla A alla Z, il "dizionario di situazioni e sentimenti" di Ermanno Anfossi. Come doppiatore ha prestato la voce a Anthony Quinn.
Per la televisione Palmer condusse, affiancato da Antonella Consorti, nel 1983 la prima stagione del quiz poliziesco Giallo sera che riscosse un grande successo di pubblico.
L'ultima sua apparizione radiofonica poco prima di morire fu nel radiodramma Un'altra mattina - di Manlio Santarelli (regia di Marco Parodi) - di cui fu protagonista accanto a Rita Savagnone.
Morì a Milano il 3 giugno 1988 all'età di 58 anni a causa di un cancro.
I suoi resti esumati riposano nella celletta-ossario 71 della Nicchia D dell'Edicola F di Levante Superiore del Cimitero Monumentale di Milano, nicchia che funge da piccolo famedio per ossa o ceneri di alcuni milanesi "noti e benemeriti"[2].
Galleria fotografica e stampa dell'epoca
«La Stampa», 5 giugno 1988 - Parte 1 - Parte 2
L'ultima apparizione pubblica al Carignano come narratore nel «Piccolo principe»
L'ultima apparizione pubblica di Renzo Palmer, morto l'altro giorno a Milano all'età di 58 anni, avvenne a gennaio sul proscenio del Carignano, dove era ti Narratore nel Piccolo principe di Saint-Exupéry diretto da Franco Gervasio. La faccia calma e grande era già scavata dal male, ma la voce era salda; quella voce che aveva doppiato Walter Matthau, Anthony Quinn e Dirk Bogarde, conservava intatte la sua rotondità e la tensione. Fuori scena, Palmer inseguiva e raccontava progetti, cose da fare dopo la lunga inattività.
Magari era un modo per reagire, per affermare il proprio vitalismo, per darsi fiducia. Palmer (ma il suo vero nome era Lorenzo Bigatti) era un bravissimo attore di coloritura, che non colse mai la pur inseguita «grande occasione». Tuttavia, grazie alla tv, ebbe una larghissima popolarità, favorita dalla figura rassicurante, lo sguardo dolce, l'atteggiamento un po' «imbranato» di chi vive più di dubbi che di certezze. Era figlio d'arte. Sua madre Kiki Palmer era un'attrice molto affermata negli Anni 30 e 40. In una sera d'agosto del '48, quando Renzo aveva 19 anni, sconvolta da una crisi di nervi, s'uccise. Per lui fu un trauma dal quale non si riebbe che qual- che anno dopo, quando, studente di Legge, si accorse di essere un «chiamato» dal teatro. Vinse un concorso Rai per cantanti, ma ebbe la fortuna di Incontrare nel '57 Franco Parenti, con il quale debuttò al Piccolo nella rivista I pallonisti.
Era l'inizio. Da allora Palmer fu in compagnia con Renzo Ricci, Salerno, Manfredi (nel Rugantino portato anche in America), Stoppa. Coglieva un Importante successo come Falstaff nelle Allegre comari di Windsor o nei Masnadieri. Veniva scritturato da Squarzina per La romagnola e II benessere di Brasati. Intanto cominciava a lavorare in tv. Debuttò sul piccolo schermo nel '58, con L'avaro di Molière, cui seguirono Una tragedia americana e Questa sera vi parla Mark Twain. Il grande successo popolare arrivò nel '66 con II conte di Cavour e con la serie Nero Wolfe, accanto a Buazzelli. Faceva la parte dell'ispettore Kramer, ma senza troppo entusiasmo. -Mi aspettavo di più — dichiarò —. Gli sceneggiatori hanno un po' svilito la figura del poliziotto cosi ben delineata da Rex Stout.
E raccontava: «Quando gli autori della riduzione televisiva si sono recati a New York per sottoporre i provini di scena al giudizio dello scrittore, questi ha espresso dei dubbi su di me: gli sembravo troppo giovane per fare Kramer, ma quando ha saputo che mi ero comportato con disinvoltura nei panni di Cavour si è convinto. Mi dispiace di non aver reso giustizia al suo personaggio: la colpa non è mia». La carriera di Palmer procedeva Intensa sul doppio binario della tv e del teatro, dove l'attore sperimentava la propria versatilità, passando con disinvoltura dalla commedia brillante (Uscirò dalla tua vita in taxi con Tieri-Lojodice) alla tragedia classica (Edipo re con la regia di Visconti). Cera anche il cinema, ma considerato con discreta sufficienza e praticato senza passione. li lavoro sul set — e non ne faceva mistero — serviva a fare un po' di denaro, tanto da permettergli di affrontare con tranquillità la stagione teatrale, tornare al pubblico, anche se scarso. Era una delle sue pazzie, diceva.
o. g., «La Stampa», 5 giugno 1988
In un certo senso la pena del contrappasso, per un attore che, figlio di una teatrante famosa come Kiki Palmer, sembra avviato agli alti destini del palcoscenico, è il facile successo televisivo, realizzato in tempi in cui uno sceneggiato fortunato — come lo fu, nel '66, *Cavour* — faceva voltare la gente per strada. E’ successo proprio cosi, secondo un copione studiato al millesimo, al povero Renzo Palmer, il popolare protagonista di 30 anni di video, e di i moltissimo teatro, morto venerdì sera, a 58 anni, a Milano, dove stamane, alle 11.30, nella chiesa di S. Fedele, si svolgono i funerali (cui, per volontà del defunto, non dovrebbero partecipare fotografi).
Nato a Milano il 20 dicembre del '29 — Lorenzo Bigatti per l'ufficio anagrafe — Renzo Palmer vive l’adolescenza immerso nel profumo del teatro, seguendo le tracce dei successi della madre, «zingara» di lusso. La sua morte, nel '49, getterà il figlio in una crisi cosi profonda che egli tenterà di ufficializzare' la sua vita all’università di legge; ma dopo questo ripensamento il teatro gli strizza definitivamente 1 l'occhio. E la sirena con cui lo attrae a sé è la rivista: da quella surreal-intellettuale con cui debutta, nel '57 al «Piccolo» di Milano, con Franco Parenti, «I pallinisti», a «lo e la margherita» con Walter Chiari, fino ai due best seller con Garinei e Giovannini «Enrico ’61», al fianco di Rascel, e «Rugantino», al fianco di Manfredi, in tournée per le Americhe.
Ma tutto questo, e molto . altro teatro ancora ( «Misura per misura» di Shakespeare allo Stabile di Genova, «Le allegre comari di Windsor» e «Falstaff», «La romagnola» di Squarzina, «Il benessere» di Brusatt e Mauri, «La locandiera», «Il marito adottivo», un «Edipo Re» diretto da Visconti e tante altre locandine con nomi di lusso come Ricci, la Morelli e Stoppa), non gli diedero la : fama che improvvisamente conquistò, invece, dal video, impersonando il conte di Cavour.
«Fu un'esperienza quasi parapsicologica — ricordava l'attore — io mi sentivo davvero lui, e le sue battute mi uscivano spontaneamente dalla bocca». La via televisiva gli offre molte altre occasioni per dimostrare lo stile della sua recitazione, corposa e precisa nello stesso tempo. Seguendo la scia storica dei grandi destini è nel '73 -Napoleone», gioca con Tino Buazzelli in «Nero Wolfe», recita «I masnadieri» di Schiller e «Ubu Roi»; fa molto teatro inchiesta e frequenta il varietà; poi lo si incontra nei panni di «Marty», nei «Tre camerati», in «Sul filo della memoria», dramma della Barbagia, e Bolchi lo sceglie per fare Renato Simoni nel «Puccini». Una serie innumerevole di occasioni, medie piccole e grandi, in un'epoca in cui la tv si occupava ancora della prosa: e per Palmer fu, appunto, il successo. Il pubblico voleva bene alla sua espressività corpulenta, bonaria; e capiva che il personaggio poteva anche diventare freddo e osservatore. Di recente aveva ricordato, come Orson Welles, una famosa trasmissione sui marziani che fece storia: con la giusta ironia.
Deluso in egual misura dalla politica, dalla lottizzazione del teatro, dal calcio, sua passione giovanile, e dal cinema, che quasi mai gli aveva offerto parti degne di ricordo (ad eccezione del «Federale» con Tognazzi, della «Famiglia» di Scola e dell'ancora inedito «Cuore di mamma»), Palmer si era dedicato con tutte le sue forze al lavoro quotidiano di palcoscenico, privilegiando spesso il repertorio brillante.
Con grandi successi d’ilarità, come si diceva, e di simpatia (per esempio le due edizioni di «Uscirò dalla tua vita in taxi»), attraverso fortunati connubi, ora con Giancarlo Zanetti («Capitan Fracassa»), ora con Lauretta Masiero («Felice Pasqua» di Poiret e «California suite» di Simon). L'ultima apparizione fu pochi mesi fa allo Stabile di Torino, per «Il piccolo principe», di Saint-Exupéry. E, in questa rete di impegni di cui faceva sempre fede ii gran professionismo, anche un’attività di doppiaggio molto rinomata che lo portò a dar voce a colleghi illustri come Bogarde, Quinn, Harris, Reed, Ventura, Finney, Matthau e anche al cane Braccobaldo, velerò eroe della Tv dei ragazzi.
M. Po. (Maurizio Porro), «Corriere della Sera», 5 giugno 1988
Filmografia
Cinema
Chi si ferma è perduto, regia di Sergio Corbucci (1960)
Un dollaro di fifa, regia di Giorgio Simonelli (1960)
Il federale, regia di Luciano Salce (1961)
Pugni pupe e marinai, regia di Daniele D'Anza (1961)
Totòtruffa 62, regia di Camillo Mastrocinque (1961)
La viaccia, regia di Mauro Bolognini (1961)
Il pianeta degli uomini spenti, regia di Antonio Margheriti (1961)
Obiettivo ragazze, regia di Mario Mattoli (1963)
Il figlio del circo, regia di Sergio Grieco (1963)
D'Artagnan contro i 3 moschettieri, regia di Fulvio Tului (1963)
La ragazza in prestito, regia di Alfredo Giannetti (1964)
Frenesia dell'estate, regia di Luigi Zampa (1964)
Cavalca e uccidi, regia di José Luis Borau (1964)
La vendetta della signora, regia di Bernard Wicki (1964)
Sette uomini d'oro, regia di Marco Vicario (1965)
Con rispetto parlando, regia di Marcello Ciorciolini (1965)
Per un pugno di canzoni, regia di José Luis Merino (1966)
Il ladro della Gioconda, regia di Michel Deville (1966)
Diabolik, regia di Mario Bava (1967)
Tre passi nel delirio, regia di Roger Vadim e Federico Fellini (1967)
Tre notti violente, regia di Nick Nostro (1967)
Buonasera, signora Campbell, regia di Melvin Frank (1968)
Il castello di carte, regia di John Guillermin (1968)
La battaglia d'Inghilterra di Enzo G. Castellari (1969)
Un detective, regia di Romolo Guerrieri (1969)
Nonostante le apparenze... e purché la nazione non lo sappia... All'onorevole piacciono le donne, regia di Lucio Fulci (1972)
Tedeum , regia di Enzo G. Castellari (1972)
Rappresaglia, regia di George P. Cosmatos (1973)
Napoleone a Sant'Elena, regia di Vittorio Cottafavi (1973)
Rugantino, regia di Pasquale Festa Campanile (1973)
Il cittadino si ribella, regia di Enzo G. Castellari (1974)
Zanna Bianca alla riscossa, regia di Tonino Ricci (1974)
Nipoti miei diletti, regia di Franco Rossetti (1974)
Perché si uccide un magistrato, regia di Damiano Damiani (1975)
Vai gorilla, regia di Tonino Valerii (1975)
Cassandra Crossing, regia di George P. Cosmatos (1976)
Il grande racket, regia di Enzo G. Castellari (1976)
Il soldato di ventura, regia di Pasquale Festa Campanile (1976)
La legge violenta della squadra anticrimine regia di Stelvio Massi (1976)
Il mostro, regia di Luigi Zampa (1977)
Il cinico, l'infame, il violento, regia di Umberto Lenzi (1977)
Goodbye & Amen, regia di Damiano Damiani (1977)
Mani di velluto, regia di Castellano e Pipolo (1979)
La dottoressa preferisce i marinai, regia di Michele Massimo Tarantini (1981)
La famiglia, regia di Ettore Scola (1987)
Televisione
Non cantare, spara regia di Daniele D'Anza (1968)
Nero Wolfe, (1969-1971)
L'assassinio dei fratelli Rosselli, regia di Silvio Maestranzi (1974)
Ligabue, regia di Salvatore Nocita (1977)
Il furto della Gioconda, regia di Renato Castellani (1978)
Giallo sera, Rai 1 (1983)
Doppiaggio
Oliver Reed in I diavoli, Marlowe indaga, Ballata macabra
Richard Harris in Cromwell, Uomo bianco, va' col tuo dio!
Telly Savalas in Amici e nemici, Una ragione per vivere e una per morire
Zero Mostel in Per favore, non toccate le vecchiette
Dirk Bogarde in Il sole scotta a Cipro
Michael Caine in Ipcress
Charles Bronson in Sole rosso
Ray McAnally in Mission
Warren Oates in Voglio la testa di Garcia
Walter Matthau in Fiore di cactus
Tony Curtis in Gli ultimi fuochi
Christopher Plummer in La caduta dell'impero romano
Jean-Paul Belmondo in Lo sciacallo
Frank Wolff in Ammazzali tutti e torna solo
Robert Mitchum in Yakuza
Papà Toposkovich in Fievel sbarca in America
Salvatore Borgese in La battaglia di El Alamein
Commedia musicale
Enrico '61 di Garinei e Giovannini, Teatro Lirico di Milano, 26 novembre 1961.
Note
^ È morto l'attore Renzo Palmer
^ Comune di Milano, App di ricerca defunti Not 2 4get.