Anna è in collera con Dio
Hollywood ha scoperto Anna Magnani in « Città aperta » e l'ha invitata ad andarsene laggiù. Volete sapere che ne pensa Anna? Un giorno vi dirà: « Ma certo che ci vado, sono stufa di tutte queste bassezze, non vedo l’ora di andarmene via », ma l'indomani avrà cambiato parere e con voce in cui suona la fatalità vi dirà che non può andarsene, non può lasciare l'Italia, chi gliela fa fare questa sfacchinata oltreoceano.
Sincera era ieri e sincera è oggi. Ma è estrosa, capricciosa, insofferente, stizzosa e pazza. Tutto ciò glielo si può però perdonare, perché è anche buona, affettuosa. amica, simpaticissima e piena di talento.
Anna è una grande artista perché è profondamente spontanea e non si è mai curata del prossimo e del suo giudizio. La sua personalità è fatta di talento e capricci, di dedizione e di indipendenza. Lei fa ciò che vuole, ma non impedisce agli altri di fare altrettanto.
Compra d’estate calze e golf di lana, ma non impedisce che la si giudichi strana, e non gliene importa niente. Fa dieci bagni al giorno, ma non impedisce, a chi vuole, di restare sporco e non lavarsi mai. Non cerca di giustificare l'acquisto estivo di oggetti di lana col dirvi che appuntò perché nessuno li compra costano meno in questo periodo; non cerca nemmeno di convincervi alla teoria dei dieci bagni quotidiani
Anna non è donna cresciuta senza urti e senza passioni, una di quelle che un bel giorno si trovano donne dopo essere state per un certo numero d’anni ragazzine. E’ una donna vera, passata attraverso i mari di tutti i guai. Ha conosciuto tutti i vizi, tutte le catene: se ne è liberata con semplicità, da un giorno all’altro, senza fare chiasso, solo perché le faceva comodo liberarsene.
Non sono certo che Anna abbia "fiutato", o, comunque viaggiato nei paradisi artificiali. Ma, certo, se ha « fiutato », vi ha rinunziato da un giorno all'altro, cosi, alla buona, senza pubblicità. Del resto, il carattere di Anna lo si può conoscere, per quanto sia molto complesso, da questo fatterello vero.
Aveva avuto un grande dolore (passionale com'è, ingigantisce ed esaspera i propri dolori, quasi volutamente martoriandosi e umiliandosi in essi) e passava una nottata dopo l'altra al tavolo da poker. Perdeva, vinceva? Non conta per la nostra storia. Una notte decise di smettere di giocare; forse il farmaco aveva già sufficientemente agito, o forse una leggera nausea aveva preso Anna alla bocca dello stomaco, dopo tutte quelle nottate in un’atmosfera irrespirabile, fatta di fumo di sigarette e di aliti stanchi. Dall’indomani non giocò più.
Di tutti gli amori della vita, uno solo le è rimasto: quello per il suo bimbo. Gli è attaccata disperatamente, come una lupa al lupetto. Per difendere suo figlio, più che per sé stessa, Anna ha unghie che sono artigli.
Un magnifico bimbo, il suo, un bambino con capelli biondi di seta e con uno splendente sorriso fatto di denti piccini come chicchi di riso. Se si può dire di un bimbo che è un sogno, è proprio per quello di Anna che lo si deve dire.
In mezzo a fortune, invidie, trionfi, denaro e gelosie, Anna non ha mai saputo nascondere che tutto per lei era ormai il suo bambino.
Oggi suo figlio è ospite di una clinica svizzera di Losanna dove ella spera possa avvenire il miracolo: il bimbo ha avuto una paralisi infantile. Lavora furiosamente Anna per lui. gli telefona tutti i giorni, spende per lui mensilmente una fortuna di lire italiane tradotte in pochi franchi svizzeri. Nessun sacrifizio le costa fatica, purché nulla manchi al bimbo, neppure una percentuale su mille di speranza.
E' ancora legata al figlio per il cordone ombelicale, la disgrazia del bambino la rende furiosa. Non può dimenticare il male che le viene fatto e chi le ha fatto il male: è uno dei lati del suo carattere, glielo si deve perdonare perché è donna impastata di passione. Oggi Anna è in collera con Dio.
Federico Patellani, «Tempo», n.22, 22 giugno 1946
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Federico Patellani, «Tempo», n.22, 22 giugno 1946 |