13 domande indiscrete a Totò

c13 domande indiscrete a Totò

 

So che dietro le quinte i compagni di lavoro di Totò lo chiamano « Principe ». Ci tiene molto a questo titolo nobiliare?

(MIRANDA PAOLETTTI, MAGENTA, MILANO)

Secondo me, è un diritto o un dovere portare il titolo di «Principe» quando costituisce un patrimonio di famiglia e appartiene alla storia.


Quando la smetterà Totò di fare film cosi cretini e inutili (per il pubblico) mentre potrebbe fare di più e meglio?

(FAUSTO PLACCOVIO, EDITORE E LIBRAIO, PALERMO)

Io sono soltanto un interprete dei film, dato e non concesso che tutte le pellicole in cui appaio siano «inutili e cretine». Comunque, ritengo che i più qualificati a rispondere alla sua domanda siano i produttori dei film.


Totò preferisce lavorare sul palcoscenico o davanti alla macchina da presa? Vorrei sapere in quale dei due ruoli egli si sente maggiormente se stesso.

(ANTONIETTA NERO, VIA TORINO 26, IVREA)

Preferisco lavorare sul palcoscenico.


Perché un comico come lei, migliore di Red Skelton, Gianni e Pinotto, Bob Hope, non è ancora riuscito a fare un vero film di fama internazionale?

(MARIO BICCHIERAI, VIA DEL MARE, LAVAGNA)

Non mi pare. Molti miei film vengono proiettati nell’America del Sud, in Portogallo, in Egitto, in Svizzera e ora anche in Francia. L'America del Nord, purtroppo, costituisce un circuito chiuso. Un po' di pazienza: chi va piano, va sano e va lontano.


Vado sempre a vedere Totò nei suoi spettacoli di rivista e ci rido; vado a vederlo nei film e non mi riesce di ridere mai. Eppure sarebbe un magnifico comico del cinematografo. Perché non si rifiuta di girare film che a lungo andare finiranno per nuocere alla sua popolarità, e non cerca di lavorare oon registi e oon soggettisti migliori? Sono stata contenta di averlo visto in « Napoli milionaria » : ha intenzione, come spero, di proseguire su quella strada?

(LUISA VANNI, VIA 8. REPARATA 32, FIRENZE)

Non mi sembra che tutti gli spettatori rimangano impassibili quando si proiettano film nei quali appaio. Mi si rimprovera di aver preso parte a film «che a lungo andare finiranno per nuocere alla mia popolarità». Anche dei grandi comici come Charlot 'iniziarono e si affermarono con film di modesta levatura. Poi hanno interpretato dei grandi film : ed è naturale che questa sia anche la mia aspirazione.


Vorrei che Totò, il miglior comico italiano, desse un giudizio sui più noti comici del cinema americano: Red Skelton, Bop Hope e Danny Kaye.

(ALFREDO GRASSI, VIA CAVOUR, FIRENZE)

Un comico, di regola, non giudica mai i suoi colleghi, almeno in pubblico... Amico Grassi, siamo uomini o caporali ?...


Vorrei chiedere a Totò - per limitarmi alle sue ben note interpretazioni cinematografiche - perché in certi film, quando sia guidato da un abile regista (es. : «Napoli Milionaria») recita in maniera convincente dal punto di vista artistico mentre cosi non avviene in tanti altri film dove magari è protagonista e dove egli chiede, esagerando, di prodigarsi al punto di superare se stesso, e nei quali, pur avendo sempre innegabili doti di mimo, persuade assai meno dal punto di vista artistico. Mi risponderà?

(ALBERTO FABBRI, VIA ORTI 4, BOLOGNA)

Come sempre.


Vorrei che Totò raccontasse ai lettori di EPOCA la barzelletta che più l’ha fatto ridere.

(RAFFAELE COLETTI, FIRENZE)

Per essere precisi due sono le barzellette che mi hanno fatto ridere di più finora: il progetto di legge per l'abolizione dei titoli cavallereschi e quello che ha detto l’on. Scal-aro a proposito del prendisole della signora Toussaint.


Antonio De Curtis Nobilta CC


Qual è il significato vero (originario) della famosa frase: « Siamo uomini o caporali? ».

(BERSAGLIERE ADRIANO MAZZETTI, 3° C.A.R., BRESCIA)

Caro bersagliere Mazzetti, il vero significato della frase lo leggerà nel volume che sto scrivendo e che s’intitola appunto «Siamo uomini o caporali» ; e lei, da buon bersagliere, mi darà ragione.


Perché Totò persiste nell'interpretare film di carattere commerciale, a getto continuo, i quali in definitiva non piacciono al pubblico che li accetta soltanto, mentre invece si limita assai nelle interpretazioni dirette in spettacoli di prosa o di rivista dove rivela qualità più sicure di artista comico?

(GIUSEPPE TINTI, VIA MONTEBELLO 9, BOLOGNA)

A questa domanda potrei dare tante risposte. La prego di leggere quanto ho risposto a Luisa Vanni e a Elia Santoro.


Tutte le situazioni più terribili sono salvate da Totò con una battuta: non potrebbe ora salvare quella altrettanto tragica della squadra del Genoa e del suo presidente Poggi?

(MINO GUALCO, VIA FINOCCHIARO APRILE, GENOVA)

Se il presidente Poggi mi vuole come centro attacco della sua squadra, potrei anche risolvere la situazione del Genoa. Ma, a prescindere, ho i piedi dolci...


Totò! Tieni sempre li stessi piedi ma Clea, Clea Fiamma, la bellissima, addò l’hai marinata? E la «carioca», la «carioca» di chillo tempo addò sta?

(GIOVANNI E CARLO, PARRUCCHIERI NAPOLETANI A CHIAVAR!)

Pensate alla salute e alla Corea.


I produttori stanno confezionando in serie, uno dopo l’altro, film di Totò. Questa produzione non andrà ad annullare il buon ricordo che tutti hanno del nostro comico, che ai fini della valutazione storica costituirà senza dubbio una figura di primo piano? Ma a questo passo fino a dove si arriverà, fino a che punto servirà a Totò?

(ELIA SANTORO, VIA XI FEBBRAIO 25, CREMONA)

Non tutte le ciambelle riescono col buco. A mio giudizio, però, «San Giovanni Decollato», «Yvonne la Nuit», «Napoli milionaria», «Totò cerca casa», «Totò Sceicco» e «47 morto che parla» possono considerarsi dei buoni film.

Totò, «Epoca», anno I, n.12, 30 dicembre 1950


Epoca
Totò, «Epoca», anno I, n.12, 30 dicembre 1950