Forse mi rovinerò, dice Fellini

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1961 06 10 Tempo Federico Fellini intro

Il segreto che aveva finora circondato l’episodio diretto da Fellini nel film “Boccaccio 70" può finalmente essere svelato. Il regista non sa bene quello che accadrà: “Sono venti minuti di proiezione", dice, “che possono rovinare una luminosa carriera: la mia"

Roma, maggio

Sulla terrazza dell'Hotel dei Congressi all’EUR, là dove viale Europa incrocia viale Shakespeare, Federico Fellini sta scrivendo le prime pagine di "Boccaccio ’70” che porterà, oltre alla sua, le firme di De Sica, Monicelli e Visconti. Il grande William che pianse leggendo il Decamerone o Prencipe Galeotto, di messer Giovanni, gradirà questo omaggio che la troupe del "maestrone" Federico Fellini gli ha involontariamente reso? Vedremo. Il film in quattro episodi dovrebbe essere pronto per l’agosto e non è escluso che figuri nel cartellone della Mostra di Venezia.

Per ora limitiamoci a infilare il naso nel luogo dell’azione. Un prataccio tutto pietre e sterpi si stende a lenzuolo davanti all’hotel sulla cui terrazza Fellini e Piero Zuffi hanno costruito la casa del protagonista: un non meglio specificato dottor Antonio che ha le sembianze di Peppino De Filippo. L’ accesso all’ appartamento è rigorosamente vietato, ma le indiscrezioni lo descrivono adatto al soggiorno di un Tartufo moderno: mobili neri che arieggiano al ’400, scrivania pietra di libri edificanti, un grande quadro di*San Giorgio che trafigge il drago, un antico attestato pontificio appiccicato alla parete.

1961 06 10 Tempo Federico Fellini f1"Boccaccio ’70” è un film articolato in quattro episodi, diretti da altrettanti registi: De Sica, Fellini, Monicelli, Visconti. Al centro della storia narrata da Fellini è questo enorme tabellone pubblicitario dominato da una suggestiva immagine della Ekberg. Il cartellone turba molto i sogni e la coscienza di un certo "dottor Antonio" (impersonato da Peppino De Filippo).

Qui vive e opera il dottor Antonio, uomo di severi principi non solo per sè, ma anche per gli altri. Potrebbe essere un moralista, un bigotto, un censore, un graduato dell’Esercito dèlia Salvezza. Di preciso non si sa. Fellini rifiuta con dolce intransigenza qualsiasi invito a puntualizzare il personaggio.

«Sono imbarazzato... non pensate a una civetteria o a una formula pubblicitaria... prima di iniziare questo scherzo ho firmato un impegno con la casa produttrice che mi impone il silenzio. Ed è giusto che sia così per la salute della vicenda stessa». Federico si stringe nel suo abito blu di shantung e cerca di rinvigorire, tirandone i gambi, i due papaveri rossi penduli dall’occhiello.

«E’ uno scherzo, — aggiunge — condotto con il piglio secco e conciso che è proprio delle tavole del Corriere dei Piccoli... tutto gira intorno all’ossessione del moralismo. Se volete potrebbe essere una sfida alla censura... perchè questo sketch non è boccaccesco ma deriva dallo spinto piu segreto e vero del Boccaccio». Si passa una mano sui capelli che tendono a scendere sulla fronte e conclude: «Sono in tutto venti minuti di proiezione che possono rovinare una luminosa carriera: la mia».

1961 06 10 Tempo Federico Fellini f2Dalla terrazza dell’Hotel dei Congressi, all’EUR, Fellini osserva il cartellone della Ekberg innalzato nel prato che si stende sotto l’edificio. Nell’hotel, il regista ha fatto costruire dallo scenografo Piero Zuffi l’appartamento del protagonista dell’episodio da lui diretto, il ”dottor Antonio”: un moderno Tartufo che vive tra austeri mobili neri, libri edificanti, un antico quadro rappresentante San Giorgio. Fellini dice che è impegnato a non dir nulla sul suo misterioso personaggio.

Una squadra di operai sta cercando di montare un enorme tabellone di Anita Ekberg, ispirato alla Maja Desnuda seconda versione. Sulla impalcatura campeggia la scritta "Bevete più latte”. E Anitona infatti porge al mondo un bicchiere della bianca bevanda mentre da un altoparlante sgorga una canzoncina che farà parte della colonna sonora del film. Dice:

Bevete più latte prodotto italiano
rimedio sovrano per tutte le età.
Bevete più latte il latte fa ben
il latte conviene a tutte le età.

Più di questo, Fellini non vuole che si sappia, anche se Flajano che con Pinelli ha sceneggiato ”Le tentazioni del dottor Antonio” assicura di aver ascoltato versioni complete e particolareggiate della storia in vari luoghi. La vicenda dunque si svilupperebbe più o meno così: il dottor Antonio, abituato a vivere fra digiuni e rigori, una bella mattina svegliandosi si affaccia alla finèstra e si trova davanti il tabellone 15 per 6 di Anita Ekberg che gli porge un bicchiere di latte. Anitona, più che Fiammetta — perfetta amatrice — o Neifile — la voluttuosa — sembra la reincarnazione della fiorente Pampinea, di armoniosa e matura gioventù pervasa. Il dottor Antonio è obbligato a guardarla, se la sente piano piano scivolare dentro le ossa, comincia a sognarla e, nel sogno, le sue virtù mollano gli ormeggi lasciandolo correre alla deriva. Il tabellone plastificato si anima, va incontro a Tartufo, lo circuisce, se lo porta a spasso per viali alberati odorosi di tiglio, lo seduce. Anitona diventa un’ ossessione che spinge dolcemente il moralista verso la follia. Che cosa c’entri in tutto questo Eleonora Nagy, una bambina di tre anni «che somiglia straordinariamente a Giulietta (Masina) quando aveva quell’età», non sappiamo. Ma sta di fatto che Eleonora avrà una parte molto importante e a un certo momento vestirà delle ali di penna candidissima.

1961 06 10 Tempo Federico Fellini f3Federico Fellini osserva Anita Ekberg che, sotto l’occhio dell’operatore, si sta preparando per una scena. Il primo giro di manovella dell’episodio di ''Boccaccio ’70” diretto dal regista della "Dolce vita" è stato dato nei giorni scorsi e celebrato con un cocktail molto affollato.

1961 06 10 Tempo Federico Fellini f4Eleonora Nagy, la bimba scelta da Fellini per una parte nell’episodio di "Boccaccio ’70” da lui diretto. «Il suo volto - dice il regista - ricorda quello di Giulietta Masina bambina».

Con questo sketch Fellini si accosterà per la prima volta al colore e ai trucchi cinematografici. Ha fatto venire dall’America — a quanto dicono — dei tecnici specializzati ma, per non affidarsi troppo a effetti che solo parzialmente può controllare, ha chiesto allo scenografo Pierino Zuffi da Imola di ricostruire, su uno spiazzo vicino all’Appia Antica, una intera zona dell’EUR in scala ridotta di un sesto. Anitona, alta e solenne, si aggirerà fra quelle costruzioni da incubo come un enorme simbolo della carne (e del latte) per la dannazione del povero dottor Antonio.

Francesco Calderoni, «Tempo», anno XXIII, n.23, 10 giugno 1961


Tempo
Francesco Calderoni, «Tempo», anno XXIII, n.23, 10 giugno 1961