Brandi Leo (Todini Carlo)
Nome d'arte di Carlo Todini (Napoli, 24 giugno 1894 – Napoli, 16 febbraio 1959), è stato un attore e cantante italiano, caratterista.
Biografia
Apprezzato cantante ed attore comico, lo si ricorda soprattutto nel film Miseria e nobiltà (1954), dove interpreta un contadino analfabeta che detta una lettera allo scrivano Totò.
Gigi Pisano e Luigi Cioffi gli affidarono canzoni quali M'aggia curà, Ciccio Formaggio e Margheritella che divennero in breve grandi successi internazionali.
Assieme a Beniamino Maggio, Leo Brandi lanciò la celebre canzone La pansé.
Per il cinema italiano Leo Brandi ha preso parte anche al film poliziesco Una vita lunga un giorno (1973), diretto dal regista Ferdinando Baldi.
Anche suo figlio Stefano lavorò, sin da giovanissimo, in palcoscenico in diverse compagnie teatrali tra le quali quella di Eduardo De Filippo e Luisa Conte.
Un episodio che riguarda Carlo Todini in arte Leo Brandi, e il suo rapporto con la censura, viene riferito proprio dal figlio dell’artista, Alfonso: Mio padre era un artista di varietà, popolarissimo alla sua epoca, uno dei beniamini del pubblico napoletano, in seguito ignorato e dimenticato da certi improvvisati storici della canzone napoletana. Papà diceva: sono un artista e la politica la devo ignorare, non sono iscritto al partito e ho altri argomenti per far ridere il pubblico. Se avesse osato ricorrere alle volgarità ed ai gesti degli attuali grandi del teatro, lo avrebbero mandato al confino.
La censura era vigile e purtroppo anche Leo Brandi, in buona fede, cadde nelle sue maglie. Papà era famoso per le sue parodie ed all’epoca era in voga una canzone Addio Juna che ben presto divenne Addinne. La cosa non sfuggì al censore e un bel giorno papà fu convocato in questura, mai pensando al perché. Una volta lì fu festosamente accolto da funzionari e agenti; dopo poco fu ammesso alla presenza del questore. Mi pare fosse napoletano e si chiamasse Cella.
Il questore, sulle prime, assunse un atteggiamento severo - recitava anche lui - e poi disse: vedete. Brandi, ci risulta che voi vi esibite in una parodia della canzone Addio Juna e dite: io canto “addiune”. Sapete, di questi tempi, siamo in guerra, e queste allusioni potrebbero turbare la gente. Cerchiamo di evitare.
Dopo questo richiamo, ripresosi prontamente, mio padre rispose: signor questore, voi siete napoletano e in napoletano come direste la frase “io canto addio Juna”? Il questore, di botto: “io canto addiune”. Naturalmente, dopo l’imbarazzo del momento, finì in risate e in tanti caffè e in "vogliamoci bene".
Galleria fotografica e stampa dell'epoca
Leo Brandi il più perfetto tipo del napoletano, simpaticissimo all’ennesima potenza, ha debuttato l'altra sera e si è guadagnato subito i favori di tutti: dal pubblico qrosso e di quello fine, poiché Brandi ha il pregio di saper far divertire tutti, con garbo e con calore. Imita alla perfezione il comico americano Charlot.
Avremo questa sera la rentrée della Clely Fiamma. Riteniamo superfluo illustrare l’avvenimento mondano. L'attesa per il gradito ritorno della soave Clely è tale e tanta che ci dispensa da ogni fatica. Diremo soltanto questo, che cioè l'Umberto raccoglierà stasera nella sua capace sala, quanto di più fine conta la nostra Bari. Clely Fiamma eseguirà un repertorio nuovissimo e indosserà nuove smaglianti toilettes.
«Cine Sport», 4 gennaio 1929
Filmografia
Miseria e nobiltà, regia di Mario Mattoli (1954)
Due soldi di felicità, regia di Roberto Amoroso (1954)
Riferimenti e bibliografie:
- Alfonso Brandi, in "Tempo di Maggio: Teatro popolare del '900 a Napoli" (Nino Masiello), Tullio Pironti Editore, Napoli, 1994
- ildiscobolo.net - Biografia Leo Brandi