LA RASSEGNA STAMPA

📜 La stampa: lo specchio pubblico di un principe privato

I giornali e le riviste, lo sappiamo bene, sono un po' come quella vicina di casa curiosa che sa sempre tutto e, non contenta, lo racconta a tutti. Nel caso di Totò, anzi, di Antonio De Curtis, la stampa ha giocato proprio questo ruolo: quello della pettegola bonaria che, armata di penna, calamaio e macchina da scrivere, ci ha aggiornati puntualmente sulle vicissitudini pubbliche e private del grande attore napoletano. Una rassegna stampa, dunque, che più che una raccolta di articoli diventa una sorta di soap opera su carta, raccontata a puntate, con colpi di scena più frequenti delle battute del Principe.

💔 Amori e dolori: cronache sentimentali del principe triste

Diciamoci la verità, la stampa non vive di solo cinema e teatro, soprattutto se il protagonista in questione è Totò. Quando Antonio De Curtis decise di separarsi da Diana Rogliani, i giornali iniziarono a vendere più copie di quanto i chioschi ne potessero stampare. Che Totò fosse un genio comico, questo lo sapevano anche i gatti del quartiere, ma che fosse anche un protagonista di melodrammi sentimentali degni delle migliori telenovelas sudamericane, questo i lettori lo scoprirono con gusto. La relazione con Franca Faldini, e soprattutto il giallo del "presunto matrimonio" – degno della miglior tradizione di Hitchcock – fece salire le quotazioni giornalistiche alle stelle. Titoli come “Si sono sposati?”, “Non si sono sposati?”, “Si amano o no?” divennero domande più importanti della soluzione al problema della fame nel mondo. Quasi.

🖤 La morte: il principe se ne va (e le rotative impazziscono)

La stampa, si sa, ama due cose più di tutte: i matrimoni reali e i funerali di celebrità. Nel caso di Totò, la scomparsa non poteva che trasformarsi in una celebrazione mediatica monumentale, degna della scomparsa di un Papa o di un Re. Editoriali commossi, necrologi poetici, speciali strappalacrime che neanche il finale di Titanic: tutto fu messo in campo per ricordare Antonio De Curtis. Anzi, più che ricordare, glorificare: basti pensare che, dopo la sua morte, sono usciti così tanti articoli commemorativi che avrebbero potuto riempire intere enciclopedie.

👑 Gli eredi e l'eredità: la dinastia continua

Ma la storia non finisce qui, perché se c’è una cosa che la stampa adora quasi quanto la morte delle celebrità, quella è la vita degli eredi. Diana, Liliana, Franca Faldini, tutti protagonisti involontari di una saga familiare che neanche i Windsor possono vantare, sono diventati il pane quotidiano di un giornalismo affamato di retroscena. E proprio dagli articoli sugli eredi emerge un ritratto inedito e più umano di Totò: un uomo che dietro la maschera del clown conservava drammi e gioie private, tormenti e speranze comuni.

🏛️ Finalmente il museo (?): una soap a lieto fine

Dopo decenni di polemiche, di promesse disattese e battaglie burocratiche che farebbero sembrare Kafka un romanziere comico, ancora non è stato realizzato un museo dedicato a Totò. Ovviamente, ogni passo di questa infinita maratona amministrativa ha avuto il suo corrispondente giornalistico: aperture annunciate, rinvii clamorosi, litigi epici, fino alla tanto agognata inaugurazione, che dovrà (forse) ancora avvenire. Una soap opera degna del principe della risata, che ancora è lontana al suo lieto fine. Più o meno.

🗞️ Aggiornamenti continui: perché non basta mai

E proprio come una serie TV di successo che non riesce a mettere la parola fine, anche la sezione della rassegna stampa sul sito è in continua espansione. Nuovi articoli, nuove scoperte, nuove "esclusive" saltano fuori più veloci delle imitazioni dei comici televisivi moderni. Insomma, la stampa su Totò è un romanzo aperto, e questo sito è la vostra biblioteca personale, il luogo ideale dove perdersi tra vecchi ricordi e nuove curiosità. Perché, in fondo, con Totò è sempre così: più leggi, meno sai, e più vuoi scoprire. E la stampa, fedele alleata del principe, continua a soddisfare senza sosta questo appetito infinito.



🗞️ Totò, anno per anno: cronache di un Principe sfogliabile

Chi ha detto che solo gli storici possono scrivere biografie? Nel caso di Totò, ci hanno pensato direttamente i giornali. E non uno, ma centinaia. Da La Stampa a Oggi, da Radiocorriere TV al Giornale di Sicilia, passando per oscure testate locali dai nomi folkloristici come Il Gazzettino di Sant’Agnello (inventato, ma probabile). Ecco dunque la Raccolta di ritagli e trascrizioni di articoli, un mosaico incollato con amore, ironia e un pizzico di maniacalità archivistica, che racconta la vita pubblica, privata, artistica e... domestica del signor Antonio de Curtis, in arte Totò.

📆 Dagli albori del Novecento alle cronache digitali: un secolo a colpi d’inchiostro

La raccolta è organizzata per anno, con la puntualità di un ragioniere svizzero ma l’anima di un poeta napoletano. Si parte dagli esordi teatrali (quando ancora lo chiamavano "un certo De Curtis") fino all’epoca dei trionfi cinematografici, passando per gli anni delle fatiche, delle incomprensioni, delle riviste e dei varietà con battute a raffica e costumi troppo larghi. Ma ci sono anche i momenti cupi, le traversie, la malattia agli occhi che lo tormentò come una beffa di pessimo gusto da parte del destino. E infine, la morte: non un semplice decesso, ma un evento nazionale. Ne parlarono tutti. Persino le riviste di cucina smisero di parlare di gnocchi per un giorno.

👨‍👩‍👧 Totò & Co: la saga familiare a puntate

Perché limitarsi a Totò, quando puoi avere anche il suo entourage? La raccolta non si ferma all’uomo, ma dilaga come fiume in piena sulla sua famiglia, i suoi amici, le sue frequentazioni note e meno note. Dai siparietti domestici con la figlia Liliana alle cronache delle sue relazioni affettuose (più o meno ufficiali), dai rari cenni alle zie fino ai necrologi per il cane. Ogni brandello di vita vissuta è raccolto, ordinato, e pronto per essere riscoperto come una serie TV in bianco e nero.

🎬 Dall’arte alla cronaca: Totò sotto i riflettori, anche quando non vuole

Se la stampa culturale esalta l’artista, quella popolare lo rincorre anche al supermercato. Da un lato abbiamo analisi acute sul ruolo innovativo del comico nell’Italia del dopoguerra, dall’altro titoloni tipo “Totò compra un panettone da tre chili – cosa nasconde?”. In questa raccolta si passa con disinvoltura da articoli in stile accademico a trafiletti che sembrano scritti da amici ficcanaso, ma con la penna in mano. Un vero e proprio affresco della comunicazione del Novecento, in cui Totò è al centro come un Giove redazionale attorno al quale ruotano le lune della carta stampata.

📚 Un’enciclopedia del pettegolezzo culturale

Questa raccolta di ritagli è la risposta napoletana al Time Magazine. Solo che qui si trovano, accanto a dichiarazioni ufficiali e recensioni raffinate, anche notizie da retrobottega: chi ha pianto al funerale, chi ha litigato per l’eredità, chi ha detto “Totò non era poi così simpatico” e ora vive sotto scorta. Insomma: la memoria, l’arte, il costume, tutto dentro un baule di carta, scannerizzato e riordinato con la devozione di un archeologo dello spettacolo.

🔁 Sempre in aggiornamento: il Principe non smette mai di raccontarsi

Ma attenzione: la raccolta non è finita. Non è finibile. Ogni giorno, da chissà quale cassetto, salta fuori un nuovo articolo, un trafiletto dimenticato, una foto impolverata con titolo scandalistico. E subito viene aggiunto. Totò non smette di parlare. E noi, del resto, non smetteremo mai di leggerlo.

In sintesi, questa sezione è una macchina del tempo a fogli sparsi, un gigantesco album di famiglia condiviso, una biblioteca dei ricordi di un’Italia che rideva, piangeva, e leggeva. E Totò? Totò ride ancora. Dall’alto del suo piedistallo di carta stampata, con la bombetta leggermente inclinata e l’indice che punta una vecchia prima pagina titolata:
"Totò ha detto."
E per la stampa, da allora, non c’è stato più nient’altro da aggiungere.

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Raccolta delle pubblicazioni a disegni e caricaturali con Totò a soggetto, a fumetti e pubblicitarie.

La nostra edicola: un secolo di riviste e periodici

🗂️ Il Sacro Archivio della Chiacchiera Stampata

Benvenuti nel caveau digitale del pettegolezzo col pedigree, nella biblioteca babelica dove il gossip incontra la filologia, nell’Olimpo delle riviste che osarono scrivere di Totò. L’Archivio digitale della stampa del sito non è una semplice raccolta: è un mausoleo cartaceo tramutato in pixel, una Fenice fatta di rotocalchi che rinasce sotto forma di clic. Qui si conserva, si cataloga, si glorifica l’arte (e il disordine) di Antonio de Curtis – in arte Totò – secondo la più antica tradizione del “non si butta via niente”.

🕰️ Dagli albori del Novecento a oggi: il tempo (di stampa) non passa mai

L’archivio ha una memoria da elefante enciclopedico. Parte dagli albori del XX secolo – quando ancora il cinema era muto, e i critici pure – e arriva fino a oggi, quando perfino i tweet vengono considerati “interventi critici”. Un secolo di stampa, quindi, ordinata con la pazienza di un certosino nevrotico: ogni decennio un cassetto, ogni cassetto un’epoca, ogni epoca una scusa per parlare (ancora) di Totò. Dal varietà al palcoscenico, dai teatri di rivista ai set cinematografici, ogni passo artistico del Principe è schedato con scrupolo maniacale e passione archivistica degna del Vaticano.

🎭 L’arte tra le righe: Totò secondo la stampa specializzata

Non si tratta solo di “parlare di Totò”, attenzione. Qui la stampa si fa analisi, radiografia, perfino endoscopia culturale. Le riviste di settore – quelle serie, quelle coi redattori col monocolo e l’aria ispirata – si lanciano in recensioni, critiche, riflessioni semiotiche sulla sua arte. Si sviscera il gesto, si anatomizza la battuta, si filosofa sul nonsense. A leggerle tutte si ha l’impressione che Totò non fosse solo un attore, ma un’enigma teatrale da decifrare con l’aiuto di un team di linguisti, antropologi e cabalisti.

💘 Il cuore in prima pagina: Totò e l’infinita soap familiare

Naturalmente, accanto alla stampa raffinata ci sono i gloriosi giornali scandalistici. E qui l’archivio si fa dorato, barocco, sublime. Pagine e pagine dedicate al burrascoso divorzio da Diana, all’idillio romantico (e forse matrimoniale, forse no, chi lo sa?) con Franca Faldini, ai flirt veri, presunti e immaginari. Ma non solo Totò: anche la figlia Liliana finisce spesso al centro delle cronache, e poi la famiglia allargata, le zie, i cugini, i portieri: nessuno sfugge alla stampa dell’epoca, che pare aver confuso la biografia con una telenovela napoletana.

📚 Le riviste parlano, l’archivio ascolta: copertine e titoli in vetrina

Come si presenta questa meraviglia? Con sobrietà, naturalmente. Almeno apparente. L’utente, ovvero tu, curioso e appassionato, viene accolto da una serie di copertine in anteprima: colorate, ingiallite, serigrafate, ognuna con il suo titolo roboante. Titoli che sono di per sé opere d’arte: “Totò innamorato!”, “Il Principe piange!”, “Il cinema si inchina!”. C’è da perdersi, tra i font vintage e le illustrazioni d’epoca. E c’è anche da ridere, se si colgono le iperboli giornalistiche che farebbero impallidire i titolisti odierni.

📦 Cartaceo? Digitale? Entrambi! Il miracolo della resurrezione mediatica

L’archivio nasce da una raccolta cartacea vasta quanto il guardaroba di un’attrice hollywoodiana degli anni ’50. Ma poi, con l’atto laico di una digitalizzazione devota, tutto è stato trasportato online: un trasloco monumentale dalla carta al cloud. È come se la memoria collettiva italiana avesse fatto un backup in alta definizione, accessibile a tutti, a qualsiasi ora, senza bisogno di polverose biblioteche o tessere improbabili.

🔄 Un archivio in progress: il tempo non lo ferma nessuno

Questo non è un archivio statico, chiuso, in naftalina. No, è un organismo vivente, una piovra di memorie in continua espansione. Ogni tanto arriva una nuova copertina, una nuova scansione, una scoperta dal fondo di qualche mercatino dell’usato. L’archivio cresce, muta, si evolve. Totò continua a parlare attraverso le sue pagine, anche oggi, anche domani, anche quando non ci saranno più giornali ma solo ologrammi.

In definitiva, l’Archivio digitale della stampa non è solo una sezione del sito: è un monumento alla carta stampata, un omaggio alla memoria, una celebrazione perpetua di Totò e di tutto ciò che è stato scritto (e magari anche inventato) su di lui. È il posto dove si entra per leggere “solo un articolo” e si finisce tre ore dopo a riflettere sulla semiotica del gesto della manina svolazzante.

Totò, del resto, lo aveva previsto:

“Signori, io sono un uomo di lettere. Lettere anonime, ma sempre lettere.”

E ora, finalmente, sono tutte qui. Archiviate. Indicizzate. Digitalizzate. E pronte per essere (ri)lette.


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