Ha ucciso Dorian Gray
Queste sono probabilmente le ultime Immagini della soubrette che si faceva chiamare Dorian Gray. Dalle sue ceneri sta nascendo una donna completamente diversa, talmente decisa a distruggere il proprio passato da assumere persino un nuovo nome: Maria Luisa Divina.
Roma, dicembre
«Si, ho proprio deciso di cambiare nome», dice Dorian Gray sollevando una ciocca di capelli con le lunghe dita affusolate e rovesciando le palpebre di bambola. «Voglio un nome che sia soltanto mio e che non assomigli a nessun altro». Di Gray, spiega, nel cinema ce n’è un’altra. Nadia; e e poi il suo, Dorian, è un nome d’uomo che le fu attribuito quando faceva la soubrette. Il nome che adotterà, dal prossimo film, sarà il suo con il cognome della madre. Il suo vero nome è Mafia Luisa Mangini. Maria Luisa va bene; Mangini invece è troppo diffuso, e un po' banale, mentre il cognome di sua madre. Divina, è nuovo, inedito. «Ho soltanto un dubbio, dice, che il pubblico mi giudichi presuntuosa».
Dopo un quarto d’ora che parla di sè, è già stanca. «La prego, implora, parliamo d’altro». E il suo sguardo comincia a errare nella stanza e fuori, all’interlocutore risponde con un sorriso distratto: dà segni visibili e molteplici d’impazienza. Accarezza il bordo della pelliccia, tira fuori il rossetto e si ripassa le labbra, canticchia fra i denti una canzonetta. E’ incostante, come può esserlo una gatta o una bambina; ma questa, che è sempre stata una nota del suo carattere, non è accompagnata più. come un paio d'anni fa da pose artificiose e plateali. Allora s’impuntava in lunghi silenzi da regina del palcoscenico, torceva gli occhi da un lato come una diva del "muto”. Oggi è disinvolta. semplice, naturale, piacevolmente incostante, con frequenti sfumature ironiche.
LA NUOVA DONNA che sta nascendo e che si chiamerà d’ora innanzi (se l’attrice non ci avrà ripensato) Maria Luisa Divina. Il nuovo nome dovrebbe essere lanciato in occasione di un film, intensamente drammatico, che l’attrice è in attesa di interpretare, diretto da De Sanctis. La metamorfosi dimostra dunque con evidenza quanto sia irresistibile l’attrazione della macchina da presa.
Questa trasformazione, mercè la quale Dorian Gray ha trovato Maria Luisa Mangini, è frutto della sua volontà e del cinema. Quando, circa un anno e mezzo fa, abbandonò il palco-scenico, era la più giovane e la più sofisticata soubrette del nostro teatro di rivista. Allora comprese che il personaggio lunare, distaccato, fatale, che con tanta tenacia aveva costruito prendendo a modello la Wandlssima, sullo schermo era fuor di luogo. Il cinema, lo capì ben presto, ha altre esigenze, di naturalezza e di disinvoltura. E con la stessa tenacia, cominciò a smontare quel personaggio. pezzo per pezzo. Oggi, la distruzione è perfetta. E dalla scorza della soubrette, è uscita fuori una ragazza nuova, sciolta, ricca di "humor”, svagata e leziosa quel tanto che è necessario per sottolineare la sua spiccata femminilità. «Io ho fatto la mia parte, dice, ora tocca al cinema offrirmi una grande occasione».
PRIMA DI CHIUDERLI per sempre negli armadi, l’ex-soubrette ha voluto farsi fotografare indossando quegli abiti attillati e generosamente scollati, da "vamp”, con cui il pubblico di un po’ tutta Italia l’aveva vista sfilare in passerella. La casa che occupa, a Monte Mario, con splendida vista, l’ha in affìtto e ha già avuto una inquilina abbastanza famosa: Lucia Bosè, che vi abitò fin quando si trattenne nella capitale.
Infatti, per quanto Cinecittà le abbia aperto i suoi battenti. Dorian-Maria Luisa non è soddisfatta dei personaggi che ha interpretato. Un po’ perchè, dice. sono mezze parti. «E io a metà della scala non ci so stare». E’ abituata ai grandi successi, lei che a vent’anni, caso unico, era già soubrette. Nei primi film, ha fatto la vamp; per. diventare, nell’ultimo, una benzinara. Quest’ultimo è stato il salto più brusco. La scelse lei quella parte, quando Anto-nioni le mostrò il copione di ”Il grido”. Ma far recitare lei in pantofole, metterle le calze nere, e tagliarle, proprio Antonioni con le sue mani, i suoi lunghi lisci dorati capelli, non è stato questo un passar la misura?
Ciò che l’ha lasciata insoddisfatta è che Antonioni, per esigenze sue, abbia "voluto avvilire la sua femminilità”, in un personaggio di donna che diventa, via via, sempre più grigio, e che si dimostra incapace, in sostanza, di tenere avvinto a sè un uomo. Mentre la parte per la quale si sente adatta è una parte che metta bene in luce ed esalti la sua vivace e ardente femminilità. Uno di quei personaggi che, anni fa, fecero la fortuna della Mangano, della Loren e della Lollobrigida. Appunto per questo motivo, dopo aver rifiutato altre offerte di lavoro, ora aspetta di interpretare, a marzo, un film di Giuseppe De Santis. Qui c’è il personaggio che fa per lei. Una donna che non sa ben distinguere il bene dal male, e che quindi, fa molto male, soprattutto a se stessa... Ma preferisce non parlarne, è un suo segreto. Spera che il regista che lanciò la Mangano, offra anche a lei le medesime chances. In un’epoca in cui nel cinema trionfano le diciottenni, Maria Luisa Divina, una delle poche attrici-donne rimasteci, aspira a rinnovare nel cuore del pubblico il mito delle grandi dive.
Stelio Martini, «Tempo», anno XIX, n.51, 19 dicembre 1957 - Fotografie di Chiara Samugheo
![]() |
Stelio Martini, «Tempo», anno XIX, n.51, 19 dicembre 1957 - Fotografie di Chiara Samugheo |