Senta Berger, una stella in ascesa
Quando venne in Italia nel 1963 per interpretare due film tratti da romanzi di Emilio Salgari («Kali Yug, dea della vendetta» e «Il mistero del tempio indiano») pochi si accorsero di lei. Era il periodo in cui furoreggiava il tipo alla Catherine Spaak: chi non era magrissima, ninfetta, chi non aveva capelli biondi e frangia sugli occhi e non indossava blue-jeans dal mattino alla sera era decisamente fuori moda e passava inosservata. E Senta aveva già allora ventidue anni compiuti, un volto aggressivo da donna, un corpo con tante curve che nei blue-jeans sarebbe soffocato. Solo un fotografo noto per aver ritratto le più beile donne del cinema mondiale disse di lei: «E' uno schianto. Questa ragazza farà carriera».
Le previsioni si stanno avverando. Quest'anno Senta è arrivata sui nostri schermi in due film di marca hollywoodiana, girati con abbondanza di mezzi, dai titoli invitanti per il pubblico che predilige i western: «Doringo» e «Sierra Charriba», pellicole d'azione, di sparatorie, di violenza. E al centro di queste vicende ecco un personaggio femminile che ha il volto fiero e bello di Senta Berger.
Intorno a questa attrice è nata una certa curiosità, ma per ora della sua vita si conosce ben poco. Se avrà successo gli uffici stampa non mancheranno di fornirci storie più o meno inventate sulla sua vita, conosceremo fi suo passato e il suo presente, i gusti, gli hobbies, i flirt. Per ora si sa soltanto che è nata a Vienna nel 1941 da famiglia di origine slavo-ungarica, che da bambina voleva fare la ballerina e che fu iscritta abbastanza presto ad una scuola di ballo. La «vocazione» d'attrice — a quanto si narra — si rivelò quando era adolescente: Senta lasciò così il ballo e prese a frequentare un'importante scuola di recitazione, il «Reinhardt Seminar» di Vienna, facendosi subito notare.
A diciassette anni era già nota come attrice di teatro tanto che fu invitata al Festival di Berlino, dove avvenne il suo primo contatto con il mondo del cinema: fu notata da un produttore tedesco che la scritturò immediatamente. Ha recitato diversi anni in Germania partecipando a film che non le avrebbero mai dato, tuttavia, una grande notorietà in campo internazionale, mentre Senta voleva il successo, voleva sfondare. Così prese a peregrinare fra gii studi di Parigi e di Cinecittà, finché spiccò il salto verso Hollywood. Questa la breve storia di Senta, stella in ascesa.
Difficile sarebbe fare previsioni sul suo futuro di attrice: il suo volto bello di ragazza decisa non ci sembra dotato di una grande duttilità espressiva. E' certo però che diventerà una star importante dato che risponde al tipo di bellezza che Hollywood va cercando di imporre: la donna forte, alta. ben dotata di curve, senza sdolcinature, senza troppe complicazioni psicologiche, figura ideale per film d'azione, di sesso, di violenza. Un tipo per intenderci alla Ursula Andress o alla Raquel Welch.
«Noi donne», 1967
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«Noi donne», 1967 |