Articoli & Ritagli di stampa - Rassegna 1926


Rassegna Stampa 1926


Totò

Articoli d'epoca, anno 1926

Approfondimenti 15830 Daniele Palmesi, Federico Clemente, Settimanale "Gente", Alessandro Ferraù, enciclopediadelledonne.it, Settimanale L'Europeo"

Totò e Liliana Castagnola, fu vero amore

LILIANA CASTAGNOLA, FU VERO AMORE È morta, se n'è ghiuta 'n paraviso!Pecchè nun porto 'o llutto? Nun è cosarispongo 'a gente e faccio 'o pizzo a riso ma dinto…

1926 01 10 Cafe Chantant Toto Eden Napoli intro

Un grave lutto per la canzone napoletana, la morte di Giovan Battista De Curtis : meraviglioso pittore ed esaltatore di Napoli, nelle sue tele e nei suoi versi, che furono una adorazione costante del fascino degli amori dei costumi partenopei. Grandissimo artista, e fratello al grandissimo musicista Ernesto De Curtis, che da tempo perpetua la tradizione e la gloria della canzone napoletana negli Stati Uniti, Giovan Battista si è spento prima che la voga delle sue celebri canzoni si estinguesse. Ma potrai morire mai il ricordo e l'incanto di Carmela mia di Torna a Surriento e tantissimi altri suoi capolavori ?

Rientrando all'Eden che consacrò i più grandi successi del meraviglioso artista scomparso, ritroviamo in grande vedetta l’agilissimo Totò sempre in vena gioconda, i cui effetti irrefrenabili tutto il publico non sa contenere. Notiamo in ordine di merito la stella eccentrica francese Mignonette; la sorridente e intelligentissima étoìle italiana Luciana Cora; le piacevoli danze di Rosita e Roger le interessanti acrobazie di Lulù e Clay; l'eleganza di Carmencita; i continui progressi della bella e brava Miris; la frimousse di Iulie de Rimes; le evoluzioni danzanti di Nadia Zimova e i couplets della vezzosa Maliarda.

«Cafè-Chantant», 10 gennaio 1926


«Il Piccolo di Trieste», 7 maggio 1926


«Il Piccolo di Trieste», 8 maggio 1926


[...] Chi è stato questi giorni alla Fenice, non ha bisogno di sentirsi ripetere quale successone d’ilarità e di applausi arrida seralmente al comico «Totò». Il brillante artista, che ha conquistato immediatamente le più vive, generali simpatie, passa da un trionfo all’altro, fra risate clamorose, applausi entusiastici ed incessanti richieste di bis. Successo meritato perchè tra i comici egli è indubbiamente uno dei più gustosi e più originali. Oggi replica dell’attraente spettacolo.

«Il Piccolo di Trieste», 10 maggio 1926


[...] Nella varietà continuano i trionfi di «Totò», l'irresistibile comico, che il pubblico obbliga seralmente a concedere innumerevoli bis delle sue gustose e originali canzoni. Anche gli eccentrici Menis vengono sempre calorosamente applauditi per le spiritose trovate, e specialmente nei pezzi musicali.

«Il Piccolo di Trieste», 11 maggio 1926


[...] Completeranno l'attraente programma il comicissimo «Totò», che anche ieri ebbe un successone nelle sue indovinate e divertenti macchiette, ed i braviesimi eccentrici musicali «The Menis».

«Il Piccolo di Trieste», 12 maggio 1926


1926 05 12 Il Piccolo Articolo Toto intro

Con un grandinare di colpi di grancassa grandi entra in scena Totò e subito passa, per il pubblico una ondata di spumeggio, investe, accarezza, si sfrangia, volge, fino a provocare lo scoppio di una risata sana e irrefrenabile, che continua per tutto il tempo in cui Totò recita, si muove e canta, riecheggiando anche quando il sipario è calato e il direttore Ciapetti fa annunciare con un ballonzolante motivo dell'"Excelsior", che lo spettacolo è finito. Totò è un comico che fa ridere coi semplici e persuasivi della truccatura e della minima, continuando le tradizioni dei nostri grandi di cui si temeva non esistessero attualmente degni campioni. Bisogna dunque essergli grati per quella dose - fortissima - di buon umore che ogni giorno egli ci prodiga, con la serie delle sue assurdità umoristiche, comiche e grottesche alle quali, opportunamente accoppia lazzi e sberleffi, ottenendo quell'effetto di ilarità dianzi accennato, sulla cui efficacia... salutare non esiste proprio motivo di dubbio alcuno.

1926 05 12 Il Piccolo Articolo Toto f1

Ancora giovanissimo (Totò è nato a Napoli nel 1899) egli possiede in arte un nome apprezzatissmo e man mano che la sua milizia lo porta in nuovi e nuove regioni, è una nuova folla di ammiratori che gli si stringe attorno, diventandogli amica fedele e plaudente, che lo saluta all'ultima recita con un cordiale e fervido "Arrivederci!"

A Trieste, Totò viene per la prima volta, ma quanti seguono la vita del Varietà italiano ben sanno come questo giovane artista passi da successo in successo, conquistando i pubblici più restii e ottenendo riconferme nei teatri più apprezzati ed ambiti. Uno spettatore, ben noto per intenditore fine e intelligente di cose d’arte, dopo aver ascoltato la magnifica esecuzione di "Vicolo", ha esclamato: "La genialità di Maldacea rivive in questo giovane, che compirà certamente una carriera bellissima e diventerà, fra non molto uno dei nostri artisti migliori!". Il giudizio lusinghiero è meritatissimo da Totò, il quale, pur dedicando a questo che sembra un genere facilone e popolaresco, affina sempre più le proprie qualità artistiche, giacchè agogna a mete più alte e aspira a vittorie più belle.

Tormentato da una segreta smania di perfezionamento ed, elevazione, Totò resta pur sempre, da signore nel suo campo, raggiungendo col grottesco del "Vero biondo corsaro", con la parodia di "Ciccio" coi suoi contorcimenti buffi, e le sue mosse strane, un grado altissimo di quella comicità che è indice sicuro di un temperamento artistico di primo ordine, il quale troverà certamente una strada, più ampia sulla quale percorrere il cammino che porta alla realizzazione dei suoi sogni.

CAM., «Il Piccolo delle Ore Diciotto», 12 maggio 1926


Torino 24 (Giambo). Varietà Maffei.Eccovi il bellissimo programma che malgrado la torrida temperatura richiama seralmente un publico affollato e plaudente. Lo inizia Little Nelli, divetta; seguita da Francetta Holasowa, danze orientali; indi da Master Comp., ciclista diabolico; da Ribo e Martinow, danze internazionali per culminare in Maria Dolores, stella italiana festeggiatissima con Max e Loraine, danze caratteristiche e classiche.

Nella seconda parte spiccano Les Leotard’s, celebri anellisti; Windson Sister, elegantissime danzatrici; Bianca Star, stella eccentrica; Le Alhambra Balett composto da 7 indiavolate Girls con Nora Morice, ballerina dell'Opera di Berlino ed infine Totò nel suo originale repertorio comico, festeggiato con inusitate e vibranti manifestazioni d'entusiasmo.

«Café Chantant», 25 luglio 1926


1926 11 24 Il Messaggero Sala Umberto intro

Il nuovo programma veramente mondiale, che accoglie un complesso di artisti vario e attraentissimo, ha riportato un successo fenomenale. E veramente Totò, con le sue assurdità comiche e le trovate grottesche vi fa sbellicare dalle risa...[...]

«Il Messaggero», 24 novembre 1926


1926 11 25 Il Messaggero Umberto intro

Oggi, alle 17 e alle 21, inaugurazione del nuovo grandioso programma, il più vario e il più attraente: Totò, l'irresistibile comico nelle sue assurdità e trovate grottesche; [...]

«Il Messaggero», 25 novembre 1926


1926 11 26 Il Messaggero Umberto intro

Il colossale nuovo programma richiamò ieri una folla immensa di pubblico che decretò agli artisti un vero trionfo, giudicando lo spettacolo il più attraente di Roma. Totò fu irresistibile per la sua grottesca comicità... [...]

«Il Messaggero», 26 novembre 1926


1926 11 27 Il Messaggero Umberto intro

Anche ieri un altro grandioso successo per tutti gli artisti del nuovo fenomenale programma, specialmente per Totò, l'irresistibile comico grottesco... [...]

«Il Messaggero», 27 novembre 1926


1926 12 01 Il Messaggero Umberto intro

Continua il grandioso successo nel fenomenale preogramma, con Totò, il comicissimo dei comici grotteschi... [...]

«Il Messaggero», 1 dicembre 1926


1926 12 05 Il Messaggero Umberto intro

Oggi tre grandiosi spettacoli con la Scarano, la insuperabile dicitrice di canzoni [...] addio a Totò, il simpatico comico che ha ottenuto in questo periodo di esibizioni romane un fenomenale successo di irresistibile ilarità [...]

«Il Messaggero», 5 dicembre 1926


Alla Sala Umberto è partita la Lowskaya, la deliziosa cantante delle Maschere russe, e ci lascia stasera Totò, il comico flessibile ed unico nel suo genere. La prima ha fatto sfoggio della sua voce affascinante e della sua arte squisita; l'altro ha segnato il massimo dell'ilarità nelle sue trovate grottesche e comicissime. Danno anche l'addio...

«Cafè-Chantant», 10 dicembre 1926


Altri artisti

1926 01 10 Cafe Chantant Anna Foguez Varieta

1926 01 10 Cafe Chantant Anna Foguez Varieta2

1926 02 10 Cafe Chantant Cabiria L

1926 03 10 Cafe Chantant Isa Bluette L

«Café Chantant», 1926


1926 01 Il Dramma Angelo Musco L

1926 Il Dramma Ettore Petrolini

«Il Dramma», 1926 


Peppino Villani dopo aver tenuto per 16 giorni la massima vedette al San Martino di Milano, debuttò il 2 gennaio al Politeama Genovese di Genova, atteso dalla più legittima curiosità ed accolto dal più meritato grandioso successo. Purtroppo l'amico Don Peppino dovette interrompere il corso delle sue rappresentazioni per dolorosa infermità sopravvenutagli, che lo tenne molti giorni a letto obbligandolo a ritardare anche il suo debutto allo Splendor di Sampierdarena. Al Politeama di Genova egli tornerà in altra stagione quando sarà libero, perchè il publico tutto lo desidera a gran voce. A Sampierdaena ottenne un trionfo e dovette accettare una brillante riconferma. Ora è atteso fra noi il 1 febbraio per la sua rentrée al Trianon.

«Café Chantant», 10 gennaio 1926


1926 02 10 Cafe Chantant Cabiria 2 intro

E' indubitabilmente uno dei vaghi esemplari di bellezza italiana, che infiori la nostra ghirlanda. Alta. Slanciata. Elegantissima. Ha tutte le doti classiche occorrenti alla perfetta diva del teatro di varietà. Padrona della scena, maestra della posa, ad ogni sua apparizione, segue la conquista immediata degli spettatori, i quali son felici di ascoltare i suoi couplets brillanti e mordaci, di seguire l'agilità dei suoi movimenti, il dardeggiar dello sguardo, lo scintillìo del sorriso, riconfermando il potere di tutte le seduzioni della sua esuberante feminilità in un applauso costante entusiastico immancabile.

Così la bellissima Cabiria resta una delle dive meglio quotate e sempre alla moda, sia che si presenti in rivista, sìa che nel suo numero a sola offra sempre nuove sensazioni alla nostra insaziabile curiosità.

Ed in tutte le sue manifestazioni reca una personalità originale, che è sua, di purissima marca e di incontestabile gusto.

«Café Chantant», 10 febbraio 1926


«Il Messaggero», 21 febbraio 1926

«Il Messaggero», 28 febbraio 1926


1926-03-01-L-Impero-Liliana-Castagnola

Domani sera, lunedi, avrà luogo all'Apollo la serata in onore dell'ammiratissima Liliana Castagnola, che riscuote seralmente calorosi e scroscianti applausi da parte dei numerosi ammiratori che gremiscono ogni sera la sala.

Siamo sicuri che il nome dell’artsta richiamerà all'Apollo, per l’occasione, numeroso pubblico.

«L'Impero», 1 marzo 1926


1926-03-02-L-Impero-Liliana-Castagnola

Liliana Castagnola, la originalissima diva del varietà che dà stasera all’Apollo la sua serata d’onore che è anche serata d'addio. Il pubblico romano darà stasera un affettuoso saluto a questa elegante artista dal fascino bizzarro, che ha deliziato i nostri palcoscenici con le sue maliose canzoni racchiudenti i più complessi ritmi di danza e l'eco delle più dolci musiche italiane.

«L'Impero», 2 marzo 1926


Siccome una ne fa e cento ne pensa, ecco che il comm. De Marco, in premio dei grandi successi di Genova, si è acquistata una magnifica Lancia con la quale scorazza a traverso l'Italia. Pare che l'acquisto si era reso indispensabile sia per alleggerire il portafogli dal peso di troppi biglietti da mille che lo ingombravano, e sia per rendersi più sollecitamente alle numerose scritture onde l’amico De Marco è sollecitato. Col quale vivamente ci compiacciamo, registrando il suo viaggio a Lecce invece dell’Apollo di Milano e la imminente rentrée all’ Hesperia di Treviso, fissata pel 21 corrente.

«Café Chantant», 10 marzo 1926


1926 03 10 Cafe Chantant Isa Bluette 2 intro

Scriviamo con gran giubilo uno dei nostri più sinceri corsivi, in laude di Isa Bluette. È una vera manna per il croniqueur, attestare il merito di Isa Bluette. Non bisogna mettersi alla ricerca delle qualità di lei, nè di sensazioni rare nè di aggettivi risonanti! Le qualità artistiche balzano evidenti, sono positive e non occorre più scovrirle. Le sensazioni risultano gaie, profonde, durature e comuni a migliaia di spettatori ammiranti. Gli aggettivi, in conseguenza, perdono efficacia, impallidiscono tutti in blocco - al cospetto della personalità autorevolissima di Isa Bluette.

Fra le maggiori étoiles che vanti la rivista, in Italia, questa giovine sirena incontestabilmente domina: reginetta bionda di un regno di fate! Ella riassume in sè la quintessenza di tutte le rare e preziose doti, indispensabili alla grande soubrette. Nelle sue numerosissime personificazioni e creazioni, che abbiamo da tempo ascoltate tutte con letificante gaudio, ci è apparsa varia e molteplice : mordente, birichina, appassionata, audace, casta, agilissima, languida, moto - perpetuo : una frenesia di espressioni e di atteggiamenti ; un miracolo di studio e di spontaneità ; un fuoco di gioia ed uno scaccia-pensieri ideale.

È Isa Bluette, insomma, e non altri: poiché tutti gli stili più brillanti e più originali sono il suo proprio stile : il suo cachet inconfondibile!

Bisogna inoltre riconoscere a questa personalissima attrice italiana di rivista, il dono della sempiterna grazia sorridente, in virtù della quale, il suo ascendente su tutti i publici è sicuro ed immediato.

Lo provano, ad esuberanza, l'interesse e la curiosità, sempre ascendenti, che ovunque destano le rappresentazioni di lei; non solo a Torino o a Milano, ove la sua fama è consolidata da tempo ; ma pure nella capitale, a cui ella deve, nel Salone Margherita, le più recenti manifestazioni di entusiasmo trionfale.

Se Isa Bluette è la prima étoile italiana da rivista, la compagnia che l'impresa Fiandra ha composto per lei e fregiato del suo nome, indubbiamente raccoglie attrici belle e brave ; attori eccezionali specializzati nel genere; ed un corpo di ballo magnifico, capitanato dalla valentissima Subok.

L' inesauribile fantasia della deliziosa capo-comica e direttrice, con la zelante assidua cooperazione di elementi cosi preziosi, non poteva che realizzare risultati mirabili.

E di ciò siamo lieti sopratutto, benaugurando alla maggior voga della revue, in Italia, nel nome suggestivo di Isa Bluette!

«Café Chantant», 10 marzo 1926


1909 Gennaro Pasquariello L

La canzone napoletana non può dare maggiori emozioni a chi, solcando in un'alba di agosto il pittoresco Rio Paranà, che dalla republica argentina conduce alle foci della costa paraguayana, ha udito con le lagrime negli occhi, un pescatore connazionale lanciar al cielo, dalla riva, tutta la grande poesia di Marechiaro : la immortale canzone che giamrrai ha perduto la sua forza espressiva, anche se lo sfondo panoramico non ebbe in molte occasioni il colore ed il profumo di Napoli.

In quell'alba e su spiagge lontane, il canto nostalgico era la patria, era tutta la bellezza della nostra canzone che penetrava irruente nell'anima, avvinta di ricordi ; era infine la stessa profonda sensazione che ha voluto ridonare a noi ed al publico, il 27 dello scorso mese al nostro Eden, il divo Pasquariello. Che immensa onda di melodia ha rievocato il portentoso cantore! Quanto supremo lirismo di maestri scomparsi e viventi, ha galvanizzato l' arte incomparabile di lui ! Riudimmo con il cuore in sussulto, le travolgenti canzoni della gioventù : Maggio di Fonzo, A casa e donna Amalia di Fiordelisi ; Funtana all’ombra di E. A. Mario; 'O scuitato e Sirena di Valente; Surdato di Nardella, ’O core 'e Catarina di Capolongo e Marechiaro di F. P. Tosti.

Una collana di superbe canzoni ; serata indimenticabile ; profusione di dolcezze canore ; ricordi di lontane melodie, che ancora si riavvicinano al cuore fresche e profumate come rose di maggio, tutte le volte che il divo torna a donar loro lo splendore dei primi entusiasmi, consacrati dal mondo intero.

«Café-Chantant», 10 aprile 1926


1926 05 21 Il Piccolo di Trieste Angela Ippaviz R intro

Rileviamo dai giornali di Alessandria d’Egitto e del Cairo i grandi successi che, durante la lunga o fortunata stagiono egiziana della compagnia d’operette del cav. Achille Maresca, va ottenendo in quei teatri la «soubrette» concittadina signora Angela Ippaviz. In occasione della sua serata d’onore, data al Teatro Mohamed Aly, il «Messaggero Egiziano» scrive :

«Serata trionfale. La sala era gremitissima. Quale maggiore soddisfazione per la giovane artista che, da poco lanciata nella turbinosa e faticosa attività della vita operettistica, sotto l’amorevole e sapiente guida del cav. Achille Maresca, è riuscita a classificarsi fra le migliori «soubrettes» del nostro teatro? Angela Ippaviz ha numerose doti; ma in maggiore e la più stimabile è l’impegno coscienzioso o onesto con cui ella si prepara allo battaglie del palcoscenico: studia, si affanna, si affatica, s’impone tutti i sacrifici ; ma riesco a rivestire, a disegnare un personaggio interessante e piacevole, a tradurre in elegante e graziosa realtà le intenzioni degli autori. Perciò, ella ha avuto, spesso, la gioia di sentirsi lodata da Franz Leliar, da Stolz, da Kalman o dai nostri migliori compositori.

«Semplicità e grazia, sobrietà ed efficacia», quest’è la formula del suo successo. Recita da attrice intelligente, canta con arguzia o con spigliatezza e danza con stile e buon gusto, realizzando la triplice manifestazione della «soubrette» (dizione, canto, danza) in modo opportunamente artistico.

Dopo il secondo atto dello «Shimmy verde», con il balletto della compagnia ella ha danzato il celebro «Minuetto» di Paderewski, fra luci suggestive, con uno sfondo veneziano, in giallo e nero, di gusto assai aristocratico. Poi, dalla settecentesca Venezia, Angela Ippaviz, avvolta in una «mantilla» spagnuola, ci trascinò nella chiassosa atmosfera del «cabaret» : ed ecco risonare, allegre e vivaci, come un inno alle piccole voluttà, lo strofe di «Valencia». Entusiasmo vivissimo. Dal «bis» si passa al «ter», mentre echeggiano applausi e piovono fiori, fiori, fiori!.. Quando Angela Ippaviz si ripresenta per salutare il pubblico, sul palcoscenico sono numerose e grandi ceste di fiori, fra cui quella offerta dagli ufficiali del 6° battaglione eritreo».

Anche i giornali del Cairo dedicano alla brillante artista triestina i più lusinghieri elogi.

«Il Piccolo di Trieste», 21 maggio 1926


Gustavo De Marco, il comico gomma è in grande successo alle Follie Estive di Firenze. La sua arte ricca d’inesauribile comicità è altamente apprezzata da quel publico, che ha fama di esigente. Dal 31 corrente sarà fra noi al Teatro Nuovo.

«Café Chantant», 25 luglio 1926


1926 09 10 Cafe Chantant Peppino Villani intro

La gloria di D. Peppino Villani non si arresta a quella ch'egli ha saputo conseguire in palcoscenico come insuperabile esecutore di tipi e macchiette ormai di notorietà universale... Son già due anni che Villani, vinta la modestia schiva che è in fondo al suo carattere, ha cominciato a pubblicare i suoi versi : canzoni appassionate o birichine, macchiette o parodie di brillantissima vena: ed eccolo di colpo fra gli autori piedigrotteschi più quotati e più cantati non solo dai grandi interpreti suoi colleghi; ma dal popolo che è il giudice più severo e più sincero. Quest'anno la vena di Peppino Villani è stata fertilissima. Per La Canzonetta del Cav. Uff. Feola ha scritto 'O mare, melodia con N. Valente, cantata da Pasquariello e Papaccio, e la spumeggiante Uno surta rito con Lama, lanciata con il solito entrain dalla Bruges.

Per la Casa Santa Lucia, Villani ha scritto Ch'effetto po' me fà?, musicata briosissimamente dal Cannio e lanciata dal poeta-attore nelle audizioni cui ha preso parte al Trianon e Bellini. Con Capolongo ha composto una drammaticissima Nun tu'a pozzo spusà e una sbrigliata monellesca M'ita fà una carità che a traverso la sua propria interpretazione diffonderà letizia in tutta Italia insieme ad altre molto gustose novità eh' egli si è riservato personalmente di lanciare durante la sua tournée attraverso l'Italia, negli stabilimenti Pittaluga, che avrà inizio dal 18 corrente.

Ci piace chiudere queste note meritate con il recente giudizio dell’illustre poeta napoletano Libero Bovio :

Peppino Villani, insuperato maestro di comicità, geloso custode di una tradizione che egli rinverdisce con le formidabili risorse del suo talento di interprete, passa come un monito ed un esempio sulle piccole scene del varietà italiano. La sua maschera ride, ma talvolta nel fondo della sua pupilla trema una lacrima.

E' tutta materiata di umanità la sua arte. Con Totonno 'e quagliatila e Scugnizzo egli additò nuove vie. E gli immemori seguaci ebbero buona fortuna.

A Peppino Villani la fortuna non fu matrigna poiché gli concesse dovizia di talento ed arte !

«Café Chantant», 10 settembre 1926


E’ ufficiale ormai la notizia. La Società An. Stefano Pittaluga per decisione della Banca Commerciale, ha elevato il suo capitale a 100 milioni, assorbendo l'U. C. I. e la Leoni-film. Tutti i locali prima gestiti dalle due grandi società incorporate fanno parte dunque della stessa Società Pittaluga, ed il Comm. Stefano Pittaluga conserva meritatamente le cariche di Consigliere Delegato e Direttore Generale. Passa cosi sotto il suo diretto controllo la maggioranza delle sale destinate in Italia agli spettacoli di cinema varietà il che fa bene sperare per l'auspicata rinascita della cinematografia italiana. Per i uostri artisti, la buona notizia viene accentuata dal fatto che il Comm. Pittaluga fu il primo e più convinto fautore dell'unione degli spettacoli di varietà a quelli delle films. Quindi è sperabile che nuovi palcoscenici vengano offerti all' attività varietistica.

«Café Chantant», 10 ottobre 1926


1926 11 10 Cafe Chantant Liliana Castagnola L

«Café Chantant», 10 novembre 1926


1926 11 30 Corriere Emiliano Santarellina Angela Ippaviz T L

«Corriere Emiliano», 30 novembre 1926


1926 12 10 Gazzetta di Parma Santarellina Angela Ippaviz intro

Questa sera Angela Ippaviz, l'indemoniata soubrette della Compagnia Maresca dà oon «Santarellina», la sua serata d’onore. E sarà una serata divertentissima. Angela Ippaviz ha l'argento vivo nelle vene. E' come lo scoppiettar scintillante di un razzo, o il fremito, di una pila elettrica. Soubrette vivacissima e dinamica, danza in modo magnifico, con una abilità e una sicurezza straordinarie.

1926 12 10 Gazzetta di Parma Santarellina Angela Ippaviz f1

E’ nata a Trieste, ed ha studiato alla scuola di ballo di Vienna. E ’ da due anni e mezzo con Maresca, prima, come prima ballerina, e attualmente nelle spoglie della indiavolata soubrette che noi tutti ammiriamo. Fu un caso le fece cambiar ruolo. Una sera al «Balbo» di Torino, sostituì improvvisamente in «Medi», un’artista indisposta. Si cimentò coraggiosamente e vinse.

Da allora i successi più brillanti l'hanno sempre, accompagnata. Lehar, Stoltz, e Kollo, glieli hanno vaticinati. E infatti la simpatica e giovane artista ha saputo, col suo brio effervescente in brevissimo tempo giungere a quotarsi fra le migliori soubrettes italiane.

1926 12 10 Gazzetta di Parma Santarellina Angela Ippaviz T L

Il nostro pubblico — che Angela Ippaviz vivamente apprezza — e le ha già dimostrata tutta la sua simpatia, non mancherà indubbiamente di festeggiarla anche questa sera con quell’entusiasmo di plausi e di consensi che essa merita indiscutibilmente.

«Gazzetta di Parma», 10 dicembre 1926