Totò e Macario, guerra per una piazza a Cuneo
Una piazza per Totò. Il figlio di Macario s'indigna con Cuneo
LO SFOGO DI UN FIGLIO E LA TRADIZIONE MIILITARE
«UNA SCELTA ASSURDA E PROVOCATORIA»
Ecco uno stralcio della lettera Inviata a «La Stampa» da Mauro Macario, figlio di Erminio. «Con tutto il rispetto per Totò, grande amico di mio padre, trovo assurdo e provocatorio che il Piemonte, invece di onorare un artista come Macario, amato e rimpianto da tutti e che alla sua terra e alla sua cultura ha dato tanto, sia pronto, a farlo per un attore che seppure straordinario non risiede nelle nostre radici e non le rappresenta»
FINO AGLI ANNI SESSANTA CITTA' DI CASERME
Città di caserme fino agli Anni Sessanta ospitava 3 mila militari. Oggi è operativa solo la «Ignazio Vian»: già sede del battaglione addestramento reclute ora ospita il II reggimento alpini con 600 uomini, tutti «professionisti». Negli Anni Sessanta le caserme erano tutte impiegate dagli alpini: la «Gonzaga» (oggi sede del comando dei carabinieri), la «Battisti» e la «Vian». La «Battisti» fu trasformata in scuola allievi della Finanza. Da qualche settimana, dopò là fine dèi 12° corso Apollo per allievi ausiliari, è stata definitivamente chiusa.
«Provocatorio che il Piemonte si dimentichi di un suo grande artista». Bassolino si dichiara entusiasta e la Lega insorge contro il comune.
Siamo tutti uomini di mondo. Anche Macario, che a Cuneo ha fatto il sacrestano. Però, nessuno gli ha dato una piazza. L'hanno data a Totò, che nei suoi film citava Cuneo appena poteva, persino per decidere i destini del mondo: «Scusate. Attendo ordini da Cuneo». A noi ci scappa da ridere. Mauro Macario, il figlio di Erminio, invece, si arrabbia: «Estemo tutta la mia indignazione e lo sconcerto per quanto sta per essere varato dalla giunta di Cuneo». Cioè, la piazza intitolata a Totò. «Ritengo che questo fatto sia ancora più offensivo, visto l'approssimarsi del centenario della nascita di Macario, che cade nel 2002». Macario è piemontese, Totò no. Città divisa.
La Lega insorge, e il Consiglio dedicato alla guerra finisce per discutere solo della piazza. Anche in questo, Cuneo è originale. Però, non è sola. Antonio Bassolino, ex sindaco di Napoli, fa il tifo; «Sono contento che in tempi in cui alcuni pensano e propongono divisioni dell'Italia sia proprio a Cuneo che venga ricordato e celebrato Totò». Il presentatore Michele Mirabella chiede a Napoli di intitolare «come risposta una piazza agli uomini di mondo che hanno fatto il militare a Cuneo». Eva Alessandra, 16 anni, da Novara, scrive: «Ho collezionato 75 film di Totò. Lo adoro. Posso far parte del vostro club anche se non ho fatto il militare a Cuneo?» Le cercheranno un fidanzato con la divisa. Più o meno, siamo tutti uomini di mondo, no?
Totò, a differenza di Macario, ha fatto il militare a Cuneo. Scena del vagone letto, l'onorevole Trombetta che vorrebbe andare a dormire, e lui che spiega: «L'ho fatto tre anni. Oh, quanti militari nudi ho visto a Cuneo...». Noi credevamo lo dicesse per scherzo. Sua figlia, Liliana De Curtis, ha spiegato a un giornalista di Cuneo: «Se disse che fu davvero a Cuneo mi sento dì credergli, perché lui era uomo di parola». Eravamo sicuri che anche questa fosse una battuta. Il giornalista di Cuneo ha chiarito: «Che Totò abbia fatto davvero il militare a Cuneo lo garantisce la figlia». Sempre per la serie siamo uomini di mondo, Totò si fece pure «tre anni dì seminario a Cuneo». La figlia questa volta non ha confermato a nessun giornalista. Invece, nel film «Il monaco di Monza», Macario disse: «Lui ha fatto il prete. Io ho fatto il sacrestano a Cuneo». Per la piazza, non basta. Anche se il vìcesindaco Alberto Valmaggia quasi ne prenota una: «Mai come in questo periodo è necessario evitare contrapposizioni culturali. Sia ben chiaro che il Comune non è contrario a intitolare una piazza a Macario. Chi lo vuole, inoltri la richiesta alla Commissione Toponomastica».
Per ora gli intitolano una rassegna dì teatro piemontese. Ci vorrà un po'di tempo, poi i due attori torneranno insieme. In fondo, erano uomini di mondo, avevano lavorato in 5 film assieme, andavano d'amore e d'accordo. Vuoi che non trovino un posto per Macario? La piazza della lite è appena uno slargo, vicino al teatro. li in mezzo al giardino c'è un busto intitolato «all'illustre artista cuneese» Giovanni Toselli. Da domenica 7 ottobre, giorno dell'inaugurazione, attaccheranno la taiga alla parete del Teatro Toselli: «Piazzetta Principe Antonio De Curtis Totò». Grande mangiata, proiezione di film, discorsi e applausi. E pensare ch'era nato tutto per scherzo. Quattro anni fa, un gruppo d'amici fondò l'Associazione Uomini di mondo per chi ha fatto il militare a Cuneo. Proposero al Comune di istituirla. I sindaci, prima Elvio Viano e poi Giuseppe Menardi, scoppiarono a ridere: «Bella idea...». Pacche sulle spalle, andiamo a bere un bicchiere. Ma non fecero niente. Allora, l'Associazione nacque da sola: in un ristorante, (of course). Osteria della Chiocciola. In poco tempo, ha radunato cinquemila iscritti, da un bel po' di generali con la greca a Mike Bongiomo, Enrico Mentana, Mago Zurli, Jovanotti. Siamo tutti uomini dì mondo. L'Associazione chiese a Cuneo di intitolare una piazza all'attore che aveva reso famoso nel mondo il nome della città. Questa volta, il sindaco Elio Rostagno rispose entusiasta. Proposta accettata. L'altra sera l'hanno discussa in consiglio comunale. Cinque minuti per votare l'ordine del giorno sulla guerra. Il resto della seduta per discutere sulla piazza, in lite per Macario e Totò, mentre il mondo si divide fra islamici e americani Per ora, ha vinto Totò.
E Macario? Non ha fatto il militare, ma la piazza di Cuneo l'ha citata lui. Voleva fame un aeroporto. In «Totò sexy», i due devono prendere un aereo per andare a Parigi. L'aereo non può fare un viaggio solo, dice Totò: «Bisogna fare uno scalo». Macario: «Cuneo». «Macché Cuneo, non c'è l'aeroporto». «Sì, però c'è una piazza grande». Se a noi scappa da ridere. Mauro Macario, il figlio, insiste: «Con tutto il rispetto per Totò, grande amico di mio padre, trovo assurdo e provocatorio che il Piemonte, invece di onorare un artista come Macario, amato e rimpianto da tutti e che alla sua terra e alla sua cultura ha dato tanto sia pronto a farlo per un attore che, seppure straordinario non risiede nelle nostre radici e non le rappresenta». Risposta del sindaco. Elio Restagno: «Evidentemente, i cuneesi hanno radici più ampie e articolate. Noi riteniamo che un grande comico non rappresenti so o i propri conterranei, ma almeno tutti gli italiani. In fondo, con la nostra autoironia, abbiamo fatto parlare di Cuneo dappertutto». Siamo uomini o caporali? Intanto, adesso facciamo tutti la fila per la tessera, con la figura di Totò 'O pazzariello. Niente militare a Cuneo, ma magari abbiamo avuto solo una fidanzata. Attenzione, battaglione! Siamo uomini dì mondo anche noi.
Pierangelo Sapegno
Per molti italiani alla ricerca di un'identità, è aperto uno spiraglio di luce grazie ad una verità rivelata da un principe e ribadita costantemente alla televisione: io esisto e sono un uomo di mondo perchè ho fatto il militare a Cuneo. Totò pronuncia quella battuta in decine di film ed alcuni anni fa decidemmo di trasformare la battuta in un sillogismo aristotelico: «Se Totò era un uomo di mondo perchè aveva fatto il militare a Cuneo, allora tutti quelli che hanno fatto il militare a Cuneo sono uomini di mondo». Nacque cosà l'Albo d'Onore degli Uomini di Mondo, con tanto di tessera d'appartenenza, cui possono iscriversi tutti coloro che hanno prestato il servizio militare o civile in provincia di Cuneo. Sotto lalto patrocinio di Liliana De Curtis, figlia di Totò, si convocò la prima Adunata Nazionale degli uomini di mondo, naturalmente a Cuneo nel 1998.
E' l'identità più democratica del pianeta: ognuno è uomo o "uoma di mondo" a modo suo («donna di mondo» ci pareva un po' equivoco). Quanti siamo? Potenzialmente milioni, perché Cuneo, città di caserme, ha forgiato intere generazioni di italiani. C'è chi ha frequentato la Sorbona, chi ha studiato dai Gesuiti, chi è stato a West Point, chi va in vacanza alle Bahamas e chi ha fatto il militare a Cuneo. Naturalmente tra uomini di mondo ci si crede sulla parola, ma ciononostante molti ci inviano fotocopie di fogli matricolari e carte bollate dei distretti militari, chiedendoci di rintracciare i commilitoni per delle rimpatriate alla «Carramba che sorpresa». Ci sono anche personaggi famosi come Giugiaro, il Mago Zurlì e Stefania Belmondo. Di altri come Mentana, Banlla, Palmella, Debenedetti e Boniperti abbiamo testimonianze della loro naja in provincia ed aspettiamo che si facciano vivi.
Piero Dadone, Fondatore dell'Associazione «Uomini di mondo»
Uno sulfureo, l'altro candido. Nacque una grande amicizia
Le vie della riconoscenza sono come quelle del Signore: infinite. Dev'essere per riconoscenza che Cuneo ha deciso di dedicare una piazza a Totò. Il «principe della risata» ha fatto per questa città più di qualunque ente di promozione turistica. Gli è bastato poco, una battuta: «Sono un uomo di mondo, ho fatto il militare a Cuneo». E pazienza se l'enormità del concetto (Cuneo=città tentacolare) nascondeva una punta di dileggio. Quella frase pronunciata nello sketch del vagone letto in «Totò a colori», e ripetuta in altri film, è rimbalzata di bocca in bocca, ha traversato gli anni e le regioni, è diventata un pennacchio comico. Cuneo ora ringrazia, forse non immaginando di accendere la suscettibilità di chi custodisce la memoria e la grandezza di un altro comico, per di più piemontese: Macario.
Ed ecco che, loro malgrado, due straordinari protagonisti del teatro e del cinema assumono il ruolo postumo di rivali, mentre, in vita, condivisero amicizia e stima. Il loro incontro avvenne a Milano nel '27, quando lo sconosciuto Totò sostituì Macario nella compagnia di Isa Bluette per la rivista «Madama follia». Non fu una sostituzione semplice. Totò era troppo napoletano per un ruolo e per un pubblico settentrionali. E allora, per uscire da se stesso e da Napoli, fu costretto ad assistere per una settimana alle recite di Macario. Nacque su quelle tavole la loro amicizia. Dopo di che i due si persero di vista e sì ritrovarono negli anni Cinquanta, quando furono chiamati dal cinema. Tra il 1959 e il 1963 Totò a Macario interpretarono insieme sette film; «La cambiale» (1959), «Lo smemorato di Collegno» (1962), «Il giorno più corto» (1962), «Totò dì notte n. 1» (1962), «Totò contro i quattro» (1963), «Il monaco di Monza» (1963) e «Totò sexy» (1963). Le pellicole obbedivano allo schema classico del comico e della sua spalla. Ma chi era il comico? Chi la spalla?
Totò era sulfureo e violento; Macario, candido. Entrambi correvano sul filo della surrealtà, perciò combattevano alla pari, entravano in competizione, lanciavano battute (magari improvvisiate) con cui surriscaldavano le platee. Macario: «Io sono sempre stato il tuo braccio destro». Totò: «Ma va là, lo sanno tutti che io sono sempre stato mancino». Film facili, girati in fretta, confezionati per fare cassetta e senza sottilizzare. Però mostravano due comicità diverse e grandiose, che nascevano dall'avanspettacolo e s'integravano alla perfezione. Quei lavori servirono anche a rinsaldare un'amicizia che nasceva dal rispetto. Raccontò Macario del suo grande antagonista: «L'ho conosciuto quando troppa gente rideva di quelle che in lui sembravano smanie nobiliari, ma per me Totò era un principe nato. Fin dal 1927, quando non guadagnava cifre favolose, era di un'eleganza e di una raffinatezza che mozzavano il fiato. Indossava solo vestiti confezionati da grandi sarti. Il suo linguaggio era misurato, serio, da gran signore che si prestava, per vivere, a recitare una parte nella quale la sua anima non era per niente coinvolta».
Osvaldo Guerrieri
Totò-Macario. La battaglia di Cuneo
Il consigliere leghista obietta: macché Totò, vogliamo Macario che è di queste parti. Sembra uno scherzo e invece è la realtà
Si dispiace anche il figlio di Macario, Mauro: invece di onorare mio padre, ci si muove per un attore che non risiede nelle nostre radici
Domenica una piazza del Nord sarà dedicata all'artista napoletano. La Lega sbraita, la gente ride
Cuneo, città dei due fiumi, dei sette assedi, dei milioni di militari. E città a due piazze. Nel senso che all’intitolazione della piazza ad Antonio de Curtis - Totò (domenica 7 ottobre) la Lega oppone la dedica a Erminio Macario nel segno delle radici. Comiche, ovviamente. Ma andiamo con ordine. Riassunto delle puntate precedenti. Domenica ci sarà la quarta adunata degli Uomini di Mondo, libera associazione che si è costituita per rendere omaggio alla genialità di Totò sottolineata dalla nota affermazione: «Sono un uomo di mondo, ho fatto tre anni di militale a Cuneo! Le basti questo!». L'associazione, fondata nel 1998 in occasione dei cent'anni dalla nascita di Totò (Antonio De Curtis, nato a Napoli il 15 febbraio 1898, sotto il segno dell'Acquario, e morto a Roma il 15 aprile 1967) è cresciuta, ha promosso incontri e riunioni, stampato giornali e curato videoclip ma soprattutto ha chiesto al Comune di Cuneo di intitolare una via. una piazza, oppure un giardino a Totò. Cosi gli Uomini di Mondo, arrivati a cinquemila iscritti, hanno presentato regolari domande, espletato formalità, inoltrato documenti: e il Comune, dopo l'approvazione della commissione toponomastica, ha deliberato l'intitolazione di una piazzetta del centro storico ad Antonio De Curtis - Totò. Una bella piazzetta la cui scelta è profondamente significativa: qui infatti ha sede il teatro civico intitolato all’attore cuneese Giovanni Toselli, interprete di grandi opere popolari ottocentesche come Le miserie d Monsù Travet.
La decisione del Comune ha suscitato grandi applausi, entusiasmi (Michele Mirabella, ad esempio, ha chiesto che il Comune di Napoli replichi con un vicolo dedicato agli «Uomini di Mondo di Cuneo»), approvazioni a livello nazionale. Finché... Finché la Lega Nord di Cuneo non si è accorta che Totò è napoletano.
E allora, a sorpresa, il consigliere comunale Claudio Dutto ha ufficialmente chiesto al sindaco Elio Rostagno di intitolare la piazzetta a Erminio Macario, attore torinese «interprete della cultura piemontese». La giunta ha registrato la richiesta, legittima certamente, ma decisamente fuori luogo perché non può esistere una contrapposizione Totò-Macario se non in una chiave strumentale, ridicola, folle. «Mai come in questo periodo è necessario evitare contrapposizioni culturali - ha detto il vice sindaco, Alberto Valmaggia - Sia ben chiaro che il Comune non è contrario all'intitolazione di una piazza a Macario ma una tale richiesta deve però essere inoltrata all'apposita commissione toponomastica. Finché non ci sarà questa richiesta non possiamo procedere all'assegnazione». In sostanza: se la Lega vuole un'intitolazione pubblica per Erminio Macario proceda secondo i canoni consueti, democraticamente burocratici cosi come hanno fatto nei mesi scorsi gli Uomini di Mondo che si tengono ben lontani dalla insensata polemica.
Nella quale però ci si è tuffato a piedi giunti il figlio di Erminio Macario, Mauro, con una lettera ai giornali nella quale - fra l'altro - ha scritto: «Con tutto il rispetto per Totò, grande amico di mio padre, trovo assurdo e provocatorio che il Piemonte, invece di onorare un artista come Macario, amato e rimpianto da tutti e che alla sua terra e alla sua cultura ha dato tanto, sia pronto a farlo per un attore che seppure straordinario non risiede nelle nostre radici e non le rappresenta». Mah! Un attore dev'essere espressone di radici? E quali radici? E come nella sua chiave comica? Si potrebbe discutere a lungo e citare mille come e perché. Ma Mauro Macario non demorde: «Ritengo che questo fatto sia ancora più offensivo, visto l'approssimarsi del centenario della nascita di Macario che cade nel 2002»: nessuno, dice in sostanza il figlio di Erminio, si ricorda di mio padre. E invece sembrerebbe di no. I verbali del Comune di Torino raccontano che la famiglia Macario rifiutò l’intitolazione di una via all'attore e capocomico (il simpatico torinese de «Ma lo vedi come sei?!?») proposta dalla commissione toponomastica nel 1997, come ricorda l'attuale presidente del Consiglio comunale. Mauro Marino. Che spiega: «C’è un elenco di personalità meritevoli di intitolazioni pubbliche, ma non ci sono vie e piazze per tutti: del resto la stessa Prefettura ci ha chiesto di non procedere a reintitolazioni che costringerebbero i residenti a cambiare indirizzi con tutte le spese e i disagi che ne deriverebbero. Così la scelta è obbligatoriamente orientata verso le nuove strade e spazi della periferia cittadina.
Quindi? «Quindi la commissione toponomastica individuò una via nei pressi dello stadio Delle Alpi da intitolare a Macario: venne informata la famiglia, ovviamente, ma la risposta fu che la via non era all’altezza della fama di Macario. E pensare che era una traversa del corso intitolato al Grande Torino, la storica squadra granata che si schiantò contro la basilica di Superga nel rientrare in aereo a Torino. Ci sembrava una scelta appropriata, giusta, ma non ne potemmo fare nulli purtroppo...». E allora? Qual è la discriminante per un «giusto» riconoscimento? All'ottimo Ferdinando «Fred» Buscaglione, ad esempio, la città di Torino ha dedicato un giardino: troppo? Troppo poco? Geniale o vergognoso?
«Macario aveva fatto molto per il piemontese, una legge discriminatoria non lo ha contemplato fra le lingue da tutelare - scrive un esponente della Lega a un quotidiano- Se Macario è stato generoso, come dice la Fumero (Margherita Fumero, attrice torinese lanciata da Erminio Macario, ndr) il Piemonte con lui non lo è stato. Erminio chiedeva di non essere definito un comico ma un divertimento. Perché ce l’avete tolto?». La critica-supplica d sfugge nella sua essenza, anche perché non si capisce chi e perché avrebbe tolto (e da dove?) Macario. Semmai, a leggere i documenti del Comune di Torino, sarebbe stata la stessa famiglia di monsù Erminio ad averne costretto la memoria in un angolino...
Tornando a Cuneo, il vicesindaco Vaimaggia sottolinea anche che dovranno essere presi in considerazione per nuove intitolazioni «artisti collegati più direttamente con Cuneo come Nini Rosso e Duilio Del Prete»: ovvero il grande trombettista interprete del Silenzio fuori ordinanza e l’attore chansonnier di grande intelligenza e sensibilità. Entrambi di natali cuneesi. Ma questo è un valore aggiunto perché la scelta è per la genialità, non per la natalità. «Totò era ed è una maschera del mondo - ha scritto Michele Sena - Perché di localismo si muore: fa sangue cattivo, costringe all'endogamia, produce malattie ereditarie». Cuneo ha deciso di intitolare uno spazio pubblico a Totò in omaggio alla sua geniale uscita sugli Uomini di Mondo che sarebbero forgiati nelle caserme di Cuneo. Un'affermazione ormai epocale, escatologica che fa letteratura. Insomma, grandissimo Totò. Il riassunto delle puntate precedenti finisce qui.
L'attesa ora è per domenica prossima quando gli Uomini di Mondo saranno «in adunata» a Cuneo. Alle 10.30 il sindaco Elio Rostagno scoprirà la targa a «Antonio De Curtis - Totò» con Liliana De Curtis, figlia di Totò, e la festa avrà cosi inizio. In piazza ci saranno i panettieri che, usando un marchingegno di fine Ottocento, conservato nel Museo del Pane di Cuneo, produrranno tagliatelle: i tipici «tajarin» piemontesi che si gemelleranno con gli spaghetti napoletani nel segno degli antenati vermicelli I tajarin finiranno nella «razione dell'Uomo di Mondo» insieme al latte della Valle Stura, castagne secche da cucinare con le ricette originali di Elma Sche-na e Adriano Ravera. Ma a proposito di ricette d sarà l'anteprima del libro «Fegato qua, fegato là, pesce fritto e baccalà. Ovvero: quisquilie a pranzo e pinzellacchere a cena» che, a cura di Matilde Amorosi e Liliana De Curtis, raccoglie le deliranti ricette proposte da Totò nei suoi film e spettacoli (edito da Rizzoli). E poi si entrerà in teatro per l'incontro che, guidato da Piero Dadone, proporrà spazi con Liliana De Curtis, artisti, amministratori. Sul palco salirà anche Anna Costamagna, 90 anni, indimenticabile cantante in programmi di Renzo Arbore (Non ti scordar di un bacio a mezzanotte...) che interpreterà a modo suo la Malafemmena di Totò accompagnata dai Mandolinisti di Peveragno. Quindi ricordi, battute, sottolineature e spezzoni di film. Soprattutto con Totò e Macario che, dal 1959 al 1963, interpretarono sette film. Citando anche Cuneo, a quattro mani: in Totò Sexy (regia di Mario Amendola, 1963) i due devono andare da Roma a Parigi e quindi chiedono all'Alitalia di fare una «fermata» a Cuneo dove non c'è l'aereoporto ma c'è una grande piazza nella quale l’aereo può atterrare, in un delirante crescendo di non sense. Irresistibile delirio di comicità nel quale sarà possibile ritrovare il senso delle cose, con un sorriso. O con una sonora pernacchia. A prescindere...
Alberto Gedda, «L'Unità», 4 ottobre 2001
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Pierangelo Sapegno, Piero Dadone, Osvaldo Guerrieri, «La Stampa», 27 settembre 2001 Alberto Gedda, «L'Unità», 4 ottobre 2001 |