«Rischiatutto» anno quarto, queste le novità
Per Mike Bongiorno è già iniziata la caccia agli eredi di Inardi
Roma, giugno
«Si è vero: dopo alcune incertezze, dopo qualche perplessità, dopo molte riunioni i dirigenti della televisione hanno deciso di riproporre da ottobre, per la quarta volta, ”Rischiatutto”. Le difficoltà? Ma è chiaro, le difficoltà sono moltissime ma io credo di averne già risolte alcune». A parlar così è Mike Bongiorno all’indomani della brillante conclusione (30 milioni di telespettatori) con la finalissima di sabato 10 giugno, del "Rischiatutto”. La storia in sintesi è questa: Bongiorno, dopo lo strepitoso successo di "Lascia o raddoppia?” aveva proposto e condotto due serie di trasmissioni quiz: ”La fiera dei sogni” che durò tre anni e "Giochi in famiglia”. Queste due serie, lontane dal raggiungere il successo di "Lascia o raddoppia?”, avevano anche creato il convincimento, in chi è preposto al settore spettacolo della televisione, che il quiz, per quanto colorito e colorato da accorgimenti spettacolari, aveva fatto il suo tempo e insieme a lui lo avesse fatto il suo patron, Mike Bongiorno. Quindi, il varo della prima serie del "Rischiatutto” (partita il 5 febbraio 1970 dal Teatro delle Vittorie di Roma) fu preceduto da un certo scetticismo e da molte perplessità. Lo testimonia anche la collocazione oraria, che è poi rimasta la stessa: il giovedì sul secondo canale. La trasmissione doveva durare sei mesi, cioè più o meno fino alla fine di giugno del ’70, e sarebbe durata così poco se allo scadere del quarto mese, Mike Bongiorno non fosse riuscito a tirar fuori i veri protagonisti della sua trasmissione, cioè i concorrenti-personaggio. Se domani dovesse formulare dei ringraziamenti, il presentatore li dovrebbe fare innanzi tutto a Giuliana Longari e a Ernesto Marcello Latini che di questa fortunata serie televisiva sono stati i primi a venir fuori. Da allora un personaggio è seguito all’altro fino a raggiungere l’esaltazione e il tripudio con Massimo Inardi, il medico bolognese vincitore di 48 milioni, un record, si dice, europeo.
Nel febbraio di quest’anno, a una precisa domanda di Mike Bongiorno, alcuni dirigenti della televisione risposero: «Ma no... sarà meglio concludere la serie quest’anno... E’ vero che il "Rischiatutto” ha fornito in più puntate venticinque milioni di ascoltatori ma è anche vero che a lungo andare questa serie potrebbe annoiare». In viale Mazzini si crearono due partiti distinti e precisi: coloro i quali intendevano concludere il "Rischiatutto” e coloro i quali ritenevano azzardata una simile decisione. Che ci sia stata una non identità di vedute lo testimonia proprio la sfida tra supercampioni che per quattro sabati ha calamitato l’attenzione del pubblico televisivo: ha avuto il sapore di una passerella finale per una trasmissione che doveva concludersi. Altrimenti perchè chiamare sul palcoscenico i campioni di tre serie di trasmissioni dovendone fare una quarta? E’ accaduto infatti che quando ormai era stato annunciato e varato il gran combattimento delle ultime puntate, tra le due fazioni di viale Mazzini, ha vinto quella che riteneva più giusto continuare con questa trasmissione. Lo stesso Bongiorno ebbe allora motivi di risentimento, affermando, molto giustamente, che dovendo continuare la trasmissione, non vedeva per quale motivo si trovasse ormai costretto a bruciare personaggi come Inardi o come la Buttafarro ripresentandoli a distanza di poche settimane dalla loro prima comparsa televisiva. Ma ormai, ripetiamo, il gioco era fatto.
Quali sono oggi le preoccupazioni di Mike Bongiorno e delle persone
che collaborano con lui in questa trasmissione? La probabilità che nella nuova serie del "Rischiatutto” non si rintraccino personaggi del calibro di quelli appena visti. Non è da credere infatti che Bongiorno abbia agito in questi mesi in maniera casuale, così come ha saputo, in più di vent’anni, programmare con acume la propria carriera di presentatore, ugualmente egli ha dosato la partecipazione dei personaggi alla sua trasmissione.
Mike s’è lasciato almeno due assi di riserva
Quando ad ottobre dello scorso anno varò la serie appena conclusasi, già sapeva che a un certo momento avrebbe tirato fuori il dottor Massimo Inardi, erano infatti due anni che aveva avvicinato Inardi, che Inardi aveva superato le prove eliminatorie e che aspettava a Bologna di essere convocato. Lo stesso discorso vale per Marilena Buttafarro, anche per
lei Bongiorno ha preferito aspettare per spenderla in una specie di fuoco d’artificio finale.
Dicono nello staff del "Rischiatut-to”: «Abbiamo dato fondo in questi ultimi mesi a tutti i personaggi possibili... Il successo casuale di un concorrente è stato un di più, un regalo ad uno scadenzario previsto di buoni personaggi... Si tratta adesso di non perdere nemmeno un minuto per scandagliare l’Italia e trovarne qualcun altro». Questa è una dichiarazione in parte autentica, in parte scaramantica, ma in parte anche tesa a far scattare un applauso più nutrito quando, alla ripresa della trasmissione, questi personaggi ci saranno. Sappiamo infatti, e riferiamo ovviamente queste notizie con beneficio d’inventario, che Mike Bongiorno da quell’abile giocoliere che è, s’è volutamente lasciato, a insaputa di tutti, almeno due carte di riserva, convinto, evidentemente, che alla distanza avrebbe prevalso il suo parere sulla continuazione della trasmissione. Sembra infatti che il presentatore abbia già interpellato e trovato un ingegnere siciliano che in quanto a memoria nulla avrebbe da invidiare a Massimo Inardi e sembra inoltre che un suo collaboratore abbia avvicinato e segnalato una maestrina di Brescia ugualmente "personaggio”. E’ probabile che nei prossimi mesi, da oggi a ottobre, di questi personaggi non si parli mai, è probabile che vengano tenuti come carte di rilancio per dicembre-gennaio, come è anche probabile che ulteriori prove raffreddino l’attuale euforia. Si può star certi però che, sin da questo momento, Bongiorno non ha altro intento che quello di trovare possibili concorrenti per la sua trasmissione.
Si cerca anche un gioco divertente per l’intervallo
Va detto anche che le prove eliminatorie sono sempre più affollate e per certi versi noiose: s’è creato in molte persone il convincimento che basta ricordare un po’ di date o avere una buona memoria per godere di qualche minuto di popolarità nella trasmissione televisiva certamente più seguita.
Si parla anche di altre novità per il "Rischiatutto” edizione ottobre. Al momento attuale si può tranquillamente dire che le novità saranno modeste, nel senso che non si vuol cambiare nella sua struttura una formula che ha dimostrato di reggere benissimo la distanza. Oggi come oggi si cerca principalmente di trovare qualche gioco più divertente per l’intervallo tra la prima e la seconda parte della trasmissione, si è deciso di trovare filmati migliori o materie più curiose, c’è infine la probabilità che la prossima edizione della trasmissione abbia come sede fissa non più lo studio 2 alla Fiera di Milano ma il teatro dell’Arte al parco, come nelle ultime quattro puntate. Questo significherebbe godere di una maggiore partecipazione di pubblico e quindi dare alla trasmissione un clima da arena. Il teatro dell’Arte lo ha in gestione il Comune di Milano e forse mentre scriviamo sono già in corso trattative tra la Televisione e i responsabili municipali. S’è detto anche di un possibile "Rischiatutto” a colori. A una nostra precisa domanda un responsabile televisivo ha così risposto: «Non si capisce per quale motivo, soltanto questa trasmissione dovrebbe beneficiare di un eventuale colore... E’ chiaro che laddove venisse varata la televisione a colori una delle trasmissioni più utili alla diffusione del nuovo mezzo potrebbe essere proprio "Rischiatutto” principalmente per il suo fascino popolare.
Il pubblico è troppo esigente: diventa difficile accontentarlo
«E’ assolutamente prematuro dichiarare sin d’ora che questa trasmissione godrà dei benefìci del colore». Va detto che questa voce del "Rischiatutto” a colori è nata quando s’è venuto a sapere che l’ultima puntata era stata registrata con le telecamere adatte al colore: da anni molti programmi televisivi, prodotti dalla Televisione italiana, vengono registrati a colori e poi naturalmente proposti in bianco e nero. Si tratta di normali prove tecniche e di un ugualmente normale magazzino che già da tempo la televisione sta allestendo per essere pronta, in un eventuale "lancio” del colore, a proporre una rassegna di fortunati spettacoli nella nuova veste.
Abbiamo chiesto a Mike Bongiorno, a conclusione di queste puntate, un suo bilancio e una sua previsione. Il presentatore ha così risposto: «Che io sia pignolo non è più una novità per nessuno... però vorrei dire che questo mio modo d’essere ha consentito al "Rischiatutto” un successo maggiore del previsto... Quando si gestisce una trasmissione che ha tale pubblico nulla può essere affidato al caso... Che poi la formula funzionasse io lo sapevo, immodestamente, fin da quando la proposi, come ugualmente sono convinto che possono funzionare altri due telequiz nuovi di zecca che io conservo gelosamente in attesa di tempi peggiori... Cosa penso della prossima edizione? Mi dà qualche preoccupazione, ormai il pubblico si è abituato a un certo prodotto e lo vuole o migliorato o per lo meno uguale al precedente... Qualunque possibile flessione sarebbe chiaramente criticata... Ma io non dispero: qualche asso nella manica ancora ce l’ho».
Maurizio Costanzo, «Tempo», anno XXXIV, n.25, 25 giugno 1972
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Maurizio Costanzo, «Tempo», anno XXXIV, n.25, 25 giugno 1972 |