Mina non sa cosa farà da "grande"

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In Italia, ha detto la popolarissima urlatrice che sta interpretando un film musicale a Cinecittà, siamo tutti bravi dilettanti. E io, nel mondo della canzone, mi considero di passaggio e ignoro che cosa possa accadere di me domani

Roma, gennaio

Gli studi cinematografici di via Tiburtina non sono mai stati tanto frequentati da fotografi e giornalisti come da quando il teatro numero due ospita Mina Mazzini, protagonista di un film intitolato "Io bacio... tu baci", al quale partecipano tutti i grossi calibri della canzone da Peppino di Capri a Celentano, da Joe Sentieri a Jimmy Fontana. «Tutti per Mina! Ma chi sarà mai 'sta Mina» dicono le comparse che a queste cose dovrebbero essere abituate e che quando smettono il vestito di scena e si tolgono il trucco entrano a far parte di quei milioni e milioni di italiani che fanno pazzie per sentire una canzone di questa ragazza straordinariamente dotata, che in un anno è arrivata là dove altre sono giunte al culmine di una lunga carriera. Chi sarà questa Mina? Non è facile dirlo, nè lei può aiutarvi a dare una risposta alla domanda. Imprevedibile e "svitata” com’è potrebbe essere qualunque cosa: una diva oppure una ragazzina spaventata da tutto ciò che le sta accadendo, una impudente o una timida. Di certo si sa solo che è una ragazza piena di temperamento, istintivamente dotata per riuscire ad attanagliare milioni di spettatori. Il resto è un mistero che abbiamo tentato di diradare parlando con lei. Durante la pausa di mezzogiorno siamo usciti dagli stabilimenti per la colazione. C’era anche Umberto Orsini l’attore di prosa che è il suo partner in questo film.

1961 01 14 Tempo Mina f1Il film musicale che Mina sta girando negli stabilimenti di via Tiburtina si intitola ”Io bacio... tu baci" ed è tonato insieme da una lieve trama, che serve naturalmente da pretesto a molte canzoni. Al film partecipano numerosi cantanti della nuova leva. Partner di Mina è Umberto Orsini, con cui la vediamo qui in una scena d'amore: il personaggio è pianista e cantante. La regia è affidata a Piero Vivarelli, che è critico musicale e non aveva mai fatto il regista.

Al tavolo di una trattoria di campagna fra un piatto di spaghetti e una cotoletta alla milanese "panata due volte e molto morbida”, ecco dunque Mina. Non c’è bisogno di descriverla. fra fotografie e teleschermi la conosciamo tutti a memoria: alta, sottile, bionda (con i capelli miracolosamente sollevati di dieci centimetri sul cuoio capelluto come se fossero una parrucca), mani lunghe e magre, unghie non laccate e morsicate con discrezione. «A che punto sono con me stessa, con la mia vita? Lo vuole sapere? Ebbene sono a questo stadio: mi domando che cosa farò da grande. Ci crede?». Esegue un volteggio con le mani, spalanca gli occhi enormi poi con una vocetta da bambina. in falsetto, ripiegando la testa dice a se stessa: «Santo cielo... perchè mi fanno queste domande? Ho vent’anni... che cosa ne so di queste cose? E poi mi fa ridere parlare di me, di quella che sono diventata». Si riprede dal soliloquio e continua: «Non ho mai desiderato questa popolarità. A me piace cantare e basta. Non seno una cantante, sonQ una che canta il che è molto differente... in questo caos mi ci hanno sbattuta dentro senza che me ne accorgessi, per scommessa. Sul serio, per scommessa. Ma non mi rendo conto di niente... Quando non si lotta per ottenere una cosa non la si può apprezzare».

Ma non pensa di pianificare il suo successo, di sfruttarlo, di indirizzarlo verso qualche meta? Ora che è arrivata, sia pure per caso e controvoglia, non desidera costruire professionalmente la sua carriera?

«Noo! — risponde facendo le smorfie. — In Italia il professionismo non esiste: siamo tutti dei bravi dilettanti. E poi io, nel mondo della canzone sono di passaggio... non so che cosa mi può succedere domani, potrei piantare tutto, cambiare genere di spettacolo, andare all’estero. Non lo dico così a vanvera: è vero. Mi piacerebbe andarmene fuori dell'Italia e ricominciare tutto da capo. Non so: in Francia per esempio... assorbire lo spirito francese, fare qualche cosa di completamente nuovo... che bello! E poi piantare tutto e andare da un’altra parte. Non per trovare nuovi pubblici ma per fare nuove esperienze. Vede, sono tutta controproducente per me stessa... perchè sono una pigra». Orsini interviene, cerca di mettere in ordine queste dichiarazioni e lei lo interrompe. «Tu sei un uomo io sono una bambina non posso discutere con te. Faccio tutto contro me stessa. Non voglio essere una professionista. Canto esclusivamente perchè mi piace e sa come mi piace^bbe cantare? In un locale piccolissimo, al buio, senza vedere gli spettatori e senza applausi. Oh! gli applausi... sapete che i primi mesi mi arrabbiavo quando il pubblico applaudiva?

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Mina in una scena del film, con il regista (in primo piano) e Umberto Orsini. Sotto: la cantante fra gli operai dello stabilimento in cui il film viene girato. ”Io bacio... tu baci” racconta la storia di un gruppo di ragazzi amanti della musica che sono soliti radunarsi per ballare in una vecchia osteria che sta per essere demolita. I ragazzi difendono il loro ritrovo contro il costruttore che vuol adoperare l’area e che è il padre di Mina: l’attore è Mario Carotenuto. La ragazza si schiererà con i giovani.

Che effetto le fa il pubblico che si stipa nelle sale da ballo quando canta?

«Terribile. Due, tremila persone che ti si stringono addosso, che ti chiedono l’autografo, che ti dicono che hanno tutti i tuoi dischi, che sono tuoi ammiratori, che ti vogliono stringere la mano... provi a mettersi nei miei panni. Come si sentirebbe lei? Se mi interessasse il successo sarebbe un’altra cosa. Ma, cosi...».

Quanto tempo crede di poter andare avanti in questo "tour de force”?

«Non lo so — risponde canticchiando. — Quando mi deciderò a cambiare...».

Che cosa farà? «Uno sbaglio». E’ vero che pensa alla rivista? c Ci penso ma non la faccio. I miei non vogliono. Mio padre da due anni mi supplica di smettere di cantare, figurarsi se mi lascia fare la rivista. E la mamma pure. A me piacerebbe moltissimo come mi piacciono tutte le cose che non so fare... il cinema e il resto... ma questa è la prima cosa che i miei genitori mi chiedono da quando sono nata. Mi hanno sempre lasciato libera di fare tutto quello che mi è piaciuto, stupidaggini e no. Se per una volta mi chiedono qualche cosa come posso negargliela?». Canta quattro note poi a bruciapelo domanda a Orsini: «Còme recito?». «Benissimo. Invaiti naturalmente, istintivamente, movimenti, posizioni, espressioni che a un attore consumato richiederebbero settimane di studio... Non dare retta a chi dice che sei un po’ eccessiva...».

«Ma io sono sempre eccessiva!». Pianta la cotoletta tagliuzzata nel piatto. Il cameriere domanda preoccupato: non le è piaciuta? Lei lo fissa negli occhi: sta per mentire poi sgranando gli occhi, la bocca, le mani si lascia sfuggire un ”No!” tondo come un palloncino rosso. Poi prende il taccuino che ho davanti e comincia a scarabocchiare la pagina: «E’ da quando ci siamo seduti che ho voglia di farlo, mi piace scarabocchiare... mi piace scarabocchiare...». Riconsegna matita e taccuino: «E adesso scriva lei... ma non faccia come gli altri. Mi trattano tutti come una bambina a cui dare buoni consigli. Questo mi commuove...». Davvero?

«Sì, sul serio... ma gli darei certi pugni!». Ecco tutto. E’ possibile tirare le somme e dire chi è questa Mina che sta entrando a vele spiegate nella storia del nostro costume?

Franco Calderoni, «Tempo», anno XXIII, n.2, 14 gennaio 1961


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Franco Calderoni, «Tempo», anno XXIII, n.2, 14 gennaio 1961