Così è finita per Vittorio Gassman la terza storia d'amore

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Nonostante il comprensibile riserbo dei protagonisti, la notizia della rottura sentimentale fra Anna Maria Ferrero e Vittorio Gassman non può più essere messa in dubbio. Ora la Ferrero rimprovera all’attore gli anni spesi per il teatro che le sarebbero invece potuti servire per una più rapida carriera cinematografica

Montecarlo, settembre

«Sarà anche vero, ma io non lo dico!». E’ questo il massimo delle ammissioni che si riesca a strappare a Vittorio Gassman sullo spinoso argomento della sua rottura sentimentale con Anna Maria Ferrero. L'attore questa volta è fermamente deciso a non essere lui, neppure occasionalmente, la fonte dei pettegolezzi e delle indiscrezioni che si sono fatti e che indubbiamente si continueranno a fare sulla conclusione della terza storia d'amore della sua vita.

Che una storia d’amore ci sia stata, lunga, patetica e qualche volta burrascosa, non è certo un fatto che qualcuno, dopo sette anni, possa mettere in dubbio. E la voce di una frattura che ha tutto l’aspetto di essere irrimediabile è accompagnata da tali sintomi, che non basta certo il riserbo in cui Gassman e la Ferrero si sono chiusi a renderla poco attendibile. Si può dire piuttosto che per molti la notizia non è arrivata come una sorpresa. I segni che la buona armonia tra i due attori, proprio adesso che una sentenza definitiva della Sacra Rota sta per ridare a Gassman la sua condizione di celibe sciogliendolo per "provata riserva mentale” dal suo matrimonio con Nora Ricci, fosse quanto meno pericolante, erano nell’aria già da qualche tempo. E mancava solamente il pretesto, o il fatto determinante, capaci di far precipitare gli avvenimenti verso il peggio.

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Nel lungo periodo di allestimento e di messa a punto del teatro-circo, al Parco dei Daini di villa Borghese, i due attori erano sembrati particolarmente uniti. Per quanto nell' "Adelchi” non avesse parte, Annamaria era quasi sempre presente alle prove e accompagnava Gassman nelle ispezioni ai lavori. Sotto: Vittorio Gassman, in questi giorni, alla stazione di Montecarlo.

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Il pretesto è stato di ordine artistico. Su questo non ci sono segreti, al punto che Gassman e la Ferrero, di comune accordo, hanno diramato qualche giorno fa un comunicato alla stampa pienamente esplicito, nel quale si affermava che l'attrice, impegnata a fondo nella sua attività cinematografica, non avrebbe recitato nella Compagnia del Teatro Popolare Italiano, diretto, come si sa, da Vittorio Gassman.

In particolare non avrebbe sostenuto la parte che le era stata assegnata nel "Marziano a Roma” di Ennio Flaiano: lo spettacolo che la Compagnia metterà in scena, debuttando a Milano, dopo l'"Adelchi”. Dal comunicato stampa, che nelle intenzioni di Gassman avrebbe dovuto soddisfare la curiosità del pubblico e dei cronisti e dirottare la corrente delle voci e dei pettegolezzi, sono state tratte viceversa tutte le non difficili illazioni di cui si è parlato in questi giorni. E i due protagonisti della storia, che erano tutti. e due fuori Roma, sono stati immediatamente aggrediti da una pressante richiesta di particolari. Gassman era a Montecarlo, dove sta girando con la regia di Camerini il film ”Crimen” e dove lo abbiamo incontrato mentre era sul punto di rientrare a Roma. La Ferrero era poco lontana: era a Saint Tropez. E anche, lei alla fine della settimana è tornata a casa.

L’attore, che è costituzionalmente un uomo di buone maniere, per un po’ ha risposto a tutte le telefonate ripetendo all’infinito che non aveva nulla da dire. Ma alla fine ha smesso di farsi trovare.

«Da ieri — afferma — non rispondo più al telefono neppure se mi dicono che c’è mia madre».

Oltre al suo naturale riserbo, ciò che trattiene Gassman dall’essere esplicito sulla sua attuale situazione sentimentale è l’amaro ricordo di ciò che gli accadde quando fallì il suo matrimonio con Shelley Winters. Mentre erano alla vigilia del divorzio la Winters venne a Roma, convocò una conferenza stampa e accusò Gassman di tutte le iniquità possibili. Ciò che fece Gassman in quell’occasione può essere detto con una frase del Manzoni: «lo sventurato rispose». Convocò cioè anche lui una conferenza stampa e ribattè punto per punto le accuse della moglie. Dice: «Ostentai allora una freddezza e una calma che ero ben lontano dall’avere. Arrivai infatti a quella conferenza stampa dopo due notti insonni. E dissi cose che non avrei assoluta-mente dovuto dire. Ne conseguì che la stampa assunse verso di me un atteggiamento ostile che mi addolorò profondamente.

Le sue riserve tuttavia hanno avuto per molti il valore di una tacita conferma. L’argomento del quale viceversa Gassman parla volentieri, anche perchè rappresenta in questo momento una seria preoccupazione di ordine professionale, è il problema della sostituzione di Anna Maria Ferrero tra gli interpreti del "Marziano a Roma”, di cui fra pochi giorni si debbono cominciare le prove.

1960 10 08 Tempo Gassman Ferrero f3Una delle più coraggiose interpretazioni teatrali di Annamaria Ferrero fu la parte di Desdemona nell’"Otello’'. Molti erano scettici sulle possibilità che la piccola attrice aveva di sostenere il personaggio shakespeariano, ma la Ferrero, sotto la guida di Gassman si disimpegno molto bene e la critica fu quasi unanime nel giudicare favorevolmente l’interpretazione della Ferrero. La regia della tragedia era dello stesso Gassman, che si alternava con Salvo Randone nella parte di Otello e in quella di Jago. A destra: Gassman e la Ferrero nella casa dell’attore a Roma. Prima che nell’ "Otello” avevano recitato insieme nel "Kean".

Che la parte riserbata alla Ferrero nel lavoro di Flaiano fosse piuttosto breve è un fatto. Non è però del tutto verosimile che il risentimento dell’attrice, e il suo conseguente rifiuto a interpretarla, sia da attribuirsi a questo. Si tratta infatti di un personaggio chiave, il cui ruolo poteva essere affidato soltanto a un’attrice provvista di determinati requisiti e di sicura resa. Non facile da rimpiazzare.

«Le qualità di Anna Maria come attrice di cinema sono innegabili — dice Gassman. — E le offerte di lavoro che ha in questo momento sono senza dubbio molto allettanti. Se preferisce il cinema al teatro io non so darle torto. Ma la sua parte nel "Marziano a Roma” non era certo una parte secondaria, anche se durava soltanto mezz’ora. E io avevo scelto lei perchè mi sembrava la più adatta a interpretarla».

La vicenda che il Teatro Popolare Italiano si appresta a mettere in scena è piuttosto bizzarra. Il "marziano” non è propriamente un essere caduto sulla terra da Marte. E’ piuttosto un singolare personaggio umano, una specie di moderno e candido profeta che vuol condurre gli uomini alla redenzione. Soltanto che gli capita di iniziare la sua predicazione, il suo moto verso la palingenesi, da Roma. Una Roma che è qualche cosa come una Babilonia dei nostri tempi. Ma Roma è più forte di lui. Come tutte le novità e le cose singolari che approdano sulle rive del Tevere, la città accoglie il "marziano” con una iniziale esplosione di entusiasmo, lo segue per un poco con accesa curiosità, ma lentamente gli oppone la sua antica inerzia, lo frena con la sua scanzonata saggezza, lo imbriglia con le sue inattaccabili fatuità, fino a che lo spinge un poco per volta sui margini e alla fine lo dimentica o almeno ne fa uno dei tanti "forestieri" d’aspetto e di abitudini stravaganti che nessuno più guarda.

«Potremmo dire — conclude Gassman — che è il rovescio della "Dolce vita”».

E’ infatti un tentativo di interpretazione della Roma moderna (e compariranno sulla scena in non ermetiche caricature tutti i personaggi più in vista della capitale) e di un aspetto almeno dei tempi moderni, con una problematica di grana più sottile. Si racconta d’altronde che Flaiano, abituale sceneggiatore di Fellini, non lo abbia seguito totalmente durante la preparazione della "Dolce vita”.

Ora, quale era, in questa vicenda, la parte di Anna Maria Ferrero? Quella dell’ultima e della definitiva corruttrice. Una piccolissima Maddalena, di cui però il falso messia si innamora e con la quale si perde, ingannato inizialmente da un fanciullesco candore.

«Avevo bisogno di un’attrice che accomunasse a un fisico pienamente maturo un volto di bambina — dice Gassman. — Ecco perchè avevo scelto Anna Maria».

Anche sui nomi delle possibili sostitute della Ferrero lo attore non ha difficoltà a pronunziarsi. La prima a cui ha pensato, appena la decisione della Ferrero è apparsa irrevocabile, è stata Ilaria Occhini. Con un telegramma Gassman ha pregato la Occhini di raggiungerlo a Montecarlo, da dove non si poteva muovere, per discutere con lui l’eventualità di assumersi la parte rimasta vacante. Ilaria Occhini ha preso l’aereo, è arrivata a Montecarlo e si è fermata un giorno. Ma le trattative non sono andate a buon fine. All’attrice fiorentina non è sembrato che la parte fosse adatta al suo temperamento. Ha avuto qualche incertezza, ma ha finito per rifiutare. Per quanto l’idea di recitare con Gassman la allettasse molto.

Nel rifiuto di Ilaria Occhini i pettegoli tuttavia hanno voluto vedere qualche cosa di non interamente determinato da ragioni artistiche. C'è, dicono, un’antica e segreta simpatia della Occhini per Vittorio Gassman. Una simpatia che, nelle intenzioni dell’attrice, è destinata a rimanere tale: a non scivolare, in altre parole, in qualche cosa di più impegnativo dal punto di vista sentimentale. Può darsi che la idea di lavorare per un’intera stagione con un Gassman "rimasto solo” le facesse un po’ di paura.

Le altre due attrici alle quali Gassman ha pensato sono Georgia Moli ed Elsa Martinelli. Quando ci siamo incontrati non le aveva però ancora interpellate. Sia l’una che l’altra rispondono ad ogni modo al tipo fìsico che l’attore ritiene indispensabile per la parte.

Diffìcilmente Georgia Moli potrà accettare l’offerta di Gassman, anche se la parte sarà di suo gradimento. La Moli infatti ha un impegno cinematografico per il quale dovrebbe cominciare a girare ai primi di ottobre a Roma un film ih cui ha un ruolo drammatico al quale tiene moltissimo. Bisognerebbe che il film fosse pronto prima che comincino le recite del "Marziano”, ma la cosa è molto improbabile. Rimane perciò la Martinelli, che in questo momento pare disponibile o, in caso contrario, qualche attrice esordiente. Gassman si sente di "metterla a punto” anche in un tempo relativamente breve.

La scelta comunque non può tardare, perchè la Compagnia a Roma ha già cominciato le prove e il debutto è previsto a Milano per la metà di novembre. L’ "Adelchi” andrà in scena a metà ottobre e a Milano in piazza Vetra sono già arrivati i carrozzoni e si stanno montando i primi tubolari del colossale tendone.

1960 10 08 Tempo Gassman Ferrero f4Annamaria Ferrero cominciò giovanissima la sua carriera cinematografica nel film ”Il cielo è rosso" di Claudio Gora tratto dal romanzo di Giuseppe Berto: aveva poco più di 14 anni. A 17 anni fu una delle interpreti femminili del "Cristo proibito" di Curzio Malaparte. La sua amicizia e la sua intensa collaborazione con Vittorio Gassman risalgono al ’54: lavoravano nella stessa Compagnia. Nelle nostre foto tre immagini della Ferrero, a sedici, diciassette e diciotto anni.

Dal pubblico di Milano, che rappresenterà un po’ la prova del fuoco per la coraggiosa iniziativa di Gassman, l’attore si attende molto.

«Contrariamente ai parere di molti e alle cattiverie di qualcuno — afferma — il Teatro-Circo è stato un successo. Milano, che ha un proletariato sensibilmente diverso non solo da quello di Roma ma anche da quello di tutte le altre piazze sulle quali abbiamo recitato, mi dirà la parola definitiva. Mi dirà cioè se il teatro popolare come lo intendo io e come l’ho realizzato è effettivamente capace di imporsi a un pubblico veramente popolare. Non occorre dire che io ne sono profondamente convinto».

Il "Marziano a Roma” però non verrà recitato sotto la tenda. Per il lavoro di Flaiano il complesso si trasferirà sul palcoscenico del Lirico.

Fuori da quelle che sono le sue preoccupazioni di lavoro e fuori dall’urgenza di cui si diceva di risolvere nel migliore dei modi il problema della protagonista femminile del "Marziano”, Gassman ci è apparso comunque piuttosto sereno. La sua abituale cortesia non sembrava forzata. E se vi era, nel discorso che inevitabilmente tornava sul "caso del giorno”, qualche ombra di malinconia, non si potrebbe dire che fosse qualche cosa di più di quel tanto di indispensabile tristezza che il risolversi di una lunga relazione sentimentale porta inevitabilmente con sè.

Di tutt’altro umore pare viceversa che sia Anna Maria Ferrero. Chi l’ha avvicinata in questi giorni a Roma, dove è appena tornata e dove abita nella casa del padre, dice che Anna Maria è terribilmente nervosa e che non si preoccupa di nasconderlo. L’attrice nega tuttavia recisamente che nei suoi cattivi umori c’entri minimamente Vittorio Gassman. Li attribuisce alla gran massa di lavoro che l’attende e alla incertezza, ora che ha finito di girare ”11 gobbo del Quarticciolo”, in cui la mettono le numerose e diversissime offerte che le sono state fatte.

Ad ogni modo, chi dice che le divergenze tra la Ferrero e Gassman sono state soprattutto di ordine artistico non è molto lontano dal vero. Soltanto che si tratta di qualche cosa di più serio e profondo che il problema della parte nel "Marziano". Anna Maria Ferrero, in altre parole, rimprovera a Gassman di averla distratta dalla sua carriera cinematografica per portarla sempre più verso il palcoscenico. Di aver voluto fare di lei una Duse, negli anni preziosi in cui avrebbe potuto diventare una Lollobrigida.

Franco Vegliani, «Tempo», anno XXII, n.41, 8 ottobre 1960


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Franco Vegliani, «Tempo», anno XXII, n.41, 8 ottobre 1960