Il bel Ciccillo

Sketch-Il-bel-Ciccillo

Il numero più tipico e insieme più d’avanguardia di Totò è quello della marionetta disarticolata, riproposta in cinema all’interno di Yvonne La Nuit: la macchietta intitolata "Il bel Ciccillo". Il personaggio dinoccolato che recita filastrocche strambe a doppio senso era divenuto famoso nell’interpretazione di Gustavo De Marco dopo essere stato nel repertorio di Mongelluzzo, Palmieri e Castagna, su su fino a Raffaele Viviani che l’aveva a sua volta desunto dalla frequentazione del teatro dell’opera dei pupi. Uno dei numeri marionettistici di Raffaele Viviani, antesignano del Bel Ciccillo, s’intitolava Fifi Rino (“un tipo molto fino”) e terminava con il ritornello “Oh Rino di qua! Oh Rino di là! Oh Rino di qua e di là!”. Sappiamo cosa cantava, ma non l’abbiamo mai visto, come non abbiamo mai visto Gustavo De Marco, il comico di caucciù che andò in tournée fino a Vienna, Budapest e New York. Ma Totò lo possiamo vedere ancora oggi, e il suo inquietante marionettismo rimanda insieme al palcoscenico del cafè chantant e agli spettacoli di marionette di Depero: il suo “bel Ciccillo” non è una semplice macchietta. “Un burattino con lo spirito dentro”, come lo ha definito l’attore Gianni Cajafa, un pupazzo animato, un essere disumano.

1911 Gustavo De Marco 04 L

Di De Marco ci sono pervenute, oltre a qualche fotografia, solo un paio di incisioni discografiche dalle quali traspare il suo gusto per i giochi di parole e per i doppi sensi, nonché la sua abilità negli scioglilingua. I ricordi di chi l’ha visto non fanno che accrescere il rimpianto di non avere alcuna registrazione cinematografia delle sue performances.



Scena dello sketch tratta dal film "Yvonne la nuit" (1949)

IL BEL CICCILLO

(Giuseppe Capaldo – A. Trusiano)

Io di nome mi chiamo don Ciccio
e mi firmo don Ciccio Salciccio;
in ovunque m’impaccio e m’impiccio,
dove vado vi faccio un pasticcio,
e così per un puro capriccio
don Ciccio Salciccio
mi sento chiamar.


Vo sempre un biroccio,
somiglio a un bamboccio,
dal mulo e dal ciuccio
mi faccio tirar.

In estate vo a caccia,
d’inverno in barcaccia;
di nulla mi cruccio,
mi faccio ammirar.

Ciccio qua,
Ciccio là,
Ciccio all’anema ‘ e [?]
baccalà

Son bello e son ricco,
le donne le scaccio,
ma dopo di averle
ridotte uno straccio
don Ciccio Salciccio
pallottola in mano
’sti figli di cane
mi stanno a chiamar.

C’è la moglie del conte Borraccia,
bella e buona di corpo e di faccia,
che sovente al mio cuore s’allaccia,
quasi folle mi graffia la faccia
e sono certo che questo mi spaccia
perché tutti i giorni mi fa consumar.

Se il conte ci incoccia
ci rompe la boccia,
ben presto il capriccio
può farci passar.

Lei mi chiama mio Ciccio,
don Ciccio Salciccio,
facciamo il pasticcio,
mi fai morir!

Ciccio qua,
Ciccio là,
Ciccio all’anema ‘ e [?]
baccalà

Son bello e son ricco,
le donne le scaccio,
ma dopo di averle
ridotte uno straccio
don Ciccio Salciccio
pallottola in mano
’sti figli di cane
mi stanno a chiamar.
[2 volte]


Il bel Ciccillo 2

Il brano, interpretato da Totò, è tratto dal film "Yvonne la nuit"

Caratteristica de Il Bel Ciccillo sono le ossessive rime assonanti: -iccio, -occio/a, -uccio, accio/a, che ne fanno una specie di leporeambo allegramente anarchico. Altre canzoni-macchietta faranno uso di questo espediente: si veda ad esempio Mazza, Pezza e Pizzo... (versi di Gigi Pisano, musica di Giuseppe Cioffi, 1936) interpretata da Nino Taranto (clic) e da Carlo Buti (clic). Ma siamo ben lontani dal ritmo forsennato che rende Il bel Ciccillo un vero e proprio scioglilingua, dove il delirio sonoro tende a prevalere sulla comprensione del testo. E siamo ben lontani dall’astrattezza delle geometrie gestuali, che integrano e potenziano l’astrattezza del gioco verbale.


Riferimenti e bibliografie:

  • "Quisquiglie e Pinzellacchere" (Goffredo Fofi) - Savelli Editori, 1976
  • "Totalmente Totò, vita e opere di un comico assoluto" (Alberto Anile), Cineteca di Bologna, 2017