Franca Marzi: «quel giorno Totò mi fece la dichiarazione d'amore»

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Franca Marzi rivela: Totò mi amava

«Un uomo squisito, pieno di umanità: un vero signore». Cosi Franca Marzi ricorda Totò. L'attrice, felicemente sposata con l'ex pugile Franco Festucci, compare stasera in «Totò le Mokò» sul secondo canale televisivo. E’ questo uno dei ventidue film interpretati accanto al comico napoletano. Tra i molti ricordi della sua carriera, uno e particolarmente curioso e patetico. Un giorno Toto le dichiarò di essersi innamorato di lei. «Ebbi un momento di smarrimento» racconta la Marzi, «e Totò capi subito il mio imbarazzo. Del resto Totò era, nella vita privata, un uomo brillante e, perché no?, affascinante».


Un patetico ricordo di Franca Marzi

Quel giorno Totò mi fece la dichiarazione d'amore

Stasera rivediamo in Tv «Totò le Moko», uno dei ventidue film girati accanto al «principe comico» dall'attrice (che oggi lavora a Milano nel magazzino di vini del marito Franco Festucci)

Totò ci riporta in casa stasera la bellezza clamorosa, ammaliatrice, di Franca Marzi, una «fatona degli anni Cinquanta. La rivedremo nel film «Totò le Mokò», in onda sul secondo canale; l’ho rivista ieri, di persona, tra botti e fiaschi di «Frascati » nel magazzino di cui è titolare suo marito, l'ex pugile Franco Festucci. La sua bellezza è ancora clamorosa, lo sguardo è ammaliatore, il fisico da maggiorata reclamerebbe gli stessi aggettivi e, pardon, gli stessi fischi d’ammirazione che si sprecavano negli anni in cui l’abbondanza delle curve era l’equivalente d’un benessere appena conquistato. Gli anni del «boom » e anche prima, un po’ prima.

Altra impressione, a caldo, Franca Marzi, cioè la signora Festucci, non presenta quelle tracce di malinconia che sono tipiche delle «dive» a riposo. Anche perché di riposi non se ne concede. Tutti i giorni lavora in ditta, alle dipendenze del marito. E deve curarsi d’una figlia sedicenne, una bionda liceale dagli occhi scuri che minacciano di diventare ammaliatoli, o forse già lo sono con una madre così. Presto si occuperà anche di un centro sportivo in viale Tunisia dove si faranno le ossa le giovani leve del pugilato, sotto la guida di suo marito.

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Cinecittà è lontana, dimenticata dunque? Non è vero, i film di Totò alla televisione hanno dato la stura ai ricordi riavvicinandola a quel passato da cui si era separata con fatica. Bisogna capirla. Con Totò ha girato ventidue film, mica uno scherzo. E poi c’è un particolare che riaffiora struggente quando le tornano in mente quegli occhi buoni di Totò che si spegnevano negli ultimi anni di vita. Anche lei ha rischiato di perdere la vista. Per due anni, prima di ammaliare le platee, i suoi occhi sono rimasti spenti. Uno scherzo dell’età dello sviluppo? Certo, un orrendo scherzo, un incubo che non si dimentica.

Riaffiora anche un particolare galante. Le pare di rivedersi quella sera, le luci del «set » già spente e Totò che le si avvicina con l’aria del charmeur e le fa una dichiarazione in piena regola. Una dichiarazione d’amore alla quale la Franca risponde con un «mi spiace » e tutto finisce lì. Ma con quale tatto, con quanta finezza il «principe» riusciva, nei ricordi della Marzi, a superare questi momenti d’imbarazzo: e come sapeva essere brillante, perfino affascinante a dispetto di un fisico che affascinante non era, anzi.

Fu lui a dirle, quando sbocciò l’idillio con il bel pugile, che era troppo giovane per sposarsi, che il matrimonio richiede sacrifici, che la sua carriera sarebbe risultata compromessa. Temeva, certo, di perdere una «spalla » preziosa, l’attriciona avvenente ma di spirito, alla quale rivolgere battute galanti. «Volgari mai », sottolinea la signora.

Certo, non era facile trovare delle partners capaci di stare al passo con le improvvisazioni di Totò. «Recitava a soggetto — ricorda la Marzi — e quando arrivava sul set, sì e no che avesse dato una occhiata al copione. Questo creava per gli attori che gli facevano contorno non poche difficoltà. Ma erano difficoltà che io superavo agevolmente perché eravamo perfettamente affiatati; lui diceva la sua battuta e io trovavo la risposta. Totò mi sceglieva anche per questo, nei suoi film: perché riuscivo a dare un seguito alle sue improvvisazioni ».

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L’ultimo incontro in Francia, a Cap d’Antibes. Totò è dall'altro lato della strada, ormai semicieco, sente solo la voce della Franca che lo chiama; la intravvede appena, le parla dei suoi acciacchi e assieme piangono. Una cosa molto triste. Qui ci vuole un calice di moscato per scacciare la malinconia e voilà, si finisce per parlare dell'«Ultimo tango»; un ottimo film, dice la signora Franca, le ha dato fastidio soltanto Marion Brando quando si cala i pantaloni. Ai suoi tempi non s’usava.

Roberto Serafin, «Corriere d'Informazione», 4 aprile 1973


Corriere dell Informazione
Roberto Serafin, «Corriere d'Informazione», 4 aprile 1973