Bongiorno Mike (Michael Nicholas Salvatore)

Mike Bongiorno bio

C’era stata una polemica con me, perché io mettevo gli occhiali e li toglievo, li mettevo e li toglievo. Allora eravamo agli inizi della televisione e a un certo punto dissero che questi occhiali luccicavano troppo e mi fecero mettere le lenti a contatto, però il cambiamento non funzionò perché il pubblico voleva che io continuassi a togliermi e rimettermi gli occhiali. In un primo momento non avevo né gli occhiali né le lenti a contatto, mi scrivevano le risposte su dei cartelli, con le lettere molto grandi, in modo che potessi leggere bene. E siccome allora venivano anche cinquanta fotografi, uno di loro si accorse che io avevo questi cartelli con le domande e le risposte scritte molto grandi e mi fotografò dall’alto: il giorno dopo vennero pubblicate le fotografie dove si vedevano i cartelli e allora io dissi basta, mi rimetto gli occhiali.

Mike Bongiorno, 1956

Michael Nicholas Salvatore Bongiorno, noto come Mike Bongiorno (New York, 26 maggio 1924 – Monte Carlo, 8 settembre 2009), è stato un conduttore televisivo, conduttore radiofonico e partigiano statunitense naturalizzato italiano, considerato tra i padri fondatori della televisione in Italia insieme a Corrado e Raimondo Vianello.

Soprannominato il re dei quiz per aver condotto numerosi giochi a premi che hanno fatto la storia della televisione italiana tra cui Lascia o raddoppia?, Rischiatutto e Flash per la RAI, Superflash e La ruota della fortuna per la Fininvest, vanta anche la carriera televisiva più lunga al mondo.

Toto Lascia o Raddoppia 00222


Sono stato un grande stimatore di Totò anche quando, con atteggiamenti da intellettuale, qualcuno diceva che la sua comicità era di tipo paesano, troppo facile. Oggi che Totò è stato riscoperto, si è capito, al contrario, come la sua maniera di far ridere fosse a quei tempi moderna, rivolta non solo alla grande massa degli spettatori. Totò era soprattutto un attore comico amato dalle masse, ma per un artista magico come lui non si dovrebbero fare e non si fanno distinzioni.

Totò mi ha fornito un insegnamento che ho sempre tenuto presente ma che comunque non ho mai applicato. Il grande attore diceva che chi è chiamato a fare il divo nel mondo dello spettacolo deve rimanere il meno possibile in mezzo alla gente, non farsi mai vedere, cioè, perché ogni spettatore deve e vuole immaginare questo divo come desidera e non come in effetti egli è.

Totò era un tipo alla buona ed egli questo principio, che a me non è stato consentito applicare, lo metteva in atto: egli era il divo classico del suo tempo, un tipo all’antica che viveva in un’atmosfera particolare, ma nello stesso tempo era affabile, cordiale e generoso anche se appariva distaccato. Ricordo che quando arrivava sul set del film che interpretai con lui, « Totò lascia o raddoppia », all’improvviso si instaurava un clima di generale eccitazione perché incontrare Totò, parlare con lui, stargli accanto, anche se solo per motivi di lavoro, era un avvenimento notevole.

Fin da bambino ho avuto per Totò addirittura una venerazione. Quando sono arrivato in Italia dagli Stati Uniti, sapevo già tutto su di lui. Ho poi visto tutti i suoi film ed ho stimato Totò come pochi altri. Fu un’esperienza eccezionale, per me, girare un film assieme a lui. Rievocandola, oggi, mi commuovo. Era il 1956, quando girammo insieme. Può sembrare un paradosso, ma a quell’epoca, io ero alla ribalta da due anni soltanto, eppure ero forse più popolare di Totò: godevo di quel divismo tipo follia collettiva che ha costituito un fenomeno e di cui si è tanto parlato. Conoscevo già Totò e andavo spesso a trovarlo prima ancora di cominciare quel film. Siamo stati insieme oltre un mese. Lui recitava; io no, perché in realtà interpretavo solo me stesso.

Il mio ricordo di Totò è incancellabile: è stato e rimarrà sempre il grande Totò.

Mike Bongiorno, «A Totò», opuscolo "Premio De Curtis", Napoli, 1973



La stampa dell'epoca

J4 Mike Bongiorno Foto link


Filmografia

Attore

Motivo in maschera, regia di Stefano Canzio (1955)
Il prezzo della gloria, regia di Antonio Musu (1955)
I miliardari, regia di Guido Malatesta (1956)
Ragazze d'oggi, regia di Luigi Zampa (1957)
Il cenerentolo, regia di Flaminio Bollini (1968) - film TV
La vita, a volte, è molto dura, vero Provvidenza?, regia di Giulio Petroni (1972) - non accreditato
20 - Venti, regia di Marco Pozzi (2000)

Se stesso

Totò lascia o raddoppia?, regia di Camillo Mastrocinque (1956)
Il giudizio universale, regia di Vittorio De Sica (1961)
C'eravamo tanto amati, regia di Ettore Scola (1974)
Sogni mostruosamente proibiti, regia di Neri Parenti (1982)
Come inguaiammo il cinema italiano - La vera storia di Franco e Ciccio, regia di Ciprì e Maresco (2004) - documentario


Riferimenti e bibliografie:

  • Intervista a Mike Bongiorno, "I film di Totò, 1946-1967: La maschera tradita" (Alberto Anile) - Le Mani-Microart'S, 1998