Silvana Pampanini, addio Miss bellezza

1950 Antonio De Curtis Silvana Pampanini

L'attrice si è spenta a Roma all’età di 90 anni. Da un paio di mesi era ricoverata al Policlinico Gemelli. La diva degli anni Cinquanta e prima “maggiorata" italiana, nella sua lunga carriera cinematografica ha interpretato una sessantina di film. Al suo fianco, nomi come Mastroianni, Sordi, Tognazzi, Nazzari, Keaton. Adorata anche da Almodóvar, non si è mai sposata. Aveva il culto di Padre Pio

Addio Pampanini, diva irriverente - Se n’è andata a 90 anni Silvana Pampanini, diva degli anni Cinquanta e prima “maggiorata” italiana. Da un paio di mesi era ricoverata al Policlinico Gemelli di Roma, dove aveva subito una complessa operazione addominale. Sex Symbol ante litteram dal corpo mozzafiato, schietta e spiritosa, fino all’ultimo seducente, nella sua lunga carriera cinematografica innescata nel 1939 da Miss Italia (dove Silvana non vinse ma ottenne un riconoscimento a furor di popolo) aveva interpretato una sessantina di film tra cui commedie popolari.

2016 01 07 Il Messaggero Silvana Pampanini morte f0Se n’è andata a 90 anni Silvana Pampanini, diva degli anni Cinquanta e prima “maggiorata” italiana. Da un paio di mesi era ricoverata al Policlinico Gemelli di Roma, dove aveva subito una complessa operazione addominale. Sex symbol ante litteram dal corpo mozzafiato, schietta e spiritosa, fino all’ultimo seducente, nella sua lunga carriera cinematografica innescata nel 1939 da Miss Italia (dove Silvana non vinse ma ottenne un riconoscimento a furor di popolo) aveva interpretato una sessantina di film tra cui commedie popolari (una per tutte: 47 morto che parla, accanto a Totò) e drammoni come La schiava del peccato. Ebbe successo recitando accanto alle star italiane Mastroianni, Sordi, Tognazzi, Gassman, Nazzari, Brazzi ma lavorò anche anche Gabin, Aumont, Armendariz, perfino Blister Keaton (nel film L’incantevole nemica).

FEMMINILITÀ

Pampanini è stata soprattutto L'orgogliosa portatrice di una femminilità esplosiva e maliziosa sotto il segno di quel ”vedo-e-non-vedo” che in epoca di pre-femminismo individuava nel non concedersi compieta-mente il segreto della seduzione: «Ho fatto tanto scandalo, ma sono perbene», amava dire di sé. E poi: «Per sedurre basta un pagliaccetto, nei film non mi sono mai spogliata».

Di Silvana, nata il 25 settembre 1925 da una famiglia borghese veneta e approdata a Roma grazie al cinema, colpivano gli occhi chiarissimi, la pelle eburnea, i capelli corvini, il seno prorompente e le lunghissime gambe che avevano fatto girare la testa a registi, attori, capi di stato. «Credo di essere una bellezza rara, di brune come me c’è solo Ava Gardner», diceva l’attrice.

Interpretò spesso personaggi di canzonettiste, ballerine e soubrette che facevano leva sulla sua fisicità statuaria. Ebbe successo nel cinema che voleva dimenticare i drammi e le miserie del neorealismo prima che sulla scena irrompesse Gina Lollobrigida, mentre la sconosciuta Sofia Lazzaro non era ancora la Loren. Nei suoi film, Pampanini indossò spesso pepli, bikini, i leggendari pagliaccetti.E i titoli dicevano tutto: La peccatrice dell’isola, La donna che inventò l’amore, Una bruna indiavolata, La bella di Roma.

CIVETTERIA

I francesi l’avevano soprannomi-nata con simpatia Nini Pampan e anche negli ultimi anni Silvana curava con naturale civetteria il suo aspetto senza rinunciare ai boccoli, ai tacchi alti, al trucco impeccabile, ai gioielli da favola ricevuti dagli uomini che per lei avevano fatto follie. «Ho avuto più corteggiatori che mal di testa», raccontava, ma non si era mai sposata: «Il matrimonio è una cosa seria, va affrontato solo per amore». Si dice che Totò avesse chiesto la sua mano al padre (e composto la canzone Malafemmena ispirandosi a lei) (*). Dall’attrice sarebbe rimasto ammaliato perfino l’imperatore del Giappone.

I CLASSICI

Tra i film più famosi di Pampanini figurano I pompieri di Viggiù, Bellezze in bicicletta, La paura fa Novanta, La presidentessa, Un giorno in pretura: proprio per Silvana, che nella leggendaria commedia di Ste no faceva una vedette del varietà, lo sceneggiatore Sandro Continenza inventò il termine “maggiorata” che avrebbe segnato un’epoca, un tipo di cinema, il costume.

Nel film II tassinaro, accanto ad Alberto Sordi, la diva interpretò se stes-

TRA LE PELLICOLE PIÙ CELEBRI “I POMPIERI DI VIGGIÙ" E “UN GIORNO IN PRETURA"

sa, poi prese parte agli spettacoli e ai giochi a premi della tv in bianco e nero. La sua ultima apparizione televisiva, nel 2002, fu alla Domenica In condotta da Maria Venier. L’ultimo film, Mazzabubù quante corna stanno quaggiù, risale al 1971 e del 1999 è il tv-movie Tre stelle.

PADRE PIO

Snobbata dai critici e quasi mai premiata, Silvana era adorata da Pedro Almodóvar che una volta dichiarò l’intenzione di dirigerla in un suo film. Era religiosissima e aveva il culto di Padre Pio: al frate di Pietrelcina attribuiva diversi miracoli, come la guarigione della madre gravemente malata e la sua personale incolumità quando un pesante armadio si staccò dal muro rischiando di schiacciarla.

Nel 1996 scrisse l’autobiografia intitolandola Scandalosamente perbene. Nel 2007 partecipò ai festeggiamenti per i 70 anni di Cinecittà e l’anno dopo polemizzò con il sindaco di Roma, Walter Veltroni, che non l'aveva invitata alla Festa del Cinema. Nel 2009 sbarcò a Venezia per il restauro del mélo di Leonviola Noi cannibali. Recentemente alcuni film di Pampanini sono stati riscoperti, rivalutati dalla critica e riproposti in dvd. Nel 2003 l’attrice venne nominata Grand’Ufficiale dell’ordine al merito della Repubblica dal Presidente Ciampi. I funerali si svolgeranno domani alle 11 nella Parrocchia Santa Croce in via Guido Reni, a Roma. Per tutti Silvana rimarrà sempre “la Pampanini”, sex symbol gioiosamente datato, orgogliosamente italiano.


L'intervista: Elsa Martinelli

«Era una donna alla mano: rideva quando la definivano sex symbol»

«Non abbiamo mai lavorato insieme ma siamo diventate amiche: Silvana era divertente, intelligente, sempre bellissima e tra noi parlavamo in romanesco. Mi mancherà molto». L’attrice toscana Elsa Martinelli, oggi splendida ottantenne, racconta il suo rapporto con la Pampanini iniziato negli anni Sessanta, quando entrambe furoreggiavano come bellezze italiane da esportazione, e durato fino alla morte di Silvana.

Quando l'ha vista o sentita per l’ultima volta?

«L’ho chiamata in ospedale una decina di giorni fa e l’ho trovata lucida, allegra, decisamente ottimista».

Come si esprimeva la vostra amicizia?

«Silvana adorava mangiare e andavamo a pranzo nelle trattorie romane, dove veniva accolta come una regina. Parlavamo di tutto. Era molto informata e sempre elegantissima. Fino all’ultimo ha curato il suo aspetto».

In che modo?

«Ogni mattina faceva un’ora di ginnastica. Voleva preservare quel suo corpo mozzafiato in cui tutto era al posto giusto: occhi verdi ammalianti, capelli neri folti, gambe spettacolari, virino di vespa, seno prorompente».

Ma del suo passato di sex Symbol cosa diceva?

«Ne rideva. Non si prendeva troppo sul serio, non faceva la diva: era una donna alla mano».

Dei suoi potenti corteggiatori le parlava?

«Mai fatto un nome, mai vantata delle sue conquiste. Né io facevo domande, ci mancherebbe».

E come giudicava le soubrette che vanno oggi per la maggiore?

«Le chiamava gnappette. Non distingueva l'una dall’altra, diceva che in tv venivano riprese in primo piano perché non avevano il fisico. E rideva come una matta».

Gloria Satta, «Il Messaggero», 7 gennaio 2016


Il Messaggero
Gloria Satta, «Il Messaggero», 7 gennaio 2016

Note

* La canzone "Malafemmena" fu dedicata da Totò alla moglie Diana Bandini Rogliani