May Britt, il nuovo angelo azzurro

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May Britt, la bionda ed affascinante attrice svedese, interpreterà la parte di Lola che, venticinque anni fa, lanciò Marlène Dietrich come attrice e come cantante. Si tratta di un ruolo molto impegnativo per il quale era stata designata^ in un primo tempo, Marilyn Monroe.

La notizia di una riedizione del film che fece la fortuna cinematografica e canora della intramontabile Marlène Dietrich, L'Angelo Azzurro. circolava da parecchio tempo negli ambienti cinematografici e qualche giornale specializzato ne aveva dato anche l’annunzio in poche righe. Ma le domande che ognuno si poneva fino ad ieri erano queste: chi impersonerà la bellisàma, la maliarda, la perfida Lou, partorita dalla fantasia di Henrich Mann? Chi, soprattutto, avrà il coraggio di ridare vita a un personaggio già creato dalla magnifica Marlène? E ancora: chi dispone di una voce, nello stesso tempo, così bella ed affascinante come quella dell’attrice tedesca? Chi sarà l'interprete del complesso personaggio del professore Unrat?

Una prima risposta, anche se ufficiosa, a questi interrogativi, fu data da persone molto addentro stile cose della rag produttrice del nuovo film, le quali fecero i nomi di Marilyn Monroe e di Spencer Tracy e, per la verità, la scelta poteva dirsi senz'altro indovinata. Ma, dopo un po', non si parlò più della Monroe e di Tracy, mentre si continuò a dare per certa la realizzazione del film Seri finchè qualche giorno la è giunta da Hollywood la notizia delia scelta definitiva degli interpreti: May Britt e Curd Jurgens.

Per interpretare « L'angelo azzurro » May Britt fta prendendo lesioni di canto. L'attrice svedese intatti non vuole essere doppiata per le consoni. Come è noto « L'angelo azzurro » narra la storia di una bella e provocante cantante di tabarin e di un insegnante che si innamora di lei sino ad abbandonare la scuola od a scendere alle più degradanti umiliazioni. Nella riedizione del film, che venticinque anni fa era stato interpretato da Marlène Dietrich, la parte del protagonista maschile sarà sostenuta da Curd Jurgens.

Sorpresa a Hollywood

La scelta di May Britt per interpretare l'impegnativo ruolo della protagonista de L'Angelo Azzurro non ha destato una eccessiva sorpresa, specie dopo le due sue prestazioni ad Hollywood ne I giovani leoni e I cacciatori, il secondo film diretto da Dick Powell.

In quest’ultimo film la Britt, che si è guadagnato l’appellativo di «svedese di turno ad Hollywood», ha confermato le doti di attrice che critica e pubblico avevano riscontrato in lei. Ed ora, per fornire una riprova della sua versatilità e della sua completezza, in vista della incarnazione sullo schermo della maliarda Lou, May ha cominciato a prendere lezioni di canto con un noto maestro. Ha deciso, infatti, di cantare lei stessa le numerose canzoni della colonna sonora del film, senza dover ricorrere al doppiaggio da parte di una cantante.

Figlia di un impiegato postale, May Britt, il cui vero nome è Maybritt Wilkens, è nata venticinque anni fa a Lidingo, un sobborgo di Stoccolma, ed ha trascorso un'infanzia molto felice, senza che la sua vita fosse caratterizzata da avvenimenti degni di nota. Di quel periodo la bionda attrice ricorda con particolare piacere le gite in barca, che era solita fare con i genitori e la sorella minore Margot, fra le isolette nei dintorni di Stoccolma. Il padre era di idee piuttosto severe e May trovò sempre comprensione in Margot, la quale, bella quanto lei ma lontana da ogni aspirazione artistica, non la segui verso la celebrità, ma rimase con i genitori, con i quali vive tuttora.

Mentre frequentava la scuola nella sua cittadina, praticò molti sport, fra i quali la pallacanestro, il nuoto, l'atletica e la ginnastica, e fu anche costretta dai suoi insegnanti a partecipare ad una recita pubblica. Ma, timida com’era, presa dal panico della ribalta, per non esibirsi si finse ammalata.

Colpo di fulmine

Terminati gli studi, May Britt lavorò in un istituto di bellezza e, quindi, fece la bambinaia, senza immaginare lontanamente che un giorno sarebbe diventata attrice, anzi, decise che avrebbe fatto la fotografa e, per imparare i primi elementi del mestiere, entrò in un laboratorio come assistente. A questo punto ed in quello studio fotografico si doveva verificare la svolta decisiva nella sua vita. Infatti, Mario Soldati e .Carlo Ponti, che si erano recati a Stoccolma per trovare una ragazza che potesse interpretare il ruolo di protagonista nel film «Jolanda, la figlia del corsaro nero», si recarono nel laboratorio in cui May lavorava per esaminare alcune fotografie di aspiranti. Ma, allorché la bionda svedese comparve dinanzi ai loro occhi, dimenticarono subito le fotografie e le proposero una scrittura.

«Divenni così rossa — racconta May — che le mie efelidi sparirono. D'altra parte, la mia emozione era giustificabile, soprattutto perchè ero stata scelta dopo che Ponti e Soldati avevano fatto fare dei provini fotografici ad altre 50 ragazze senza dubbio più belle di me e che avevano veramente aspirazioni cinematografiche. Comunque, dopo non poche esitazioni, mi convinsi e venni in Italia».

Da allora — si era nel 1952 — la Britt ha interpretato in Italia dieci film in quattro anni e ha partecipato a spettacoli radiofonici e televisivi. Nel 1956, poi, il produttore Buddy Adler notò l'attrice nel film Guerra e pace ed invitò il regista Jean Negulesco, di passaggio per Poma, a farle un provino. Il risultato fu un contratto a lunga scadenza con una grossa casa americana ed una parte impegnativa ne I giovani leoni.

Diventò rossa

Dopo questo film, la Britt aveva deciso di venire in Italia per rivedere i suoi vecchi amici, ma doveva rinunziarvi per ben due volte. La prima volta un imprevisto contrattempo la costrinse a rinviare il viaggio, ma in compenso le fece trovare l'amore nell’attore ventenne Eddie Gregson, discendente di una ricca famiglia californiana. Si trattò del classico coup de fòndre, in quanto per i due giovani incontrarsi ed innamorarsi reciprocamente fu tutt’uno. Due mesi dopo, infatti, il 21 febbraio dello scorso anno, May e Eddie varcavano la frontiera messicana e si sposavano e dopo il matrimonio, i due attori accingevano a partire per l'Italia per trascorrervi la luna di miele quando Dick Powell comunicava a May di averla scelta come protagonista del suo nuovo film I carnatori, insieme a Robert Mitchum, Robert Wagner e Lee Philip. May Britt disfece, cori, per la seconda volta le valigie rinviando la sua gita a tempi migliori. Ora, dopo l'ennesimo successo ottenuto nel film di Powell, si accinge a partire per la Germania per interpretare L'Angelo Azzurro. Ma questa volta farà scalo a Roma dove si tratterrà alcuni giorni prima di ripartire per Amburgo.

La riedizione del film, tratto dal romanzo di Heinrich Mann, rappresenta per la Britt la prova più impegnativa della sua carriera, ragion per cui la bella svedese si sta preparando con zelo e passione, senza trascurare il benché minimo dettaglio. La sna buona riuscita, infatti, può portarla senz'altro all’altezza delle grandi stelle del firmamento cinematografico e farla considerare, a giusta ragione, «la svedese di turno» ad Hollywood, dopo la Garbo e la Bergman.

Un professore innamorato

Il film narra la storia di un professore e di una cantante-ballerina di un locale notturno di Amburgo, L’Angelo Azzurro. D professore si chiama Unrat ed insegna al ginnasio. Ha una classe modello, ma un bel giorno si accorge che tre dei suoi allievi cominciano a disinteressarsi della scuola per frequentare fino a notte inoltrata il tabarin dove si esibisce la seducente Loo, estasiati dalle sue movenze, dalla sua bellezza eccezionale e dalla sua stupenda voce. Deciso a far tornare i tre alunni sulla buona strada, Unrat si reca dalla cantante per indurla a trattare con indifferenza i ragazzi, ma s accorge subito di essersene innamorato anche egli della volubile Lou, che prima accetta il suo amore, ma poi mostra di gradire ancora una volta la corte dei suoi numerosi ammiratori. Il professore ha momenti di sconforto, di delusione, è demoralizzato e non sa più cosa fare per far tornare a lui la affascinante Lou, che lo tratta sempre peggio e non perde occasione per ridicolizzarlo. Abbandona persino la scuola per seguirla in una four-née e si assoggetta a fare il clown, il pagliaccio che si fa schiacciare le uova marce sulla testa. Ma Lou è sempre la stessa. Poi la troupe fa ritorno ad Amburgo ed il professore è costretto ad esibirsi dinanzi ai suoi ex alunni. Le sue trovate non sono, però, troppo felici per cui sul palcoscenico piovono ortaggi mentre la gente fischia Questa ultima umiliazione gli dà la forza di reagire e, prima che lo spettacolo abbia termine, il professore si avvia verso la sua scuola, entra nella sua aula deserta e buia, si siede sulla cattedra e rievoca i bei tempi del suo insegnamento. Ma il suo cuore è ormai troppo affaticato per poter reggere all'emozione dei ricordi che gli sfilano davanti agli occhi sempre più incalzanti ed a ritmo sempre più vertiginoso E mentre dal tabarin giungono al fievolite le note dell'ultimri sue cesso della perfida Lou, il professor Unrat reclina la testa sul la scrivania che per tanti anni lo aveva visto insegnante felice ed austero. E’ la fine.

«Sorrisi e Canzoni», anno VIII, n.13, 29 marzo 1959


«Sorrisi e Canzoni», anno VIII, n.13, 29 marzo 1959