De Funès Louis (De Funès de Galarza Louis Germain)

Louis de Funes

Louis Germain de Funès de Galarza (Courbevoie, 31 luglio 1914 – Nantes, 27 gennaio 1983), è stato un attore e comico francese.

Biografia

La sua famiglia apparteneva alla nobiltà di Siviglia (con discendenza dai Marchesi di Galarza): il padre, Carlos Luis de Funès de Galarza (1871-1934) esercitava la professione di avvocato, diventando in seguito diamantaio, mentre la madre Léonor Soto Reguera (1878-1957) si occupava della famiglia. Il 27 aprile 1936 Louis sposò in prime nozze Germaine Louise Elodie Carroyer (nata il 7 marzo 1915 e morta il 28 settembre 2011), dalla quale ebbe un figlio, Daniel Charles Louis (nato il 12 luglio 1937).

Dopo il divorzio, avvenuto il 13 novembre 1942, il 20 aprile 1943 sposò in seconde nozze Jeanne Augustine Barthélèmy, pronipote di Guy de Maupassant (nata il 1º febbraio 1914 e morta il 7 marzo 2015) nel IX arrondissement di Parigi. Da lei ebbe due figli: Patrick Charles (nato il 27 gennaio 1944), medico radiologo e Olivier de Funès (nato l'11 agosto 1949), comandante pilota dell'Air France.

Divenne pianista, e fece buon uso di questa capacità in alcuni dei suoi film quali Colpo grosso ma non troppo (Le Corniaud), Chi ha rubato il presidente? (Le Grand Restaurant), e Beato fra le donne (L'Homme Orchestre), e aveva una buona conoscenza del cinema del suo tempo.

00 I tartassati 00024

Cimentatosi inizialmente nel teatro, malgrado le brevi apparizioni fu notato presto per la sua vena comica, in particolare da Sacha Guitry che ingaggiò de Funès diverse volte. Gli aspetti principali della comicità di de Funès erano la sua abilità nel mimare e fare smorfie, il carattere prorompente e insistente nell'esprimere emozioni od opinioni, la capacità di rappresentare la collera, di emettere grugniti e rumori, di gesticolare in maniera vivace.

Negli anni cinquanta cominciò a farsi conoscere grazie a film come Ah! Les belles Bacchantes e Il montone a cinque zampe, ove affiancò i più grandi attori dell'epoca, ma anche La legge del più furbo (1957, dove interpretò il ruolo del bracconiere che elude puntualmente l'occhio vigile di una guardia forestale, e che gli valse il titolo di migliore comico attuale).

Tuttavia dovette aspettare il 1964 per diventare davvero famoso con Una ragazza a Saint-Tropez, prima pellicola della serie dei Gendarmi. Appena due mesi più tardi, trionfò ancora nel ruolo di un rappresentante delle forze dell'ordine, l'ispettore Juve, in Fantomas 70, accanto a Jean Marais e Mylène Demongeot. Mentre il successo tra il grande pubblico cresceva sempre più, alla fine del 1964 girò Colpo grosso ma non troppo di Gérard Oury, in cui apparve accanto a Bourvil. Nel 1966 fu la volta di Tre uomini in fuga, sempre con Bourvil, il film francese che detenne il record del più gran numero di biglietti venduti al botteghino in Francia (17 milioni) fino all'arrivo del film Titanic di James Cameron del 1998. Nello stesso periodo, De Funès ritornò al teatro.

A fine novembre del 1971 iniziarono le rappresentazioni di Oscar al teatro del Palais-Royal, in cui De Funès recitò quasi tutte le sere fino al settembre del 1972, salvo un'interruzione estiva. Nel marzo 1973, comparve in Le folli avventure di Rabbi Jacob, che uscì il 18 ottobre dello stesso anno. Subito dopo, si trovò nuovamente sul palcoscenico al Théâtre des Champs-Élysées. Fino al 25 aprile 1974, recitò quasi duecento volte la pièce di Jean Anouilh, La Valse des Toréadors (Il valzer dei toreador), che fu la sua ultima apparizione teatrale. Da quel momento, si concesse un periodo di riposo nel castello di famiglia della moglie, situato presso Le Cellier, nel dipartimento della Loira Atlantica e si occupò molto di giardinaggio, rifiutando di intraprendere qualsiasi altro impegno prima delle riprese - che si prevedevano faticose - del successivo film di Gérard Oury, Le Crocodile, previste per il maggio del 1975 e nel quale avrebbe dovuto interpretare la parte di un dittatore sudamericano.

Ma nel marzo del 1975, mentre la fase di pre-produzione de Le Crocodile era già a buon punto, fu vittima di un infarto che lo fece rinunciare definitivamente agli impegni teatrali. Anche la sua carriera cinematografica ne risultò compromessa, dato che gli assicuratori non volevano più sostenere i rischi delle riprese di un altro film, finché Claude Zidi, il regista de L'ala o la coscia? (1976), riuscì ad ottenere un'assicurazione per due settimane di riprese.

Louis de Funès recitò ancora in alcuni film, come La Zizanie con Annie Girardot (1978), e Il gendarme e gli extraterrestri (1979). Nel 1980 realizzò una versione cinematografica di una commedia di Molière secondo la propria interpretazione personale. Fu così che L'avaro raggiunse il grande schermo, anche se non ebbe che un modesto successo. Nello stesso anno Jerry Lewis gli consegnò di persona il César alla carriera.

Nel 1981 girò una trasposizione cinematografica del romanzo La Soupe aux choux di René Fallet, insieme a Jean Carmet e Jacques Villeret. La sua carriera giunse al termine l'anno seguente, con Le Gendarme et les gendarmettes, quando il 27 gennaio 1983 fu vittima di un altro infarto che gli risultò fatale. È sepolto al cimitero di Le Cellier. Gli venne dedicato anche il film Papy fait de la résistance (1983), in cui doveva avere il ruolo del fratellastro di Adolf Hitler, ma dopo la morte improvvisa fu sostituito da Jacques Villeret.

1957 Toto Vittorio e la dottoressa BG

Travestimenti

Pur non avendo la necessità di ricorrervi (se non di rado) nei diversi film a cui prese parte, Louis de Funès non rinunciò a "travestirsi" di volta in volta per accentuare, talvolta all'eccesso, le situazioni comiche nelle quali faceva evolvere i suoi personaggi.

In coppia con altri comici

Il talento di de Funès si adattava bene all'ambito del duo comico, vuoi fisso oppure occasionale, con i più diversificati generi di attori:

Claude Gensac, nota col soprannome "Ma biche". È la donna complice dei personaggi di de Funès;
Michel Galabru, nel ruolo del superiore di de Funès nella serie Gendarme e che gli fa da spalla burlesca;
Bourvil, nel ruolo dell'imbianchino, con cui fugge dai Tedeschi ed aiuta i tre inglesi paracadutisti;
Yves Montand in Mania di grandezza.
Coluche, che interpreta la parte del figlio di de Funès ne L'ala o la coscia?;
Bernard Blier, l'ispettore che lo insegue in Jo e il gazebo;
Olivier de Funès, suo figlio, ne Le grandi vacanze, Beato tra le donne, Fantomas minaccia il mondo, Chi ha rubato il presidente?, Louis de Funès ed il nonno surgelato, Aggrappato ad un albero, in bilico su un precipizio a strapiombo sul mare e Oscar nella versione teatrale;
Jean Gabin in Nemici... per la pelle;
Jacques Villeret ne La Soupe au choux;
Jean Marais in Fantomas '70, Fantomas minaccia il mondo e Fantomas contro Scotland Yard;
Maurice Risch, soprattutto ne Le grandi vacanze, alcuni episodi di Una ragazza a Saint Tropez e La Zizanie;
Totò ne I tartassati e in Totò, Eva e il pennello proibito; de Funès e Totò rimasero sempre amici, quest'ultimo spesso doppiato in Francia dal primo[1].

Giudizio critico

Scrive il critico cinematografico italiano Edoardo Caroni:

« A Louis de Funès, come del resto a Jerry Lewis o a Totò tanto per citare altri nomi, non è stato spesso attribuito da parte della critica il giusto peso (ad eccezione di Truffaut ai tempi dei "Cahiers du cinéma"). I comici in genere non vengono considerati degli attori completi, ma sono le platee a decretarne il successo. Il pubblico, scevro da preconcetti e apparati "scientifici" di valutazione, sa cogliere istantaneamente l'efficacia di una trovata o di uno sketch e dunque la grandezza di un interprete. In una fase successiva è sempre il pubblico che, nella doppia veste di telespettatore e/o consumatore (nel caso dell'acquisto dei dvd), conferma o meno la longevità di un artista. La comicità al fine di funzionare deve essere immediata e recepibile senza filtri. Far ridere non è considerato dai cosiddetti "benpensanti" un qualcosa di serio, ma saperlo fare non è facile e de Funès ci è riuscito e ci riesce ancora molto bene.[2] »

De Funès non ha mai voluto interpretare ruoli drammatici, rimanendo fino alla fine un inguaribile clown. Il perfezionismo e la pignoleria, accompagnate da un atteggiamento sovente ansioso, ne hanno segnato il percorso artistico. Nel lavoro non si risparmierà mai, da vero professionista. È stato per due decenni (dal 1963 al 1983) il campione incontrastato del box office d'oltralpe e uno degli attori francesi più conosciuti al mondo.[3] Ha avuto la capacità di adattarsi nel tempo ai gusti di un pubblico via via maggiormente esigente e colto. Il suo genio comico ha attirato nelle sale milioni di spettatori, consapevoli che con lui andavano sul sicuro, non rischiando mai di assistere ad uno spettacolo scandaloso, malinconico o violento. Ha costantemente fatto cinema per tutta la famiglia e questo è uno dei segreti del suo enorme successo.[4][5]


La stampa dell'epoca

1983 01 28 La Stampa Louis De Funes morte intro

PARIGILouis De Funès, morto ieri per una crisi cardiaca all’età di 68 anni, era rimasto, dopo la morte di Fernandel e di Bourvil, il più grande attore comico del cinema francese.

Nato il 31 luglio a Courbevoie (alla periferia di Parigi) da una famiglia di origine portoghese, aveva fatto svariati mestieri: pellicciaio, commesso di negozio, aiuto contabile, e poi pianista in un locale notturno, prima di salire per la prima volta su un palcoscenico.

Il teatro è sempre stato per lui la grande scuola dove creò, con un lavoro meticoloso ed accanito, un personaggio che ha fatto ridere tutta la Francia: quello di un ometto incollerito e grinzoso, un po’ spaccone, un po' ingenuo, cattivo e ipocrita. Debuttò nel cinema nel 1945, ma con piccole parti da comparsa, solo vent'anni dopo diventerà l'attore comico preferito dai francesi con Il gendarme di Saint Tropez (1964), il primo di una serie di film girati con il regista Jean Girault, morto qualche mese fa.

Girerà poi la serie di «Fantomas», quattro film con Gerard Oury, tra il 1965 e il 1973, e numerosi altri film fino ad un totale di 120 pellicole. Già nel 1975 Louis De Funès aveva avuto una prima crisi cardiaca seguita da una lunga convalescenza. Poi riprese a girare e nel 1979 interpretò uno dei sogni della sua vita: Arpagone nell'Avaro di Molière. Sposò una pronipote di Guy De Maupassant, Jeanne De Maupassant, proprietaria del castello di Clermont, nel pressi di Nantes, dove egli stabilì la sua residenza.

«La Stampa», 28 gennaio 1983


1983 01 29 La Stampa Louis De Funes morte intro

«La Stampa», 29 gennaio 1983


De Funés, maschera di gomma

Un'agilità tutta scatti nervosi e una smorfia che sprigionava astuzia e malizia-Il culmine del successo con «Tre uomini in fuga» e con il personaggio di un collerico «flic»

PARIGI — Profondo cordoglio ha provocato la «comparsa di Louis De Funès, stroncato a 68 anni da una crisi cardiaca. Dopo Fernandel e Dourvil, «Fufu», come veniva chiamato, era considerato il più grande attore comico del cinema francese. Da tempo sofferente di cuore si era ritirato a vivere con la moglie in un castello della Loira, a Nantes, dove l'ha colpito l'attacco che gli è stato fatale.

Per i francesi è stato, per una trentina d'anni, un'istituzione, una specie di monumento, come la Torre Eiffel e l'Arco di Trionfo. Può sembrare un paradosso; ma non lo è poi tanto se si ricorda il successo sbalorditivo che riscosse, nella stagione 1966-67, la sua interpretazione in La grande vadrouille, film rimasto negli annali del cinema d'Oltralpe come un esemplare irripetibile di dirompente popolarità. Certo, Louis de Funès rappresentò un fenomeno quasi esclusivamente nazionale, di reddito molto più modesto come prodotto d'esportazione: un po' alla stregua di certi nostri comici «regionali» e, come costoro, anch’egli tanto amato dal pubblico quanto guardato dalla critica «colta» con insofferenza ed ironia.

Eppure nessuno poteva negare a de Funès una maschera caratteristica, grinzosa e bernoccoluta. una smorfia tutta sua che sprigionava malizia ed astuzia e una straordinaria agilità fisica, tutta scatti nervosi quando trascorreva dall’improvvisa sorpresa alla diabolica furbizia nel prendersi gioco della debolezza del prossimo. A ben vedere, nei suoi pretesti burleschi c era qualcosa che lo imparentava con taluni nostri improvvisatori napoletani Il suo retroterra, del resto, non mancava di nobiltà, e in vari sensi.

Louis de Funès era nato a Courbevoie, nella regione della Senna, il 31 luglio 1914. Suo padre era un «hidalgo» della vecchia nobiltà spagnola e sua moglie, sposata ancor giovanissimo, una cugina di secondo grado di Guy de Maupassan». Compiuti gli studi secondari al liceo Condorcet di Parigi, decise di darsi al teatro e seguì i corsi di recitazione di René Simon. Ma erano gli anni della guerra e, prima di diventare attore contro la volontà del familiari, si adattò ai mestieri più disparati (pellicciaio, decoratore, piccolo rivenditore, contabile e, meno peggio, pianista di night-club), finché non ottenne una scrittura per interpretare piccoli ruoli In un teatrino d'avanguardia e poi in qualche spettacolo di cabaret. E' qui che venne notato dal regista Jean Stelli che gli affidò una prima particina nel film La tentation de Barbizon. Siamo già nel dopoguerra (1945) e de Funes ha modo di meglio imporre ed espandere una certa vena comica che si è scoperta quasi suo malgrado, ed è anzitutto sul palcoscenico che la imporra riscuotendo il suo primo successo nello spettacolo di varietà La tornate. La sua fortuna, sul palcoscenici, pare fosse dovuta soprattutto a Robert Dhery, che nel 1948, come autore e interprete dello spassosissimo burlesque Branquignol, lo prese al suo fianco e gli affinò quello stile essenzialmente visuale che poi avrebbe trasferito soprattutto sullo schermo.

Ma non va trascurato che agli inizi, nel cinema, egli seppe anche impegnarsi in ruoli seri c drammatici; a partire da Amore e fortuna (1947) di Jacques Becker e pervenendo, nel 1956, alla mirabile caratterizzazione a fianco di Jean Gabin e Bourvll in La traversata di Parigi di Autant-Lara. Il pubblico, però, lo richiedeva nella veste comica più accentuata e vistosa, tanto meglio se forzata nelle sue tipiche allocuzioni onomatopeiche (anche per questo la sua «verve» finiva per perdere molto nel doppiaggio dei suoi film all'estero).

La seconda metà degli anni Sessanta e la prima dei Settanta furono quelle del suo maggiore splendore comico, dopo un'attività forse troppo intensa e prolifica 'ben sedici film interpretati nel solo 1954) per apparire selezionata. Il suo regista di maggiore intuito fu certamente Gerard Oury, quello appunto che lo sbrigliò nel buffissimi stravolgimenti della maschera gommosa per il fortunatissimo La grande vadrouille (1966), apparso in Italia con il titolo Tre uomini in fuga. Affiancato da altri due comici di stazza, Bourvil e l'inglese Terry-Thomas, era comunque lui che dominava la scena nel rocambolesco intrigo dei tre aviatori che. salvatisi col paracadute dall'aereo abbattuto dalla contraerea tedesca nella Francia occupata, si trasformano in tre eroi imprevedibili attraverso situazioni paradossali alla maniera, con le dovute proporzioni, del fratelli Marx.

Da allora, Tre uomini in fuga, divenne il prototipo della comicità tutta fisiognomica di de Funès, ricalcata in modo altrettanto agile sotto altre regie di Oury (Il cervello del 1969, Le folli avventure di Rabbi Jacob del 1973, nel quattro film su Fantomas e in quelli imperniati sulla figura di un collerico gendarme). In seguito le sue prestazioni andarono diridando, anche a causa dello stato di salute dell'attore divenuto cagionevole. Tuttavia richiamò ancora le folle al botteghino con due commedie, tra la pochade e la farsa, dirette da Claude Zidi: L’ala o la coscia? (1976) e La zizanie (1977). Fra gli ultimi exploit, che si sono visti anche in Italia, quello di Il gendarme de Funès e gli extraterrestri (1978), almeno encomiabile, nelle pieghe di un grossolano canovaccio raffazzonato alla meglio da Jean Glrault (in un'ennesima ripresa del popolarissimo personaggio del «flic»), per una vena ancora una volta debordante portata avanti nonostante i segni della stanchezza fisica e della «routine».

Infine, tra il 1979 e l'82, un'impennata di più nobile impegno per i moli di Arpagone e dell'Avaro, dai classici di Molière. Ma non ebbero il successo che egli si aspettava. Il pubblico si sentì «tradito» dal suo beniamino.

Leonardo Autera, «Corriere della Sera», 29 gennaio 1983


Filmografia

La Tentation de Barbizon, regia di Jean Stelli (1945)
Six heures à perdre, regia di Alex Joffé e Jean Levitte (1946)
Dernier refuge, regia di Marc Maurette (1946)
Le château de la dernière chance, regia di Jean-Paul Paulin (1946)
Amore e Fortuna (Antoine et Antoinette), regia di Jacques Becker (1947)
Croisière pour l'inconnu, regia di Pierre Montazel (1947)
Du Guesclin, regia di Bernard de La Tour (1948)
Vient de paraître, regia di Jacques Houssin (1949)
Mon ami Sainfoin, regia di Marc-Gilbert Sauvajon (1949)
Mission à Tanger, regia di André Hunebelle (1949)
Millionnaires d'un jour (1949), regia di André Hunebelle (1949)
Au revoir Monsieur Grock, regia di Pierre Billon (1949)
Rendez-vous avec la chance, regia di Emile-Edwin Reinert (1949)
Pas de week-end pour notre amour, regia di Pierre Montazel (1949)
Un certain monsieur, regia di Yves Ciampi (1949)
Je n'aime que toi, regia di Pierre Montazel (1949)
Le Jugement de Dieu, regia di Raymond Bernard (1949)
Vipere, regia di Emile-Edwin Reinert (1950)
La Rue sans loi, regia di Claude Dolbert et Marcel Giraud (1950)
Adémaï au poteau-frontière, regia di Paul Colline (1950)
Knock ovvero il trionfo della medicina (Knock), regia di Guy Lefranc (1950)
È più facile che un cammello..., regia di Luigi Zampa (1950)
La Rose rouge, regia di Marcello Pagliero (1951)
Les Joueurs, regia di Claude Barma - cortometraggio (1951)
Un Amour de parapluie, regia di Jean Laviron - cortometraggio (1951)
Bibi Fricotin, regia di Marcel Blistène (1951)
Il sonnambulo (Boniface Somnambule), regia di Maurice Labro (1951)
Boîte à vendre, regia di Claude-André Lalande - cortometraggio (1951)
...e mi lasciò senza indirizzo (Sans laisser d'adresse), regia di Jean-Paul Le Chanois (1951)
Champions Juniors, regia di Pierre Blondy - cortometraggio (1951)
90 degrés à l'ombre, regia di Norbert Carbonnaux - cortometraggio (1951)
Le Roi du bla bla bla, regia di Maurice Labro (1951)
La vie est un jeu, regia di Raymond Leboursier (1951)
La passante, regia di Henri Calef (1951)
Ho ucciso mia moglie (La Poison), regia di Sacha Guitry (1951)
Pas de vacances pour Monsieur le Maire, regia di Maurice Labro (1951)
Le Dindon, regia di Claude Barma (1951)
L'Amant de paille, regia di Gilles Grangier (1951)
Folie douce, regia di Jean-Paul Paulin (1951)
Ma femme est formidable, regia di André Hunebelle (1951)
Les Loups chassent la nuit, regia di Bernard Borderie (1951)
Le voyage en Amérique, regia di Henri Lavorel (1951)
I sette peccati capitali (Les Sept Péchés capitaux), regia di Jean Dréville (1952) - episodio Pigrizia
Ils étaient cinq, regia di Jack Pinoteau (1952)
Les Dents longues, regia di Daniel Gélin (1952)
Agence matrimoniale, regia di Jean-Paul Le Chanois (1952)
La Fugue de Monsieur Perle, regia di Pierre Gaspard-Huit (1952)
Week-end à Paris, regia di Gordon Parry (1952)
La sconfitta dello scapolo (Elle et moi), regia di Guy Lefranc (1952)
Je l'ai été trois fois, regia di Sacha Guitry (1952)
Monsieur Taxi, regia di André Hunebelle (1952)
Monsieur Leguignon Lampiste, regia di Maurice Labro (1952)
Le Huitième Art et la manière, regia di Maurice Regamey - cortometraggio (1952)
L'ussaro fantasma (Moineaux de Paris), regia di Maurice Cloche (1952)
L'amour n'est pas un péché, regia di Claude Cariven (1952)
La mondana rispettosa (La Putain respectueuse), regia di Charles Brabant e Marcello Pagliero (1952)
La tournée des grands ducs, regia di André Pellenc, terminato da Norbert Carbonnaux (1952)
Le sorcier blanc, regia di Claude Lalande (1952)
Tambour battant, regia di Georges Combret (1953)
Le compagne della notte (Les Compagnes de la nuit), regia di Ralph Habib (1953)
La vita di un onest'uomo (La Vie d'un honnête homme), regia di Sacha Guitry (1953)
Le Rire - cortometraggio, regia di Maurice Regamey (1953)
Il dormitorio delle adolescenti (Dortoir des grandes), regia di Henri Decoin (1953)
Au diable la vertu, regia di Jean Laviron (1953)
Légère et court vêtue, regia di Jean Laviron (1953)
Capitaine Pantoufle, regia di Guy Lefranc (1953)
Il segreto di Elena (Le Secret d'Hélène Marimon), regia di Henri Calef (1953)
Faites-moi confiance, regia di Gilles Grangier (1953)
Mon frangin du Sénégal, regia di Guy Lacourt (1953)
Lo strano desiderio del signor Bard (L'Étrange Désir de Monsieur Bard), regia di Géza von Radvànyi (1953)
Poisson d'avril, regia di Gilles Grangier (1954)
Ah! Les belles bacchantes, regia di Jean Loubignac (1954)
Il grano in erba, regia di Claude Autant-Lara (1954)
Le Chevalier de la nuit, regia di Robert Darène (1954)
Les Corsaires du Bois de Boulogne, regia di Norbert Carbonnaux (1954)
Escalier de service - episodio "Les Grimaldi" - regia di Carlo Rim (1954)
Gli uomini non pensano che a quello (Les hommes ne pensent qu'à ça), regia di Yves Robert (1954)
Huis clos, regia di Jacqueline Audry (1954)
Les Intrigantes, regia di Henri Decoin (1954)
Santarellina (Mam'zelle Nitouche), regia di Yves Allégret (1954)
Il montone a cinque zampe (Le Mouton à cinq pattes), regia di Henri Verneuil (1954)
Papà, mamma, la cameriera ed io (Papa, maman, la bonne et moi), regia di Jean-Paul Le Chanois (1954)
Fascino criminale (Les pépées font la loi), regia di Raoul André (1954)
La Regina Margot (La Reine Margot), regia di Jean Dréville (1954)
Scènes de ménage, regia di André Berthomieu (1954)
Tourments, regia di Jacques Daniel-Norman (1955)
Napoleone (Napoléon), regia di Sacha Guitry (1955)
Ingrid - Die Geschichte eines Fotomodells, regia di Géza Von Radvanyi (1955)
Les Impures, regia di Pierre Chevalier (1955)
L'Impossible Monsieur Pipelet, regia di André Hunebelle (1955)
La piccola guerra (Les Hussards), regia di Alex Joffé (1955)
La Bande à papa, regia di Guy Lefranc (1955)
Bonjour sourire, regia di Claude Sautet (1955)
Si Paris nous était conté, regia di Sacha Guitry (1955)
Frou-Frou, regia di Augusto Genina (1955)
Mädchen ohne Grenzen, regia di Géza von Radvànyi (1955)
La traversata di Parigi (La Traversée de Paris), regia di Claude Autant-Lara (1955)
Papà, mamma, mia moglie ed io (Papa, maman, ma femme et moi), regia di Jean-Paul Le Chanois (1956)
Bébés à gogo, regia di Paul Mesnier (1956)
La Loi des rues (La legge della strada), regia di Ralph Habib (1956)
Courte tête, regia di Norbert Carbonnaux (1956)
Omicidio a pagamento (Comme un cheveu sur la soupe), regia di Maurice Regamey (1957)
Vacanze a Malaga (Taxi, Roulotte et Corrida), regia di André Hunebelle (1958)
La legge del più furbo (Ni vu, ni connu), regia di Yves Robert (1958)
La Vie à deux, regia di Clément Duhour (1958)
I tartassati, regia di Steno (1959)
Totò, Eva e il pennello proibito, regia di Steno (1959)
Il miliardo l'eredito io (Certains l'aiment froide), regia di Jean Bastia (1959)
Il dottor Zigano (Mon pote le gitan), regia di François Gir (1959)
Io... mio figlio e la fidanzata (Les Tortillards), regia di Jean Bastia (1960)
Un cadavere in fuga (Dans l'eau qui fait des bulles), regia di Maurice Delbez (1961)
Capitan Fracassa (Le Capitaine Fracasse), regia di Pierre Gaspard-Huit (1961)
Il delitto non paga (Le crime ne paie pas) - episodio L'homme de l'avenue, regia di Gérard Oury (1961)
La bella Americana (La Belle Américaine), regia di Robert Dhéry (1961)
Candido o l'ottimismo nel XX secolo (Candide ou l'optimisme du XXe siècle), regia di Norbert Carbonnaux (1961)
Bandito sì... ma d'onore! (La Vendetta), regia di Jean Chérasse (1962)
Un clair de lune à Maubeuge, regia di Jean Chérasse (1962)
Il re delle corse (Le Gentleman d'Epsom), regia di Gilles Grangier (1962)
I Fortunati (Les Veinards), regia di Jean Girault - episodio Il grosso malloppo (Le Gros Lot) (1962)
Io.. due ville e quattro scocciatori (Nous irons à Deauville), regia di Francis Rigaud (1962)
Le tentazioni quotidiane (Le Diable et les Dix Commandements), regia di Julien Duvivier (1962)
7-9-18 da Parigi un cadavere per Rocky (Des pissenlits par la racine), regia di Georges Lautner (1963)
I tre affari del signor Duval (Pouic-Pouic), regia di Jean Girault (1963)
Tre morti per Giulio (Carambolages), regia di Marcel Bluwal (1963)
Faccio saltare la banca (Faites sauter la banque !), regia di Jean Girault (1963)
Fantomas 70 (Fantômas), regia di André Hunebelle (1964)
Due uomini in fuga... per un colpo (Une souris chez les hommes), regia di Jacques Poitrenaud (1964)
Una ragazza a Saint-Tropez (Le Gendarme de Saint-Tropez), regia di Jean Girault (1964)
Colpo grosso ma non troppo (Le Corniaud), regia di Gérard Oury (1965)
Fantomas minaccia il mondo (Fantômas se déchaîne), regia di André Hunebelle (1965)
Tre gendarmi a New York (Le Gendarme à New York), regia di Jean Girault (1965)
Tre uomini in fuga (La Grande Vadrouille), regia di Gérard Oury (1966)
Chi ha rubato il presidente? (Le Grand Restaurant), regia di Jacques Besnard (1966)
Per favore, chiudete le persiane (Les Bons vivants), regia di Gilles Grangier (1967)
Fantomas contro Scotland Yard (Fantômas contre Scotland Yard), regia di André Hunebelle (1967)
Le grandi vacanze (Les Grandes Vacances), regia di Jean Girault (1967)
Io, due figlie, tre valigie (Oscar), regia di Édouard Molinaro (+ LdF scénariste) (1967)
Si salvi chi può (Le Petit Baigneur), regia di Robert Dhéry (1967)
Nemici... per la pelle (Le Tatoué), regia di Denys de La Patellière (1968)
Calma ragazze, oggi mi sposo (Le Gendarme se marie), regia di Jean Girault (1968)
Louis de Funès ed il nonno surgelato (Hibernatus), regia di Édouard Molinaro (1969)
Beato fra le donne (L'Homme orchestre), regia di Serge Korber (1970)
6 gendarmi in fuga (Le Gendarme en balade), regia di Jean Girault (1970)
Mania di grandezza (La Folie des grandeurs), regia di Gérard Oury (1971)
Jo e il gazebo (Jo), regia di Jean Girault (1971)
Aggrappato ad un albero, in bilico su un precipizio a strapiombo sul mare (Sur un arbre perché), regia di Serge Korber (1973)
Le folli avventure di Rabbi Jacob (Les Aventures de Rabbi Jacob), regia di Gérard Oury (1973)
L'ala o la coscia? (L'Aile ou la cuisse), regia di Claude Zidi (1976)
La Zizanie, regia di Claude Zidi (1978)
Il gendarme e gli extraterrestri (Le Gendarme et les Extra-terrestres), regia di Jean Girault (1979)
L'Avare, regia di Jean Girault (anche regista) (1979)
La Soupe aux choux, regia di Jean Girault (1981)
Le Gendarme et les gendarmettes, regia di Jean Girault e Tony Aboyantz (1982)

Teatro

1926 : Le Royal Dindon di Bodèse[6]
1944 : L'Amant de paille di Marc-Gilbert Sauvajon, con Meg Lemonnier, Jean-Pierre Aumont, Bernard Blier, allestimento di Jean Wall, Théâtre Michel di Parigi: comparsa
1945 : Image anglaise di Jacques Armand, allestimento di Pierre Henry, Théâtre des Champs-Élysées : un cliente
1945 : La Maison de Bernarda Alba di Federico García Lorca, allestimento di Maurice Jacquemont, con Germaine Kerjean, Marthe Mellot, Silvia Monfort, Théâtre des Champs-Élysées : comparsa (28 dicembre)
1946 : Winterset di Maxwell Anderson, allestimento di André Certes, con Renaud Mary, Yves Vincent, Marie Carlot, Jean-Roger Caussimon, Léon Arvel, Daniel Gélin, Théâtre des Bouffes du Nord : il vagabondo (27 gennaio).
1946 : L'Île grande di Henriette Valet, allestimento di Teddy Bilis, con Louis Arbessier, Jacques Sarthou e Jeanne Stora, Théâtre de l'Œuvre (1º settembre).
1948 : Thermidor di Claude Vermorel, con regia dell'autore, con Claire Mafféi, Gisèle Grandpré, Claude Ferna, Gérard Oury, Théâtre Pigalle : Hanriot (24 marzo).
1949 : Le Journal de Jules Renard, sketch ispirati dall'opera di Jules Renard allestiti nel settembre 1949 al cabaret La Tomate, successivamente riproposta alla radio, con Raymond Souplex, Robert Rocca, Pierre Still, Francine Darbois, Michel Méry, Jean Carmet
1949 : Un tramway nommé Désir di Tennessee Williams, allestimento di Raymond Rouleau, con Arletty, Yves Vincent, Héléna Bossis, Daniel Ivernel, Maurice Regamey, Théâtre Édouard VII : Pablo (15 ottobre).
1950 : Le Fils du rémouleur di Max Révol, regia dell'autore, con Darry Cowl, Jean-Marc Thibault, Jean Richard, Max Révol, Théâtre du Chapiteau.
1951 : Vache de mouche di Michel Emer, regia dell'autore, con Jack Ary, Micheline Dax, Jean Carmet, Christian Duvaleix
1951 : Dominique et Dominique di Jean Davray, allestimento di Raymond Rouleau, con Lucien Nat, Jacques François, Théâtre Michel : Mr. Ernest (18 gennaio)
1952 : La Puce à l'oreille di Georges Feydeau, allestimento di Georges Vitaly, con Pierre Mondy, Marthe Mercadier, Jean Le Poulain, Théâtre Montparnasse : Augustin Ferraillon
1952 : La Peur des coups di Georges Courteline, con Colette Brosset
1952 : Bouboute et Sélection o Café liégrois di Robert Dhéry, regia dell'autore, con Dhéry, Colette Brosset, Roger Saget, Albert Rémy, Mondy, Gérard Calvi, René Dupuy, Théâtre Vernet : l'aiutante dei pompieri
1952 : Sans cérémonie di Jacques Vilfrid e Jean Girault, con Albert Préjean, Claude Gensac, Maria Mascelli, Jean d'Orgeix, Théâtre Daunou : il maggiordomo (23 settembre-9 novembre[7])
1953 : Ah ! les belles bacchantes di Dhéry, Francis Blanche e Calvi, allestimento di Dhéry, con Jacqueline Maillan, Jacques Legras, Théâtre Daunou (16 giugno)
1953 : Le Journal de Jules Renard adattamento di Robert Rocca e Simone Rouziéde, con Rocca, Carmet, René Berthier, cabaret La Tomate
1955 : Ornifle ou le Courant d'air di Jean Anouilh con Pierre Brasseur & Jacqueline Maillan, allestimento di Jean Anouilh e Roland Piétri, Théâtre des Champs-Élysées : Machetu (3 novembre)
1955 : Nekrassov di Jean-Paul Sartre, allestimento di Jean Meyer, con Michel Vitold, Jean Parédès, Roland Armontel - de Funès è stato usato nella messa in scena durante le prove
1955 : Poppi di Georges Sonnier, allestimento di Pierre Valde, con Maryse Paillet, Maurice Vallier, Théâtre Verlaine : Poppi (5 marzo)
1957 : Faisons un rêve di Sacha Guitry, regia dell'autore, Théâtre des Variétés (30 marzo)
1959 : Oscar (poi trasposto in film nel 1967 - in Italia col titolo Io, due figlie, tre valigie) di Claude Magnier, allestimento di Jacques Mauclair, con la compagnia teatrale Herbert-Karsenty
1961 : Oscar di Magnier, allestimento di Mauclair, Théâtre des Champs-Élysées (21 gennaio-1º luglio)
1962 : La Grosse Valse di Robert Dhéry, regia dell'autore, con Robert Dhéry, Colette Brosset, Liliane Montevecchi, Jacques Legras, Janine de Waleyne, Pierre Tornade, Françoise Moncey, Guy Grosso, Michel Modo, Théâtre des Variétés : il doganiere Roussel
1971-1973 : Oscar di Magnier, con Maria Pacôme, Olivier de Funès, Mario David, Corinne Le Poulain, allestimento di Mondy, Théâtre du Palais-Royal : Bertrand Barnier (30 novembre-21 maggio 1972/19 settembre-7 gennaio 1973)
1973 : La Valse des toréadors di Jean Anouilh, regia dell'autore e di Roland Piétri, con Sabine Azéma, Théâtre des Champs-Élysées : il Generale (19 ottobre).

Discografia

Louis de Funès ha eseguito molte canzoni in scena, su schermo o in disco, tra cui:[8]:

1962 : Pour toi, Dans mes godasses, C'est défendu e Comme la douane in La Grosse Valse di Robert Dhéry, musica di Gérard Calvi, con Guy Grosso, Michel Modo, Pierre Tornade e Jacques Legras
1967 : Ferme tes yeux mon bébé, melodia e parole di « mémé Fourchaume » in Si salvi chi può
1970 : Les Poupons (o Quand tu fais « La la la - la la »), musica di François de Roubaix, parole di Jean Halain e Remo Forlani, in Beato fra le donne con suo figlio Olivier de Funès
1981 (24 dicembre) : Le Divin Enfant sul set di Grand Anniversaire, spettacolo di varietà di France 3 animato da Guy Béart.

Ha inoltre registrato favole, giochi e storie per bambini (Gli Aristogatti) su microgroove[9].

1953 : La Tomate présente le Journal de Jules Renard (33 giri - Phillips - Rif: N 76007R)
1958 : Le Bœuf et l'Âne de la crèche con Louis de Funès (l'asino) e Jacques Fabbri (il bue) (33 giri - Erato - rif: LDEV 3097)
1958 : Le Bourgeois gentilhomme di Molière, interpretato tra gli altri da Louis de Funès e Bernard Blier (16 giri - Contrepoint - rif: V 16.25005.30) poi in 33 giri - Vogue - N° COF.11 (1972)
1959 : Les Fourberies de Scapin di Molière (16 giri - Contrepoint) poi in 33 giri - Vogue - N° COF.12 (1972)
1960 : La Grosse Valse (33 giri - rif: LD 593 30)
1964 : Louis de Funès joue avec les classiques (4 × 45 giri).
Volume 1 (Vogue, EPL 8259)
Jean de La Fontaine : Le Corbeau et le Renard, Le Loup et l'Agneau, Le Coche et la Mouche
Jean de La Bruyère : Des biens de fortune, Giton et Phédon, De l'Homme : Gnathon
Volume 2 (Vogue, EPL 8260)
Jean de La Fontaine : La Cigale et la Fourmi, Le Petit Poisson et le Pêcheur, Le Lion et le Moucheron
Jean Racine : Les plaideurs
Volume 3 (Vogue, EPL 8261)
Jean de La Fontaine : La Grenouille qui veut se faire aussi grosse que le bœuf, La Montagne qui accouche, Le Chat, la belette et le petit Lapin
Nicolas Boileau : Les Embarras de Paris
Volume 4 (Vogue, EPL 8262)
Jean de La Fontaine : Le Savetier et le Financier
Molière : Monologue de l'avare
Pierre Corneille : Stances à Marquise
Voltaire : La Vanité, Les oui et les non, Épigramme imité de l'anthologie
1964 : Louis de Funès interpreta Molière (L'Avare, Les Fourberies de Scapin, Le Bourgeois gentilhomme), La Fontaine (Fable) (33T - Vogue)
1969 : Un client sérieux una commedia di Georges Courteline con Fernandel (33T - Rif: DECA FM 133522) - Louis de Funès interpreta il ruolo del sostituto.
1979 : Le Double Disque d'or des enfants (33 giri - rif : Vg304)
1980 : Louis de Funès raconte les Aristochats (33 giri - Disneyland Records - rif: ST-3890 F)
1981 : Pour le mercredi de vos enfants con Bernard Blier, Les Charlots, Danièle Gilbert, Louis de Funès, Jean Chevrier, Pierre Tchernia, Pierre Perret. (33 giri - Vogue Clvlx 665) Louis de Funès y récite Le Corbeau et le Renard e Le Loup et l'Agneau.
Hommage à Louis de Funès (2 × 33 giri - Vogue - rif:426010)

Colonne sonore

1962 : Le Diable et les Dix commandements, con Fernandel (45 giri - barclay 70 466)
1962 : Le Gentleman d'Epson, con Jean Gabin
1963 : Carambolage, (45 giri - Vogue - rif: EPL 8098)
1963 : Faites sauter la banque, (45 giri - BEL AIR 211 151 M)
1963 : Nous irons à Deauville, con Sacha Distel (45 giri - rca victor 86006)
1963 : La Belle Américaine, (45 giri - Vogue - rif: EPL 7887)
1964 : Le Gendarme de St-Tropez, (33 giri - Seven Seas - rif : HIT 1402)
1965 : Le Gendarme à New York, (45 giri)
1965 : Le Corniaud, con Bourvil (45 giri - Barclay 70773)
1966 : La Grande Vadrouille, (45 giri)
1966 : Le Grand Restaurant, (45 giri - Barclay 70916)
1968 : Le Petit Baigneur, (45 giri - Vogue - rif: EPL8619)
1970 : L'Homme orchestre, (45 giri - Philips - rif: 6009 088)
1971 : La Folie des grandeurs, con Yves Montand (45 giri - LP - AZ118)
1973 : Les Aventures de Rabbi Jacob, (45 giri)
1976 : L'Aile ou la Cuisse, (33 giri - Vogue -LDY 28076)
1978 : La Zizanie, con Annie Girardot (33 giri - Warner Bros.)
1980 : L'Avare, con Michel Galabru
45T - Wea - Filipacchi Music - scene : « Au voleur, au voleur » e scena della fustigazione
33T - Wea - Filipacchi Music - rif : 68028
Coffret 3 × 33 giri + libretto di 8 pp. (Wea - Filipacchi Music - rif : 68028)

Titoli e premi

Onorificenze

Cavaliere dell'Ordine della Legion d'Onore - nastrino per uniforme ordinaria Cavaliere dell'Ordine della Legion d'Onore
«Premiato da Gérard Oury»— 1973
Premio César onorario (1980, consegnato da Jerry Lewis)

Incassi

Louis de Funès è il campione incontrastato al botteghino francese degli anni sessanta e settanta, con più di centocinquanta milioni di spettatori nei cinema. Tra 1964 e 1979, l'attore risultò il n°1 per ben sette volte (1964, 1965, 1966, 1967, 1970, 1973 e 1979). Nel 1967, è ancora una volta il n°1 con Le grandi vacanze, il n°2 con Io, due figlie, tre valigie e il n°5 con Fantomas contro Scotland Yard.

Top 10 per afflusso di spettatori in Francia

Tre uomini in fuga: n°1 nel 1966, 17,27 milioni di spettatori
Colpo grosso ma non troppo: n°1 nel 1965, 11,74 milioni di spettatori
Una ragazza a Saint-Tropez: n°1 nel 1964, 7,8 milioni di spettatori
Le folli avventure di Rabbi Jacob: n°1 nel 1973, 7,29 milioni di spettatori
Le grandi vacanze: n°1 nel 1967, 6,98 milioni di spettatori
Calma ragazze, oggi mi sposo: n°2 nel 1968 (dopo Il Libro della giungla), 6,82 milioni di spettatori
Il gendarme e gli extraterrestri: n°1 nel 1979, 6,28 milioni di spettatori
Io, due figlie, tre valigie: n°2 nel 1967 (dopo Le grandi vacanze), 6,12 milioni di spettatori
L'ala o la coscia?: n°2 nel 1976 (dopo Lo squalo), 5,84 milioni di spettatori
Mania di grandezza: n°4 nel 1971, 5,56 milioni di spettatori

Altri

6 gendarmi in fuga : n°1 nel 1970, con 4,87 milioni di spettatori
Si salvi chi può : n°4 nel 1968, 5,54 milioni di spettatori

Doppiatori italiani

Stefano Sibaldi in: Un cadavere in fuga, Faccio saltare la banca, Si salvi chi può, Le grandi vacanze, Io, due figlie, tre valigie, Tre uomini in fuga, Il nonno surgelato, 6 gendarmi in fuga, Chi ha rubato il presidente?, Calme ragazze, oggi mi sposo, Beato fra le donne, Manie di grandezza, Jo e il gazebo, L'ala o la coscia?
Carlo Romano in: Totò, Eva e il pennello proibito, Il delitto non paga, Il re delle corse, Fantomas 70, Due uomini in fuga... per un colpo, Colpo grosso ma non troppo, Tre gendarmi a New York, Per favore, chiudete le persiane, Fantomas contro Scotland Yard, Le tentazioni quotidiane
Lauro Gazzolo in: I tartassati, Io... mio figlio e la fidanzata, I Fortunati
Elio Pandolfi in: I tre affari del signor Duval, I Fortunati (ridoppiaggio)
Oreste Lionello in: Fantomas minaccia il mondo, Le folli avventure di Rabbi Jacob
Gianfranco Bellini in: Papà, mammà, la cameriera ed io
Bruno Persa in: La traversata di Parigi
Leonardo Severini in: Nemici... per la pelle

Note

  1. ^ Edoardo Caroni, Comicità alla francese. Il cinema di Louis de Funès, Bonanno Editore, 2012, pp. 22-24.
  2. ^ Edoardo Caroni, Comicità alla francese, cit., 2012, p. 79.
  3. ^ Vedi anche Edoardo Caroni, Comicità alla francese, cit., pp. 77-79.
  4. ^ Per anni de Funès ha mantenuto la scaltra abitudine di sondare le reazioni della gente comune, recandosi senza farsi riconoscere in un cinema dei Champs-Elysées - cfr. E. Caroni, op. cit., p. 78. Ancora oggi a ogni passaggio televisivo in Francia, fa salire l'indice d'ascolto e conquista le nuove generazioni.
  5. ^ Cfr. anche la scheda bio-cinematografica, su miticofufu.it
  6. ^ Secondo la teatrografia ampiamente diffusa (cfr. ad esempio sito ufficiale), l'attore inizia con questa piccola piéce amatoriale interpretata in collegio.
  7. ^ Cfr. Éric Leguèbe, Louis de Funès, roi du rire, Parigi, Dualpha éditions, 2003, p. 255 (ISBN 2-912476-36-4)
  8. ^ "Discographie complète et illustrée", su Louisdefunes.org
  9. ^ "Les Aristochats racontés par Louis de Funes", marzo 2011.

Sintesi delle notizie estrapolate dagli archivi storici dei seguenti quotidiani e periodici:
  • «La Stampa», 28 - 29 gennaio 1983
  • Leonardo Autera, «Corriere della Sera», 29 gennaio 1983