La poesia "'A livella", prima che fosse pubblicata nel libro, Totò la fece stampare in 1000 copie su un librettino formato 20x14cm
VIII edizione del premio “Totò”. Tale premio, istituito annualmente dall’Ente Autonomo “Antonio de Curtis”, Eduardo Clemente fu ricordato come persona particolarmente vicina a Totò con l’assegnazione “Alla memoria” di questa statuina, simbolo del premio.
Mattino Illustrato, 12 aprile 1980 - L'antenato che Totò non potè comprare - Nel 1961 Antonio De Curtis si rivolse al comune di Cava dei Tirreni per ottenere il dipinto di Camillo De Curtis
Brochure ufficiale della manifestazione "Totò Genio", inaugurata a Napoli nell'aprile 2017 a 50 anni dalla scomparsa di Totò.
Come sappiamo Totò nasce come Antonio Vincenzo Stefano da Anna Clemente di cui prese il cognome. Fu adottato nel 1933 dal marchese Francesco Maria Gagliardi Focas; il padre naturale, il marchese Giuseppe de Curtis, lo riconobbe legalmente soltanto nel 1937. Nel 1945 il Tribunale di Napoli gli permise di aggiungere vari cognomi e predicati nobiliari, riconoscendogli «il diritto di potersi attribuire il nome della casata ed i titoli». Antonio de Curtis, per ottenere il riconoscimento dei titoli nobiliari che gli spettavano, fu costretto a sparare raffiche interminabili di carta bollata e vinse molte cause civili in vari tribunali d’Italia contro millantatori e individui invidiosi di quelle onorificenze. La sentenza che qui viene esibita è un clamoroso falso! Si tratta di uno stratagemma, architettato con mezzi truffaldini e seguendo un disegno criminoso, da un tale Amoroso nativo di Avezzano. Infatti, sarebbe la conclusione di un procedimento penale contro Giuseppe de Curtis, padre di Totò, accusato di usurpazione di titolo nobiliare con altri due imputati. La sentenza assolve con formula piena i tre imputati. Ma dov’è l’inghippo, allora? La verità è che presso il tribunale di Avezzano non si celebrò mai alcun processo e non vi furono imputati e non vi fu mai sentenza. Già, ma non si poteva effettuare alcun controllo perché il Tribunale di Avezzano era completamente crollato per il terremoto del 13 dicembre 1915, la sentenza era del 3 dicembre 1914, la stampa del 1916 quindi… Leggendola bene si nota che, mentre assolve gli imputati, indica quel tale Amoroso come “Altezza Imperiale Principe bizantino” ma in realtà costui era solo il figlio di un ex usciere del Tribunale di Avezzano! In effetti l’Amoroso aveva tentato, con la complicità del terremoto, di costruirsi una prova documentale della propria nobiltà: da usciere a Principe bizantino… un bel salto!
La storia ufficiale della discendenza nobiliare del Principe Antonio de Curtis, riportata dal "Libro d' oro della Nobiltà Italiana"
Gli Ordini Cavallereschi Legittimi d'Italia. Scritto dal Conte Luciano Pelliccioni di Poli, consulente araldico di Totò.
La poesia di Totò "'A livella" corredata di illustrazioni a carboncino, autore dell'opera Piergiorgio di Milano.
Spettacolo "Il pupazzo Totò" con i pupazzi di Armando David
Polizza assicurativa relativa all'oggettistica appartenuta a Totò esposta presso il Museo dell'Attore Napoletano di Napoli, allestito tra il 2000 e il 2001 nel sottopassaggio di piazza Municipio, comprendente circa 400 cimeli appartenuti a vari attori napoletani, curato dal critico teatrale Giulio Baffi. Il museo, che poteva considerarsi in realtà una vera e propria mostra permanente, raccoglieva svariati oggetti come manoscritti, abiti di scena, parrucche, copioni e tutto quanto è stato ritrovato in vecchi bauli personali di palcoscenico di attori che hanno fatto la storia della recitazione napoletana. Tra i cimeli conservati vi erano manoscritti di Eduardo Scarpetta, i copioni di Antonio Petito, la mantellina di Pupella Maggio o la forcina per capelli di Concetta Barra, rimandando all'epoca d'oro dei grandi palcoscenici storici di Napoli, come il Sancarlino, il San Ferdinando, il Salone Margherita, il Sannazzaro e il Mercadante. Non mancavano gli spazi espositivi dedicati a Totò ed il suo celebre vestito da Pinocchio, a Massimo Troisi con una sua giacca di scena, a Peppino De Filippo con un paio di occhiali autentici, alla bombetta di Nino Taranto e, naturalmente all'indimenticato Eduardo. La struttura sotterranea che ospitava il museo è stata danneggiata dalle piogge nel 2001. Il museo è pertanto attualmente chiuso ed il materiale ospitatovi è in attesa di una nuova destinazione. Una parte del materiale è in esposizione in una mostra permanente dal dicembre 2008 presso il Teatro San Ferdinando di Napoli.
Pinocchio 70 - Proposta per un Pinocchio. Copione originale del film “Pinocchio 70” (titolo provvisorio "Proposta per un Pinocchio") di Carmelo Bene e Nelo Risi. Unica copia esistente del copione originale del film “Pinocchio 70” – Sceneggiatura di Carmelo Bene e Nelo Risi. Fu dato nel 1966 per la realizzazione del film a Totò che avrebbe dovuto interpretare il personaggio di Pinocchio mentre Carmelo Bene quello di Geppetto ma il film non si realizzò per la scomparsa di Totò.
Ugo D'Alessio scrisse questa bellissima poesia "'O marchese e 'o scupatore" che vuole essere il seguito de "'A livella"
Orizzonte dei Cavalieri d'Italia - Aprile-Giugno 1967. Ricordo di Totò
Agenda anno 2004 dedicata a Totò. (Realizzazione Edizioni Interculturali - Liliana de Curtis)
Brochure/Copione della commedia in tre atti di Raffaele Viviani "La tavola dei poveri", rinvenuta nel baule di Totò.