Il Mike Bongiorno abbandonato

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Colpo di scena tra i coniugi Bongiorno: Annarita se n'è andata a Bologna in uno strascico di accuse e polemiche che finiscono per darle torto. Chi ne guadagna? Proprio il popolare Mike e la sua trasmissione, “Rischiatutto”

Bologna, ottobre

Di solito le lettere d’addio si scrivono a mano e si lasciano in casa propria, magari sul tavolo di cucina, come nei film americani. La signora Bongiorno, invece, la sua lettera d’addio, l’ha dettata alla più celebre agenzia di stampa italiana, così, prima del marito abbandonato, l’hanno letta migliaia di persone. Il particolare la deve divertire non poco perchè, adesso che come le spose deluse d’un tempo ha fatto le valigie ed è tornata dalla mamma, è tutto un giocare a rimpiattino coi teleobbiettivi, un far capolino lassù alle finestre del 4° piano di una villetta di via Jacopo della Lana 5, tutto uno scendere i 78 scalini di quella casa patema e senza ascensore con la scusa di accompagnare a far pipì il grosso cane lupo. Quel cane lupo che le regalò il marito, e del quale il marito ora dice: «Meno male che se lo è portato via, ha distrutto il mio giardino pensile, il più bello di Milano».

La signora Bongiorno, invece, quel cagnone deve amarlo moltissimo: bisogna vedere come si fa bella per portarlo a passeggio, veste perfino all’ultima moda, in midi viola, i capelli appena usciti dal casco, il trucco perfetto, tutto sfumato, roba da perderci ore. E poi bisogna vedere come gli sorride, come lo accarezza, come lo chiama con affettuosi nomignoli: lui scodinzola felice, e i fotografi pure. E anche i giornalisti che l’aspettano (ce n’era uno che le ha perfino portato un mazzo di rose rosse). Ma se coi fotografi la signora Bongiorno è generosa come sempre e si mostra, sorride, si mette in posa, coi giornalisti è freddina. Probabilmente c’è di mezzo la solita storia dell’esclusiva pagata chissà quanto.

Meglio il notaio

Ma per lei è così difficile frenare la lingua. Soprattutto se il soggetto delle conversazioni è suo marito: "Seviziatore psicologico”, "Allegria è il suo motto e pensare che è triste come un cipresso", "La incapacità di pensare agli altri è il suo forte”, "L’unico senso di responsabilità che ha è divertire 15 milioni di spettatori”, "Ammira più il notaio di me”, ”E’ ignorante e se ne vanta”, "Un amore per Sabina Ciuffini, la sua valletta? Macché: gli unici sguardi affettuosi che rivolge sono alle scatole blu dei detersivi”, "In camera tiene un orologio che proietta le ore sul soffitto, così, invece che a letto, una poveretta pensa d’essere nella cabina di Rischiatutto”, "Alle mie domande sui figli, rispondeva: ’Se son rose fioriranno’ ”, ”Da buon americano crede nella popolarità conquistata per strada, una simpatia per volta come i presidenti alle elezioni”, ”E’ goloso di gelati, ma non li mangia, ha il terrore di ingrassare, se no chissà cosa pensano le sue ammiratrici novantenni”, "Parla di sè in terza persona come Giulio Cesare”, ”Come si può amare uno che fa uno spettacolo dove la cultura acquista finalmente un senso preciso per lui: serve per intascare tante buone monete d’oro”.

Queste sono frasi perfino spiritose, ma non dev’essere gradevole trovarsi oggetto di tanto umorismo, sicché non sorprende che Mike Bongiorno poco prima che la moglie lo lasciasse, dicesse al giornalista Luigi Reggi.

1970 10 03 Tempo Mike Bongiorno f2ERANO GIÀ' INIZIATE LE PRATICHE LEGALI. Mike Bongiorno e Annarita Torsello: fu subito chiaro che il loro matrimonio non sarebbe durato. Lei lo ha lasciato con queste pubbliche accuse: «Secondo Mike avremmo dovuto separarci ma non di fronte alla gente. In altre parole avremmo dovuto continuare a vivere sotto lo stesso tetto, fingendo di essere ancora marito e moglie». E lui ha ribattuto altrettanto pubblicamente:» Esiste la sgradevole realtà di fatti di estrema gravità commessi da mia moglie che mi avevano indotto proprio nei giorni scorsi ad iniziare le pratiche legali». Nell'altra pagina: la Torsello nei giorni scorsi a Bologna con la madre.

Povero diavolo

«Sono sereno e tranquillo quando non penso a mia moglie. E’ un peso in più che mi assilla. Annarita mi crea la polemica, mi pone di fronte a problemi sempre nuovi, che devo aggiungere ai miei. Continua a essere poco adatta al ruolo di moglie di Mike Bongiorno. Manca di ”savoir faire”, fa di tutto per sembrare antipatica». «Per lei non esistono vie di mezzo, o ignora una persona o fa di tutto per piacerle. Adesso impazzisce per Moustaki. L’ho mandata a Parigi per preparare con lui la canzone sigla di "Rischiatutto”: sparisce per due settimane e toma come se niente fosse, esaltata dalle corse in moto per Parigi. Capisce? In pieno inverno, in minigonna, con i fotografi che le correvano dietro». «E’ giovane? Giovane un corno: ha 28 anni. E’ sempre agitata, sempre su di giri, sempre pronta a parlare male di tutto, me compreso». «Prima diceva che "Rischiatutto” mi avrebbe rovinato, che ero un povero diavolo finito per sempre, le facevo pena. Poi viene a Roma, vede l’ambiente del teatro pieno di luci, si entusiasma, parte in quarta. Ma so già come andrà a finire: fra due o tre puntate comincerà ad annoiarsi e a riparlarne male! E’ fatta così, purtroppo. Non è certo il tipo di moglie che ti porta il tè, non gliene importa niente se io mi ammazzo di lavoro o non mangio da un giorno». «Sono spaventato all’idea di avere un figlio. Potrebbe essere una tragedia, nella mente di mia moglie chissà cosa può passare. No, no, penso che aumenterebbero i guai».

Nell’ambiente della televisione, erano tutti sicuri che si sarebbero lasciati: se ai giornalisti dicevano frasi del genere, si può immaginare cosa, il signore e la signora Bongiorno, arrivassero a dirsi davanti agli amici fidati. Confida la truccatrice: «Lui, in fondo, mi faceva un po’ pena: tutto il giorno a provare i suoi quiz; lei ogni tanto arrivava, lo salutava appena e subito correva ad abbracciare, a baciare gli altri uomini. E’ un tipo così, estroverso...». Tanto estroversa da farsi fotografare abbracciata a Paolo Limiti il più diretto collaboratore di Bongiorno. A un settimanale che adora frugare tra le lenzuola delle persone celebri, Annarita Torsello ha dichiarato: «Sono molto amica di Paolo Limiti, non solo perchè abbiamo lavorato nella stessa agenzia di pubblicità ma anche perchè abbiamo scoperto di aver studiato insieme alle elementari. Tra noi esiste una profonda amicizia. Se dovessi lavorare con lui ci comprenderemmo meglio che con Mike perchè abbiamo la stessa età (meno di trenta), gli stessi gusti, le stesse idee».

Questa moglie scomoda per un personaggio famoso (e forse imbarazzante per qualsiasi marito svillaneggiato dalla mattina alla sera), qui a Bologna invece parla pochissimo, anzi non rivolge la parola a nessuno. Dice il ventenne bellino che vive sullo stesso pianerottolo di papà e mamma Torsello: «Da casa mia si sente tutto, però lei non la sento mai parlare. Gran bella donna però, anche se personalmente mi piace di più sua sorella Luisella. Tutte e due hanno occhi di fuoco».

Dice il barista di fronte: «Anche la madre è mica male, io la preferisco alle figlie. Non scende mai però. Si fa venire tutto in casa, da me ordina il caffè, lo porto su, grazie, quant’è?, prego e finisce lì». Dice il signore che ha il balcone che guarda il balcone Torsello: «Ci fu un gran movimento una settimana fa, sembrava una riunione familiare. Lo notai perchè non vedono mai nessuno, quelli lì». Dice la dro-ghiera accanto al portone del 5: «Qualche volta veniva il Mike carino sorridente sul suo macchinone giallo, invece mai che i Torsello rivolgano il buonasera per primi». Dicono i frati dell’Antoniano: «Persone che in chiesa non vengono mai».

Da Bologna la signora Bongiorno manca da un pezzo: se ne andò a 18 anni per sposare un giornalista francese, Daniel Game, inviato speciale del "Figaro”. Lasciò anche lui ben presto. Oppure fu lui a lasciare lei, pare le rimproverasse di trovare noiosi i suoi amici intellettuali. Dopo il marito francese, la signora Garric prese a lavorare come art-designer; faceva questo lavoro quando conobbe Bongiorno e subito lo maltrattò: «Non mi piace, rappresenta il mondo che odio. I divertimenti di massa, le serate trascorse a impigrirsi davanti alla TV anziché leggere libri, ascoltare dischi interessanti, andare a teatro e al concerto». Nel frattempo, infatti, si era adeguata al marito che non aveva più: leggeva molto, andava ai concerti, ascoltava dischi interessanti, non partecipava ai divertimenti di massa.

Così tanto snobbò il profeta dei divertimenti di massa che poi si pentì e gli spedì un telegramma pieno di frasine affettuose. E lui poverino le mandò subito un telegramma di risposta sul quale era scritto: «Ricambio, Mike» e ancora la Torsello si chiede se lo fece per la sua nota avarizia o per la sua altrettanto nota mancanza di fantasia.

Tuttavia è talmente facile parlare male di Mike Bongiorno: lo fanno assolutamente tutti. Da sempre. Quello che sconcerta è che lo faccia anche la donna che è vissuta quattro anni con lui. Infatti lo aveva frequentato per due anni prima di sposarlo, a Parigi (e maltrattarlo anche allora perchè alla cerimonia rispose ”Oui” anziché ”Je veux"). Ora la signora Bongiorno dice che invano, in questi quattro anni, ha cercato di renderlo più colto, di fargli leggere un libro, di dedicarlo a un’attività meno cretina. In fondo è ingiusta: sapeva benissimo che non sposava Umberto Eco (che a Mike Bongiorno ha dedicato il saggio "Fenomenologia di Mike Bongiorno") ; sapeva benissimo che non sposava Sergio Zavoli (che in TV tentò di farlo cadere in una trasmissione-sfottò) ; sapeva benissimo che non sposava Moustaki; sapeva benissimo che non sposava un professore di antropologia, uno psicologo, uno snob. Perciò, adesso, anche chi aveva antipatico Bongiorno finisce col chiedersi che diritti abbia questa ventottenne di spiegare a tutti quanto sia duro vivere con un quasi cinquantenne che fa noiosamente bene il suo lavoro, che lavora dalla mattina alla sera a una "trasmissione cretina" che però tutti guardano, un tipo che forse non sa il francese ma sa benissimo l’inglese, un tipo che non va in motocicletta, però nuota e scia, un tipo che le rammenta come in fondo l’attico di via Giovanni da Procida 10 a Milano sia casa sua e che per favore in casa sua lo lasci un po’ in pace. Un tipo che pare si sia sempre sentito umile di fronte a lei così intellettuale e le ha chiesto di scrivere per lui le parole di "Rischio” e lei ha scritto queste: «Vivo questo amore insieme a te - cari giorni di felicità - con incoscienza e tranquillità - la mia anima io metto in mano a te - so che non sei quella che vorrei - so che tu non hai la verità - rischio di finire i giorni miei senza una mia stabile realtà e senza i soldi per pagarmi un caffè -na na na na na na na na na».

Paola Fallaci, «Tempo», anno XXXII, n.41, 10 ottobre 1970


Tempo
Paola Fallaci, «Tempo», anno XXXII, n.41, 10 ottobre 1970