Pidgeon Walter

Walter_Pidgeon

Walter Davis Pidgeon (Saint John, 23 settembre 1897 – Santa Monica, 25 settembre 1984) è stato un attore cinematografico, teatrale e televisivo canadese.

Biografia

Walter Pidgeon iniziò la sua carriera studiando al New England Conservatory of Music di Boston. Dopo aver lavorato come attore di teatro per alcuni anni, fece il suo debutto a Broadway nel 1925 come cantante di varietà e di operetta, ottenendo un buon successo.

Negli anni venti recitò in alcuni film muti come Mannequin (1926) di James Cruze. Con l'avvento dei film sonori divenne famoso, grazie anche alle sue capacità canore (aveva studiato come baritono). Recitò in molti musical, ad esempio The Bride of the Regiment (1930) e Sweet Kitty Bellairs (1930).

Raggiunto il grande successo internazionale in età già matura, con il film Saratoga (1937) di Jack Conway, la sua popolarità aumentò grazie al film Com'era verde la mia valle (1941). Recitò successivamente accanto a Greer Garson in Fiori nella polvere (1941) e La signora Miniver (1942), per il quale ricevette una nomination all'Oscar al miglior attore.

Verso la metà degli anni cinquanta tornò a lavorare a Broadway dopo venti anni di assenza, pur continuando la sua attività cinematografica e intraprendendo anche la carriera di attore televisivo, con partecipazioni a numerose serie come Perry Mason, F.B.I., Marcus Welby, Ellery Queen.

Pidgeon recitò prevalentemente in drammi venati di romanticismo. Tra le poche occasioni che gli consentirono di creare personaggi più complessi si ricordano il ruolo del bandito Quantrill nel film La belva umana (1940), accanto a John Wayne, e quello del dottor Morbius in Il pianeta proibito (1956). Tra gli altri suoi grandi successi, da ricordare L'ultima volta che vidi Parigi (1954) e Funny Girl (1968).

Recitò anche al fianco di Totò, interpretando il ruolo del coprotagonista, il colonnello Henderson, nel film I due colonnelli, diretto da Steno nel 1962.

Morì a Santa Monica, in California, nel 1984. Secondo i suoi desideri, il suo corpo fu donato alla UCLA Medical School.

A Pidgeon è stata assegnata una stella sulla Hollywood Walk of Fame, al 6414 di Hollywood Boulevard.


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1948 10 16 Tempo Walter Pidgeon intro

In questo film, il protagonista sfiora la condanna a morte per malvagità altrui e per distrazione propria. E Hollywood coglie l’occasione per lanciare una nuova attrice, Janet Leigft, un’ingenua di grande temperamento, scoperta di Norma Shearer

Louella Parsons, massima autorità del pettegolezzo cinematografico, è stata recentemente in Europa. A Londra si è incontrata con Spencer Tracy e Deborah Kerr, che vi stanno girando il, film Edward, my son. Tutti sanno che Spencer è il prediletto di Louella. Essa lo giudica il più intelligente degli attori di Hollywood, per i seguenti motivi: Spencer fa vita morigerata e la sua unica partecipazione alla vita sociale, quest’anno, è avvenuta in occasione del ricevimento offerto dagli attori a Louella medesima; conosce i limiti della propria età e non pretende nei film parti eccessivamente giovanili; non concede interviste sciocche o prefabbricate dal suo agente di pubblicità. al contrario usa fare dichiarazioni interessanti, precise, aiutando i giornalisti. Il secondo posto, nella scala delle simpatie di Louella, è occupato da Deborah Kerr, pressapoco per le stesse ragioni. Non è dunque strano che a questi due attori sia dedicata una buona parte delle note inviate dall'Europa ai giornali del gruppo Hearst.

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Deborah Kerr è nata sotto il segno dell’intelligenza. .Questa fama l’ha accompagnata ovunque, a dispetto di qualche interpretazione meno che mediocre. Sull'intelligenza ha puntato la pubblicità americana durante il breve soggiorno di lei ad Hollywood, le sono state affidate sempre parti complesse, irte di problemi e di psicologismi. E' una situazione difficile da sostenere, onesta, nell'effimero mondo della celluloide. Oggi, comunque, Deborah Kerr è una di quelle attrici sulle quali i produttori arrischiano una grossa posta.

È una scozzese di ventisette anni. È sposata da tre anni con un asso dell'aviazione britannica dal quale, nel dicembre scorso, ha avuto una bambina: Melania. Dimostra nel complesso una forte riluttanza agli intrighi sentimentali e alle variazioni di stato civile; il che è tipicamente europeo. Nel 1940 faceva la ballerina a Londra, quando la scoprì Pascal, il produttore di Cesare e Cleopatra e di Pigmalione. Questi le affidò una parte nel film Il maggiore Barnaba, tratto pure da una commedia di Shaw. Poi la ragazza lavorò nel Castello del cappellaio, da un romanzo di Cronin; si affermò più tardi in Colone! Blimp, divertente satira dell’ufficiale inglese vecchio stampo; la gloria le venne finalmente da Narciso Nero.

Dei film girati in America da Deborah Kerr, i più recenti sono The hucksters (letteralmente: i cenciaioli), nel quale la vedremo accanto a Clark Gable, e questo If winter comes (Se l'inverno viene), che qui presentiamo.

« Se viene l’inverno, può essere la primavera molto lontana? ». Questi versi di Shelley sono il motivo ispiratore del film. Vi si racconta infatti la storia di un uomo buono, che una congiura di circostanze avverse e di esseri malvagi mettono in cattive acque, senza che mai lui perda del tutto il filo della speranza. E alla fine il bene, come succede spesso nei film e qualche volta nella vita, prevale sul male; ma non ne cancella il segno, non riedifica tutto ciò che è stato distrutto. L’inverno è passato si, ma le piante più tenere non sono sopravvissute.

L'eroe della storia è Walter Pidgeon. Il cinquantenne Pidgeon (la parola, senza la "d", significherebbe piccione) è diventato nonno da pochi mesi: troppo, evidentemente, per una parte di idealista postromantico, che per amore del prossimo — per distrazione, direi — rischia di farsi impiccare. Ottima invece è stata giudicata l'interpretazione di Deborah Kerr e quella di Janet Leigh, nella parte della ragazzina suicida.

Si dice che questa ennesima Janet sia l’ultima, grande scoperta di Hollywood. Il cinema americano è sempre alla ricerca di "ingenue" minorenni: si consumano presto, vedete il caso di Teresa Wright, e la richiesta è sempre forte sul mercato. Questa Janet pare un'autentica minorenne di grande temperamento. La scopri Norma Shearer, nel famoso luogo di sport invernali, Sun Volley (ricordate Vallechiara?). La piccina era la figlia dell'albergatore. La grande Norma la vide e le disse: « Ti piacerebbe venire con me a Hollywood? ». Tutto andò nel migliore dei modi: Janet è già una stella, si è già sposata, ha già divorziato; e non è ancora, pare, maggiorenne. Come vedete, temperamento da vendere.

Il regista è Vietor Sa ville; anche lui inglese, di Birmingham, anche lui cinquantenne. Abbiamo veduto diversi suoi film: Il duca di ferro con Arliss. Questa notte e ogni notte con Rita Hayworth, Anni verdi. Sta girando ora La via del delfino verde, con Lana Tumer. È un regista eclettico, dotato di un solido mestiere, soprattutto di una particolare abilità nello strappare le lagrime. Del resto questo film è tratto da un romanzo di A. S. Hutchinson, che fu uno dei maggiori successi editoriali del 1921 e che fu definito allora "spremi-lagrime”. Ne era stato ricavato un altro film nel 1923.

Ultima particolarità. Come avrete già notato, tutti coloro che hanno lavorato intorno a Se l'inverno viene non sono americani. Solo la piccola Leigh lo è (Pidgeon è canadese).

Il film sarà tradotto in Peccatori senta Peccato: evidentemente si continua ad attribuire al pubblico italiano una bramosia inestinguibile di peccati e di peccatori. Ma i traduttori pensano di far bene i loro interessi e il pubblico sembra non farci caso. Questa volta almeno la materia del film, pressapoco, corrisponde.

Vittorio Bonicelli, «Tempo», anno X, n.14, 9-16 ottobre 1948


1984 09 26 La Stampa Walter Pidgeon morte intro1

L'attore americano Walter Pidgeon, protagonista di molti film di successo tra cui «La signora Miniver» (girato accanto a Greer Garson con la quale costituì una coppia tra le più amate dal pubblico internazionale), «Madame Curie», «Come era verde la mia valle», è morto ieri all'età di 87 anni dopo ripetuti attacchi cardiaci. Pidgeon era stato ricoverato al St. John Hospital di Santa Monica, in California, il 19 settembre scorso dopo essere stato colpito da una serie di attacchi cardiaci nella sua casa di Bel Air. i medici hanno precisato che l'attore soffriva anche di un'insufficienza renale. Pidgeon era stato una delle «star» più importanti di Hollywood negli Anni 40 e aveva ottenuto due nomination per l'Oscar con due film: «La signora Miniver» e «Madame Curie».

Nato nel 1897 a St. John in Canada, Pidgeon cominciò la sua carriera nel mondo dello spettacolo come cantante. Fred Astaire lo ascoltò a una festa e interessò due produttori perché lo lanciassero. La sua carriera cominciò all' epoca del film muto e prosegui poi in 40 anni di attività in cui girò circa cento pellicole. Tra i suo film più famosi si ricorda «Saratoga» (1937), «Nick Carter» (1939), «Duello Mortale» di Fritz Lang (1941), e nel 1968 il musical «Funny girl», oltre al già citato «Come era verde la mia valle», di John Ford del 1940.

Durante gli Anni 50 fece frequenti apparizioni anche in Europa: in italia colsero al volo l'occasione e gli offrirono un ruolo accanto al nostro Totò. L'America e Hollyuwood erano tuttavia il suo terreno più congeniale: alto, elegante, un vero seduttore. insomma, Walter Pidgeon non era tipo da assoggettarsi docilmente alle parti comiche. Infatti era orgoglioso di aver girato accanto ai celebri registi quali Lang e Ford. Con Lang tuttavia non ebbe fortuna. il geniale regista tedesco non ottenne infatti in America il successo che gli era consueto in patria.

Quando Pidgeon venne scritturato da Lang per girare .Duello mortale, non gli ofrrl certamente l'occasione da Oscar. il quel film infatti la vicenda era ingarbugliata e un poco assurda: Pidgeon doveva apparire nei panni di un poco probabile attentatore di Hitler. Maggiore fortuna ottenne con Ford che lo diresse in «Come era verde la nostra valle», dove ebbe per partner la giovane e bellissima Maureeh O'Hara.

Accanto all'attore brillante conviveva un professionista aperto a tutte le imprese, pronto ad affrontare qualsiasi copione. Apparve in oltre cento film. Certamente il miglior Pidgeon è quello uscito dagli insegnamenti di John Ford che, con il suo ammaestramento, era riuscito a distogliere l'attore dall'abusato e dal generico ruolo di gentleman compito (e seduttore). Non vinse mai l'Oscar ma andò molto vicino a quella ambita statuetta e i suoi film se noni ottennero sempre il consenso della critica seppero divertire e commuovere milioni di spettatori.

«Stampa Sera», 26 settembre 1984


1984 09 26 La Stampa Walter Pidgeon morte intro

SANTA MONICA — L' attore americano Walter Pidgeon, protagonista di molti film di successo tra cui «La signora Miniver», «Madame Curie», «Com'era verde la mia valle», è morto ieri all'età di 87 anni dopo ripetuti attacchi cardiaci. Pidgeon era stato ricoverato al St. John Hospital di Santa Monica, in California, il 19 settembre scorso, dopo una serie di attacchi cardiaci nella sua casa di. Bel Air. I medici hanno, precisato che l'attore soffriva anche di un'insufficienza renale. Nato nel 1897, Pidgeon aveva cominciato la sua carriera nel mondo dello spettacolo come cantante: Fred Astaire, sentitolo ad una festa, aveva interessato due produttori perché lo lanciassero.

L'immagine che immediatamente ricordiamo ci Walter Pidgeon è quella d' un distinto signore sulla quarantina, dai modi eleganti e dal fascino sottile, un po' compassato ma non privo di qualche guizzo umoristico. Ed è l'immagine che lo lega a quel gruppo di film interpretati al fianco di Grear Oarson, realizzati durante la seconda guerra mondiale e subito dopo, che gli diedero fama mondiale. Prima di tutto La signora Miniver, diretto nel 1942 da William Wyler. un film di guerra dai toni sentimentali e persln stucchevoli, che ottenne un successo di pubblico al di sopra dì ogni più rosea aspettativa. E poi Madame Curie (1943) di Mervyn Le Roy, La signora Parkington (1944) di Tay Garnett. La bella imprudente (1948), di Jack Conway. La saga del Forsyte (1949) di Comton Bennett, sino a Addio signora Miniver (1950) di H. C. Potter e a L'orfana sema sorriso (1953) di Jean Negulesco.

Un gruppo di film che diedero di Pidgeon e della Garson l'immagine d'una coppia perfettamente assortita sul versante del dramma commovente, della storia sentimentale e della commedia dai toni amarognoli (l'equivalente di ciò che furono, sul ver-, sante brillante, William Powcll e Myrna Loy). Ma Walter Pidgeon non rimase totalmente chiuso in quel cliché, né d'altronde la sua precedente attività, in cinema e in teatro, era stata monocorde e limitata a pochi ruoli. Canadese d'origine (era nato nel New Brunswick nel 1897), egli aveva calcato le scene nei primi Anni Venti affermandosi come attor giovane tanto nel dramma quanto nella commedia. Le sue fugaci apparizioni sullo schermo, a partire dal 1925, gli aprirono successivamente le porte di Hollywood, a metà, del decennio seguente, dopo un'intensa attività teatrale, anche nell'ambito della, commedia musicale.

E fu in alcuni ruoli brillanti che il suo carattere d'attore si andò meglio precisando. Sicché, anche dopo i film con la Garson, o altri analoghi quali Com'era verde la mia valle (1941) di John Ford, egli riprese, nella caratterizzazione di alcuni suol personaggi, certi motivi comico-brillanti che si vennero accentuando nella maturità. in tal senso va ricordato almeno L'ultima volta che vidi Parigi (1954) di Richard Brooks, con Elizabeth Taylor e Van Johnson, in cui tratteggiava con grande finezza, e un pizzico di autoironia, il personaggio del viveur non più giovane, che non si arrende al sopraggiungere della vecchiaia. insomma, fra dramma e commedia, impegno artistico e disinvolto mestiere, nel grande scenario del divismo hollywoodiano anche Walter Pidgeon può aspirare a rimanere in posizione non marginale. A conferma, se non altro, del grande professionismo della vecchia scuola del cinema americano.

Gianni Bondolino, «La Stampa», 27 settembre 1984


1984 09 27 Corriere della Sera Walter Pidgeon morte intro

HOLLYWOOD — (ANSA-UPI-AFP) L'attore americano Walter Pidgeon, protagonista di molti film di successo, è morto all’età di 86 anni. Pidgeon era stato ricoverato ni St, John Hospital di Santa Monica, in California, il 19 settembre scorso dopo essere stato colpito da una serie di attacchi curdiaci nella sua casa di Bel Air. I medici hanno precisato che l’attore soffriva anche di un'insufficienza renale. Era stato una delle «star» più importanti di Hollywood negli anni '40 cd aveva ottenuto due «nomination» per l’Oscar per i due film, «La signora Miniver» e «Madame Curie». Nato a St. John in Canada, Pidgeon mosse i primi possi nel mondo dello spettacolo come cantante. Fred Astaire lo senti ad una festa e interessò due produttori perché lo lanciassero. La sua carriera cominciò all’epoca del film muto e proseguì poi in 40 anni di attività in cui girò circa cento pellicole.

Scompare, tranne che nel ricordo, un'altra figura rappresentativa della vecchia Hollywood, uno degli attori più popolari negli anni a cavallo della seconda guerra mondiale, fra tutti forse il più amato dal pubblico femminile, specie da quello non più tanto giovane che in lui ammirava le doti costanti ai distinzione, di compitezza e di eleganza, facendone una sorta di marito ideale che infondeva calore e sicurezza alla propria compagna. Nella sua lunga carriera, iniziata nel lontano 1925 e portata avanti con esemplare serietà professionale attraverso una novantina di film, Walter Pidgeon rimase quasi sempre fedele a questo cliché. Ad appiccicarglielo dopo numerose prestazioni come semplice ragazzo fascinoso fu l'enorme successo, nel 1937, del film di Jack Conway Saratoga, dove aveva la funzione di contendere, con le sue maniere signorili, le grazie avvampanti di Jean Harlow a quella «simpatica canaglia», che era Clark Oable.

Pidgeon non sarebbe mai stato un «divo» come i due attori in questione, e ciò proprio perché la sua recitazione era più raffinata che prorompente, più dovuta a modi impeccabili e posati che eccentrici. Del resto, la sua formazione portava chiari segni di buone esperienze di palcoscenico. Nato a East St. John, nei New Brunswick (Canada), il 23 settembre 1898. da una famiglia di agiati commercianti, Walter Pidgeon cominciò nel primi anni Venti a fare pratica di teatro, sia nel campo della prosa che delia rivista. Incise anche qualche disco come cantante, e la sua discreta popolarità a Broadway bastò a far puntare su di lui le attenzioni di Hollywood, dove esordi con un ruolo di antagonista in Mannequin (1925) di James Cruze. Fino alla fine del «muto» e agli inizi del «sonoro» la sua presenza sugli schermi fu frequente ma non determinante, preferendo egli dedicare il maggiore impegno al teatro, distinguendosi sia nel musical sia in commedie e drammi dove fu talora (1934-35) a fianco di Tallulah Bankhead.

Ma a noi rimane soltanto la memoria del cinema: alquanto vaga per quanto riguarda titoli come Lacrime nel deserto, Il cuore di Salomè, La rosa della Jungla e Le rose della castellana: ma più consistente a putire appunto dalla felice combinazione spettacolare di Saratoga. Continuando quasi sempre a sfoggiare la sua eleganza In ambienti aristocratici e lussuosi, stentò comunque a ricoprire ruoli di primissimo plano (la sua funzione doveva restare quella di terzo incomodo fra l due protagonisti con rare eccezioni come Nick Carter (1939) di Jacques Toumeur e Duello mortale (1941) di Fritz Lang.

Finché non arrivò John Ford a consolidare il talento di Pidgeon affidandogli, per Com’era verde la mia valle, la parte fondamentale del pastore protestante che, pur innamorato della figlia di un minatore, la fa sposare al figlio del padrone della miniera per assicurarle quel benessere che lui non può darle. Al di là dei toni paternalistici della vicenda, l'attore diede qui una delle sue prestazioni più vibranti. E subito dopo questo film, nello stesso 1941, arrivarono le maggiori fortune grazie al felice incontro con l’attrice Greer Garson, con cui egli formò per tutto un decennio una delle più azzeccate coppie del cinema di Hollywood. Al primo approccio con Fiori nella polvere di Le Roy, segui la consacrazione della coppia nel famoso La signora Miniver di Wyler, storia di una famiglia della classe media inglese durante la guerra, in cui alla spiritualità dell'eroina Pidgeon affiancava le virtù di un marito posato e affettuose. Anche in Madame Curie e La signora Parkington, in La bella imprudente e La saga dei Forsyte fino a Addio signora Miniver (1950), benché le attenzioni dei registi fossero riposte soprattutto alla Garson, Pidgeon non mancò mai di conferire tutte le sue doti di simpatia al ricorrente personaggio del marito voltola rassicurare la compattezza e la felicità domestiche.

Nelle interpretazioni successive l’attore, ormai brizzolato, dovette tornare a far posto al più giovani. Ma diede inizio a una serie di caratterizzazioni spesso ammirevoli per compostezza, dignità e coerenza. Restano scolpiti, tra gli altri, il personaggio' del padre nel film di Richard Brooks L’ultima volta che vidi Parigi (1954), dal racconto di Fltzgerald -Babilonia rivisitata-, e le variegate ma altrettanto umane e riflessive figure disegnate per La sete del potere (1954) di Wise e per Tempesta su Washington (1961) di Preminger. Non senza dimenticare il simpatico ufficiale inglese, accoppiato a Totò, nel film italiano I due colonnelli (1962).

Leonardo Autera, «Corriere della Sera», 27 settembre 1984


 

Filmografia

Mannequin, regia di James Cruze (1926)
The Outsider, regia di Rowland V. Lee (1926)
Old Loves and New, regia di Maurice Tourneur (1926)
Miss Nobody, regia di Lambert Hillyer (1926)
Heart of Salome, regia di Victor Schertzinger (1927)
Sumuru, regia di Tom Terriss (1927)
The Thirteenth Juror, regia di Edward Laemmle (1927)
Donna senza amore (Her Private Life), regia di Alexander Korda (1929)
Sweet Kitty Bellairs, regia di Alfred E. Green (1930)
Le rose della castellana (Bride of the Regiment), regia di John Francis Dillon (1930)
Show Girl in Hollywood, regia di Mervyn LeRoy (1930)
Valzer viennese (Viennese Nights), regia di Alan Crosland (1930)
Labbra proibite (Rockabye), regia di George Cukor (1932)
Il bacio davanti allo specchio (The Kiss Before the Mirror), regia di James Whale (1933)
La donna fatale (Fatal Lady), regia di Edward Ludwig (1936)
Big Brown Eyes, regia di Raoul Walsh (1936)
Saratoga, regia di Jack Conway (1937)
La camera della morte (She's Dangerous), regia di Milton Carruth e Lewis R. Foster (1937)
La città dell'oro (The Girl og the Golen West), regia di Robert Z. Leonard (1938)
The Shopworn Angel (The Shopworn Angel), regia di H.C. Potter (1938)
Nick Carter (Nick Carter, Master Detective), regia di Jacques Tourneur (1939)
Sky Murder, regia di George B. Seitz (1940)
La belva umana o Il generale Quantrill (Dark Command), regia di Raoul Walsh (1940)
Questa è la vita (It's a Date), regia di William A. Seiter (1940)
L'isola degli uomini perduti (The House Across the Bay), regia di Archie Mayo (1940)
Com'era verde la mia valle (How Green Was My Valley), regia di John Ford (1941)
Scandalo premeditato (Design for Scandal), regia di Norman Taurog (1941)
Duello mortale (Man Hunt), regia di Fritz Lang (1941)
Fiori nella polvere (Blossoms in the Dust), regia di Mervyn LeRoy (1941)
La signora Miniver (Mrs Miniver), regia di William Wyler (1942)
Sirena del Congo (White Cargo), regia di Richard Thorpe (1942)
Madame Curie, regia di Mervyn LeRoy (1943)
La signora Parkington (Mrs Parkington), regia di Tay Garnett (1944)
Vacanze al Messico (Holiday in Mexico), regia di George Sidney (1946)
In fondo al cuore (The Secret Heart), regia di Robert Z. Leonard (1946)
La bella imprudente (Julia Misbehaves), regia di Jack Conway (1948)
Peccatori senza peccato (If Winter Comes), regia di Victor Saville (1948)
Suprema decisione (Command Decision), regia di Sam Wood (1948)
La saga dei Forsyte (That Forsyte Woman), regia di Compton Bennett (1949)
Il Danubio rosso (The Red Danube), regia di George Sidney (1949)
Addio signora Miniver (The M iniver Story), regia di H.C. Potter (1950)
Lo sconosciuto (The Unknown Man), regia di Richard Thorpe (1951)
L'ultima rapina (Calling Bulldog Drummond), regia di Victor Saville (1951)
Quo vadis?, regia di Mervyn LeRoy (1951) - narratore
Il bruto e la bella (The Bad and the Beautiful), regia di Vincente Minnelli (1952)
L'orfana senza sorriso (Scandal at Scourie), regia di Jean Negulesco (1953)
La sposa sognata (Dream Wife), regia di Sidney Sheldon (1953)
Così parla il cuore (Deep in My Heart), regia di Stanley Donen (1954)
L'ultima volta che vidi Parigi (The Last Time I Saw Paris), regia di Richard Brooks (1954)
La sete del potere (Executive Suite), regia di Robert Wise (1954)
I valorosi (Men of the Fighting Lady), regia di Andrew Marton (1954)
Tutti in coperta (Hit the Deck), regia di Roy Rowland (1955)
Quegli anni selvaggi (These Wilder Years), regia di Roy Rowland (1956)
Supplizio (The Rack), regia di Arnold Laven (1956)
Il pianeta proibito (Forbidden Planet), regia di Fred McLeod Wilcox (1956)
Viaggio in fondo al mare (Voyage to the Bottom of Sea), regia di Irwin Allen (1961)
Tempesta su Washington (Advise & Consent), regia di Otto Preminger (1962)
I due colonnelli, regia di Steno (1962)
Il giorno più corto, regia di Sergio Corbucci (1962)
Agente 4 K2 chiede aiuto (Warning Shot), regia di Buzz Kulik (1966)
Funny Girl, regia di William Wyler (1968)
A qualsiasi prezzo (The Vatican Affair), regia di Emilio Miraglia (1968)
Il pirata dell'aria (Skyjacked), regia di John Guillermin (1972)
Il professionista (Harry in Your Pocket), regia di Bruce Geller (1973)
Panico nello stadio (Two Minute Warning), regia di Larry Peerce (1976)
Sextette, regia di Ken Hughes (1978)

Doppiatori italiani

Mario Pisu in La signora Miniver, La sete del potere, Il bruto e la bella, L'ultima volta che vidi Parigi, La ninfa degli antipodi La sposa sognata, L'orfana senza sorriso, I valorosi, Suprema decisione, Difendete la città, Quegli anni selvaggi, La scarpetta di vetro, Supplizio, I tre soldati
Mario Ferrari in La signora Parkington, Addio, signora Miniver!, La saga dei Forsyte, Duello mortale, Fiori nella polvere, Vacanze al Messico, Grand Hotel Astoria, A qualsiasi prezzo
Emilio Cigoli in Com'era verde la mia valle, In fondo al cuore, La belva umana/Il generale Quantrill, Viaggio in fondo al mare, Tempesta su Washington
Augusto Marcacci in L'amico pubblico n. 1
Roldano Lupi in Il pianeta proibito
Sergio Fiorentini in Il professionista
Arturo Dominici in Il cane rosso/Compagni d'avventura


Riferimenti e bibliografie:

  • Vittorio Bonicelli, «Tempo», anno X, n.14, 9-16 ottobre 1948