Il Comm. Ettore Petrolini

1936 Ettore Petrolini 01

1931 12 31 Cafe Chantant Ettore Petrolini intro

Sono stato sere or sono sul palcoscenico del Politeama Giacosa a porgere il mio saluto al grande attore, al leale ed antico compagno della gioventù spensierata e moschettiera. Ettore Petrolini mi à ricevuto con quell’affabilità che egli concede ai vecchi amici, con esso nella scia dei comuni ricordi, onorificenze, gloria, applausi ed il posto eminente che egli occupa con giusta ragione, nel teatro italiano, sono passati in seconda linea, ed io ò sentito urgere nel petto un cuore fraterno che non conoscevo, lieto di ritrovare l’Ettore delle nostre passeggiate notturne lungo la suggestiva Avenida del Prado in Avana, il camerata delle scorribande, attraverso i cafè-concerti d'Italia, fra un giro di piatto ed un salto di pranzo.

Confesso di essermi congedato da lui in preda a vivissima commozione, l’amico mi aveva ancora riaffermate le proprie pregevoli qualità di persona dabbene, comparavo la sua grande figura di artista, l'uomo, buono e leale che mi aveva poc’anzi aperto le braccia, ad alcuni alogici, che per essergli permesso di vivere un gradino al disopra dei comuni mortali, non trovano più posto per collocare la boria in cui guazzano, apparentemente felici.

O quanta species!... Cerebrum no habet.

Ettore Petrolini giunto per meriti propri sull'Olimpo delle vere ed autentiche celebrità — con la C maiuscola, lettori! — è uno di quegli uomini che si fanno amare fino al delirio per la bontà del cuore, aperto alle altrui sventure, pronto con le opere e la borsa a rendere meno amara la situazione precaria di qualche naufrago della vita. Grande virtù in questi tempi grigi!

Il pubblico del nostro Politeama accoglie seralmente il suo idolo tra uragano di applausi imponentissimi, che danno la sensazione di una consacrazione a getto continuo. Non a torto la stampa italiana à clamorosamente affermalo che Petrolini è oggi uno dei massimi esponenti del teatro contemporaneo, infatti egli eccelle per una seconda natura, agile c dinamica, stupendamente attrezzata che gli permette d'accordare un potente rilievo ad infinite ligure sceniche, crivellate di tormento, sotto il prisma sinistro della vita.

A differenza dei grandi attori dell'ultimo cinquantennio il nostro Ettore non domina la palestra scenica ed allibisce le platee con potenti tonalità vocali, non affida le irruenze a tinte di tragicità spasmodica, prendendo a prestito i foschi colori che caratterizzano il Gran Guignol, egli è attore, sereno, equilibrato, ageminato di spontaneità, signore di una recitazione piana, incisiva che scende al cuore, in sussulto dietro il plaustro di una commozione intensa ma non tragica al punto di creare eccessivi turbamenti alla sensibilità delle folle.

La maschera Petroliniana stilizza al sommo grado la intimità psicologica di ogni personaggio, essa à riverberi portentosi bagliori di forza espressiva che vanno al di là del prodigio, piange se deve piangere, e lancia lampi d’ odio che polverizzano la parte avversa presente sotto il suo raggio di azione.

Lo spazio non mi consente un’ ampia disamina di tutte le interpretazioni, del grande artista, scelgo fra le gemme del suo repertorio «Il Cortile» ove Ettore Petrolini rende la figura, del cieco con verità impressionante ed in alti voli drammatici piange la immensa lancinante sventura che lo à colpito, col privargli la luce e il volto delle cose amate.

Ho voluto ricordare ai lettori della nostra rivista il geniale creatore di tante tipiche macchiette che restarono memorabili nei nostri varietà, quel comico di allora è oggi una delle maggiori glorie del teatro italiano, attore caustico profondamente limano e soprattutto non contaminato dal virus dell’orgoglio. Petrolini for ever!

Alfredo Chimenti, «Varietà», 31 dicembre 1931


Varieta
Alfredo Chimenti, «Varietà», 31 dicembre 1931