La terza grande del cinema italiano

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La carriera di Rosanna comincia domani. Il successo ottenuto a Venezia da Rosanna Schiaffino nel film "La sfida”, apre alla giovane attrice le porte del cinema internazionale. La sua partecipazione a un film che si sta realizzando in Jugoslavia con regista e attori americani può preludere a una sua chiamata a Hollywood.

La responsabilità di vegliare sulla sicurezza di Rosanna Schiaffino è affidata a Bento di San Leonardo, Ben per gli amici. Ben è grande e grosso e ha una grinta assai feroce. Ma non fa paura a nessuno. È solo un pacioccone di nobile lignaggio. Rosanna si è ormai rassegnata a considerarlo un accompagnatore decorativo e di prestigio e a non contare troppo su di lui in caso di necessità. Sua madre, la signora Yasmine, è molto più efficiente di Ben. D’altra parte, Ben è un boxer, figlio di un campione del mondo e di una campionessa tedesca, che al dovere della guardia preferisce i piaceri della cucina. Ha due anni, e non considera nemici che i gatti i quali hanno il torto di non recare alcun contributo alla carriera della padroncina.

Due anni è anche l’età di Rosanna. Come attrice, naturalmente. Come donna essa ne compirà venti il 25 novembre. E le par quasi di essere alle soglie della vecchiaia. Fa discorsi giudiziosi e studia. Studia inglese e francese, studia recitazione, studia ballo, con Kiki Urbani.

1958 09 21 Epoca Rosanna Schiaffino f01Rosanna Schiaffino non ha ancora compiuto i vent'anni e già si è conquistata una notevole popolarità nel campo cinematografico. Ha esordito davanti alla macchina da presa nel 1956 in "Totò lascia o raddoppia"

«È facile fare il cinema in un determinato modo», dice, «ma la qualifica di attrice bisogna meritarsela e sudarla. Ci vogliono anche le gambe, d’accordo. Nessuno le disprezza. Però, se non si studia, le gambe
non bastano.»

«Quando una donna ha volontà di arrivare», aggiunge la signora Yasmine, «non c’è nessuno che sia in grado di fermarla. Arriva di sicuro. Noi, in due anni, non potevamo proprio fare di più, mi pare.»

1958 09 21 Epoca Rosanna Schiaffino f02Le valige di Rosanna sono pronte per il viaggio in Jugoslavia, dove sarà la protagonista del film «Il vendicatore»

La signora Yasmine parla sempre al plurale, come se si identificasse nella figlia. I nostri film, dice, le nostre copertine, i nostri manifesti. Tutto ciò che è dato a Rosanna è dato anche a lei. E, per la verità, nessuno potrebbe negargliene il diritto. Sono le truppe che si fanno massacrare per conquistare una posizione, ma è sempre il generale-che vinca la battaglia.

Le madri sono i generali che guidano la lotta per la supremazia nel campo divistico italiano. Per lo più, però, esse s’intendono di tattica e poco di strategia. Puntano al successo immediato credendo che quello finale ne sia una conseguenza. Il che è vero solo qualche volta. La signora Yasmine, invece, è una stratega. Il piano per l’affermazione della figlia era tutto nella sua mente fin dall’inizio. Ma, troppo furba per seguirlo alla lettera, ha saputo adattarlo alle circostanze e alle occasioni. (Non per nulla è cresciuta in Oriente.) Due soli punti del piano sono rimasti in ogni momento inalterati: 1° evitare che Rosanna entrasse nel giro delle particine; 2° mirare alla preparazione psicologica dell’ambiente inondando i giornali di fotografie che mettessero in rilievo l’anatomia della ragazza.

La storia di Rosanna Schiaffino comincia il 31 agosto del ’54, con un concorso di bellezza a Genova. Non ha ancora sedici anni. La madre le fa indossare un vestito di pizzo di Sangallo e la conduce davanti alla Giuria. Viene eletta Miss Nuovo Lido e i giornali della Riviera nel pubblicane la fotografia. Fin qui tutto va liscio. Anche il padre, il signor Giuseppe Schiaffino, sorride soddisfatto nelle istantanee che celebrano l'avvenimento. Non dà importanza al fatto che Rosanna ha già frequentato con la sorella Maria Pia i corsi di recitazione del Piccolo Teatro di Genova; non conosce ciò che cova nella mente della moglie, o ne sorride.

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La più preziosa collaboratrice di Rosanna Schiaffino per aprirsi la via del successo è stata ed è sua madre, che l'ha guidata nei concorsi di bellezza e davanti agli obbiettivi dei fotografi. Nella foto in alto a destra: Rosanna nel 1953. A sinistra: La Schiaffino «Miss» nel 1954.

Rosanna si è inserita nella scia della Lollo e di Sophia

Ma il 1° agosto dell'anno seguente Rosanna diviene Miss Diano Marina e il 15 dello stesso mese Miss Riviera dei Fiori. Anche i grandi settimanali pubblicano la sua fotografia. Se volesse, potrebbe partire per Roma: Totò, che l’ha conosciuta a Rapallo, le offre una particina. «Niente particine», dice subito la signora Yasmine. E conduce la figlia in campagna per le vacanze.

Ma il signor Giuseppe comincia a preoccuparsi. Arrivano da Roma, per telegramma e per lettera, proposte di provini da parte di produttori e registi che sono rimasti colpiti dalle foto di Miss Riviera dei Fiori. Il signor Giuseppe nasconde telegrammi e lettere e, quando la moglie e la figlia ritornano dalla campagna, fa disinvolti discorsi sulla scuola, sugli affari, sulle novità cittadine. Parla invece la cameriera. E la signora Yasmine non ci pensa due volte: prepara le valige e parte con Rosanna alla volta di Roma, «per un sondaggio». Il cinema italiano è già in crisi. A Roma la signora Yasmine va, corre, si agita. In breve fa conoscenza con tutti. Carlo Ponti offre un contratto, essa lo rifiuta : vuole garanzie di parti da protagonista. Intanto i fotografi assediano Rosanna e la signora Yasmine li guida alla conquista delle caratteristiche della figlia. È sempre lì, dietro gli obbiettivi. Fa da regista. Le accomoda i capelli (che sono ancora neri), le regola l'ampiezza della scollatura e la posizione delle gambe, le suggerisce la espressione del viso. E i giornali pubblicano le fotografie di questa ragazza sconosciuta che ha avuto, come tante altre, un titolo di «Miss» ma che, più di tante altre, attira l’occhio con l’aria spavalda e gli atteggiamenti provocanti. Ciò nonostante, il «sondaggio» si conclude negativamente. Madre e figlia ritornano a Genova con grande soddisfazione del signor Giuseppe.

Ma per poco. Totò si fa vivo di nuovo. Stavolta ha da offrire a Rosanna una parte di vamp in "Totò lascia o raddoppia", accanto a Mike Bongiomo e a Dorian Gray. La signora Yasmine accetta. Prepara ancora le valige e, nel marzo del '56, Rosanna mette piede per la prima volta in un teatro di posa. Il rivolo delle fotografie diventa fiume: la guerra psicologica s’intensifica. Tutto sembra facile e non lo è. Terminata rapidamente la sua parte, Rosanna attende qualcosa che non arriva. Sbollono i suoi entusiasmi.

«Basta, sono stufa, tomo a casa», grida alla madre. Ma le capita sott’occhio un giornale con la sua fotografia e una didascalia anonima che dice: «Tenete d’occhio questa ragazza. Diventerà una stella di prima grandezza».

1958 09 21 Epoca Rosanna Schiaffino f05«Questa è solo la prima tappa», ha detto la madre, signora Yasmine, a Venezia, subito dopo il successo riportato da Rosanna nel film "La sfida". La Schiaffino studia inglese e francese e prende lezioni di recitazione e di ballo. Pensa di arrivare molto lontano. Intanto in Jugoslavia sta girando un film sotto la guida del regista americano William Dieterle.

Ora, probabilmente, Rosanna avrà imparato che un incoraggiamento simile non si nega a nessuna bella figliola. In questo momento, però, le fa molto effetto e la signora Yasmine glielo riscalda in tutti i modi. Del resto, con Angelica in Orlando e i paladini di Francia arriva la sua prima parte da protagonista. C’è anche uno che vuole fotografarla. È Philipe Halsman. La signora Yasmine non sa chi sia ma lavora per Life e le basta. Halsman sta facendo il giro del mondo alla ricerca delle bellezze più caratteristiche dei vari Paesi. In Giappone ha trovato la dolcezza, in Spagna la fierezza, in Africa Orientale la dignità regale. In Italia scopre, con Rosanna Schiaffino, la bellezza voluttuosa. Rosanna diventa qualcuno. Un contratto a lunga scadenza con una delle più importanti Case italiane la blocca e la toglie definitivamente dal pericolo di sperdersi in particine. Interpreta da protagonista due film: Un ettaro di cielo, con Marcello Mastroianni, e La sfida, con José Suarez. Il primo va al Festival di Bruxelles, il secondo alla Mostra di Venezia. La signora Yasmine può, soddisfatta, ammirare la sua opera.

«Questa è solo la prima tappa», precisa. «La vera carriera di Rosanna comincia ora.»

Alla Mostra di Venezia dell’anno scorso Rosanna fu molto fotografata, ma non era una diva.

«Quello che avevo l’anno scorso mi bastava», dice. «Non sarei contenta se quest’anno fosse stato come l’anno scorso e non sarò scontenta l’anno prossimo se avrò ciò che ho avuto quest’anno.»

Attenzione, non è un gioco di parole. È la sintesi di un’ambizione. («Della nostra ambizione», direbbe la signora Yasmine.) È per soddisfare quest’ambizione che Rosanna ha studiato e studia lingue, recitazione, danza.

«Arriverò dove posso», continua. «Il problema è scegliere i film adatti, fare solo determinate parti. Le parti che sento.»

Dobbiamo, dunque, supporre che quella di Mascia, nel film II vendicatore che è andata a girare in Jugoslavia, sia una parte che sente. Innamorata dell’uomo che odia mortalmente suo padre (Il vendicatore è tratto dal racconto di Puskin Dubrovskji), Mascia muore alla fine della vicenda. A tutte le attrici piacciono gli amori infelici e piace di morire. La morte fa parte del gruppo delle scene madri riservate agli attori arrivati. Ma c’è di più. Con II vendicatore, diretto da William Dieterle e interpretato da attori americani, Rosanna Schiaffino compie il suo primo passo nel campo della grande cinematografia internazionale. Deve recitare in inglese. «E già sappiamo tutto il copione a memoria», dice la signora Yasmine. Pensa già a Hollywood.

Alla vigilia della partenza per Belgrado, Rosanna ha fatto un lungo giro per Roma. Ha voluto vedere i manifesti, comparsi per la pubblicità de La sfida, do-v’essa è ritratta in figura intera con la vestarella corta, le gambe scoperte e una spallina ricadente sul braccio. Ce ne sono duecento affìssi sui muri della capitale, ma essa è riuscita a scoprirne solo centosettantacinque.

Davanti a ciascuno ha sostato come incredula di questo suo nuovo diritto di diva.

Domenico Meccoli, «Epoca», anno IX, n.416, 21 settembre 1958


Epoca
Domenico Meccoli, «Epoca», anno IX, n.416, 21 settembre 1958