Cardinale Claudia (Cardinale Claude Joséphine Rose)
Nome d'arte di Claude Joséphine Rose Cardinale (Tunisi, 15 aprile 1938), è un'attrice italiana.
È stata definita l'attrice italiana più importante emersa negli anni sessanta ed è stata l'unica a conseguire una notorietà internazionale paragonabile a quella di Sophia Loren,[2] o di Gina Lollobrigida, entrambe facenti parte della precedente generazione di attrici negli anni cinquanta. La stampa internazionale l'ha spesso definita la donna più bella del mondo durante quel decennio.
La sua «bellezza in pari tempo solare e notturna, delicata e incisiva, enigmatica e inquietante» è stata utilizzata e valorizzata dai maggiori autori dell'epoca d'oro del cinema italiano. Si ricordano in particolare le sue interpretazioni per Visconti (Il Gattopardo, Vaghe stelle dell'Orsa), Fellini (8½), Bolognini (Il bell'Antonio, La viaccia, Senilità), Zurlini (La ragazza con la valigia), Comencini (La ragazza di Bube), Sergio Leone (C'era una volta il West), Luigi Zampa (Bello, onesto, emigrato Australia sposerebbe compaesana illibata), Luigi Magni (Nell'anno del Signore) e Damiano Damiani (Il giorno della civetta).
Nel 1984 vince il Premio Pasinetti alla miglior attrice alla 42ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia per Claretta. Ha inoltre vinto il Leone d'oro alla carriera, l'Orso d'oro alla carriera al Festival di Berlino, 5 David di Donatello e 5 Nastri d'argento.
Come le altre attrici della sua generazione, ha incarnato un nuovo modello femminile, una donna volitiva e battagliera, che vuole essere libera e indipendente, afferma la proprietà di se stessa ed aspira ad un ruolo paritario nei rapporti affettivi e professionali.
Compagna per oltre un decennio del produttore cinematografico Franco Cristaldi, principale artefice della sua carriera, dalla metà degli anni settanta è legata al regista Pasquale Squitieri e dalla fine degli anni ottanta risiede stabilmente in Francia. Ha due figli, Patrick e Claudia junior. Nel 1979 diventa nonna.
La rassegna stampa
Claudia Cardinale attrice suo malgrado
Sono stati necessari un anno e tre viaggi in aereo per riuscire a convincere la bellissima italo tunisina ad esordire sullo schermo.
Roma, ottobre.
Con tante ragazze che non aspirano ad altro che a fare del cinema, il caso di Claudia Cardinale è veramente fuori dell'ordinario. A Hollywood, ad esempio, dove per quanto riguarda la biografia delle attrici le sparano talvolta piuttosto grosse, qualunque agente pubblicitario sarebbe orgoglioso di attribuirsi la paternità della storia di Claudia. Invece questa vicenda è vera. Cominciò un giorno in cui a Tunisi si svolse un trattenimento damante. Tunisi è una città molto borghese c Claudia che è figlia di un ferroviere tunisino di origine siciliana, era una delle tante ragazze invitate. Claudia partecipò quasi per g.oco. sotto gli occhi vigili dei genitori, al concorso di bellezza che si svolgeva in seno alla festa per eleggere la più bella italiana di Tunisi. Vinse il concorso, ma questo suo successo non avrebbe a-vuto alcun seguito se proprio in quei atomi non si tosse trovata a Tunisi una delegazione di attori e registi italiani per la «Settimana» del nostro cinema all’estero. I dirigenti di «Unitalia» rimasero colpiti dalla seducente bellezza della giovane «miss» e te offrirono un viaggio-premio di cinque giorni a Venezia durante il Festival del cinema.
Terminati gli studi liceali, Claudia partì per Venezia dove durante il suo breve soggiorno i fotografi non la lasciarono mai in pace. Nel frattempo ella rispose cortesemente di no alle richieste di alcuni registi che intendevano farla esordire sullo schermo. In seguito ci sono voluti un anno e tre viaggi in aereo per convincere Claudia ed i suoi genitori a farle tentare la carriera dell'attrtce. comunque la sua incredibile storia di ragazza che prima rifiutava insistentemente il successo e ta ricchezza per stare vicino ai suoi, per non tradire le sue abitudini, piacque ad alcuni giornalisti americani che la descrissero diffusamente, additando Claudia come esempio che il cinema non è sempre il più forte, anche se in ultima analisi si è poi dimostrato tale.
In quest'ultimi mesi Claudia Cardinale ha partecipato all’interpretazione di «I soliti ignoti». In questo film che ha già ottenuto un premio al Festival di San Sebastiano ed una lusinghiera affermazione alla Mostra fuori concorso di Venezia, Claudia ha¦ lavorato accanto ad una sfilza di attori come Gassman, Totò, Renato Salvatori, Rossana Rory, Memmo Carotenuto, Marcello Mastroianni ed altri. Perciò si spiega l’entusiasmo con cui la nuova attrice ora ne parla, sollecitata da alcune domande; «Sono particolarmente lieta di aver collaborato all'interpretazione di questo film perché è in regola anche sul piano dell'umorismo; un umorismo con un sottofondo di amarezza più diffuso che esplicito. La vicenda è a mezz’aria tra la realtà e la fantasia, immune da quelle grossolanità e quegli scadimenti che spesso guastano i films comici italiani. Come dice il titolo, «l soliti ignoti» è una storia di ladri, per essere esatti una divertente ballata ladresca, che esplora il mondo della malavita dall’interno e che si sviluppa sulla linea di un garbato umorismo. La vicenda trae spunto dalla' tradizionale espressione giornalistica che dà il titolo al film. Chi sono in realtà «I soliti ignoti?» Sono anche loro uomini con un volto, uno stato civile, una personalità; con debolezze, affetti e passioni e. anche, una più o meno solida coscienza professionale.
Il film è tutto imperniato sulla preparazione e su l'esecuzione dì un «colpo» notturno, intendendo far uscire questa gente dall'anonimato e, paradossalmente, introdursi nella sua mentalità, nel suo gergo, nelle sue grandi professioni. E la morale, se ce n’è una, è che il mestiere di ladro esige coscienza e serietà come ogni altro lavoro.
Il regista del film, Mario Monicelli, ha già pronosticato per Claudia Cardinale una brillante carriera. E i registi, com’è noto, difficilmente si sbagliano nel fare previsioni del genere. Ne sa qualcosa la giovane Carla Gravina che avendo preso parte all’interpretazione di «I soliti ignoti», è ormai divenuta amica affezionata di Claudia, alla quale ha narrato come Blasetti un giorno l'abbia scoperta per affidarle il noto ruolo di «Amore e chiacchiere». Si sa come vanno queste cose. Basta farsi notare ed apprezzare nei primi films, il resto viene da sé. Ora Claudia Cardinale, attrice suo malgrado, comincia a rendersi conto che si può resistere fino a un certo punto al cinema, e ci si può trovare poi immersi fino al colto nello stesso, quasi senza accorgersene. E ciò è appunto quanto le sta accadendo.
In un primo tempo Claudia rifiutava il cinema non perchè le dispiacesse fare l’attrice, ma perchè credeva che non si potesse diventarlo così, da un giorno all’altro, e quindi era molto scettica sulle varie offerte che le erano state fatte. Avendo ormai superato anche questo suo «complesso», Claudia se non i impegnata di fronte alla macchina da presa, studia tutto ciò che le può giovare agli effetti della recitazione. E’ una ragazza abbastanza colta c intelligente per capire che oggi non basta più per ottenere una lusinghiera affermazione essere soltanto una bella figliola. Per durare, nel cinema, occorrono altre doti. Bisogna saper recitare, insomma. Il pubblico si è ormai fatto troppo scaltro. Sa scegliere i film e le attrici a ragion veduta. Perciò molti la considerano come una sicura promessa del cinema italiano.
Gino Barni, «La Gazzetta di Mantova», 2 ottobre 1958
«Il Musichiere», 7 gennaio 1960 - Claudia Cardinale
Se mi dicessero: "abbiamo scherzato..."
È stato tre anni fa; il quattro settembre 1957, vincitrice di un concorso, mi affacciai per la prima volta al mondo del cinema. Sono date che una ragazza ricorda. Avevo avuto come premio un soggiorno a Venezia durante il Festival e qualche fotografo mi dedicò un flash credendomi un’attrice. Quando andai al Palazzo del Cinema la prima sera vi si presentava Le notti bianche di Luchino Visconti e il film mi fece grande impressione; quest'anno apparirò io stessa sullo schermo del Palazzo del Cinema, in un film di quel medesimo regista che ammirai tre anni fa. Naturalmente la cosa mi rende ansiosa e preoccupata, non per quanto si dirà di me come attrice ma per la sensazione di essere al posto di qualcun altro: non è facile abituarsi all’idea di aver interpretato Rocco e i suoi fatelli e di affrontare tra poco Carmen, sempre con Visconti.
Se il mio vicino, nel corso della serata di gala, dovesse dirmi: * Guarda che abbiamo scherzato, toma indietro e rimettiamo il contachilometri a zero » forse lo troverei naturale. Nel film di Maselli, I delfini, il secondo in cui apparirò alla mostra, impersono una ragazza della piccola borghesia provinciale, che ha sempre desiderato di guardare « oltre il muro », cioè dove vivono i « delfini », i giovani esponenti della borghesia ricca. Poi Federa, la ragazza del film, riesce a superare la barriera che la divide da quei suoi coetanei più fortunati, ma le resta sempre la sensazione d’imbarazzo. Una sensazione che mi accompagnerà a Venezia.
In questi tre anni ho fatto dei film, ho cercato di imparare alcune cose e ciò ha fatto trascorrere i mesi molto in fretta. Praticamente devo fare uno sforzo per rendermi conto che è passato del tempo da quando ero semplice spettatrice al cinema e guardavo le attrici sullo schermo con ammirazione, ma anche con un senso di panico al pensiero che avrei potuto trovarmi al loro posto (pensiero che ogni ragazza ha avuto, almeno qualche volta, nel buio d’una sala cinematografica: poi s’accende la luce e tutto toma normale, l’attrice lontana e la spettatrice al proprio posto, in platea).
Venezia mi ha portato fortuna la prima volta e spero che mi porti fortuna anche adesso; spero cioè d’essere la sola, rannicchiata nella mia poltrona di spettatrice, a pensare che non avrei mai dovuto compiere il salto che divide il pubblico dallo schermo.
Claudia Cardinale, «Epoca», anno XI, n.516, 21 agosto 1960
Sono ottimista contenta e felice
Con queste parole Claudia Cardinale - che ha raggiunto in breve tempo la popolarità delle più applaudite dive internazionali - ha festeggiato il suo ventitreesimo compleanno. La giovane attrice sta per iniziare sotto la guida di Visconti la più impegnativa prova della sua carriera nel “Gattopardo”
Roma, aprile
Non vi sembra di averla sempre conosciuta e di aver sempre sentito parlare di lei? Eppure sono appena quattro gli anni che Claudia Cardinale ha dedicato alla carriera cinematografica. «Quale desiderio ha espresso spegnendo le ventitré candeline?».
«Mi sono preoccupata di spegnerle tutte... poi ho espresso dei desideri, seri, che riguardano il mio lavoro».
Claudia Cardinale sorride ai suoi ventitré anni. L’attrice ha festeggiato il compleanno nella sua casa romana circondata dai familiari (alla sua sinistra si riconosce, nella foto, il più giovane dei suoi fratelli, Adriano), prima di partire per la Sicilia dove Luchino Visconti sta per iniziare ”Il gattopardo”, il film tratto dal fortunato libro di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, in cui Claudia sosterrà la parte di Angelica.
«E’ contenta della sua carriera?».
«Sì, va tutto bene, mi sembra... abbastanza bene. Sono felice di aver fatto quello che ho fatto. Non ho avuto delusioni. I miei ammiratori mi hanno mandato più lettere di quante non ne avessi mai ricevute... E così mi sono accorta che tutti sanno quando sono nata. Che rabbia! Non posso più dire di avere diciotto anni!».
«Quanti se ne sente di anni?».
«Dipende dai giorni... Ma in genere me li sento tutti. Ed è una strana impressione. Mi piacerebbe averne meno».
Il successo non ha guastato il carattere di Claudia Cardinale che ha conservato la fresca spontaneità di quando era studentessa all’Istituto magistrale di Tunisi. Anche Bianche Cardinale si prepara a seguire l’esempio della sorella e frequenta una scuola di recitazione per attrici drammatiche. In meno di quattro anni, da quando cioè è apparsa per la prima volta sullo schermo sostenendo una piccola parte nei "Soliti ignoti", Claudia ha interpretato una ventina di film, quasi tutti di notevole successo, ed ha lavorato sotto la guida dei più celebri regi sti, da Visconti a Germi, da Monicelli a Bolognini, da Maselli a Zurlini. La sua popolarità è in continua ascesa anche all’estero: in Francia, dove è apparsa recentemente nei "Leoni scatenati" al fianco di Michele Morgan ed in Inghilterra dove si recherà nel prossimo luglio, appena terminato ”Il gattopardo”, per interpretare, sotto la direzione di Joseph Losey, un nuovo film: "La stanza ammobiliata"
«Sono tanti ventitré anni?».
«Non lo so, lei che cosa ne dice?».
«Non me li ricordo più».
«Lo so che non sono molti... ma per la prima volta mi sono accorta di aver superato imo dei traguardi della vita: i venti anni. Sono pochi.. Ma un traguardo è passato».
«Si sente differente rispetto a quando ne aveva diciotto?».
«Certo. Sono successe molte cose... Chi l’avrebbe detto allora che sarei stata presentata alla Regina d’Inghilterra e al Presidente Gronchi? Ma, a parte questo, devo dire che non sono mai stata una ragazzina».
«Quanti colleghi le hanno fatto gli auguri?».
«Nessuno».
«Lei li fa ai suoi colleghi?».
«No, perchè non conosco le loro date di nascita... e poi fare gli auguri a uno che invecchia non sempre è carino».
«Qual è l’augurio che si è fatta per il ventiquattresimo compleanno?».
«Nessun augurio... a meno che non vogliamo parlare di film. Sto benissimo, non posso chiedere di più. Io sono ottimista, contenta e felice».
Franco Calderoni, «Tempo», anno XXIV, n.17, 28 aprile 1962
Il cinema è una giungla soltanto per chi vuole essere una "pantera"
Claudia Cardinale non conosce ostacoli nella sua brillante carriera
ROMA, dicembre
Con tante ragazze che non aspirano ad altro che a fare del cinema, il caso di Claudia Cardinale diventa sempre più straordinario. A Hollywood dove per quanto riguarda la biografia delle attrici qualche volta le sparano piuttosto grosse, anche il più noto «talent scout» sarebbe orgoglioso di attribuirsene la paternità senza ricorrere alle solite note romanzate. Qualcuno l’ha giustamente definita la a diva involontaria». Venuta su dal nulla, senza nulla pretendere e vantare, timida e un pò sorniona, nel Volgere di pochi anni si è affermata sul piano internazionale, passando con estrema disinvoltura e convinzione dalla Barbara di Brancati all Angiolina di Svevo, dalla Bianca di Pratesi all'Angelica di Tomasi di Lampedusa, fino alla Mara di Carlo Cassola.
«Nei primi tempi — confessa l'attrice — mi accadeva talvolta di rimpiangere Tunisi e la mia vita di spensierata studentessa senza grandi ambizioni e soprattutto senza responsabilità. Ci riuscirò? — mi domandavo un pò smarrita pensando a quali e quante difficoltà mi attendevano nel corso ' della mia attività artistica. Poi. dopo i primi successi, mi sentii più sicura, decisa ad affrontare qualsiasi ostacolo facendo del mio meglio per superarlo.
Questo non vuol dire però che anch’io non abbia pronto timori e perplessità prima di portare sulle schermo alcuni dei miei personaggi più impegnativi. Quello di Tara, soprattutto, cui ho dato vita in «La ragazza di Bube» tratto dall'omonimo romanzo di Cassola e diretto da Comencini, mi ha dato in primo tempo molte preoccupazioni. Qui, infatti, non si trattava di impersonare una figura scaturita soltanto dalla fantasia di uno scrittore ma di un personaggio vero, reale, tutt’ora vivente e che a suo tempo con l’avventurosa e commovente vicenda di cui fu protagonista riempi la cronaca dei giornali, prima ancora che Cassola ne facesse l’eroina del suo romanzo. Com’è noto, Mara in realtà si chiama Nada Sandri, ha sposato Bube con il quale ora abita a Pontassieve in una casetta di due stanze...».
Il soggetto del film — ha dichiarato lo stesso regista Comencini — è pressocchè identico nelle sue linee essenziali alla trama del fortunato romanzo. Nell'insieme si tratta di una storia d’amore, di un amore coraggioso e tenace i cui autentici protagonisti vivono tuttora in Toscana dov’è appunto ambientata ia vicenda. E poiché le storie d’amore oggi diventano sempre più rare, specie nell’epoca della cosiddetta alienazione, tanto che si ritrovano soltanto nei fumetti e nei romanzi di molti anni fa o in quei pochi ambientati in provincia come avviene nel libro di Cassola, Claudia Cardinale è molto soddisfatta di aver potuto interpretare un personaggio tanto singolare.
«Mara si è battuta in una situazione estremamente drammatica — dice l'attrice — Attraverso una lunga serie di sacrifici e rinunce ha mostrato quanto possa essere profondo e duraturo l’amore di una donna per l’uomo sfortunato cui improvvisamente ha deciso di legarsi per sempre, malgrado debba attendere che egli sconti la sua lunga condanna in carcero per aver commesso un delitto politico nel clima arroventato del primo dopoguerra ...».
Com’è noto Bube (interpretato nel film da George Chakiris) è un ex partigiano che nell’immediato dopoguerra si trovò coinvolto in una sanguinosa avventura uccidendo il figlio del maresciallo dei carabinieri del suo paese. Dovette nascondersi per sfuggire alla cattura.
Nel frattempo Mara che già lo conosceva ma che era stata piuttosto insensibile alla sua corte, ora che egli è in pericolo, braccato, solo, forse in preda ai primi rimorsi, sente di amarlo. Bube scompare, rifugiato non si sa dove. Mara conosce un altro giovane e comincia ad affezionatisi, ma d’improvviso Bube viene arrestato. Espulso dalla Francia viene tradotto a Firenze, processato e condannato a 14 anni. Ora la verità che Mara cercava di nascondere a se stessa, le si rivela. E’ sempre innamorata di Bube. Perciò lo aspetterà, giorno per giorno. Non lo abbandonerà mai.
Claudia Cardinale è la più evidente dimostrazione, contro tutti i luoghi comuni fatti di chiacchiere e di pettegolezzi, che il cinema è una giungla soltanto per chi vuol essere una pantera e che non è necessario rinunciare a certe qualità naturali e corrompersi per raggiungere il successo Tutti sanno che la nostra giovane attrice è seria, timida ed estremamente riservata. Non fuma e non sa neppure guidare l’automobile. Detesta i «flirt» e crede nel vero amore. Non lo ha ancora incontrato comunque. La verità è che non ne ha avuto neppure il tempo o l’opportunità. presa com’è continua-mente dal lavoro attraverso il quale passa da un film all’altro.
Gino Barni, «La Gazzetta di Mantova», 5 dicembre 1963
«Noi donne», anno XXIII, 25 ottobre 1968 - Claudia Cardinale
Un anticipo di vacanza però con divieto di tintarella
In Australia per un film con Sordi, Claudia Cardinale si era presa un bungalow a Dunk Island. Ora che è tornata (senza abbronzatura perchè glielo impone il contratto) dice: «Era così bello, ma ormai anche questo Paese sta cambiando»
Bella, famosa, rotonda e tenera come un ricciolo di burro, intelligente anche grazie a Moravia che in un ormai famoso "incontro” la fece passare — astutamente — per stupidina: Claudia Cardinale potrebbe ispirare aggrovigliatissimi pettegolezzi. Invece se si parla di lei è unicamente perchè fa un nuovo film. Ad esempio, per due mesi è stata in Australia, con Alberto Sordi, per la "Volpe volante”. Di questo film si sa tutto, la storia (un emigrato cerca moglie per corrispondenza e dall'Italia gli arriva una prostituta), il costo (un miliardo) perfino la data d’uscita (Natale) ; molti ne scrivono, i quotidiani più seri gli dedicano fotografie. Eppure mai che a nessuno venga in mente di dire, per esempio la Cardinale si è innamorata di Sordi. Delle altre attrici si dicono cose del genere, ma forse perchè un fondo di verità c’è sempre. Riferito a lei niente è più impensabile di un amore extraconiugale. Eppure Sordi è mica da buttar via, scapolo, ricchissimo, 51 anni, un tempo parve che perfino Silvana Mangano si fosse innamorata di lui. Perchè non è possibile che piaccia anche a Claudia Cardinale? Macché. Per inventare un pettegolezzo su di lei, un giornalaccio uscito da poco s’è arrampicato sugli specchi e ha scritto la bugia più trita: vorrebbe tanto avere un altro figlio, ma poverina non può per la sua situazione irregolare. La Vides ha replicato con una lettera in cui spiegava: 1) la signora Cardinale non desidera altri figli; 2) la sua situazione è regolarissima avendo sposato il produttore Cristaldi all’estero. Alla Vides bisogna credere: appartiene proprio al marito dell’interessata.
Non c’è che da riportare ciò che racconta. Di sè non vuole dire niente, non vuol dire per esempio se sposa un’altra volta o no il suo produttore. Ora che Cristaldi ha ottenuto il divorzio italiano da Rosa Simonetti, lo potrebbe fare. Forse anzi lo ha già fatto. Ma tutti sanno come sia brava a mantenere i segreti. Tre anni fa il pubblico la credeva una ragazzina e invece se la ritrovò con un figlio di 8 anni. Parla però volentieri dell’Australia, uno dei pochi posti dove non era ancora stata. E’ interessante ascoltarla, l'Australia è così di moda, i giornali ospitano continuamente pagine di pubblicità che dicono: "Venite a vivere qui”; sicuramente nei prossimi anni molte persone andranno a lavorare laggiù e forse ad arricchirsi.
In Australia mi hanno molto colpito le casette tutte circondate da prati d’erba che non è erba ma plastica
Signora, ci vuole dire com’è l’Australia?
«Com’è veramente si vedrà benissimo dal film "La volpe volante”: Sordi è un elettricista che ripara i fili della corrente continuamente rotti da animaletti chiamati appunto volpi volanti. In definitiva un povero cristo che lavora duramente come fuori dal mondo, sempre in macchina per via di quelle grandi distanze. Decide di prendere moglie ma non può sposare ragazze di lì. sono troppo diverse, troppo lontane da lui. Si accontenta di una prostituta venuta dall’Italia semplice-mente perchè in lei ritrova la terra lontana. E’ proprio questo il dramma dei nostri emigrati: ne ho conosciuti tanti, tutti vogliono guadagnare in fretta quello che servirà a costruirsi un’altra vita. Poi sognano di tornare. Invece restano, impegnati nella "Australian way of life”: la casetta comperata in tre anni di lavoro, la casa del vicino almeno a dieci metri; e sempre una girandola di biancheria da asciugare, le cassette di coca-cola vuote, le carrozzelle di bambino, l’odore della carne gettata sulla griglia, la polvere rossa che rende paonazzi un po’ tutti, i prati da annaffiare con l’acqua che costa così cara. Così hanno il prato finto, di plastica; solo i miliardari hanno i prati fatti di erba vera. E questo dappertutto: nelle megalopoli di Sydney, Melbourne, Brisbane, Adelaide, Perth (dove si pigiano i tre quarti dei dodici milioni e mezzo di australiani), e anche nel resto del continente abitato però da piccolissimi gruppi».
Però è Australia anche Dunk Island, dove lei ha passato questa vacanza, prima di tornare in Italia.
«Sì, e lì era bello davvero. Sembrava la Tunisia dove sono cresciuta. Di diverso c’era soltanto che dovevo star sotto le palme, che non posso abbronzarmi, per contratto. Però, vede, in Australia accade quello che accade in Europa: sono poche le "ultime spiagge", i paradisi puliti in un mondo inquinato. L'Australia è pulita dove è assolutamente spopolata, ma dove è popolata, Io è in un modo così urbanizzato da creare condizioni di inquinamento identiche alle nostre. Purtroppo gli austrialiani sanno che è vicina la fine del "bush”, la gran macchia di arbusti e di eucalipti che la ricopriva tutta. Io ho visto tanti eucalipti spelacchiati, tanti arbusti secchi dove stanno accovacciati soltanto corvi e sparvieri».
Sandro Villa, «Tempo», anno XXXIII, n.21, 22 maggio 1971
Filmografia
Cinema
I giorni dell'amore (Goha), regia di Jacques Baratier (1958)
I soliti ignoti, regia di Mario Monicelli (1958)
3 straniere a Roma, regia di Claudio Gora (1958)
La prima notte, regia di Alberto Cavalcanti (1959)
Il magistrato, regia di Luigi Zampa (1959)
Un maledetto imbroglio, regia di Pietro Germi (1959)
Audace colpo dei soliti ignoti, regia di Nanni Loy (1959)
Su e giù per le scale (Upstairs and Downstairs), regia di Ralph Thomas (1959)
Anneaux d'or, regia di René Vautier (1959) - Cortometraggio
Il bell'Antonio, regia di Mauro Bolognini (1960)
Vento del Sud, regia di Enzo Provenzale (1960)
La battaglia di Austerlitz (Austerlitz), regia di Abel Gance (1960)
Rocco e i suoi fratelli, regia di Luchino Visconti (1960)
I delfini, regia di Citto Maselli (1960)
La ragazza con la valigia, regia di Valerio Zurlini (1961)
La viaccia, regia di Mauro Bolognini (1961)
I leoni scatenati (Les lions sont lâchés), regia di Henri Verneuil (1961)
Auguste, regia di Pierre Chevalier (1961) - Cameo
Cartouche, regia di Philippe de Broca (1962)
Senilità, regia di Mauro Bolognini (1962)
8½, regia di Federico Fellini (1963)
Il Gattopardo, regia di Luchino Visconti (1963)
La Pantera Rosa (The Pink Panther), regia di Blake Edwards (1963)
La ragazza di Bube, regia di Luigi Comencini (1963)
Gli indifferenti, regia di Citto Maselli (1964)
Il circo e la sua grande avventura (Circus World), regia di Henry Hathaway (1964)
Il magnifico cornuto, regia di Antonio Pietrangeli (1964)
Vaghe stelle dell'Orsa, regia di Luchino Visconti (1965)
L'affare Blindfold (Blindfold), regia di Philip Dunne (1965)
Né onore né gloria (Lost Command), regia di Mark Robson (1966)
I professionisti (The Professionals), regia di Richard Brooks (1966)
Le fate, episodio Fata Armenia, regia di Mario Monicelli (1966)
Una rosa per tutti, regia di Franco Rossi (1966)
Piano, piano non t'agitare! (Don't Make Waves), regia di Alexander Mackendrick (1967)
La amante estelar, regia di Antonio de Lara (1968) - Cortometraggio
Il giorno della civetta, regia di Damiano Damiani (1968)
I contrabbandieri del cielo (The Hell with Heroes), regia di Joseph Sargent (1968)
Ruba al prossimo tuo..., regia di Francesco Maselli (1968)
C'era una volta il West, regia di Sergio Leone (1968)
Certo, certissimo, anzi... probabile, regia di Marcello Fondato (1969)
Nell'anno del Signore, regia di Luigi Magni (1969)
La tenda rossa (Krasnaya palatka), regia di Michail Kalatozov (1969)
Le avventure di Gerard (The Adventures of Gerard), regia di Jerzy Skolimowski (1970)
Fuori il malloppo (Popsy Pop), regia di Jean Herman (1971)
Bello, onesto, emigrato Australia sposerebbe compaesana illibata, regia di Luigi Zampa (1971)
L'udienza, regia di Marco Ferreri (1972)
Le pistolere (Les pétroleuses), regia di Christian-Jaque (1972)
Il clan dei marsigliesi (La scoumoune), regia di José Giovanni (1972)
Il giorno del furore (Days of Fury), regia di Antonio Calenda (1972)
I guappi, regia di Pasquale Squitieri (1974)
Gruppo di famiglia in un interno, regia di Luchino Visconti (1974) - Cameo
Libera, amore mio!, regia di Mauro Bolognini (1975)
A mezzanotte va la ronda del piacere, regia di Marcello Fondato (1975)
Qui comincia l'avventura, regia di Carlo Di Palma (1975)
Il comune senso del pudore, regia di Alberto Sordi (1976)
Il prefetto di ferro, regia di Pasquale Squitieri (1977)
Goodbye & Amen (L'uomo della CIA), regia di Damiano Damiani (1977)
L'arma, regia di Jerry Jameson e Pasquale Squitieri (1978)
Corleone, regia di Pasquale Squitieri (1978)
Una donna due passioni (La part du feu), regia di Étienne Périer (1978)
L'amante proibita (La petite fille en velours bleu), regia di Alan Bridges (1978)
Amici e nemici (Escape to Athena), regia di George P. Cosmatos (1979)
Si salvi chi vuole, regia di Roberto Faenza (1980)
La salamandra (The Salamander), regia di Peter Zinner (1981)
La pelle, regia di Liliana Cavani (1981)
Fitzcarraldo, regia di Werner Herzog (1982)
Il regalo (Le cadeau), regia di Michel Lang (1982)
Le ruffian, regia di José Giovanni (1983)
Enrico IV, regia di Marco Bellocchio (1984)
Claretta, regia di Pasquale Squitieri (1984)
La donna delle meraviglie, regia di Alberto Bevilacqua (1985)
L'estate prossima (L'été prochain), regia di Nadine Trintignant (1985)
Un uomo innamorato (Un homme amoureux), regia di Diane Kurys (1987)
Blu elettrico, regia di Elfriede Gaeng (1988)
Hiver 54, l'abbé Pierre, regia di Denis Amar (1989)
Atto di dolore, regia di Pasquale Squitieri (1990)
La battaglia dei tre tamburi di fuoco (La batalla de los Tres Reyes), regia di Souheil Ben-Barka e Uchkun Nazaro (1990)
Mayrig, regia di Henri Verneuil (1991)
Quella strada chiamata paradiso (588 Rue Paradis), regia di Henri Verneuil (1992)
Il figlio della Pantera Rosa (Son of the Pink Panther), regia di Blake Edwards (1993)
Elles ne pensent qu'à ça..., regia di Charlotte Dubreuil (1994)
Un été à La Goulette, regia di Fred Boughedir (1996) - Cameo
Sous les pieds des femmes, regia di Rachida Krim (1997)
Stupor Mundi regia di Pasquale Squitieri (1997)
Riches, belles, etc., regia di Bunny Godillot (1998)
Un café... l'addition, regia di Félicie Dutertre e François Rabes (1999) - Cortometraggio
Li chiamarono... briganti!, regia di Pasquale Squitieri (1999)
And Now... Ladies & Gentlemen, regia di Claude Lelouch (2002)
Le démon de midi, regia di Marie-Pascale Osterrieth (2005)
Cherche fiancé tous frais payés, regia di Aline Issermann (2007)
Le Fil, regia di Mehdi Ben Attia (2009)
Signora Enrica, regia di Ali Ilhan (2010)
Tre destini, un solo amore (Un balcon sur la mer), regia di Nicole Garcia (2010) - Cameo
Father, regia di Pasquale Squitieri (2011)
Joy de V., regia di Nadia Szold (2011)
Gebo e l'ombra, regia di Manoel de Oliveira (2012)
Deauville, regia di Miguel Cruz Carretero (2012)
Diventare italiano con la signora Enrica, regia di Ali Ilhan (2012)
Effie, regia di Richard Laxton (2012)
Piccolina bella, regia di Anna Scaglione (2012)
El artista y la modelo, regia di Fernando Trueba (2012)
La montagna silenziosa, regia di Ernst Gossner (2013)
Joy de V., regia di Nadia Szold (2013)
Più buio di mezzanotte non può fare, regia di Sebastiano Riso (2013)
Les Francis, regia di Fabrice Begotti (2014)
Effie Gray - Storia di uno scandalo (Effie Gray), regia di Richard Laxton (2014)
Rudy Valentino-Divo dei divi, regia di Nico Cirasola (2015)
Twice Upon a Time in the West, regia di Boris Despodov (2015)
Ultima fermata, regia di Gianbattista Assanti (2015)
Una gita a Roma, regia di Karin Proia (2016)
Tutte le strade portano a Roma (All Roads Lead to Rome), regia di Ella Lemhagen (2016)
Nobili bugie, regia di Antonio Pisu (2016)
Niente di serio, regia di Laszlo Barbo (2017)
Televisione
Gesù di Nazareth, regia di Franco Zeffirelli (1977)
La principessa Daisy (Princess Daisy), regia di Waris Hussein - miniserie TV (1983)
La storia, regia di Luigi Comencini (1986)
Naso di cane, regia di Pasquale Squitieri (1986)
La rivoluzione francese (La révolution française), regia di Robert Enrico e Richard T. Heffron (1989)
Flash - Der Fotoreporter, nell'episodio Das Zweite Gesicht der Aida, regia di Gero Erhardt (1993)
Mayrig, regia di Henri Verneuil (1993)
10-07: L'affaire Zeus, regia di Richard Ciupka (1995)
Nostromo (Joseph Conrad's Nostromo), regia di Alastair Red – miniserie TV (1996)
Deserto di fuoco, regia di Enzo G. Castellari (1997)
Mia per sempre, regia di Giovanni Soldati (1998)
Élisabeth - Ils sont tous nos enfants, regia di Pasquale Squitieri (2000)
Hold-up à l'italienne, regia di Claude-Michel Rome (2008)
Il giorno della Shoah, regia di Pasquale Squitieri (2010)
Il bello delle donne... alcuni anni dopo, regia di Eros Puglielli (2017)
Documentari
La Cardinale è apparsa in diversi documentari, per raccontare se stessa e la propria carriera, o per rendere la propria testimonianza sulle personalità cinematografiche incontrate e conosciute nel corso degli anni.
Claudia Cardinale, regia di Harry Kümel (1965) - cortometraggio
Burden of Dreams, regia di Les Blank (1982) - sulla lavorazione del film Fitzcarraldo
Stelle emigranti, regia di Francesco Bortolini e Claudio Masenza (1983)
Italiani dell'altra riva (Italiens de l'autre rive), regia di Mahmoud Ben Mahmoud (1992)
Claudia Cardinale, la più bella italiana di Tunisi (Claudia Cardinale, la plus belle italienne de Tunis), regia di Mahmoud Ben Mahmoud (1994)
Cannes... les 400 coups, regia di Gilles Nadeau (1997)
Kinski, il mio nemico più caro (Mein liebster Feind - Klaus Kinski), regia di Werner Herzog (1999)
Luchino Visconti, regia di Carlo Lizzani (1999)
Vamps et femmes fatales du cinéma européen, regia di N.T. Binh (2001) - mediometraggio
Visconti, regia di Adam Low (2002)
L'ultima sequenza, regia di Mario Sesti (2003) - sul film 8½
The Magic of Fellini, regia di Carmen Piccini (2003)
Essere Claudia Cardinale, regia di Stefano Mordini (2005) - mediometraggio
Sergio Leone: The Way I See Things, regia di Giulio Reale (2006)
Marcello, una vita dolce, regia di Mario Canale e Annarosa Morri (2006)
Being Claudia Cardinale, regia di Stefano Mordini (2006)
Hollywood sul Tevere, regia di Mario Spagnoli (2009)
Pietro Germi - Il bravo, il bello, il cattivo, regia di Claudio Bondi (2009)
African cats, regia di Alastair Fothergill (voce narrante) (2011)
Belmondo, itinèraire..., regia di Vincent Perrot (2011)
L'insolito ignoto - Vita acrobatica di Tiberio Murgia, regia di Sergio Naitza (2012)
Gli anni delle immagini perdute, regia di Adolfo Conti (2012)
Alberto il Grande, regia di Carlo Verdone (2013)
Alfredo Bini, ospite inatteso, regia di Simone Isola (2015)
Belmondo par Belmondo, regia di Regis Mardon (2016)
Teatrografia
La Venexiana, regia di Maurizio Scaparro (2000)
Come tu mi vuoi, regia di Pasquale Squitieri (2002-2003)
Doux oiseaux de jeunesse, regia di Philippe Adrien (2005)
Lo zoo di vetro, regia di Andrea Liberovici (2006-2007)
La strana coppia, regia di Antonio Mastellone (2017-2018)
Doppiatrici italiane
Con una certa regolarità fino al 1969, più raramente fino al 1979, Claudia Cardinale è stata doppiata in lingua italiana da diverse attrici:
Rita Savagnone in Un maledetto imbroglio, Il bell'Antonio, La viaccia, Nell'anno del Signore, C'era una volta il West, Il giorno della civetta, La tenda rossa, 3 straniere a Roma, Né onore né gloria, Fuori il malloppo, Senilità, L'affare Blindfold, Piano, piano non t'agitare, I guappi
Adriana Asti in I leoni scatenati, I delfini, La ragazza con la valigia, Vento del Sud
Maria Pia Di Meo in La Pantera Rosa, La battaglia di Austerlitz
Noemi Gifuni in Ruba al prossimo tuo..., Amici e nemici
Lucia Guzzardi in I soliti ignoti, Audace colpo dei soliti ignoti
Fiorella Betti in Il magistrato
Paola Quattrini in La prima notte
Luisella Visconti in Rocco e i suoi fratelli
Solvejg D'Assunta in Il Gattopardo
Gabriella Genta in Il circo e la sua grande avventura
Paila Pavese in And Now... Ladies & Gentlemen
Stefania Romagnoli in Gebo e l'ombra
Riferimenti e bibliografie:
- Gino Barni, «La Gazzetta di Mantova», 2 ottobre 1958
- «Il Musichiere», 7 gennaio 1960
- Claudia Cardinale, «Epoca», anno XI, n.516, 21 agosto 1960
- Franco Calderoni, «Tempo», anno XXIV, n.17, 28 aprile 1962
- Gino Barni, «La Gazzetta di Mantova», 5 dicembre 1963
- «Noi donne», anno XXIII, 25 ottobre 1968
- Sandro Villa, «Tempo», anno XXXIII, n.21, 22 maggio 1971