KOLOSSAL - I MAGNIFICI MACISTI

(1977)

Kolossal


Titolo originale Kolossal - I magnifici macisti

Produzione: Euro International Film - Durata 90'
La regia è di Antonio Avati mentre la scelta delle sequenze è di Enrico Lucherini, dal titolo si intuisce qual'è il filo conduttore di questa pellicola interrotta quà e là da battute di Maurizio Costanzo. Totò è presente con alcuni brani di Totò contro Maciste.


Così la stampa dell'epoca

1977 06 05 La Stampa Kolossal R intro

Roma, 4 giugno.

In principio era Cabiria, tanta cartapesta e i muscoli di Bartolomeo Pagano, detto Maciste. Poi i bicipiti sullo schermo ebbero una lunga crisi ideologica. Le braccia possenti e gli sguardi fermi, generosi, si misero a servizio del «regime» trasformandosi in eroi di guerre antiche o contemporanee, meno preoccupali dell'ampiezza del torace che dell'esaltazione dei principi nazionalistici e dei destini imperiali nell'Italia fascista.

I nipotini diretti di Maciste ricomparvero soltanto negli Anni 50, in pieno boom economico, post bellico. Arrivavano in massa dall'America come i dollari del Piano Marshall. Si chiamavano Steve Reeves, Gordon Scott, Lex Barker, Mike Hargitay, Gordon Mitchell, Ray Danto», non contava che sapessero recitare: la scrittura era un problema di sviluppo anatomico. Un autentico trionfo di «plasmoniani» modellati sull'immagine di «Superman». Ai muscoli che venivano d'oltreoceano, noi contrapponemmo i seni prorompenti e le solide natiche di una nuova generazione di attrici mediterranee. Diventarono presto popolari i nomi di Sophia Loren, Gina Lollobrigida, Rossana Podestà, Daniela Rocca, Chelo Alonso, Sylvia Lopez e tante altre figuranti dal futuro meno brillante. Avevamo inventato le «maggiorate». La cornice spettacolare dove agirono queste rotonde incarnazioni delle speranze e della fantasia popolare fu fornita dal kolossal storico, in costume, sul ricordo di Cabiria. Mentre lo slancio della speculazione edilizia stava mostruosamente allargando le periferie delle grandi città secondo disumani piani urbanistici di sfruttamento, Cinecittà allestiva a getto continuo sofisticate architetture di cartapesta con eleganti colonnati, portali sbalzati, interni ampi e luminosi, affreschi, statue, scalinate, piazze, templi, stadi secondo una visione di grandiosità e bellezza classiche da offrire in gratificazione al pubblico prima del ritorno all'abitazione-alveare. Ercole è il più impegnato; sforna avventure in serie.

Ma ci sono anche Maciste, Sansone, Ursus, gli eroi omerici, i centurioni romani, i martiri cristiani, i gladiatori, i condottieri, gli imperatori, i faraoni e gli apostoli. I temi sono quelli della forza, del coraggio, dell'audacia, in una concezione ottimistica del mondo dove l'amore e i buoni sempre trionfano, anche tra catastrofi sconvolgenti. Sono i miti di un benessere gonfiato come i muscoli degli eroi cinematografici, che dopo un breve periodo di grande successo (kolossal autentici e minikolossal di recupero se ne fanno a decine), scomparvero ai primi cenni di una crisi che imponeva un atteggiamento più realistico anche nel campo dello spettacolo. Dalle Fatiche di Ercole a Elena di Troia a Gli ultimi giorni di Pompei ad Arrivano i Titani, il prolifico filone offre ai sociologi un ampio materiale di studio ed agli appassionali di cinema prelibate occasioni di indagine sull'impiego degli stereotipi. Spinto da questi due propositi e dall'incasso (due miliardi) del suo primo film di montaggio Un sorriso, uno schiaffo, un bacio in bocca, Enrico Lucherini, press-agent romano di prima grandezza, sta lavorando ad una nuova antologia cinematografica ricavata dall'esame di almeno cento pellicole storico-spettacolari-fantastiche. «Il titolo sarà Kolossal, gli eroi di Cartapesta — spiega Lucherini —. Dopo C'era una volta Hollywood i film antologici stanno attraversando un momento di moda.

1977 06 05 La Stampa Kolossal R f1

A Cannes ne è stata presentata un'intera rassegna con il titolo di " Il passato prossimo ". Alcuni erano prodotti raffinatissimi per una élite di intenditori: tutti i pugni del cinema americano, le scene più famose del western. Io ho cercato di dare al lavoro un taglio storico oltre che specialistico. Con gli spezzoni dei film, monteremo anche brani di cinegiornali d'epoca e una voce fuori campo come commento ironico e realistico. Dopo tre mesi di ricerche ho raccolto ma¬ teriale per circa sei ore di proiezione: si dovrà ridurlo ai novanta minuti classici di un film. Mi aiutano Antonio Avati, fratello del regista Pupi, e Maurizio Costanzo che curerà il parlato. Il costo complessivo si aggira intorno ai 200 milioni». Il viaggio tra i supermuscoli del nostro cinema parte cronologicamente da Scipione l'Africano e risale fino ad Arrivano i Titani di Duccio Tessari (1962), dove già si avvertono i primi forti segni critici della parodia del genere.

Ci saranno i primi esempi di cinema catastrofico (Pompei, Troia, Ercolano, Gomorra), le danze in veli maliziosi di Chelo Alonso, Belinda Lee e Anita Ekberg, le orgie consentite dalla censura d'epoca, il seno nudo di Clara Calamai nella Cena delle beffe, i discorsi antifemministi delle amazzoni e delle matrone, da Maria Fiore a Dorian Grey a Joan Collins che volevano soltanto maschi dalla forza bruta. In contrappunto, dalla fantasia del colore al realismo del bianco e nero, appariranno i brani dei cinegiornali: Mussolini che fa agli italiani lo stesso discorso di Scipione l'Africano, il Concorso per Messalina vinto da Maria Felix, la rassegna dei costumi della Loren per il Cid, Andreotti in visita sul set di Cleopatra con Liz Taylor. «I film più brutti sono i più irresistibili — dice Lucherini — Ce ne sono di Gallone, Freda, Cerchio, Sergio Corbucci, e anche di Blasetti. Ho visto quattro pellicole al giorno per tre mesi.

La maggior parte appartiene alla Euro che produce " Kolossal ". Un materiale eccezionale. Bisognerebbe riproiettarli tutti nei circuiti normali, penso che il pubblico si divertirebbe alla follia». Ci sono i primi Sondokan con Steve Reeves, la Lollobrigida nella Regina di Saba, Ornella Vaironi in Romolo e Remo, Virna Lisi, Tina Louise, la Podestà con Sernas e la Bardot in Elena di Troia, Alberto Lupo con la Panaro in Le Baccanti e Edy Vessel, ora signora Crociani, che dice al muscoloso compagno «Patroclo, scappa, scappa, perché lo scandalo ci travolgerà». E il commentatore: «Ora è scappata lei». Non c'è pericolo di querele? «Se è gente di spirito non dovrebbe offendersi. Comunque sono allenato a questo tipo di inconvenienti. Per Un sorriso uno schiaffo un bacio in bocca ho dovuto sostenere 36 cause fatte da attori che vedevano il loro prestigio professionale intaccato dal film. Le ho vinte tutte». La prima di Kolossal è annunciata per l'inizio della prossima stagione. Lucherini ha in mente di lanciarlo con una festa nello stile della materia trattata. Proiezione in una grande palestra romana, pranzo con camerieri in costume romano ed esibizione di alcuni cuulturisti italiani che esporranno i loro supermuscoli al confronto con i loro colleghi di vent'anni fa.

s. cas., «La Stampa», 6 giugno 1977


«Colossi» di cartapesta

KOLOSSAL da un'idea di Enrico Lucherini. Organizzatore Antonio Avati. Commento di Maurizio Costanzo. Film di montaggio, Italia. 1977.

Davanti ai cinematografici Maciste, Ercole, Alboino e Rosmunda degli anni Cinquanta non tremò tutta Roma e tantomeno tremò l'Italia, anche se gli incassi nel circuiti di provincia andarono meglio che nelle grandi città. Molti di guest! giganti di cartapesta in verità, furono "colossali" soltanto come "crac"- e vennero rapidamente smontati e messi In magazzino mentre d’oltre-oceano arrivavano carichi di dollari gli americani per realizzare La leggenda di Tim-buctù (1957) o Ben Hur (1959). Utilizzando le costruzioni degli americani, numerosi registi nazionali confezionarono prodotti In alcuni casi neppure apparsi sugli schermi. Ma ecco che, circa vent'annl dopo. Il produttore e pressagli Enrico Lucherini, di cui Il mondo del cinema ben conosce Il fiuto e l'astuzia, dopo avere già sfruttato le nostalgie della commedia all'Italiana con II film di montaggio Un sorriso, uno schiaffo e un bacio In bocca raggranellando al botteghino oltre due miliardi, è andato adesso a ricercare Baccanti, Orazl e Curiazi e Amori di Ercole dell’altro Ieri e Il ha riportati In un film con un arco Revocativo dal ’35 al '60 (ci sono solo due brevi puntatine con La monaca di Monza e La sepolta viva al 1969 e al 1973).
Kolossal, appunto, s'Intitola la nuova pellicola e da questo "cappello di prestigiatore" orchestrato a più mani esce davvero di tutto, ma non sempre Il montaggio è felice anche se sempre cl si può divertire nel riconoscere gli attori (Gemma biondissimo, Virna Lisi in sandali alla schiava), i vezzi e le debolezze dell'Italia che viaggiava In -600- e riempiva le balere. La parte più riuscita e sottile del film è sicuramente la prima ove si tenta anche un discorso politico- perché I kolossal e I cinegiornali del -regime• sono affiancati a quelli dell'Italia del dopoguerra. Ecco, allora, che a fianco di Annibale vinchi In Scipione l’Africano vediamo Il "duce" inaugurare Cinecittà e la possente voce Impostata dell'attore fa il verso al discorsi di Mussolini. Subito dopo, nel film, si vede Ercole l’Invincibile sgretolare quelle che erano state le ambizioni fasciste.

Il rapporto -cinema-storia-costume-, qui, ha un suo preciso significato mentre. Invece, nella seconda parte, l’antologia di Lucherini e Antonio A vati scivola nel qualunquismo tipico del cinema di consumo. Il commentatore Maurizio Costanzo sembra divertirsi molto nel mescolare le carte e illustrare il nastro cinema minore degli anni del falso boom quando si costruivano Illusioni di cartapesta e le si vendevano come evasioni agli spettatori. Mancano, purtroppo, per le più attente platee di cinefili, I film più noti di Bava. Freda e Cottafavi, ma ci sono tanti "eroi" di Ieri (Sulva Koscina, Steve Reeves, Corrado Pani, Alberto Lupo) e fra tutte le comparse dalle bocche troppo rosse appare spesso -e spopola - quel gran pagliaccio e principe che fu Totò.

Manca anche la Loren-Aida nel film di Fracassi, ma sta lei che la Lollo ritornano giovani nelle retoriche Settimane Incom. In conclusione si può dire che. nella sua commistione fra spettacolo e documentario, Kolossal riesce comunque a diventare un mass-media di genere storico perché lo spettatore, guardando le Immagini e ascoltando le musiche di Nico Fidenco, ricorda le pipe di Mike Bongiorno, i Festivals di Sanremo, quella che Darlo Fo definì "un'Italia patria del detersivi".

G. Gs., «Corriere dell'Informazione», agosto 1977


1977 08 27 Corriere della Sera Kolossal intro

KOLOSSAL (film di montaggio, cinema Colosseo). La nostra pagella. Realizzazione di Antonio Avati (7) da un'idea di Enrico Lucherini (7). Commento di Maurizio Costanzo (7). Giudizio complessivo: 7.

Se è vero che una società fa il cinema che più le assomiglia, com'era fatta l'Italia che ha partorito negli anni Cinquanta e ancor prima (durante il regime) gli ercoli, i centurioni, i templi di cartapesta e gii altri ingredienti dei kolossal? Scegliendo fior da fiore tra 115 pellicole appartenenti a questo inesausto filone, Enrico Lucherini e Antonio Avati hanno lasciato intendere — e il commento di Maurizio Costanzo non manca di sottolinearlo qua e là — che gli italiani avevano trasferito sugli schermi una voglia matta e inconfessata di grandezza e di prosperità.

Lo si capisce fin dalle prime sequenze. L'identificazione tra cinema e società è esemplificata benissimo nelle sequenze di «Scipione l'Africano»", nel parallelismo tra gii sproloqui di Annibale Ninchi vestito da antico romano e la facondia dei duce al fatidico balcone Dai ventennio si salta in fretta agli anni Cinquanta con le Gianna Maria Canale, le Tina Louise, le Chelo Alonso, le Dorian Gray poppute e sensuali che prefiguravano gli anni del «boom» o addirittura ne erano un simbolo palpabile. Salvo ritornare repentinamente alle star degli anni 30 o 40 Elisa Cegani, Clara Calamai (a seni scoperti nella storica «Cena delle beffe», Isa Miranda.

Il procedere di questo «Kolossal» è dunque un pò tortuoso, a zig zag. Anziché in ordine cronologico si e preferito andare per accostamenti suggestivi. Niente di nuovo, s'intende. Già una cinquantina d'anni fa Esenstein aveva inventato il «montaggio delle attrazioni» e Dziga Vertov dimostrava che si poteva creare un racconto coerente montando insieme frammenti ripresi in luoghi ed epoche differenti.

Il divertimento in tal modo è (quasi sempre) assicurato. Le informazioni che ci vengono date su questo o quei film sono invece pochine. Alcune pellicole erano, già all'epoca in cui vennero girate, dichiaratamente parodistiche. Il commento dissacratorio di Costanzo non sembra distinguere con chiarezza tra ciò che è volutamente ridicolo e ciò che non lo è. La parodia della parodia lascia un pò frastornati, il concetto di kolossal si dilata e kolossal anche Agostina Belli in lacrime ne «La sepolta viva»? E' kolossal anche Totò alle prese con il Corsaro Nero? La materia è vasta, e tutta da scoprire, il seguito potrebbe arrivare con la prossima puntata se, com'e probabile, questo film di montaggio viaggerà col vento in poppa nelle classifiche degli incassi

Roberto Serafin, «Corriere della Sera», 27 agosto 1977



Riferimenti e bibliografie:

  • G. Gs., «Corriere dell'Informazione», agosto 1977
  • Roberto Serafin, «Corriere della Sera», 27 agosto 1977

I film di montaggio

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TOTÒ, UNE ANTHOLOGIE (1978) Titolo originale Totò, une antologie - Anthologie de Totò Lingua originale Italiano - Paese di produzione Italia, Francia - Anno 1978 - Durata 112' - B/N, colore - Audio sonoro - Genere commedia, documentario, film di montaggio -…
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SUPERTOTÒ (1980) Titolo originale SupertotòPaese di produzione Italia - Anno 1980 - Durata 98' - Colore e B/N - Audio sonoro - Genere Commedia, film di montaggio - Regia Brando Giordani, Emilio Ravel - Sceneggiatura Brando Giordani, Emilio Ravel - Produttore…
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Totò, Peppino e... ho detto tutto (2001)

TOTÒ, PEPPINO E... HO DETTO TUTTO (2005) Titolo originale Totò, Peppino e... (ho detto tutto) Opera composta da un video e il libro «Fratelli d'Italia» edito da Einaudi.Paese di produzione Italia - Anno 2001 - Durata 90' - B/N - Audio sonoro - Genere…
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