Anna Maria Ferrero parla di destino
L'incontro della Ferrero con Jean Sorel è avvenuto in un momento e in circostanze tali da indurre l’attrice a parlare di fatalità. Si sposeranno presto, ma la data e il luogo del matrimonio non sono ancora decisi
«E' il destino», dice Anna Maria Ferrero accompagnando le sue parole con un gesto della mano che allude scanzonatamente all’ineluttabilità di quanto le è capitato. Si è lasciata con un attore, e si sposerà presto con un attore. Aspirava ad una vita confortata da un tranquillo ménage borghese, e il meno che si possa prevedere è che lei e Jean Sorel dovranno vivere separati ima buona parte dell’anno. Sorel ha il suo lavoro a Parigi; lei ha la famiglia e il lavoro a Roma. «Sì, è vero — aggiunge constatando l’esistenza di queste difficoltà inerenti alla nuova vita che sta per iniziare — il mio è uno strano destino. Ho sempre frequentato poco l’ambiente del cinema; i miei amici non sono attori ma professionisti, intellettuali. E invece...». Jean Sorel, per di più, è un attore giovane, ancora in rodaggio; e, per quanto non sia un arrivista, nutre certe ambizioni, e le ambizioni divorano il tempo, la tranquillità.
«Perchè — m’interrompe a questo, punto l’attrice; e il tono, pur conservandosi pacato, vibra di una leggera nota polemica. — Anch’io ho cominciato a fare l’attrice che ero quasi bambina; anch’io ho ho avuto le mie ambizioni; eppure, non per questo ho annullato tutto il resto». Si tratta, spiega, di avere il senso della misura. Di essere delle persone normali. Di non sacrificare tutta la propria vita ad un solo interesse. E Jean è proprio così. Fortunatamente è un bravo attore, ma anche un uomo normale. Ha il senso della misura. La sua professione gli piace, ma s’interessa anche di politica, di letteratura. E poi s’interessa a lei. Si preoccupa della sua salute. E’ pieno di attenzioni. Tutto ciò che la riguarda, lo riguarda. La sera le chiede che ha fatto durante la giornata. «Accanto a lui — dice — mi sento protetta».
I fidanzati hanno trascorso un breve periodo sulle coste francesi dove Sorel sta lavorando. La Ferrero non conosce ancora i genitori del futuro marito che vivono a Parigi.
L’attrice è appena tornata dalla Francia, e precisamente dall’Ile Saint Michel, quell'incantevole paese che l’alta marea tre giorni la settimana trasforma in un’isola, dove Jean sta terminando di girare Tempo d’amare. Un film che è l’ultima delle fortuite e rapide coincidenze, di cui è intessuta la loro relazione, e per le quali Anna Maria non ritiene inadeguata la parola destino. Dovevano interpretarlo insieme; a settembre si recò apposta a Parigi. Ma poi i suoi impegni e ciò che è accaduto nel frattempo, l’hanno portata a seguire le riprese del film come fidanzata di Jean invece che come partner di lui. Ora è tornata a Roma, a ridoppiare un scena censurata del Gobbo; è seccata del contrattempo, ma non è più ”la ragazza sconvolta” di due mesi fa, che scappava dalla porta di servizio per non incontrare i giornalisti.
Anzi. Parla volentieri, discute con pacatezza, è felice d’incontrarmi. Un fotografo, che le è stato molto vicino negli ultimi tempi, che l’ha accompagnata a Parigi, e ha documentato per primo l’annuncio del prossimo matrimonio, ci ha prestato il suo soggiorno per l’intervista. Anna Maria è vestita di un semplice completo blu, su cui spiccano tre fili di perle; un nastro di velluto le trattiene i capelli sulla fronte. E’ un po’ smagrita, ha un’espressione più "matura”. «Sarà l’epatite», esclama con la sua solita scanzonata sincerità. E’ come una persona che, trovatasi di colpo coinvolta in una burrasca, vi ha fatto fronte con determinazione, e ora desidera mettere a punto alcuni particolari. Uno di questi veramente continua ad essere oscuro anche per lei. «Io non ho capito — dice — perchè Vittorio abbia aspettato a parlare che io fossi lontana dall’Italia». E’ la cosa, si capisce, che l’ha scottata di più: che Gassman abbia dato l’annuncio, sia pure a mezza bocca, che ”fra loro tutto era finito”, senza essersi messo d’accordo con lei, in modo da darlo insieme, («Tanto, sul contenuto eravamo d’accordo» aggiunge), e che lei abbia dovuto apprendere la notizia dai giornali, come un lettore qualsiasi. Non è nello stile di lui, aggiunge; in genere le cose è abituato a dirle in faccia, non le manda a dire; e non è vero neppure, come hanno detto, che egli potesse essere tanto irritato per il suo rifiuto a interpretare il "Marziano a Roma”. «Vittorio stesso mi aveva ripetuto più volte: "pensaci bene prima di deciderti”, e del resto non era la prima volta che accadeva». Tutta la storia dei loro rapporti è stata basata su una reciproca libertà, anche se dall’esterno è apparsa come una leggenda in cui lei faceva la parte della ragazzina prona ai desideri del suo Pigmalione.
Da vario tempo se lo erano detto: "fra noi tutto è finito”, e nell’ultimo anno più volte. Anche nel passato c’erano stati alti e bassi nella loro relazione; ma ogni volta erano riusciti a trovare un certo equilibrio. Nei mesi scorsi, («Del resto ci siamo visti così poco, lui sempre in giro con l'Adelchi»), questo equilibrio non esisteva più. «Forse — dice Anna Maria con improvvisa sincerità — se io fossi stata un tipo più indipendente non sarebbe finita così». Sì, indipendente ; cioè capace di stare sola; capace di subire l’indifferenza. Invece no: lei ha un carattere forte ma ha bisogno di parlare, di sentirsi dire magari: «Questo non devi farlo», e se fosse accaduto avrebbero discusso, lei probabilmente si sarebbe piegata; ma non è forse piacevole piegarsi se qualcuno te lo chiede, dimostrandoti in tal modo che s’interessa di te?
«Ero troppo libera», conclude, e con un tono di voce così ironico e commosso, così amaro che mi sento spinto a sondare il suo dispiacere. La Ferrero è pronta a rispondere: «Oh, no — esclama — il dispiacere c’è stato, ma prima, molto prima, quando un po’ alla volta mi è caduta la benda dagli occhi, e mi sono accorta di tante cose di cui non sospettavo l’esistenza». Adesso no, aggiunge, e tutte le persone che la conoscono lo sanno bene. Se voleva stare chiusa in casa, a piangere, ci sarebbe stata. «Posso avere una reazione da dònna di servizio, io; tutti siamo più o meno uguali, di fronte a certi avvenimenti». Ma questo non era il caso. Gassman è stato soltanto più logico e più rapido di lei nel tirare le conclusioni e nel renderle note; e, così facendo, l’ha messa in una situazione spiacevole, spiacevole, fra Tallirò, perchè si poteva pensare che fosse tutta una manovra pubblicitaria, alla quale lei con il suo silenzio si prestava; e una delle ragioni per cui è grata a So^el è proprio di aver sfidato questo rischio, di essersi fatto avanti in un momento in cui egli poteva anche dubitare della sua sincerità.
Il film che Jean Sorel sta terminando di girare all’Ile Saint Michel, un paese che l’alta marea trasforma in un’isola per tre giorni alla settimana, è ”Tempo d’amare”; la Ferrero avrebbe dovuto parteciparvi anche lei. ma per un complesso di circostanze, è rimasta fuori dal ”cast” e ha assistito alle riprese come "fidanzata”. Sorel non limita i suoi interessi soltanto al cinema, ma segue anche politica e letteratura.
Fra qualche giorno tornerà a Parigi, e forse Jean Sorel, se finisce in tempo il film, la verrà a prendere. A Parigi dovrà cercare casa, perchè quella che gli avevano promesso, davanti al Bois de Boulogne, non è libera subito. Quasi certamente si sposeranno in Francia. La data? Non l’hanno ancora decisa. Nè il luogo. Nè la sede. I documenti? Ancora non li hanno fatti; ma ci vuol così poco a ottenerli. L’unico punto oscuro è ancora l’atteggiamento della famiglia di lui.
LA FERRERO AFFERMA di essere grata a Jean Sorel perchè si è fatto avanti con lei in un momento particolare, in cui sarebbe stato legittimo anche dubitare della sua sincerità e pensare che i suoi sentimenti fossero dettati dal risentimento. Attualmente l’attrice è a Roma, ma è in procinto di ripartire per Parigi dove si incontrerà ancora con il fidanzato. Intanto tutti e due cominceranno a darsi da fare per ottenere i documenti necessari al matrimonio e a cercare una casa in una zona pittoresca di Parigi.
Jean Sorel appartiene infatti ad un’antica famiglia che ha dato alla Francia giuristi e diplomatici; abita in un palazzo che è monumento nazionale. Quando decise d’intraprendere la carriera di attore, i suoi genitori vollero che non usasse il loro cognome, e ne adottasse un altro. Cosi ostili a un ambiente e a una professione, non lo saranno forse di più a un suo matrimonio con un’attrice?
A.D., «Tempo», anno XXII, n.50, 10 dicembre 1960 - Fotografie di Angelo Frontoni
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A.D., «Tempo», anno XXII, n.50, 10 dicembre 1960 - Fotografie di Angelo Frontoni |