«Questa sera "Girotondo" avrà la sua ultima replica, in onore di Totò. Lo spettacolo risponde a quella che si chiama comunemente la serata del brillante. Il pienone, quindi, non mancherà, in omaggio alla consuetudine — ma anche perchè il seratante gode e merita le grandi simpatie del pubblico.
Di Totò abbiamo scritto molto volentieri, nella prima e nell'odierna sua esibizione padovana. Per non ripeterci, aggiungeremo, stavolta, ad un cliché le impressioni d'un collega romano sull'artista simpaticissimo.
Totò ha potuto rivelarsi solo il giorno che l’occhio esperto ed accorto di un capocomico intelligente seppe trarlo dall'incerto e vago campo del varieté per porlo nel suo naturale regno della rivista. E della rivista Tota, oggi, è il comico più adatto.
Quali sono i mezzi di cui questo singolare artista si serve per suscitare il riso?
Semplici in apparenza, ma complicati nelle origini e portati a quel punto di grande naturalezza come è dato al pubblico di ammirare, solo attraverso uno studio paziente e tenace. Allorché egli si presenta in scena, con quel suo passo elastico, un'ondata di buonumore si diffonde per la platea e gli animi si apparecchiano alla più spensierata giocondità. Il suo ingresso è un impegno a far trascorrere tre ore di buon umore e non viene mai meno alla promessa.
E' innegabile che in Totò è insito il senso più spinto della parodia: nelle sue interpretazioni si può magari scorgere la imitazione ma ampliata, deformata, resa grottesca nell'espresso giuoco scenico in cui la smorfia, lo strizzare d’un occhio, il dimenare del capo esulano dal lazzo pagliaccesco per assumere una loro proprio fisionomia artistica.
Sfidiamo l'uomo più ipocondriaco a conservarsi tale alla presenza dell’originalissimo e giovane attor comico napoletano che porta perennemente con sé il fresco sorrido della sua terra che pure è stata ed è feconda di tali eccellenti artisti. Totò non è più l'interprete, ma il collaboratore prezioso degli autori; egli non è pago dire quello che gli fan dire, ma vuole creare qualcosa anche lui. Sono silenzi sapienti, è il dimenare mico della persona, un seguito di gesti eloquenti di venti battute di spirito...»
Il Veneto, 22 aprile 1928
«Totò, che con Castellani, faceva parte dell'allegro duo di scapestrati seppe suscitare risate irresistibili, confermando ancora una volta il titolo di grande comico che il pubblico gli ha conferito.[...] Gustati e ammirati i quadri: Le collegiali, Tabù, Madagascar, La checca, dove la verve di Totò è inesauribile.»
Il PIccolo, Roma, 16/18 febbraio 1928
«La tenue trama di questa briosa rivista presenta i casi di due giovani pigri e scapestrati che non riuscendo piu _ad ottenere sussidi da un loro zio, sono costretti a girare il mondo per campare la vita, adattandosi a farne d'ogni colore. E' facile comprendere come da uno spunto di questo genere gli intelligenti e briosi rivistaioli Ripp e Bel Ami abbiano potuto trarre gli svolgimenti più bizzarri e le più impensabili ed allegre vicende comiche e coreografiche. Sta di fatto che questo Girotondo è veramente riuscito. Spettacolo leggero, fluido e divertente, esso è un passatempo brioso e digestivo che giustifica il vivo successo riportato iersera. L'esecuzione è stata spassosissima specialmente da parte del comico e serdentino Totò , ben coadiuvato dal Castellani , e di Isa Bluette.»
La Tribuna , Roma , 17 febbraio 1928
«Ancora una volta Ripp e Bel Ami hanno dimostrato con piena evidenza di essere gli unici autori, in Italia, capaci di ammannire delle riviste agili, leggere, spigliate, ricche di trovatine garbate, di motivetti facili, di macchiette gustose, di danze che escono dallo stile consueto [...]. Girotondo [...] piacevole cocktail di situazioni spassosissime sorrette dal brio di Isa Bluette,dall'inaggettivabile umorismo di Totò e dalle doti simpatiche di Mario Castellani, è filato liscio liscio... tra un subisso d'applausi e di bis [...]».
L'Impero, Roma, 17 febbraio 1928.