D'Alessio Ugo (Pasquale)
All'anagrafe Pasquale D'Alessio (Napoli, 26 agosto 1909 – Napoli, 16 febbraio 1979), è stato un attore italiano.
Biografia
Proveniente da una famiglia napoletana di artisti, debuttò a soli otto anni nella commedia Un grazioso equivoco, sotto la direzione dello zio Giuseppe; in seguito recitò con Nino Taranto e successivamente al Teatro Ambra Jovinelli di Roma fu impegnato nella Sceneggiata napoletana.
Per cinque anni, a partire dal 1927 recitò nella compagnia teatrale Cafiero-Fumo, per poi iniziare l'importante esperienza con il grande Eduardo.
Nel 1954 recitò in Palummella zompa e vola per l'inaugurazione dell'eduardiano Teatro San Ferdinando e fu abile caratterista in numerose altre commedie del maestro tra cui Le voci di dentro[1], Questi fantasmi e Sik-Sik, l'artefice magico; fu anche direttore artistico del Teatro Sannazaro.
Al cinema, nonostante i ruoli secondari che spesso gli vennero affidati, fu sia attore drammatico che comico; memorabile, in uno dei tanti film che girò con Totò, il ruolo di Decio Cavallo in Totòtruffa 62 nella celebre scena della vendita della Fontana di Trevi, altrettanto memorabile la parte del brigadiere Di Sabato nella commedia di Steno Totò contro i quattro in cui fa da spalla a Totò.
Appassionato di poesia, pubblicò nel 1967 un volume di liriche in lingua napoletana dal titolo Jamm ca mo' s'aiza, (ediz. Berisio)
Fu Mastro Ciliegia nelle Avventure di Pinocchio (1972) di Luigi Comencini.
Figlio di Leonilde Ricciardi, brava attrice con De Muto e con Federico Stella, aveva debuttato all’Orfeo proprio con Mimi Maggio, nel 1926, incoraggiato da uno zio, Giuseppe D’Alessio, all'epoca gestore del teatro. All’Orfeo aveva ritrovato Enzo e Beniamino Maggio, suoi compagni anche nella vita privata, e Nino Taranto e Franco Sportelli, con i quali passerà a lavorare prima con De Muto, quindi con la Cafiero-Fumo.
Dal 1934 al 1937 Ugo lavora con i De Filippo e ha la possibilità di perfezionare, arricchendolo, il bagaglio di caratterista che doveva essere già consistente. Si trattava, infatti, di un bagaglio messo insieme alla benemerita “scuola della Ferrovia”, ove si erano formati caratteristi del calibro di Vincenzo de Martino, Giovanni Amato, Alfredo Gaudiosi, Enzo Petito, Salvatore Cafiero, Tina Pica, Gennaro Di Napoli, Raffaele Di Napoli, in parte la stessa Palumbo. La definizione più rigorosa vuole il caratterista «l’attore che appoggia la sua interpretazione nella caratterizzazione caricaturale di un tipo». Questi attori, messi in scena da comici istintivi, formatisi nella tradizione ricca del San Ferdinando, del Trianon, dell’Orfeo, del Partenope e di altre sale della Ferrovia, erano gli eredi dell’immenso magistero pulcinellesco. Il portinaio, il faccendiere (il partenopeo “spicciafaccenne”), l’oste burlone, l’avvocato-paglietta, il guappo buffone, resi da loro, diventavano capolavori autentici. Più incisivi, forse, di quelli pur bravissimi che nascevano alla “scuola aristocratica”, quella di Eduardo Scarpetta e dei suoi eredi.
Ugo D’Alessio, come altri caratteristi, aveva affinato, lavorando con i De Filippo, lo spessore caricaturale dei personaggi ai quali veniva chiamato. La sintesi della fusione delle due scuole la troviamo, per esempio, espressa in modo grandioso, quando D’Alessio interpreta il personaggio del “mezzo prete” (“’o miezo prevete”) in Napoli milionaria, che si può indicare come un esempio classico di caratterizzazione in teatro.
D’Alessio, grazie a Franco Brusati che lo stimava molto, ha lasciato un altro fondamentale esempio di caratterizzazione, stavolta nel cinema, attraverso il ruolo dell’emigrato emarginato che vive in un pollaio, quasi gallina, nel film Pane e cioccolata. E per la televisione, per dire di un altro terreno praticato felicemente da Ugo, ci si può riferire al Cappello del prete, uno sceneggiato da antologia.
In buona parte della teatrografia di Eduardo dell’anteguerra c’è il nome di D’Alessio, ma Ugo è anche con la compagnia di sceneggiata organizzata da Veglia per le trasferte sudamericane del dopoguerra. Ancora a lungo, dopo Palummella, lo ritroviamo con De Filippo e quindi, dal 1971, al Sannazaro. A cominciare dal Cuosemo, l’avaro rattrappito di Annella di Portacapuana, in una galleria di interpretazioni memorabili, maestro in scena, poeta dietro le quinte, finto burbero che non teneva il conto dei consigli dispensati a chi gli dimostrava di volerne fare tesoro. Uno di questi è il già affermato Gennarino Palumbo che Ugo aveva avuto in compagnia al San Ferdinando in Palummella.
Nino Masiello
Filmografia
Malaspina, regia di Armando Fizzarotti (1947)
Assunta Spina, regia di Mario Mattoli (1948)
Madunnella, regia di Ernesto Grassi (1948)
Luna rossa, regia di Armando Fizzarotti (1951)
Cento piccole mamme, regia di Giulio Morelli (1951)
Totò a colori, regia di Steno (1952)
Rosalba, la fanciulla di Pompei, regia di Natale Montillo (1952)
Processo alla città, regia di Luigi Zampa (1952)
È arrivato l'accordatore, regia di Duilio Coletti (1952)
Voto di marinaio, regia di Ernesto De Rosa (1953)
Un turco napoletano, regia di Mario Mattoli (1953)
Questi fantasmi, regia di Eduardo De Filippo (1954)
Il medico dei pazzi, regia di Mario Mattoli (1954)
Amori di mezzo secolo, regia di Roberto Rossellini (1954)
Dov'è la libertà?, regia di Roberto Rossellini (1954)
Soli per le strade, regia di Silvio Siano (1954)
Milanesi a Napoli, regia di Enzo Di Gianni (1954)
I giorni più belli, regia di Mario Mattoli (1957)
Addio per sempre, regia di Mario Costa (1957)
La sposa, regia di Edmondo Lozzi (1958)
Carmela è una bambola, regia di Gianni Puccini (1958)
La contessa azzurra, regia di Claudio Gora (1960)
Appuntamento a Ischia, regia di Mario Mattoli (1960)
Tutti a casa, regia di Luigi Comencini (1960)
Viva l'Italia!, regia di Roberto Rossellini (1960)
Totòtruffa 62, regia di Camillo Mastrocinque (1961)
Il giudizio universale, regia di Vittorio De Sica (1961)
L'oro di Roma, regia di Carlo Lizzani (1961)
Totò contro i 4, regia di Steno (1963)
Le monachine, regia di Luciano Salce (1963)
I due toreri, regia di Giorgio Simonelli (1965)
Spara forte, più forte... non capisco!, regia di Eduardo De Filippo (1966)
Operazione ricchezza, regia di Vittorio Musy Glori (1968)
Il giorno della civetta, regia di Damiano Damiani (1968)
Capriccio all'italiana, regia di Steno (1968)
Ninì Tirabusciò la donna che inventò la mossa, regia di Marcello Fondato (1970)
Camorra, regia di Pasquale Squitieri (1972)
Non si sevizia un paperino, regia di Lucio Fulci (1972)
Pane e cioccolata, regia di Franco Brusati (1973)
Il gioco della verità, regia di Michele Massa (1974)
Una sera c'incontrammo, regia di Piero Schivazappa (1975)
Sette note in nero, regia di Lucio Fulci (1977)
Prosa televisiva Rai
Miseria e nobiltà di Eduardo Scarpetta, regia di Eduardo, trasmessa il 30 dicembre 1955.
Non ti pago, regia di Eduardo, trasmessa il 13 gennaio 1956.
Questi fantasmi, regia di Eduardo, trasmessa il 3 febbraio 1956.
La cantata dei pastori, regia di Vittorio Viviani, trasmessa il 24 dicembre 1958.
Napoli milionaria, regia di Eduardo, trasmessa il 22 gennaio 1962.
Peppino Girella di Eduardo De Filippo e Isabella Quarantotti, trasmessa nel 1963.
La grande magia, regia di Eduardo, trasmessa il 19 febbraio 1964.
Totò a Napoli, trasmessa nel 1967.
Le avventure di Pinocchio, regia di Luigi Comencini, trasmesso dall'8 aprile al 6 maggio 1972.
La signora Ava, trasmessa nel 1975.
Note
- ^ In cui recitò sia nella versione in bianco e nero (andata cancellata) sia in quella a colori dove interpreta il personaggio di Zì Nicola
Ugo D’Alessio, il gigante che non sgomitava
Eduardo Paola
Riferimenti e bibliografie:
- Eduardo Paola in “L’Espresso Napoletano” , Gennaio 2014
- "Tempo di Maggio: Teatro popolare del '900 a Napoli" (Nino Masiello), Tullio Pironti Editore, Napoli, 1994