Sarà proprio nei panni di un personaggio ispirato a Charlot che Totò inizierà la sua carriera cinematografica, con Fermo con le mani! di Geno Zambuto nel ’37.
Risulta all’Eldorado di Napoli il 22 giugno 1930 e quindi qualche giorno dopo a Roma alla Sala Umberto. La rivista viene ripresa poi nel febbraio del 1932 al Teatro Morgana di Roma dalla Compagnia di Riviste Totò, nel programma con cui la formazione debutta al Morgana di Roma, e in cui figura anche La Vergine di Budda; viene quindi rielaborata e leggermente ampliata nel 1933 all’interno di Questo non è sonoro, firmata da Paolo Rampezzotti Tramonti. Lo sketch si svolge su un set cinematografico; esordiva allora il cinema sonoro e Petrolini, che tra il 1930 e il ’31 interpreta ben tre film, scrive lo e il cinema sonoro. Anche Totò nello stesso periodo fa un provino per la Cines, ma non ne segue alcun ingaggio. L’attore a cui Totò si sostituisce si chiama in questa versione dello sketch «Pirolini», con evidente riferimento a Petrolini e deve fare la parte di Charlot. Il teatro di posa in cui arriva Totò è allestito secondo gli ingredienti di un genere esotico allora di moda: locanda di malaffare, cinesina e marinai.
SCENE PRINCIPALI
«Le donne sono tutte bugiarde!», «Vicolo, vicolo!», «Il prestigiatore»
Totò divo del cinema
In un teatro di posa si sta girando un film d’ambiente esotico, ma il Direttore è nervoso. Non solo è molto geloso della moglie, la Diva - e cerca di attribuire a qualcuno il possesso di un bottone da mutande che ha trovato nel letto - ma è in vana attesa dell’attore principale, il comico acrobatico Pirolini che certamente si sarà andato ad ubriacare da qualche parte. Entra Totò ed è subito oggetto delle brame della Caratterista mentre cerca di avvicinare la Diva, a cui dichiara il proprio amore. Al momento in cui la abbraccia entra il marito che li sorprende ma la Diva fa passare Totò per il famoso comico grottesco Pirolini che imita alla perfezione Charlot e con cui stava provando una scena. Quando arriverà Pirolini scoppierà un inseguimento che si risolve bene per tutti: l’operatore infatti ha ripreso l’imprevisto che si rivela migliore della sceneggiatura: «Finalmente un film vero!».
Il primo lavoro che Antonio de Curtis porta nel 1930 all’Eldorado di Napoli e alla Sala Umberto di Roma è l’atto unico Totò, Charlot per amore, derivato da quel Amore e cinema già in scena al Nuovo. La vicenda è ambientata su un set cinematografico; per nascondere la sua tresca con una diva del grande schermo, Totò è costretto a fingersi Pirolini, un attore comico atteso per indossare i panni di Charlot (sul palcoscenico si muove dunque Antonio de Curtis che interpreta Totò che si finge Pirolini che rifa Charlot, una catena abissale’ di attori uno dentro l’altro che è già, nei suoi limiti farseschi, un banco di prova esplosivo); dal disastro che ne consegue un operatore intraprendente riuscirà comunque a trarre “un film tanto interessante e tanto vero”.
Erzsi Paal, Erzsi Paal intervista Totò, “Cinema Illustrazione”, n. 5, 3 febbraio 1937