Le donne di Franca Valeri

1958 Epoca Franca Valeri f9

La popolare “signorina Snob”, per festeggiare i dieci anni di attività teatrale, ha allestito uno spettacolo d’eccezione: un recital della durata di due ore, in cui sfilano tutti i personaggi che l’hanno resa celebre.

Ricordate la signorina snob di Franca Valeri? Sembra cosa di ieri, ma dalla fortunata creazione di quel personaggio sono già passati dieci lunghi anni. E proprio per festeggiare il «decennale» della sua attività teatrale questa attrice «di costume» ha voluto regalarsi e regalarci uno spettacolo d’eccezione che, dopo il debutto di Roma, farà il giro di tutti i maggiori teatri italiani: un recital di due ore interamente dedicato alle donne che, neanche a dirlo, sarà gustato soprattutto dagli uomini. 

Franca Valeri ne parla sottovoce, ad occhi bassi, quasi con pudore. In dieci anni di carriera è la prima volta che deve fare tutto da sola. In passato lo aveva sempre fatto con Vittorio Caprioli, con Bonucci, con Salce e con gli altri che si sono avvicendati nei Carnet de notes, in Arcisopolo, in Lina e il cavaliere. Ora invece è nuovamente sola ; come alla sua prima esperienza radiofonica.

Ma oggi il suo viso è disteso, i capelli sono tagliati corti in una foggia alla moda, le mani non tradiscono alcuna impazienza, un trucco leggero e sapiente mette in risalto i suoi grandi occhi neri. Cerca di cambiare subito discorso, dicendomi dei progetti di Parigi, del nuovo spettacolo che stanno preparando, dei lavori che faranno tra uno, due o tre anni lei e Caprioli.

Sono dieci anni che fanno compagnia insieme. Hanno ora in progetto una nuova tournée di Lina e il cavaliere che porteranno a Parigi in primavera ; poi stanno preparando un nuovo spettacolo, un film tutto loro, una messa in scena del Borghese gentiluomo di Molière ed una serie di spettacoli televisivi, della durata di tre quarti d’ora l’uno, che dovrebbero allietarci le prime sei settimane del 1959. Andranno sotto il titolo di Vedette in microsolco e rievocheranno sei tipi di dive del passato che diedero un tono alla loro epoca: la diva francese delle Folies Bergère 1925, la diva ungherese del Cavallino bianco scesa in Italia attorno al 1930, la diva hollywoodiana delle Follie di Broadway del 1935, la diva tedesca del 1940 già di tono guerresco, la diva svaporata italiana uscita da San Remo nel 1950 e, infine, la diva sudamericana che va di moda oggi, famosissima senza essere nulla, ma piena di gioielli, cagnetti, segretarie, publicity-men e con un celebre marito.

Il discorso va a zig zag: io voglio sapere del recital sulle donne e Franca vuol parlarmi di quello che Vittorio sta preparando sugli uomini per la prossima stagione. «I miei personaggi», dice, «rispecchiano criticamente una realtà vera, quelli di Vittorio sono molto più esasperati, partono da una osservazione vera ma diventano dei mostri. Sono curiosa di vedere lo spettacolo di Vittorio.» Invece deve pensare al suo che ha scritto da sola, sul tono di una amabile conferenza con mille esemplificazioni e qualche sottofondo musicale.

E, secondo una caratteristica squisitamente femminile, ha messo nel primo tempo i personaggi che le sono più simpatici, nel secondo quelli eletti e sofisticati. Le donne di Franca Valeri, insomma, rappresenterà una specie di mostra personale dell’attrice, in cui sarà possibile ritrovare tutte le sue opere migliori di questi anni: dalla manicure impicciona alla signora Degustibus, dalla sarta sofisticata alla cameriera tuttofare, dalla moglie felice alla ragazza del primo appuntamento, dalla egoista alla pettegola, dalla coreografa alla esperta di public relations, dalla titolare di rubriche di corrispondenza alla signorina snob. Quanti saranno questi personaggi? Nemmeno Franca Valeri potrebbe dirlo perché ogni momento è buono per crearne uno nuovo, per tratteggiarlo argutamente come se invece che con un pubblico sofisticato avesse a che fare con un salotto di amici.

E Caprioli dice: «Franca sul palcoscenico è nata: forse in un’altra vita è stata buttafuori, suggeritore, attrezzista o costumista. Non si può spiegare altrimenti la conoscenza profonda che ha sul come presentarsi al pubblico, sul come dire una battuta, sul come aspettare l’applauso che immancabilmente viene, quando e dove vuole lei». Per questa volta l’attore resterà in disparte a guardare la sua compagna: dopo i successi riscossi insieme in Italia, in Francia, in Inghilterra e in Brasile. «Io sarò dietro le quinte», dice, «a dare i segnali delle luci. E per un attore questo è un grande regalo.»

Giorgio Salvioni, «Epoca», anno IX, n.418, 5 ottobre 1958 - Fotografie di Giancarlo Bonora


Epoca
Giorgio Salvioni, «Epoca», anno IX, n.418, 5 ottobre 1958 - Fotografie di Giancarlo Bonora