Como Rossella

(Roma, 29 gennaio 1939 – Roma, 20 dicembre 1986) è stata un'attrice italiana.

Biografia

Esordisce giovanissima in un piccolo ma gustoso ruolo nel film Poveri ma belli (1957) di Dino Risi. Da allora interpreterà - quasi sempre in parti di contorno - un buon numero di commedie (La nonna Sabella, 1957; Lazzarella, 1957; Io, mammeta e tu, 1958), in cui però viene troppo spesso confinata nel personaggio della bella ragazza petulante e svampita, che lei riesce però ad impreziosire grazie alla sua recitazione disinvolta e alla vivace ironia.

Negli anni sessanta Rossella Como è attiva anche in teatro (nel 1965 è accanto ad Amedeo Nazzari nella commedia Hanno rapito il presidente, scritta da Dino Verde[1]) e il cinema comincia ad affidarle della parti di maggior valore, in film come 8 e 1/2 (1963) di Federico Fellini e Ti ho sposato per allegria (1967) di Luciano Salce. Il suo successo le permette di essere chiamata a presentare insieme a Silvio Noto tutti gli spettacoli del tour italiano dei Beatles, nel 1965.

Nei primi anni settanta l'attrice ha già cominciato a diradare i suoi impegni cinematografici. Nel 1973 porta con successo sulle scene uno spettacolo da lei stessa realizzato, Roma amor, in cui propone canzoni folkloristiche romane insieme a brani di Trilussa e Pasolini. L'attrice porterà questo recital in un lungo tour nell'America Latina.[2]

Nel 1983 Rossella Como torna brillantemente sullo schermo, interpretando la madre snob di Christian De Sica, nella commedia Vacanze di Natale, diretta da Carlo Vanzina.

Si spegne a soli quarantasette anni, a causa di un cancro.


Galleria fotografica e stampa dell'epoca

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In meno di un anno Rossella Como, ragazza svagata a cui tutti avevano pronosticato il più disastroso insuccesso nella vita, ha Interpretato quattro film e inventato un personaggio tra i più divertenti

Roma, novembre

«Così distratta e svagata come sei», lè diceva sempre suo padre «non riuscirai mai a farti strada nella vita. Quando ti deciderai a mettere la testa a posto, a non scambiare il giovedì con la domenica, a ricordarti i nomi delle persone che ti vengono presentate? In questo mondo nemmeno uno straccio di fidanzato sarai capace di trovarti; sappi che oggi il mondo non è fatto per la gente che vive nelle nuvole». Esortazioni di questo genere, Rossella Como se le è sentite ripetere, almeno una volta al giorno, dall'età della ragione in poi; ma non gli ha mai dato peso e anzi, almeno in apparenza, aveva finito col rassegnarsi al ruolo di inetta alla vita che gli altri le affibiavano. come pure al nomignolo di "svagata” con il quale i suoi familiari erano soliti chiamarla e presentarla agli amici.

1957 11 21 Tempo Rossella Como f1Il prossimo film che Rossella Como interpreterà, sempre nel suo ruolo, sarà intitolato "Se Romeo fosse così"

Questa storia è durata fino ad un anno fa, poi tutto è cambiato da cosi a così; dal principio del ’57 ad oggi Rossella è stata infatti la protagonista di una serie così imprevedibile di avvenimenti che parenti ed amici hanno dovuto mutare radicalmente opinioni su di lei. Oggi essa è diventata il membro più importante e più celebre della famiglia.

Le strade per "arrivare” nel cinema sono molte: Rossella ha scelto quella, meno consueta, affermarsi facendo la scema. Forse è stato un frutto più del caso che merito suo; ma il risultato non cambia le cose, ad ogni modo, sono andate cosi. Mentre Dino Risi girava "Poveri ma belli” sorse ad un certo momento il problema di trovare una ragazza per il ruolo, brevissimo, della fidanzata stupida di Ettore Manni: la ragazza che alla fine del film, viene presa a schiaffoni e piantata. Venne fatta una lunga cernita di nomi, e ognuno aveva una sua "stupida" da proporre; ma quando venne suggerito il nome di Rossella Como tutti si ricordarono della ragazza che aveva fatto la presentatrice a "Primo applauso” e che, quando arrivava il momento di addizionare i punti, sbagliava le somme, e tutti furono d’accordo.

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IL DEBUTTO di Rossella Como è stato alla televisione, come presentatrice di "Primo applauso". Fu qui che la notarono, proprio per i guai che la sua distrazione le faceva commettere, e per la grazia con cui li commetteva. Rossella è fidanzata con un calciatore: Muccinelli, ala della "Lazio”. A parte le sue distrazioni, Rossella è ima ragazza intelligente e piena di vivacità.

La prova confermò le previsioni. Al primo schiaffo di Ettore Manni. Rossella, ancora digiuna di cinema, urlò per il dolore e protestò vivacemente; ma al terzo si comportò proprio come Risi voleva, anzi meglio. «Devi pronunciare la tua battuta piagnucolando». le aveva detto il regista; e Rossella. forse per via della sua faccia gonfia e comunque spontaneamente. mise fuori una voce tutta di naso e così lagnosa, che i presenti scoppiarono in una grande risata. La neoattrice avvampò di vergogna. Ecco, si disse, ho commesso una delle mie solite gaffes. Invece Risi le si avvicinò e le fece le sue congratulazioni.

«Bravissima» le disse «ha trovato proprio il tono di voce che ci voleva».

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1957 11 21 Tempo Rossella Como f5IL COGNATO DELL’ATTRICE è uno dei più noti antiquari di Roma: prima di presentarsi alla televisione Rossella lavorava per lui in uno dei suoi negozi. Maneggiare oggetti fragili e preziosi non era però uno dei lavori più adatti alla ragazza. I danni erano incalcolabili.

Questa voce, stenta, piagnucolosa. caricaturale, scappatale fuori di bocca per caso, è stata la fortuna di Rossella Como. Tutto quanto le è accaduto dopo quel giorno ha preso origine di lì. Quando infatti Dino Risi ha dovuto assegnare i ruoli del suo nuovo film, "La nonna Sabella", subito si è ricordato di lei per il personaggio di Evelina; cioè della ragazza di paese, stupida, timida, impacciata. vissuta sempre attaccata alle gonne dei genitori, che la nonna Sabella ha scelto come sposa per lo scapestrato nipote. E quando il regista americano Rowling ha avuto bisogno per "Arrivederci Roma”, di una "modella”, tutta corpo e niente testa, il primo nome che gli hanno proposto, e che egli ha accettato, è stato il suo. Infine, quando per "Lazzarella” cercavano un tipo di studentessa petulante, noiosa, insopportabile, Rossella ancora una volta non ha trovato rivali degni di lei.

1957 11 21 Tempo Rossella Como f6ROSSELLA COMO è figlia di un fotografo di scena di una Casa cinematografica. La ragazza conosceva perciò già, di riflesso, il mondo del cinema. Il primo film che ha girato è stato "Poveri ma belli”.

Così, nello spazio di un solo anno, la ragazza svagata che non avrebbe mai fatto strada nella vita, ha interpretato quattro film, ha inventato un tipo che sta incontrando il favore del pubblico, e ora si presta ad essere la protagonista di un film che due sceneggiatori stanno preparando apposta per lei. E’ un bilancio che farebbe inorgoglire qualsiasi debuttante. Candida e imperturbabile come i suoi personaggi, Rossella invece non se la dà affatto per intesa; e la cosa che la diverte di più è "rifare Evelina” per i suoi amici, cioè far loro ascoltare la sua "seconda” voce, quella voce lagnosa e infantile che le ha portato fortuna.

A.D., «Tempo», anno XIX, n.47, 21 novembre 1957


1963 01 05 Tempo Rossella Como intro

Timida, estrosa, un po’ incosciente, sempre allegra, Rossella Como ha ripreso la sua carriera di attrice dopo una sfortunata parentesi coniugale. Fellini le ha affidato una parte nel suo film e fra poco apparirà anche sui palcoscenici in una rivista in cui darà saggio della sua vena satirica

Roma, dicembre

«Ah, arriva Rossella». Con A questa espressione, breve ” tautologica affettuosa. Alberto Sordi saluta Rossella Como ogni volta che rincontra, ad un party, in un teatro di posa, o, come accadde l’anno scorso durante la rassegna dei "grandi comici”, negli studi della Rai; e se sotto sotto ci senti una leggera presa in giro (del grande comico verso il comico in gonnella), quell’«Ah, arriva Rossella» vuol significare soprattutto il piacere che Alberto, e tutti coloro che lo conoscono, provano quando incontrano questa ragazza simpatica, serena, indifesa, fiduciosa nel prossimo, dalla voce flautata e argentina (la può variare a piacimento, dai toni melensi a quelli stonati, acuti, alla Judy Hollyday), questa ragazza generosa, un po’ incosciente, sempre allegra, di buona compagnia, estrosa. Mancava da due anni dai teatri di posa; ma aveva lasciato un ricordo così simpatico di sè. ed è così raro trovare un tipo spontaneo come lei che non appena s’è saputo che ricominciava, tutti si sono offerti di aiutarla.

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«Vuole un caffè? Ora glielo porto. Tanto, ormai l’ho preparato». Il tono è semplice, familiare: ti sembra di sentire il profumo del caffè fatto in casa, appena versato nella macchinetta d'alluminio, giusto in tempo per servirlo ancora caldo (perchè a riscaldarlo si sciupa) all’ospite atteso per le 11 di mattina, per l’intervista; e anche l’appartamento. nonostante i bei mobili antichi (acquistati evidentemente nel negozio del cognato. davanti al quale passava Léonide Moguy. diavolo tentatore, ripetendo: «Ma perchè non vuol fare l’attrice? Guardi che io ho lanciato la Pierangeli, la Ferrero...», e Rossella si voltava dall’altra parte, arrossendo di piacere: «Ma che sta dicendo...»), ha un tono familiare, qualcosa di paesano e piccoloborghese, quasi un odore di centrini ricamati a mano. Ti mette a tuo agio, come la voce tranquilla di Rossella. «Ah, scusi, ora stacco il telefono».

Staccare il telefono perchè non s’intrometta e non disturbi la conversazione è una gentilezza che ormai non si usa più, nemmeno nelle case per bene; ma Rossella è piena di gentilezza, sentimenti, pensierini. che ormai non usano più. Crede che il suo prossimo sia composto interamente da persone altruiste e sincere. Serba gratitudine per tutti coloro che l’hanno aiutata, in un qualsiasi momento della sua vita. E quando incontra qualcuno, fa di tutto per mettersi al suo livello, onde costui si senta a suo agio, non imbarazzato dalla presenza di lei; fino al punto di diventare semplice con i semplici, malinconica con i malinconici, fanatica con i fanatici. E se questi sentimenti: buona volontà, altruismo, fiducia nel prossimo sono evidentemente all'origine del suo personaggio comico, perchè fanno sì che Rossella sembri sempre un po’ fuori dal mondo, caschi ad ogni momento dalla luna, capita anche che la coinvolgano talvolta in situazioni imbarazzanti.

1963 01 05 Tempo Rossella Como f2”POVERI MA BELLI”, "Nonna Sabella”, "Gambe d’oro”, "Arrivederci Roma”, "Perfide ma belle”: questi sono i titoli di alcuni film interpretati da Rossella Como tra il 1956 e il 1960, nella prima fase della sua carriera, quando i produttori avevano scoperto in lei solo la bellezza e la ingenuità dello sguardo.

1963 01 05 Tempo Rossella Como f3RITORNATA SUGLI SCHERMI dopo due anni di assenza. Rossella Como ha trovato in Federico Fellini un regista disposto a credere alle sue doti di attrice. E in questi ultimi mesi le proposte di lavoro si sono fatte sempre più numerose e, quel che conta, più interessanti. Rossella, che dopo due anni di sfortunato matrimonio si è separata dal marito dal quale ha avuto una bambina. sta per iniziare, al fianco di Maurice Chevalier, un film americano. Ma prima, in "Scanzonatissima” di Dino Verde, esordirà nel teatro leggero.

Come è accaduto, per esempio, due settimane fa quando, avendo incontrato Vittorio Gassman per ragioni di lavoro, e lui le ha detto: «Mi accompagni alla Cabala, chè devo ritirare un premio», «Certo — gli ha risposto Rossella — con piacere»; e quando lui: «Facciamo questo ballo insieme?». «Certo — gli ha risposto Rossella — con piacere»; così è successo che li hanno fotografati insieme, e subito ci hanno ricamato sopra. Ma naturalmente non c’è nulla fra loro, assolutamente nulla. «Io e Vittorio — dice Rossella — siamo vecchi amici. ci conosciamo da 4 o 5 anni». Si conoscono dalla sera in cui Rossella debuttò al Teatro delle Arti nella compagnia di Castellani nei "Sei personaggi" di Pirandello; e lei non si è mai dimenticata il telegramma che Vittorio le inviò congratulandosi con lei (diceva proprio così) per la "nascita di una nuova attrice di teatro". E se fino allora aveva dubitato di sè, da quel momento non ebbe più dubbi sulla strada da battere.

Aveva resistito alle lusinghe di Moguy, non aveva resistito all’invito apparentemente innocuo di andare ad assistere alle prove della compagnia di Castellani, cosi, solo per vedere; e così solo per provare, il regista le aveva messo in mano il copione, invitandola a leggere un brano. Ancor prima del cinema, il teatro è stata la sua prima arena: per non dire primissima, se si mettono nel conto anche quel suo gusto di travestirsi, d’improvvisare macchiette e filastrocche, di metter su recite, durante tutto il periodo (otto anni, lunghissimi) che passò in collegio, come quella volta, le risate.... che dipinse di nero col pennello la faccia di tre compagne di scuola, e le suore dovettero stare alzate fino all’una di notte, per lavarle, strofinarle, perchè la pittura non se n’andava... E al teatro ritornerà fra pochi giorni, sul palcoscenico del Parioli, in una rivista di Dino Verde che riprende il titolo d’una fortunata trasmissione radiofonica: "Scanzonatissima".

Insieme con lei reciteranno Adriano Noschese ed Elio Pandolfl; l’inimitabile "pandolflno" che imita fino a 40 voci, ciascuno con i suoi sketches brillanti e satirici. Quelli che Verde ha scritto per lei sono una parodia della diva lirica, che comincia (tanto per non fare nomi), con questi versi: «Sono la Callas meneghina, - Sono una diva d'occasione, - Faccio bene la Traviata...». e cosi via; una presa in giro della studentessa-bene, che difende l'insegnamento del latino, perchè "rosa, rosae” e le declinazioni giovano alle buone maniere e alla distinzione; e una piccola satira all’assistente sociale, che va predicando le "human relations” fra persone che capiscono "Aohhh...” Insomma qualcosa che, almeno nel genere, si rifà al personaggio brillante e scanzonato: non la chiamavano la Judy Hollyday italiana”?, che prima che si sposasse la rese celebre nel cinema? Nacque cosi, quasi per caso, da un film di Risi e da uno schiaffone.

Il film era La nonna Sgabella. lo schiaffone non se l’aspettava, e fu così forte che si mise a piangere, lacrime vere, e intanto continuava a parlare, con una voce cosi stridula e falsata, piagnucolosa e buffissima, che tutti fuori del set ridevano; e da quel momento le rimase, quella voce e quel personaggio. Dopo La nonna Sabella girò tanti altri film (l’aveva presa a balia la Titanus), e tutti con successo; fra gli altri Arrivederci Roma in cui si doppiò da sola in inglese, e il regista Ray Rolland, dopo averla sentita, le scrisse da Hollywood che anche laggiù la sua voce "squillante e argentina" era piaciuta a tutti, e se voleva attraversare l’Atlantico sarebbe stata accolta benissimo; e Rossella: «Grazie — rispose. — I viaggi lunghi mi spaventano», ed è proprio vero, «perchè — dice — ho paura di restare troppo sola, di non poter parlare con nessuno», ma quella volta la ragione era un’altra, e cioè Rossella s’era perdutamente innamorata.

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Di un uomo che sposò tre mesi dopo averlo conosciuto, e da cui si è separata dopo un anno e mezzo di matrimonio. Per lui, per la famiglia che i insieme avevano creato, per la casa ai Parioli in cui erano andati ad abitare, Rossella piantò tutto, il cinema, i successi, i teatri di posa: così voleva lui e così voleva lei, «perchè mi piaceva — dice — avere una vita normale, con tanti figli da allevare, sono un tipo all'antica, io...»; ma ben presto si accorse che aveva commesso uno sbaglio gravissimo. che questa volta il suo entusiasmo l’aveva tradita, la sua fiducia era stata mal riposta, che insomma credeva d’aver sposato un uomo e invece questi era esattamente un altro. Così dopo le liti andarono in Tribunale, e il giudice le dette ragione, affidando a lei la bambina, e, mentre aspetta che gliela dia del tutto. Rossella ha ripreso a lavorare.

c Non c'era proprio altro da fare», spiega come giustificandosi; ma di che? oggi le donne lavorano senza bisogno di giustificarsi. «D'altronde — aggiunge — nel mio lavoro ci ho sempre creduto, l’ho fatto sempre con passione». E’ quello che ha capito Fellini, il quale, un paio di mesi fa. l’ha chiamata (e questo è il maggiore successo della "rentrée” di Rossella) a interpretare un personaggio che è proprio l’opposto — altrimenti non sarebbe Fellini — di quello che fa di solito, e del suo stesso carattere.

Un tipo di donna (la cognata di Mastroianni ), snob, ipercritica, che ha da ridire su tutto e su tutti, astiosa, insomma un tipo insopportabile; e il bello è che Rossella, la simpatica e accomodante Rossella, non solo l’ha interpretato, ma per tutto il tempo in cui ha girato («e il merito — dice — è di Fellini che fa sembrare facile ciò che è difficile»), si è sentita sofisticata, ipercritica, astiosa.

Solo da pochi giorni è tornata quella di prima. Il tipo che la mattina si sveglia tardi, ma appena apre gli occhi si attacca al telefono perchè ha bisogno di parlare con qualcuno, che una volta leggeva i libri gialli ma adesso ha smesso perchè "sente” arrivare i ladri; che ama vestirsi in un modo bizzarro, tutta a colori vivaci, tanto che giorni fa, presentatasi sul "set” del film Il giorno più corto vestita di verde e di rosso, si è sentita dire: «Brava, Rossella, ti sei già messa l'abito di scena»; che la gente pensa sia un po’ fatua, un po’ leggerina, e invece (sì, è oca, si dimentica spesso le chiavi del cancello, ogni volta che telefona sbaglia e fa il numero di casa), ma nel fondo è molto seria, coscienziosa, manda a letto la bambina tutte le sere alle nove; e che quando le chiedo: «Che risponderebbe se le proponessero un viaggio sulla Luna?»,

«Direi di no — esclama. — Sto troppo bene qui. Sono felice sulla Terra. Ci sono tante cose, | che amo. E invece, lassù, chissà, c’è caso che non ci sia nessuno; e allora con chi potrei parlare? Poi diventerei semplice, malinconica, fonetica...».

M. S., «Tempo», anno XXV, n.1, 5 gennaio 1963


1968 Grand Hotel Rossella Como intro

«Grand Hotel», 1968 - Rossella Como


1969 09 13 Noi Donne Rossella Como intro

«Noi donne», 13 settembre 1969 - Rossella Como


1986 12 21 La Stampa Rossella Como morte

ROMA — E' morta l'altra notte a Roma l'attrice Rossella Como. Aveva 49 anni ed era malata di cancro. I funerali si svolgeranno domani nella chiesa del Sacro Cuore.

Era l'immagine dell'Italia povera ma bella. Si era rivelata al grande pubblico con Maurizio Arena, Marisa Allasio, Renato Salvatori: quel gruppo di giovani attori con i quali il cinema degli ultimi Anni Cinquanta tentava una forma di neorealismo rosa, ciarliero e innamorato. Ma Rossella Como aveva in sé qualcosa di diverso, un'inquietudine e un'ambizione che contrastavano con l'apparente svagatezza mostrata nel film La nonna Sabella, Lazzaretto, Arrivederci Roma o nel Primo applauso televisivo. Infatti, proprio in quegli anni (1959), debuttò al Teatro delle Arti di Roma, con la compagnia di Renato Castellani, nel Sei personaggi in cerca d'autore di Pirandello. Fra i suoi spettatori c'era anche Vittorio Oassman, che, in un telegramma, si congratulava per «la nascita di una nuova attrice di teatro». Ma le promesse non furono mal mantenute del tutto. Rossella Como sembrava sempre esitare tra teatro e cinema.

Coglieva grandi successi con la rivista Scanzonatissima di Dino Verde, il cinema (anche quello americano) la corteggiava, ma restava in lei qualcosa d'irri¬ solto, che si trasferiva anche nella vita privata, in un matrimonio conclusosi prestissimo, in una certa difficolta d'adattamento. Era nata in una casa di via Margutta, era cresciuta a fitattp di poeti e artisti opaitfeasra stato amici) di lussare aveva sviluppato quel gusto' per il travestimento e l'Improvvisazione che fecero di lei la Judy Hollyday italiana. Roma era per lei molto più di una citta, era un luogo dell'anima. Nacque da questo sentimento lo spettacolo Roma amor che Rossella portò in scena nel "73 e riprese più volte, portandolo nei mesi scorsi anche in Australia. involontariamente, Roma amor ha posto il suggello alla sua vita artistica, è stato l'ultimo atto di una carriera che aveva alternato 1 lampi del successo con il silenzio appartato e orgoglioso. Rossella Como era apparsa l'ultima volta sullo schermo con il film Regalo di Natale, ma la sua verità d'attrice e di donna era in quello spettacolo che, come in uno specchio, sapeva rovesciare Roma in amor.

«La Stampa», 21 dicembre 1986


1986 12 21 Corriere della Sera Rossella Como morte

«Corriere della Sera», 21 dicembre 1986



Filmografia

Poveri ma belli, regia di Dino Risi (1956)
Orlando e i Paladini di Francia, regia di Pietro Francisci (1956)
La nonna Sabella, regia di Dino Risi (1957)
Lazzarella, regia di Carlo Ludovico Bragaglia (1957)
Io, mammeta e tu, regia di Carlo Ludovico Bragaglia (1958)
Gambe d'oro, regia di Turi Vasile e Antonio Margheriti (1958)
Carmela è una bambola, regia di Gianni Puccini (1958)
Caporale di giornata, regia di Carlo Ludovico Bragaglia (1958)
Arrivederci Roma, regia di Roy Rowland (1958)
L'amore nasce a Roma, regia di Mario Amendola (1958)
Marinai donne e guai, regia di Giorgio Simonelli (1958)
Perfide... ma belle!, regia di Giorgio Simonelli (1959)
Gli amori di Ercole, regia di Carlo Ludovico Bragaglia (1960)
Che femmina!! e... che dollari!, regia di Giorgio Simonelli (1961)
Cacciatori di dote, regia di Mario Amendola (1961)
Il sangue e la sfida, regia di Nick Nostro (1962)
Pesci d'oro e bikini d'argento, regia di Carlo Veo (1962)
Nerone '71, regia di Filippo Walter Ratti (1962)
Il giorno più corto, regia di Sergio Corbucci (1962)
Quaranta ma non li dimostra, regia di Peppino De Filippo (1963)
Totò contro i quattro, regia di Steno (1963)
Scanzonatissimo, regia di Dino Verde (1963)
La pupa, regia di Giuseppe Orlandini (1963)
8½, regia di Federico Fellini (1963)
Il magnifico avventuriero, regia di Riccardo Freda (1963)
Canzoni, bulli e pupe, regia di Carlo Infascelli (1964)
I due toreri, regia di Giorgio Simonelli (1965)
Donne alla frontiera (Las Siete magníficas), regia di Gianfranco Parolini, Sidney W. Pink e Rudolf Zehetgruber (1965)
Ti ho sposato per allegria, regia di Luciano Salce (1967)
Ragan, regia di Gilbert Kay e Luciano Lelli (1967)
Franco, Ciccio e le vedove allegre, regia di Marino Girolami (1967)
Per favore... non sparate col cannone, regia di Mario Caiano (1967)
Arriva Dorellik, regia di Steno (1967)
Il sole è di tutti, regia di Domenico Paolella (1968)
Uno scacco tutto matto, regia di Robert Fiz (1969)
Il sergente Klems, regia di Sergio Grieco (1971)
I giardini del diavolo, regia di Alfredo Rizzo (1971)
Trastevere, regia di Fausto Tozzi (1971)
La ragazza alla pari, regia di Mino Guerrini (1976)
Vacanze di Natale, regia di Carlo Vanzina (1983)
Regalo di Natale, regia di Pupi Avati (1986)

Note

  1. ^ "Dizionario del cinema italiano. Le attrici", Gremese, Roma, 1999.
  2. ^ È MORTA L'ATTRICE ROSSELLA COMO - Repubblica.it » Ricerca

Riferimenti e bibliografie:

  • A.D., «Tempo», anno XIX, n.47, 21 novembre 1957