Approfondimenti e rassegna stampa - Vittorio Gassman

Vittorio-Gassman

1953 01 14 Film d Oggi Gassman intro

«Film d'oggi», 14 gennaio 1953 - Vittorio Gassman


36 domande a Vittorio Gassman

Vittorio Gassman, attore-regista. E’ nato a Genova nel 1923 da padre tedesco. Ha esordito in teatro con la compagnia di Alda Borelli, fu successivamente con Laura Adani, ed Evi Maltagliati e partecipò quindi ai "Grandi Spettacoli” diretti da Luchino Visconti. Sue interpretazioni più note: "Oreste”, "Amleto”, "Edipo”, ”Kean”. Gassman ha girato numerosi film. Sta preparando un "Giovanni dalle Bande Nere”. Sarà anche Kean a fianco di Michèle Morgan in un film da lui diretto.

1956 Tempo Vittorio Gassman f1Domanda. - Costrettovi, con quale slogan propaganderebbe la virtù.

Risposta. - La virtù è come una lozione: usatela prima di essere divenuti calvi.

D. - Qual è la più grossa sciocchezza che i giornali abbiano scritto sul suo conto?

R. - Anni fa in una recensione teatrale il proto (o il critico) mi chiamò: "Sgumann”.

D. - Se un nuovo incendio distruggesse Roma da che parte e con quale criterio incomincerebbe a ricostruirla?

R. - Approfitterei della situazione per costruire un teatro con un palcoscenico profondo venti metri. Attorno, il resto.

D. - Esiste una buona azione che rimpiange di aver compiuto? Se sì, quale?

R. - Certe "transazioni" o generosità professionali in nome di pietà ingiustificate o di amicizie male corrisposte.

D. - L’incondizionata devozione di un suo simile quale reazione le provoca?

R.-La devozione, purtroppo.

D. - Qual è nella vita la cosa che la spaventa di più?

R. - La morte.

D. - E nella sua professione?

R. - Le lusinghe della "psicologia".

D. - Una delle domande che solitamente si rivolgono ai bambini è: «Che cosa farai quando sarai grande?». Capovolgendo una volta tanto questa proposizione mi permetto ora di domandarle: «Se tornasse ad essere piccolo, che cosa farebbe?».

R. - "Specializzerei" i miei interessi dieci anni prima di quanto ho fatto.

D. - Considera, signor Gassman, l’ipocrisia un male necessario, inevitabile o che si possa eliminare?

R. - Lei ha parlato dell'ipocrisia come di un male. Ma lo è poi davvero? ”Ypocrites” in greco significa attore.

D. - Volendo mettere in imbarazzo un personaggio celebre con quale mezzo cercherebbe di raggiungere lo scopo?

R. - Facendo mostra di scambiarlo per un altro.

D. - Dei personaggi della storia quale, secondo lei, si troverebbe più a suo agio in una epoca come la nostra?

R. - Fouché.

D. - Con quale "attributo” le piacerebbe passare alla storia?

R. - Vittorio il Coerente.

D. - Marilyn Monroe ha detto: «Ho imparato quanto basta oggi ad una attrice: ”la firma in fondo a un contratto”». Qual è la sua opinione a proposito di questa boutade?

R. - Che gliel'abbia scritta il suo agente di pubblicità.

D. - Una attricetta in mal di pubblicità decide di inscenare un piccolo suicidio per far parlare un poco di sè. Assorbe — a tale scopo — una certa quantità di sonnifero ma sbaglia dose e muore. Mi vuol dettare un epitaffio per la sua tomba?

R. - Buona notte, dolce principessa!.

D. - A quale delle nostre attrici dovendo fame il film, affiderebbe questa parte?

R. - Prima invertirei il ruolo. Quindi ad Alberto Sordi.

D. - Qual è secondo lei il film, dalla fine della guerra in poi, più "italiano” che sia stato prodotto?

R. - Canzoni... canzoni... canzoni...

D. - I suoi sogni sono in bianco e nero oppure a colori?

R. - In bianco e nero ma su . schermo panoramico.

D. - Quale dei beni terreni rimpiangerebbe di più qualora dovesse perderli?

R. - Le sensazioni fisiche.

D. - In quale epoca della storia le sarebbe piaciuto vivere di più?

R. - Nell'età di Pericle.

D. - Quali sono le colpe e le debolezze umane che suscitano in lei maggior indulgenza?

R. - L'ambizione, la paura, l'invidia.

D. - Qual è la dote da lei maggiormente apprezzata nell’uomo?

R. - La volontà.

D. - E nella donna?

R. - La bellezza. Ad una donna bella si può perdonare tutto, ad una donna brutta, invece, si richiedono tutte le virtù per poi concludere che anche queste non bastano.

D. - Potrebbe amare una donna poverissima?

R. - Sì. Ma non so quale sarebbe la mia risposta se fossi povero anch'io.

D. - Qualora non fosse divenuto attore quale lavoro manuale avrebbe voluto esercitare?

R. - Il mio è già un lavoro manuale.

D. - Secondo una nota leggenda Augusto Imperatore pronunciò una frase che doveva invece passare alla storia: «Signori, ho recitato bene la mia commedia? Ed allora applauditemi». Ciò disse poco prima di morire agli amici raccolti intorno al suo capezzale. In analoghe circostanze come si comporterebbe lei?

R. - Dubito assai di morire con molti amici al mio capezzale.

D. - Esiste qualcosa, nella sua personalità da cui potendolo si libererebbe?

R. - La volubilità.

D. - Che cosa pensa di se stesso?

R. - I rapporti con me stesso sono di carattere più affettivo che speculativo.

D. - In quale paese desidererebbe trascorrere la sua esistenza?

R. - In Inghilterra fino ai 40 anni, per lavorare. In Italia nel periodo che mi resta.

D. - Supponiamo che lei venga trovato sprovvisto di documenti da un Pubblico Funzionario il quale la inviti ”a qualificarsi”, che cosa risponderebbe?

R. - Pubblico Funzionario.

D. - Avendo deciso di incominciare una nuova vita, con quale atto la incomincerebbe?

R. - Con la soppressione del mio numero di telefono dall’elenco abbonati.

D. - Qual è — secondo lei — il difetto più grave degli italiani?

R. - La furberia.

D. - Un produttore italiano si accinge a girare ima versione cinematografica della Divina Commedia. Richiesto di un consiglio a quale delle nostre attrici suggerirebbe di destinare la parte di Beatrice?

R. - Ad Alida Valli. E’ una brava attrice e abbastanza forte per reggere all’immane sciagura.

D. - Quale domanda tra quelle che le ho rivolto avrebbe preferito non le rivolgessi?

R. - Questa: mi fa pensare che lei mi attribuisca dei talloni di Achille.

D. - Se le chiedessi di rivolgere a me una domanda, una volta tanto, che cosa avrebbe da chiedermi?

R. - Ma non si è ancora reso conto, caro Roda, che il vero gusto di questo gioco è di chi è chiamato a rispondere?

D. - A quale condizione Maria Antonietta avrebbe potuto salvare secondo lei la testa?

R. - Con una prodigiosa sterzata in extremis.

D. - Un’ultima e ormai classica domanda: se le rimanesse mezz’ora di vita, che cosa farebbe?

R. - Improvviserei.

Dire che le risposte di Vittorio Gassman sono quelle di un attore nel senso che un attore rimane in ogni caso sempre tale, ossia che si sente in dovere di recitare in qualunque momento della sua vita e che per conseguenza si deve concludere per una sorta di insincerità in perfetta buona fede, sarebbe una conclusione troppo comoda per trarsi d’impaccio. Non voglio dire con ciò che Gassman non rimanga un attore anche al di fuori del palcoscenico, anche perchè così dicendo, farei torto al suo talento, nè che il rapporto sincerità-insincerità delle sue risposte non sia lo stesso di quello che intercorre tra l’uomo e l’attore. Ma se questa può essere la verità, essa non è per lo meno tutta la verità. Voglio fare un confronto fra due delle sue risposte, una delle quali gli è certamente sfuggita e che per rimanere in tema è stata recitata ”a soggetto”. Quando io gli domando che cosa egli rimproveri a se stesso la risposta è: «la volubilità». Ma a proposito dell’attributo con il quale ambirebbe passare alla storia Gassman risponde: «Vittorio il Coerente». Contraddizione? Non direi, ma sforzo, uno sforzo di perfettibilità che è costante in lui, perfettibilità che fa riscontro a quell’ideale classico della vita (v. risposta sull’età di Pericle) che egli sembra essersi proposto. Qui sta sopratutto la sincerità di Gassman, e il dramma di quest’uomo che sembra tanto sicuro di se stesso, o quanto meno, compiaciuto di sè e delle sue risposte. Laddove Gassman dà veramente la misura della sua umanità più intima è quando al compiacimento e perfino all’ostentazione della sua bravura si sostituisce la chiara dimostrazione delle responsabilità e dello sforzo continuo che la sua morale di vita comporta. Per esempio quando rileva, non senza un’ombra di amarezza, come egli pensi di avere, il giorno della sua morte «pochi amici al proprio capezzale».

Enrico Roda, «Tempo», 1956


«Otello» è una delle più note e più potenti tragedie del grande drammaturgo inglese William Shakespeare vissuto nel periodo d’oro del teatro inglese, il periodo detto «elisabettiano» dal nome della regina Elisabetta I, un periodo storico che vide anche la nascita dell’Impero coloniale britannico. «Otello», che viene comunemente definito il dramma della gelosia, ha colpito in ogni tempo la fantasia del pubblico. Com’è noto, il soggetto affascinò anche il massimo musicista italiano di opera lirica, Giuseppe Verdi; pensiamo ci siano pochi italiani che non conoscano questa meravigliosa opera, che Verdi scrisse a 74 anni e che è certo uno dei capolavori musicali di ogni tempo. Il vigore drammatico dell’opera di Shakespeare, la intensità del linguaggio e la caratterizzazione dei personaggi dell’«Otello», hanno sempre attratto i migliori attori di prosa a cimentarsi con questo immortale capolavoro; quest’anno in Italia esso viene rappresentato dalla compagnia di Vittorio Gassman, Salvo Rondone e Annamaria Ferreròo come curiosità, possiamo dire che Gassman e Rondone hanno esperimentato di alternarsi nelle parti principali di Otello e di Jago; la Ferrero interpreta il personaggio della .dolce Desdemona. Diamo qui, attraverso le immagini fotografiche dell’interpretazione della compagnia Gassman, le scene principali del dramma.

1957 Noi donne Vittorio Gassman Ferrero f07 2

«Noi donne», 1957


«Gazzetta del Popolo», 2 maggio 1957


«Gazzetta del Popolo», 7 luglio 1957


Gassman premiato con il «Totò» Cecchi Gori guarda all'America

A MARGINE DEGLI « INCONTRI » DI SORRENTO — Vittorio Gassman ha ricevuto stasera, dalle mani della moglie del Sindaco, il Premio Totò. assegnatogli per i stioi meriti artistici da una giuria di critici napoletani. Insieme con Gassman è venuto a Sorrento il produttore Mario Cerchi Gori che è membro del consiglio d'onore degli Incontri internazionali del cinema e che ha colto questa occasione per illustrare alla stampa

«Il Messaggero», 28 settembre 1968


«Noi donne», 2 febbraio 1969 - Vittorio Gassman


Sintesi delle notizie estrapolate dagli archivi storici dei seguenti quotidiani e periodici:
  • «Film d'oggi», 14 gennaio 1953
  • Enrico Roda, «Tempo», 1956
  • «Noi donne», 1957
  • «Gazzetta del Popolo», 2 maggio 1957
  • «Gazzetta del Popolo», 7 luglio 1957
  • «Il Messaggero», 28 settembre 1968
  • «Noi donne», 2 febbraio 1969