Campagnoli Edy (Edda)

Edy Campagnoli

Edda "Edy" Campagnoli (Milano, 12 giugno 1934 – Milano, 6 febbraio 1995) è stata una conduttrice televisiva e modella italiana, attiva in Rai nella prima fase dell'emittenza televisiva. Fu anche interprete di fotoromanzi

È stata la più nota ed apprezzata fra le cosiddette vallette della televisione italiana e, nonostante Mike la incitasse spesso a parlare di più, ha sempre preferito ricoprire un ruolo secondario, modesto ma dignitoso, perfettamente complementare alla grande popolarità e all'inconfondibile stile del conduttore. Se Bongiorno era un vero e proprio divo, la Campagnoli conferiva tuttavia un delicato tocco di eleganza al telequiz che ogni settimana attirava milioni di telespettatori.

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Galleria fotografica e stampa dell'epoca

Agli innamorati di Edy risponde suo padre

Edy Campagnoli, personaggio discreto del grande spettacolo di “Lascia o raddoppia?”, ha intenerito gli italiani, che le mandano tremila lettere la settimana. Ma la ragazza è costretta a una doppia faticosissima vita e dorme solo poche ore per notte

EDY CAMPAGNOLI ha 20 anni ed è nata a Milano. Ha un fratello, Silvano, di 13 anni. Suo padre. Mario, la segue ovunque quando non è preso dal proprio lavoro di rappresentante di commercio. L'aspetta fuori dei teatri dove lei lavora, passeggia avanti e indietro, guarda l'orologio e molti lo scambiano per il suo fidanzato. Edy riceve circa tremila lettere, per settimana, per lo più profferte d’amore, da adolescenti, uomini seri con diploma, ricchi e poveri. C’è un geometra che parla seriamente e già le scrive come se attendesse da un momento all’altro di mettere su casa con lei, le scrive un barone siciliano reduce dalle delusioni con una diva del cinema. Risponde a queste lettere il padre Mario. Le firma ”Edy” con la delega della figlia. Naturalmente gli ammiratori non sanno di questa delega e si mettono le risposte di Edy sul cuore, come poi le comunicano. Solo in casi di intemperanza epistolare le missive vengono respinte.

EDY LAVORA alla Televisione ma soprattutto "sfila sulla passerella” come indossatrice. Le sono rimasti i vecchi contratti da modella di casa di moda, da indossatrice volante, e deve mantenere gli impegni. Inoltre lavora in documentari e con Mike Bongiorno presenzia a feste per lo più di provincia, a partite di calcio, gare ciclistiche e via dicendo. Riceve circa cento inviti per feste alla settimana. Non dorme in media più di cinque ore per notte. Eccola sulla "passerella”, durante e dopo una sfilata. Questa doppia vita la sta stremando. Prima di essere assunta alla Televisione pensava di divenire hostess.

VIENE SPESSO RICONOSCIUTA in strada e le chiedono l’autografo. Talvolta le richieste, scritte, sono più complicate. Uno studente liceale le ha chiesto un saluto particolare durante le trasmissioni. Edy non l’ha fatto mai a nessuno. Le lettere del liceale sono diventate accorate e sempre più dolorosamente stupite. Questa settimana Edy ha ricevuto una lettera collettiva dagli amici dello studente che la pregano di trasmettere il saluto perchè il ragazzo altrimenti non studia e s’ammala. Gli occhiali sono la sua unica civetteria, in quanto Edy ha vista perfetta. E' ragazza di casa, ama il nuoto, ha anche pattinato sul ghiaccio. Nel rione è molto popolare (abita a S. Siro). Gli inquilini della casa, quando lei trasmette, vanno a vedere la televisione nel suo appartamento. Veste con abiti di costo modesto, semplici.

POCO TEMPO RESTA a Edy anche per i pasti. Dice che dopo questo lavoro alla Televisione si sposerà. Non è fidanzata ma parla spesso di matrimonio e di figli. E' probabile tuttavia che questi suoi progetti vengano differiti. Difatti ha firmato il contratto per la interpretazione di due film. Andrà a lavorare a Roma, ma tornerà ogni giovedì in "vagone letto” per la trasmissione da cui viene la sua notorietà.

«Tempo», 1956


Mi sposerò quest'estate

Così dichiara Edy Campagnoli, la cui vera aspirazione sarebbe stata quella di fare la “hostess". Dopo le parti di “mannequin” e di annunciatrice, essa si accinge ora a interpretarne una molto più difficile, complessa e umana: quella della moglie

Quest’anno mi sposerò. Ormai, il mio fidanzato Lorenzo Buffon ed io l’abbiamo deciso. Ci sposeremo a Milano e andremo in viaggio di nozze sulla Costa Azzurra, a Parigi che ancora non conosco e che mi attrae moltissimo, e in Spagna. Faremo il viaggio in auto, come hanno fatto prima di noi migliaia e migliaia di persone. Non chiedetemi però la data precisa del mio matrimonio perchè non la so. Così come non so in quale quartiere di Milano andremo ad abitare. Quello che posso dirvi è che ho già ricevuto parecchi regali (batterie da cucina, frigidaire, tappeti persiani e altro ancora) e che sappiamo chi ci arrederà la casa. Ma per il resto ne so quanto voi.

Lorenzo, portiere della squadra del ”Milan”, ed io ci conosciamo dal settembre del 1956. Una domenica mi invitarono a consegnare due mazzi di fiori ai capitani della "Fiorentina” e del ”Milan”. La partita si giocava a San Siro; io ero già da alcuni mesi a "Lascia o raddoppia?”. In mezzo al campo, mi vennero presentati ad uno ad uno i ventidue giocatori: fra questi c’era anche lui. Esattamente dieci giorni dopo, Lorenzo era a casa mia per conoscere i miei genitori, tifosi dell' ”Inter”, tra l’altro; e dopo due mesi ci fidanzavamo ufficialmente.

Dopo aver preso parte ai film "La voce che uccide” e "Totò a Lascia o raddoppia", Edy Campagnoli girerà in febbraio "Nicolino 103” (una pellicola del genere di "Marcellino pane y vino") e a maggio, sotto la regia di Mario Soldati, "La diva in vacanza”.

Tutta qui la mia storia sentimentale, semplice e modesta; nè avrebbe potuto essere diversamente. Io sono figlia di una sarta e di un rappresentante di commercio, di accessori per auto per la precisione. Sono nata a Milano ventitré anni fa e ho cominciato a lavorare come "mannequin”, in ciò consigliata da mia madre, a diciassette anni.

Finite le magistrali in una scuola di Milano, le necessità della vita mi imposero di lavorare: le mie aspirazioni, in quei momenti, non andavano più in là delle lunghe e faticose sfilate di moda. Con quello che mi guadagnavo mostrando sulle passerelle vestiti belli e brutti. andavo a scuola di lingue. Studiavo inglese, francese e cultura varia al "Circolo Filologico” di Milano. E, se ne avessi avuto il tempo e le possibilità, avrei anche frequentato l'Università Bocconi appunto per meglio approfondirmi nella conoscenza delle lingue.

Dietro questo mio desiderio, c’era una ragione molto valida: fare la "hostess” per girare, vedere e capire come deve essere capito il mondo. Ciò che avevo letto sui libri di testo mi aveva soltanto spinto ad una curiosità quasi morbosa. Avrei voluto vedere con i miei occhi ciò che i libri descrivevano e per far questo, senza soldi com’ero — i miei non sono mai stati ricchi e certamente non lo diverranno in avvenire — non c’era che una soluzione: fare la "hostess”.

Ma le esigenze e, lo confesso, le ambizioni della vita mi presero e mi incamminarono su un’altra strada. Un giorno, assieme ad altre "mannequins”, venni chiamata per prendere parte ad una rubrica televisiva settimanale di moda. Fu un avvenimento insolito per me ma che avrebbe anche potuto restare isolato. E per diverse settimane lo fu.

Dopo qualche mese, però, accadde l’imprevisto. Avevo avuto una piccolissima parte, e sempre come indossatrice, nella rivista televisiva "Ti conosco mascherina" ed evidentemente qualcuno mi aveva notato. Accadde così che una
mattina, mentre percorrevo uno dei tanti lunghi corridoi della sede R.A.I.-TV di Milano per andare in cassa a prelevare il mio compenso di "mannequin televisiva”, incontrai due dirigenti della TV. Uno di essi, il dottor Puntoni, mi chiese se volevo accettare la proposta di fare qualcos’altro alla televisione.

Naturalmente dissi di sì e l’indomani sostenni un "provino generale”. Proprio in quei giorni, "Lascia o raddoppia?" perdeva la sua prima annunciatrice e la Televisione cercava una ragazza che potesse sostituirla. Era il 1956.

Una mattina, mentre a casa stavo mettendo ordine alla mia stanza, sentii squillare il telefono. «La assumiamo per "Lascia o raddoppia?”, mi dissero; passi nel pomeriggio per firmare il contratto e per prendere gli ultimi definitivi accordi».

Per una settimana in casa mia ci fu il caos. Nessuno capiva più niente; la portinaia non sapeva che fare, i fotografi e qualche giornalista invasero la casa; i mobili vennero spostati come per un trasloco da una stanza all’altra e persino sul pianerottolo di casa. Mia madre non stava più nella pelle e io, lo confesso, mi sentivo contenta e terrorizzata allo stesso tempo.

Tre giorni prima di debuttare come annunciatrice di "Lascia o raddoppia?’’, venne da me un fotografo. Eravamo in gennaio e faceva molto freddo. Per le strade c’era la neve. Esigente come nessun altro, ad un
certo momento quel fotoreporter pretese che indossassi abiti da sera, leggeri e scollati, per posare sul mio balcone di casa. Non seppi dire di no: il sapere che quelle foto sarebbero poi state pubblicate sui giornali mi lusingava. Presi la bronchite e quando andai per la prima volta in vita mia a "Lascia o raddoppia?” avevo quaranta e uno di febbre. Nè una linea di meno nè una in più.

Ma non lo dissi a nessuno, neppure a mia madre per paura che mi cacciasse sotto le lenzuola e per paura soprattutto, che la TV venisse nella determinazione di sostituire anche me. Presentai i vari concorrenti ma alla fine di quella lunghissima trasmissione, rientrata tra le quinte, caddi a terra svenuta come un sacco vuoto. Quando mi risvegliai, mi parve di sentire crollare tutto intorno a me. Per quanto mi facessi coraggio e pensassi a mantenermi calma, sentivo dentro di me una voce che mi diceva: «Tu, qui, ci verrai ancora una volta o due al massimo, poi riprenderai a fare la "mannequin”».

E, invece, per fortuna, le cose sono andate diversamente. Da quel giorno, tuttavia, cominciarono per me giorni lieti e giorni malinconici. Io, al microfono. dicevo ciò che dovevo dire e non una parola di più: la mia voce si sentiva di rado unicamente per esigenze di copione e di rubrica. Ma non tutti lo capirono tanto che ben presto ci fu chi si prese gioco di me. Mi chiamarono persino "Tulilem-blem-blum”’ parodiando le presentazioni cui ero chiamata a fare dei vari concorrenti che partecipavano al gioco. Dissero che non sapevo pronunciare due parole in croce, sorridevano vedendomi e pensavano a me come a un’oca.

Lorenzo Buffon ha ventisette anni ed è portiere del "Milan”. I due si conoscono da un anno e mezzo. Se Buffon, come in un primo tempo sembrava, fosse stato trasferito, nell’agosto scorso, dal "Milan" ad altra società, i due si sarebbero sposati subito. La Campagnoli sta sostenendo in questi giorni gli esami per debuttare alla televisione come annunciatrice. Quasi sicuramente, col mese di febbraio, la vedremo al fianco di Marisa Borroni, di Nicoletta Orsomando e di altre ancora. Una delle aspirazioni extratelevisive di Edy è di aprire a Milano, e naturalmente dirigere, un istituto di bellezza. Ha ventitré anni.

Non è che tutto ciò non mi facesse dormire. Questo no. Però mi spiaceva. Soprattutto mi indisponeva il fatto che molte persone fossero arrivate a giudicarmi con troppa fretta e, quel che è peggio, senza neppure conoscermi. Intendiamoci: non è che io sia un genio. Tutt’altro. Però non sono neppure il ’Tulilem-blem-blum” che molti mi volevano e magari ancora mi vogliono.

Da mio padre, soprattutto, ho ereditato una grande dote: la pazienza. Saper aspettare è sempre stato il mio forte. Adesso non pensate che io abbia maturato, quando mi vedevo così mal giudicata, propositi di grande vendetta. No. Però, ad una piccola rivincita, modesta e semplice come del resto è sempre stata tutta la mia vita, questo si. E quel giorno potrebbe anche essere vicino, molto vicino.

In fondo, lo riconosco, io devo la mia popolarità proprio al fatto di aver sempre parlato poco e di aver fatto parlare molto, conseguentemente, gli altri. Sta a me dimostrare ora che questa popolarità posso conservarla e rafforzarla anche in un’altra maniera: aprendo la bocca, parlando, cioè, per dire cose che non abbiano la brevità di un nome, di un cognome e di un luogo di provenienza. E, proprio per arrivare a questo, mentre c’era chi si burlava di me, io studiavo recitazione con Germana Paolieri. Per sei mesi, di giorno o di notte, finite le estenuanti sfilate di moda, questa eccellente e paziente attrice veniva a casa mia per darmi lezioni. Aveva sentito la mia voce — qualcuno che ascoltava con altro spirito quelle poche parole che dicevo ogni giovedì sera c’era, evidentemente — e mi aveva sottoposto ad un "provino” facendomi leggere alcune poesie. Superai quella non difficile prova e affrontai l'altra, quella appunto della recitazione.

Vinta anche questa, almeno secondo la Paolieri, ora mi piacerebbe affrontarne un’ altra ancora, quella ben più impegnativa della prosa. Non nascondo, infatti, che alla televisione una commedia facile e non estremamente complessa mi piacerebbe interpretarla: alla "Maestrina” di Dario Niccodemi, ad esempio, ho pensato diverse volte. Non è questa una prova a cui tenga particolarmente perchè le mie ambizioni sono ben delimitate da un cerchio ristretto, ma potrebbe sempre essere un’esperienza in più.

Ma ora, il personaggio che mi attende, quello a cui tengo più di tutti, è ben più impegnativo e arduo. Da quest’estate, e per sempre, mi attenderà la parte di moglie. Se saprò interpretare bene quella, il mio scopo nella vita sarà raggiunto.

E. C., «Tempo», anno XX, n.6, 6 febbraio 1958


Stefania Miretti, «La Stampa», 7 febbraio 1995


E' morta ieri a Milano l'"angelo biondo" di Bongiorno nel popolarissimo quiz degli anni cinquanta. Aveva 60 anni, era stata colpita da un ictus

Addio Edy Campagnoli, dolce valletta "muta"

Mike: "il successo di 'Lascia o raddoppia' si deve anche alla sua discrezione". Aveva vinto un concorso di miss nel ’52. Il presentatore la incitava inutilmente a parlare: cominciò con una papera. Marianini, mitico concorrente: «Meglio lei delle conduttrici logorroiche di oggi». Sposò il calciatore Buffon

MILANO — Ieri, nella sua casa milanese, è morta Edy Campagnoli, 60 anni. E' stata la prima valletta celebre della tv (in «Lascia o raddoppia?»), popolare anche per aver sposato in prime nozze Lorenzo Buffon, portiere della nazionale di calcio. Da tempo soffriva di disturbi renali e si sottoponeva a dialisi. Negli ultimi mesi ha subito due ictus: il primo a ottobre, il secondo 20 giorni fa. Lascia il secondo marito, Alberto Manicardi, e la figlia Patricia, di 33 anni. Domani i funerali, nella chiesa di San Babila.

Enrico Parodi, «Corriere della Sera», 7 febbraio 1995


L'ex marito: mi liberavo dal Milan per andare da lei alla RAI

Davide Frattini, «Corriere della Sera», 7 febbraio 1995


Filmografia

Totò lascia o raddoppia? di Camillo Mastrocinque (1956)
La voce che uccide di Aldo Colombo (1956)
I miliardari di Guido Malatesta (1956)
I complessi, epis. Guglielmo il dentone, di Luigi Filippo D'Amico (1965)


Riferimenti e bibliografie:

Sintesi delle notizie estrapolate dagli archivi storici dei seguenti quotidiani e periodici:

  • «Tempo», 1956
  • E. C., «Tempo», anno XX, n.6, 6 febbraio 1958
  • Stefania Miretti, «La Stampa», 7 febbraio 1995
  • Enrico Parodi, «Corriere della Sera», 7 febbraio 1995
  • Davide Frattini, «Corriere della Sera», 7 febbraio 1995