Inchiesta fra i minori di 18 anni. Censura: perchè?
I minorenni giudicano la censura : un espediente che non impedisce ai giovani di vedere i film proibiti e non serve a difenderli dai pericoli morali che essi trovano nella vita di tutti i giorni. Vale soltanto ad impedire al cinema di rivelare gli aspetti più drammatici e contraddittori della realtà.
«La censura? E’ una cosa completamente sbagliata. Ci sono in circolazione film cosiddetti ”comici” con scene veramente immorali e nessuno li censura e invece ci vietano di vederne altri, come "Kapo”, che sono molto interessanti».
«E’ inutile, anzi per il solo fatto che un film è vietato fa nascere nei giovani una maggiore curiosità di vederlo».
«A volte è necessaria, ma la usano male».
«Vuole impedirci di pensare, vorrebbe limitare i nostri interessi».
Queste frasi non le abbiamo inventate noi. Le abbiamo udite da ragazzi e ragazze di cui vi presentiamo su queste pagine i volti e i nomi. Sono tutti giovanissimi, la j loro età si aggira intorno ai 14-18 anni; sono studenti, operai, impiegati che abbiamo incontrato alla uscita delle scuole, per le strade, nei bar, nel corso di ima nostra [ breve indagine sulla censura.
«Vietato ai minori di 16 anni» : quante volte abbiamo visto sui manifesti di un film in programmazione questa scritta, stampata su una striscia di carta bianca. Quella striscia bianca e quella scritta erano il segno che quel film era incappato nella rete della censura, che il suo contenuto e le sue immagini erano state discusse, tagliate, modificate e che, infine, la commissione addetta, aveva stabilito che i ragazzi al di sotto dei sedici anni non lo dovevano vedere. Quella striscia rappresentava quindi, nella intenzione dei censori, uno scudo, un paravento, un baluardo posto fra i giovani e la immoralità.
Si è parlato moltissimo in questi giorni di censura. Un progetto per modificare una vecchia legge fascista sulla censura in vigore è stato approvato dal Senato e sarà discusso presto in Parlamento, e proprio contro questa proposta di legge si sono aperte discussioni e dibattiti. Ma in queste discussioni e dibattiti la censura è stata sempre vista dalla parte di chi il film crea e produce, come una indiscutibile e pericolosissima limitazione alla libertà di espressione degli autori cinematografici. Noi abbiamo voluto vedereil problema censura dall’aspetto op; posto, quello cioè del pubblico e, precisamente, del pubblico giovane, quello «minore di 16 anni» al quale sono particolarmente dirette le attenzioni dei censori.
Agli spettatori più sprovveduti la famosa striscia bianca può apparire realmente come la salvaguardia ideale della moralità dei giovani, ma chi va al cinema con una certa frequenza no{:a che il veto della censura colpisce sistematicamente i film più impegnati e polemici, quelli che mettono a nudo le realtà più brucianti e talvolta brutali della nostra vita e della nostra società, della nostra storia passata e recente. Circolano invece senza ostacoli certi film comico-brillanti che passano per innocui e che innocui non sono per niente, poiché prospettano falsi ideali di felicità, basati sul sesso, sul denaro, sul successo raggiunto con qualsiasi mezzo.
Vediamo alcuni dei film di questi ultimi tempi contro i quali la censura si è maggiormente accanita: «Rocco e i suoi fratelli», un dramma dell’emigrazione dal Sud al Nord; «La dolce vita» che mette a nudo il vuoto morale e la corruzione di certi personaggi del bel mondo romano ; «Kapò» un film che mostra le atrocità compiute dai tedeschi nei campi di concentramento; «Un giorno da leoni» ispirato ad un episodio della lotta partigiana e, ultimi, «Non uccidere», film francese sugli obiettori di coscienza che forse non sarà mai proiettato sui nostri schermi e «Accattone» che mostra un aspetto della misera vita nelle borgate romane con tanta disperata verità da far nascere nello spettatore ripugnanza e compassione per i protagonisti della storia. Questo un campionario dei film vietati ai minori.
Come se i giovani crescessero in un mondo idilliaco, di bontà e di giustizia, ignorando che la vita offre continuamente una realtà spesso fatta di ingiustizie sociali, di corruzione, di storture, la censura tiene lontano i giovani dai film che mostrano la realtà quale è, assegnando a questi film il ruolo di grandi corruttori della gioventù.
Anche noi condividiamo la preoccupazione che i nostri ragazzi abbiano ad essere turbati da immagini corruttrici e da film immorali, per questo non ci stancheremo mai di chiedere a produttori, registi soggettisti dei film adatti ai giovani, ispirati a sentimenti elevati, non didascalici ma veramente educativi. Sappiamo che il cinema è una industria privata, un grosso affare commerciale, e come tale difficilmente può tenere conto di una sola parte degli spettatori, ma dall’alto si interviene con la censura, con il veto, che esclude da una serie di film la massa degli spettatori più giovani, anziché favorire e sollecitare una cinematografia per i ragazzi.
Su questi argomenti che turbano chi ha a cuore l’educazione dei giovani, sulla censura, sulla opportunità o meno di portare sullo schermo aspetti della vita reale, abbiamo interpellato loro, i ragazzi, e le loro risposte ci sono sembrate estremamente interessanti, degne di essere ascoltate e analizzate.
Alla domanda «cosa pensate della censura?», oltre alle risposte di Sandra, Luigi, Claudio e Agostino che abbiamo riportato all’inizio, hanno risposto:
Emanuele: vietare i film ai minori di 16 anni è una cosa senza senso. Se si ritiene che un film possa essere pericoloso bisogna vietarlo almeno fino ai minori di 18 anni.
Maria: è meglio che ci sia la censura per noi giovani che certe cose ancora non possiamo capirle.
Pietro: certe volte è esagerata. Censurano le opere d’arte che hanno un fine morale anche se presentano cose un po’ scabrose.
Alberto: un ragazzo della mia età certi film non li deve vedere.
Maurizio: censurano i film più interessanti.
Matteo: è bene ed è male. Da noi non c’è nessuno che ci educhi sui problemi sessuali, perciò, sotto questo aspetto, certi film vietati possono essere educativi.
Rosella: censurano i film più impegnati, quelli che hanno un significato.
Stefano: a volte la censura è esagerata.
Francesco: non serve.
Giorgio: non mi colpisce, non mi interessano i film vietati.
Anna Maria: spesso è sbagliata. Dobbiamo sapere cosa succede nella vita. Anche le esperienze degli altri, viste sullo schermo, sono utili.
Roberto M.: la censura colpisce quei film che cercano di formare una coscienza nei giovani.
Bruno: è inutile. La realtà la debbono conoscere anche i giovani.
Leonello: quando censurano film poco importanti non mi Interessa, ma quando censurano film artistici mi dispiace non poterli vedere.
Enzo: la censura? Colpisce i film d’idee.
Antonio: non mi interessa.
Tonino: fanno bene a censurare certi film.
Sanzio: devono censurare i film scandalosi.
Questo hanno detto i ragazzi a proposito della censura; si sono espressi in modo favorevole e sfavorevole, ri-velando talvolta l’influenza dell’ambiente in cui vivono, dei giornali che entrano nelle loro case. Ma le loro risposte sono apparse molto più interessanti e spontanee alla domanda: «deve il cinema affrontare le realtà più scabrose e dolorose della vita?». Qui, contraddicendosi spesso con la risposta data alla domanda precedente, hanno detto:
Emanuele: è giusto presentare nei film i lati meno piacevoli della vita; ma debbono essere presentati in modo da non offendere. Non basta far vedere, per esempio, che una donna ha preso una brutta strada, bisogna conoscere i motivi che l’hanno spinta su quella strada. Devono farci vedere il male facendo capire chiaramente che è male.
Sandra: anche i giovani debbono conoscere i lati negativi della vita, altrimenti come imparano a difendersi? Meglio conoscere la realtà quale è, piuttosto che illudersi di vivere in un mondo che prima o poi si rivela falso.
Luigi: preferisco conoscere la verità.
Maria: una ragazza, vedendo certi film, impara ad essere prudente.
Pietro: è bene conoscere la realtà ed essere preparati a tutto.
Maurizio: un ragazzo a 16 anni è già maturo per conoscere la vita.
Claudio: è giusto, ma non sempre va bene. Può influenzare negativa-mente la personalità di un giovane e la sua coscienza.
Matteo: certi film non li dovrebbero fare, i giovani potrebbero imparare a fare il male.
Rossella: il cinema è uno dei tanti mezzi per conoscere la vita con i fuoi lati positivi e negativi. Tutti i film che affrontano la realtà con intenzioni serie sono educativi
Francesco: ritengo giusto fare film che si ispirano alla realtà. Agostino: vedendo certi film i giovani prendono conoscenza dei problemi della vita e Imparano a Inserirsi nella società nel modo giusto.
Anna Maria: guardando quei film impariamo molte cose, Impariamo ad evitare gli errori dei protagonisti dei film.
Roberto M.: se un giovane non è preparato moralmente questi film possono colpirlo negativamente, ma se ha un minimo di coscienza, no.
Bruno: la realtà la debbono conoscere anche i giovani, però non dovrebbero far vedere la prostituzione, è troppo deprimente.
Leonello: vedere questi film è utile.
Roberto F.: debbono farci vedere la verità.
Antonio: preferisco i film di fantascienza.
Infine alla domanda: «avete visto film vietati?» quasi tutti hanno risposto affermativamente e alla domanda: «11 contenuto di questi film ha sconvolto la vostra morale?» hanno risposto negativamente, oppure:
Emanuele: no, però un film come «La dolce vita» non ha un significato chiaro e può anche essere pericoloso.
Sandra: a 15 anni una ragazza con principi morali sani può vedere anche i film proibiti dalla censura senza restare turbata.
Luigi: nel film «Rocco e i suoi fratelli» c’è molto da imparare per un giovane. Vedere il male è utile, dà ribrezzo.
Maria: ho visto «Dramma nello specchio» ; era la storia di una donna, del marito e dell'amante. Era un film stupido e basta.
Pietro: sono film che alla fine ingegnano a evitare il male.
Claudio: mi hanno insegnato qualcosa.
Matteo: non mi hanno scandalizzato.
Rossella: ho visto «Kapo»: secondo me non è un film da vietare, anzi è educativo.
Agostino: certi film hanno saputo indicarmi una soluzione ai problemi che anche i ragazzi si pongono.
Anna Maria: ho visto, per fare un esempio, «La ragazza con la valigia» ; vedendo quel film nessuna ragazza desidera imitare la Claudia Cardinale, è tanto infelice!
Roberto M.: ho visto «La dolce vita». sono uscito disgustato da quel genere di vita.
Bruno: non mi scandalizzo, e nemmeno mi identifico mai nel protagonista.
Antonio: erano film come tutti gli altri.
Tonino: erano più interessanti.
Queste le risposte dei ragazzi: tutte interessanti, addirittura sconcertanti. Quasi tutti appaiono protesi verso la realtà della vita: «meglio conoscere che ignorare» sembra essere il loro motto. Tutti dichiarano di non restare influenzati negativamente dalle storie dello schermo, e se cosi fosse realmente, come ci auguriamo, dovremmo pensare che i giovani sono più maturi di quanto non credano i censori. Eppure tante volte di fronte ad un caso di cronaca nera del quale un_ ragazzo è il triste protagonista, si sente dire : «quelle cose le vedono fare al cinema !».
Per interpretare meglio le risposte dei nostri ragazzi, per tentare di capire fino a qual punto il cinema può influenzare negativamente i giovani, abbiamo interpellato uno studioso di problemi sociali; egli ha escluso che i film possano essere un elemento determinante nella corruzione minorile. I motivi che spingono certi ragazzi alla delinquenza debbono essere ricercati ben più profondamente che nello spettacolo cinematografico : nella educazione che hanno ricevuto dalle famiglie fin dai primissimi anni della loro vita e dalla società. Il film può essere unicamente un elemento «precipitante», la goccia che fa traboccare il vaso, l’ultimo anello di una lunga catena che avrebbe comunque e inevitabilmente condotto il giovane sulla strada della delinquenza. I ragazzi, ad un certo momento della loro vita, nella fase di passaggio dalla adolescenza alla giovinezza hanno spesso bisogno di imitare qualcuno, di ispirarsi ad un modello che spesso è un attore in voga, ma il ragazzo che imita il «tricheur» dello schermo lo fa perchè dentro di lui c’è già una serie di elementi negativi che aspettavano solo di prendere corpo.
Ma ciò che è apparso più evidente è che i ragazzi sono curiosi, vogliono sapere, conoscere, sono ansiosi di esplorare la vita, di entrare nel mondo degli adulti, di cogliere i problemi sociali che stanno nell’aria; niente di male quindi se è un film a proporglieli, purché la famiglia e la società li aiutino a capire questi problemi, eliminino in loro ogni dubbio.
Fra i giovani e la censura vi è quindi incompatibilità di carattere, profonda incomprensione : da un
lato i primi con la loro ansia di conoscere, dall’altro la censura che crede di educarli con il veto.
Il cinema infine è un aspetto molto limitato della vita, si deve operare in altri campi per preparare il terreno alla formazione dei giovani; una striscia bianca su un manifesto, con la scritta «vietato ai minori di 16 anni», non può risolvere il complesso problema della educazione dei ragazzi, tanto più che, come dimostrano le risposte degli interpellati, quella striscia non riesce nemmeno ad impedire di raggiungere il film proibito.
Maria Maffei, «Noi donne», anno XVI, n.50, 17 dicembre 1961
Maria Maffei, «Noi donne», anno XVI, n.50, 17 dicembre 1961 |