Diana de Curtis: ho nel sangue la comicità del nonno
La nipote del grande Totò, apparsa recentemente in TV nella trasmissione di Gianni Boncompagni, parla del principe della risata con affetto appassionato.
A prima vista sembra proprio lui... la stessa mimica facciale, la stessa capacità di muovere le orecchie e di poter, muovendo la fronte, spostare il cappello. Ad osservarla meglio le somiglia anche un po’: è Diana Buffardi, nipote del grandissimo Antonio De Curtis in arte Totò.
— Con mio nonno — dice Diana — non ho mai avuto il privilegio di lavorare, anche se con mio padre sul set ci sono stata parecchie volte, ma nel sangue credo proprio di avere la comicità del nonno...
— Diana, che rapporto cera dunque tra te e tuo nonno?
— Un rapporto bellissimo, per lui io ero la nipotina da coccolare, da portare a passeggio e da mostrare con orgoglio a chiunque. Quando non aveva impegni di lavoro veniva a trovarmi e mi portava montagne di regali. Per la strada, quando la gente lo riconosceva diceva che io ero la sua nipotina, insomma era lui ad essere orgoglioso di me, e a mostrarmi con orgoglio, non il contrario.
— Che cosa ha significato per te Totò?
— Moltissimo, se dovessi innamorarmi di un uomo, e se fosse possibile, lo sceglierei con i suoi requisiti. Oltre che essere spassosissimo era anche dotato di una fortissima carica di umanità, per me conoscerlo è stata un’esperienza dolcissima. Totò attore invece l’ho apprezzato solo dopo, come del resto abbiamo fatto tutti. I suoi film da piccola mi annoiavano perché capivo che l’uomo che conoscevo era del tutto diverso da quello che vedevo proiettato in uno schermo al cinema o in TV. Ora rinuncio a qualsiasi impegno pur di non perdere un suo film. E’ stato un grandissimo attore; come lui non ci sarà più nessuno.
— E Charlie Chaplin e Buster Keaton?
— Li ammiro molto, ma Totò è stato il più grande!
— Qual'è, secondo te, la particolarità più emergente in Totò?
— Quella che lo ha fatto diventare famoso, peccato che non ha avuto la soddisfazione di sentire quello che solo oggi si dice di lui. Comunque la sua particolarità era quella di saper trasformare tutte le situazioni anche tristi in allegria. Forse giudico quest'uomo così perché sono anch'io napoletana. Parlo bene diverse lingue, ma quando sono arrabbiata con qualcuno, istintivamente comincio a parlare napoletano.
— Quando vedi i suoi films, non rivedi in po' tuo nonno?
— No, l'ho già detto, in casa era diverso. Ritorno indietro col tempo quando ascolto la sua voce incisa su una bobina. Era una sua mania, mia madre infatti conserva nastri incisi da lui in situazioni «casalinghe». Forse, nel descriverlo, dato che per lui provo un sentimento bellissimo e dolcissimo, ho un tantino esaltato il suo personaggio, ma credetemi era un uomo veramente in gamba.
Daniela Di Germanio, «Albo Blitz», n.41, 14 ottobre 1981
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Daniela Di Germanio, «Albo Blitz», n.41, 14 ottobre 1981 |