Una ragazza è la nuova pretendente del trono di Bisanzio

Totò e la nobiltà – logo sezione articoli d’epoca


Nell’estate del 1952 l’Italia riscopriva il fascino della nobiltà bizantina attraverso una curiosa vicenda: una giovane romana, Maria Teresa Ily Dites Lule Argondizza Tocci, si autoproclamò pretendente al trono di Bisanzio, sfidando simbolicamente Totò e il principe Lavarello. Le cronache raccontarono un mondo sospeso tra genealogie imperiali, titoli nobiliari contesi e dispute araldiche che intrecciavano satira, costume e curiosità mondana. In questa rassegna stampa 1952 emerge una pagina inedita della storia di Totò e la nobiltà, dove l’ironia del principe della risata si confronta con la serietà delle discendenze bizantine e con un’Italia che amava ancora sognare antichi troni e stemmi.


Rassegna stampa da varie testate - Periodo agosto-settembre 1952


Rivale di Totò e del principe Lavarello

Una ragazza chiede il trono di Bisanzio

Nella vicenda del trono di Bisanzio, che ha oggi due pretendenti, il Principe Antonio de Curtis, meglio conosciuto con il nome d'arte di Totò, e il principe Lavarello, riconosciuto unanimamente come l’arbiter elegantiarum della nobiltà romana, si è ora inserita una gentile fanciulla bruna, che dichiara di essere erede allo stesso trono: Maria Teresa Ily Dites Lule Argondizza Tocci figlia di un noto professore di lettere che abita in una casa della vecchia Roma a pochi passi dai Fori Imperiali.

Il nome della terza pretendente significa letteralmente «Stella mattutina» (Ily Dites) e «Fiore» (Lule); si presenta come una attraente fanciulla di circa vent'anni. Il professore Argondizza è anche un'autorità in fatto di spiritismo e scienze occulte.

La ragazza afferma di essere una discendente diretta di Sofia, sposa a Ivan III il Grande, fondatore della potenza russa e costruttore del Cremlino; sua figlia sposò don Leonardo III Tocco, di cui sopravvive il ramo cadetto, e fuggita dall'Epiro al tempo dell'invasione turca, si rifugiò in Albania. Di qui, nel 1780, i Tocci di San Cosmo Albanese riconosciuti principi del sangue, si rifugiarono in Italia; da loro discende in linea femminile - così almeno afferma - la bella pretendente al trono di Bisanzio.

Ma all'anagrafe italiana la bella fanciulla risulta molto più semplicemente col nome di Lune Argondizza.

«La Stampa», 22 agosto 1952


«La Stampa», 22 agosto 1952

Per il trono di Bisanzio - Contro Totò Stella Mattutina

ROMA, 21. — Una terza pretendente al trono (da secoli scomparso) di Bisanzio è sorta a Roma. E'una fanciulla bruna, di nome Maria Teresa Ily Dites Lule Argondizza Tocci, figlia di un noto professore di lettere che abita in una casa della vecchia Roma a pochi passi dai Fori Imperiali.

Essa viene quindi a porsi in contrapposizione con il principe Antonio De Curtis, meglio conosciuto al pubblico come il comico «Totò» e con il suo rivale principe Lavarello.

La nuova pretendente abita in una casa della vecchia Roma; e il suo nome significa letteralmente «Stella mattutina» (Ily Dites) e «Fiore» (Lule). Il padre è un'autorità in fatto di spiritismo e scienze occulte.

«L'Avanti», 22 agosto 1952


«L'Avanti», 22 agosto 1952

Una giovane donna diciannovenne, la studentessa universitaria Maria Teresa Ily Dites Lule Argondizza Tocci, afferma che, secondo una pergamena del 1730, la sua famiglia detiene il «privilegio perpetuo» della ereditarietà della corona bizantina. E' dunque una rivale di Totò, il popolare comico Italiano. Totò, comunque ha dichiarato che in caso di restaurazione del trono di Bisanzio, egli rinuncerebbe al titolo di imperatore per continuare a dedicarsi all'arte... Sempre cavalleresco, il nostro Totò, tanto più che di restaurazione non c’è neppure da parlarne.

«L'Unità», 18 settembre 1952


«L'Unità», 18 settembre 1952

Sintesi delle notizie estrapolate dagli archivi storici dei seguenti quotidiani e periodici:

  • La Stampa
  • La Nuova Stampa
  • Stampa Sera
  • Nuova Stampa Sera
  • l'Unità
  • Avanti!

👑 Conclusioni

Nell'agosto 1952 la signorina Lule Argondizza è divenuta improvvisamente un personaggio molto importante per il popolare comico Totò. Il padre di Lule, prof. Argondizza, infatti, studiando tra vecchi libri e documenti, è riuscito a collegare l’albero genealogico della corona di Bisanzio con la figlia; quindi, come Totò afferma di essere discendente in linea retta maschile da Costantino XII, imperatore di Bisanzio, Lule afferma di discendere dallo stesso Costantino in linea femminile. Il comico ha dichiarato che non gli importa se altri vantano una discendenza da Costantino purché non siano messi in dubbio i suoi titoli; solo in questo caso s'arrabbia.

La vicenda della pretendente al trono di Bisanzio del segna una pagina singolare nella storia della nobiltà di Totò e della stampa italiana del dopoguerra. In un'epoca in cui le genealogie bizantine e i titoli nobiliari contesi incuriosivano lettori e araldisti, l’eco delle cronache di La Stampa, Avanti! e L’Unità trasformò la disputa fra Totò, Marziano di Lavarello e Maria Teresa Ily Dites Lule Argondizza Tocci in una “guerra fredda di Bisanzio”. Tra atti giudiziari, processi araldici e discendenze imperiali immaginate, l’Italia di quegli anni oscillava tra serietà storica e ironia teatrale, mentre Totò, fedele al suo titolo e al suo humor, incarnava con garbo e intelligenza il paradosso di un principe moderno alle prese con i fantasmi dell’impero d’Oriente.

Questo episodio, oggi recuperato nella rassegna stampa 1952, offre un raro sguardo sul legame fra cinema, teatro e nobiltà nel costume italiano: un intreccio di documenti storici, cronaca mondana e memoria araldica che continua ad affascinare studiosi, collezionisti e appassionati della figura di Antonio de Curtis.