Senta Berger: la dolce Vienna che affascina il Tevere
Senta Berger, 30 anni, viennese, una bellezza e un fascino che si richiamano ai canoni della vecchia Mittel-Europa, ha girato 55 film. Prima in Austria, poi in Germania e in America e infine a Roma dove ha raggiunto il culmine della popolarità.
Roma, febbraio
Non facciamoci illusioni: il pubblico italiano non ha imparato a conoscere e ad apprezzare Senta Berger per le sue istanze, i manifesti, le assemblee sindacal-politiche; piuttosto ha concentrato l’attenzione sulla sua esistenza allorché nel film di Pasquale Festa Campanile, "Quando le donne avevano la coda”, comparve piuttosto svestita e quindi da inserire subito nell’annuario delle bellissime. Anche se è vero che ha studiato recitazione a Vienna, anche se è vero che incide dischi e canta rispettando il filone della grande canzone tedesca (Marlene, Zarah Leander), anche se è vero che quando apre un giornale le prime notizie che va a vedere sono quelle della politica, anche se è vero che afferma di ignorare le ferree leggi della moda, anche se insomma fa di tutto per non volere apparire la bella attrice che è, Senta Berger. 30 anni, viennese, bella lo è senza dubbio.
E la sua bellezza si richiama ai canoni più famosi della bellezza mittel-europea, in lei si rivedono gli occhi, i capelli e il portamento di quelle donne che per la loro bellezza e di conseguenza per una certa intrinseca malvagità, fecero nascere e prosperare lo struggente romanticismo tedesco. Per occhi splendidi come i suoi (forse di qualche sua antenata) certamente un bellissimo ufficiale prussiano si sarà ucciso dopo aver cavalcato tutta la notte su un cavallo baio nella Foresta Nera. Ma si potrebbe supporre che lei l’abbia in uggia o in odio, questa bellezza, dal momento che ha accettato di girare un film dal titolo "Mamma dolce, mamma cara”. Vi interpreta il ruolo di una mamma settantenne: quasi in una mortificazione della carne, s’è voluta far ingrigire, imbruttire e creare le rughe artificialmente.
C’è subito un’altra cosa da dire parlando di Senta Berger: è vero che dal 1958 a oggi ha girato 55 film, è vero che non soltanto in Germania — dato che è una attrice di lingua tedesca — ma anche in America il suo nome è piuttosto conosciuto; però forse la vera esplosione di popolarità l’ha avuta proprio in Italia.
Vediamone i difetti: è programmata e programmatica, meticolosa e un po’ pignola, diligente e con la vocazione della prima della classe. I pregi riguardano una sua grossa serietà professionale, un suo impegno qualunque film giri, anche il più modesto e (se vogliamo metterlo fra i pregi) un matrimonio ben riuscito con il dottor Michael Verhoven, un signore che prima faceva il medico ma poi, contagiato forse dalla presenza di una moglie attrice, s’è messo a fare il regista. Un matrimonio che va benissimo, completato da quelle piccole cose che fanno dire a tutti: « Be’ sì, quei due si vogliono veramente bene ».
Un matrimonio, come racconta la stessa Berger, fondato principalmente su una reciproca fiducia e sul patto che se uno dei due si stanca dell’altro per prima cosa deve informare il partner e poi verrà stabilito il da farsi. Questo evento non è ancora accaduto: Senta e Michael, per stare più vicini dati gli impegni di lavoro dell’uno e dell’altra, hanno organizzato tre case: una a Monaco di Baviera, una a Lucerna e una a Vienna. E poi lei lavora in Italia, ma questo non significa, perchè più volte — specie durante le riprese dell’ultimo film, quello con Enrico Montesano dal titolo "Causa di divorzio” — lui, il marito, è venuto a trovarla. Hanno anche girato un film in famiglia, se così si può dire, lui regista e lei interprete, dal titolo ”La stanza di vetro”.
Tutto programmato dall'inizio, i film, il matrimonio e, per il prossimo futuro, due figli
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Dei pregi e dei difetti abbiamo detto; del matrimonio anche; diamo un’occhiata ai titoli più importanti dei film girati da questa attrice che per sua stessa ammissione sembra, a ogni film, al suo debutto. Dopo una prima serie di film in Germania, si trattenne per quasi cinque anni negli Stati Uniti dove girò pellicole importanti tipo "Quiller memorandum” e ”Sierra Cariba”. Poi tornò in Europa e girò un film di Dino Risi, accanto a Nino Manfredi, "Operazione san Gennaro”. Da quel momento i film in Italia sono stati molti: citiamo a casaccio "Roma bene”, "L’amante dell’Orsa Maggiore”, "Cuori solitari” accanto ad Ugo Tognazzi, "Giacomo Casanova” di Comencini. Proprio in questi giorni ha finito di girare un altro film italiano che è il seguito di "Quando le donne avevano la coda”.
S’è detto che è una donna programmata e programmatica. Ha infatti deciso che non appena gli impegni di lavoro glielo consentiranno vuole avere due figli, anche uno dietro l’altro. Il marito è d’accordo.
Questa sua decisione consente di dire due parole sul molto che è stato già scritto a proposito della partecipazione di Senta Berger a un manifesto in favore dell’aborto, pubblicato da un importante settimanale tedesco. Praticamente alcune donne tedesche, donne importanti da far notizia, hanno dichiarato di aver abortito, quindi di essere andate contro la legge e hanno richiesto una sollecita approvazione di una legge per legalizzare l’aborto. Senta non è certo pentita di questa sua decisione, anche se è fruttata a lei e alle altre firmatarie una denuncia e una causa che si discuterà. Lo abbiamo detto all’inizio: crede in certe leggi che dopo secoli migliorino la condizione della donna nei rapporti con l’uomo, con la società e con se stessa.
Sandro Villa, «Tempo», anno XXXIV, n.6, 13 febbraio 1972 - Foto di Angelo Frontoni
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Sandro Villa, «Tempo», anno XXXIV, n.6, 13 febbraio 1972 - Foto di Angelo Frontoni |