Articoli & Ritagli di stampa - Rassegna 1929
Totò
Articoli d'epoca, anno 1929
Totò e Liliana Castagnola, fu vero amore
Totò al Teatro «Nuovo» di Napoli
Amore e cinema (1929)
Bacco, tabacco e venere (1929)
Il processo di Mary de' Can (1929)
Santarellina (1926-1932)
Messalina (1929)
Lo balcone de Rusenella (1928-1929)
Il mio buon amico Totò me ne ha combinata una delle sue
Una nuova rivista italiana, «Monna Eva», di Paolo Reni su musiche dei più noti autori moderni, andrà in scena prossimamente al Balbo di Torino, nell'esecuzione della Compagnia di Achille Maresca.
«Café Chantant», 1 gennaio 1929
Teatro Verdi, Ferrara. Abbiamo ammirato per qualche sera la buonissima compagnia di riviste del Cav. Achille Marasca; grandi applausi alla bella Angela lppaviz, al comico Totò e al bravo Alfredo Orsini.
«Café Chantant», 15 gennaio 1929
Ripp e Bei Ami non hanno, con la nuova rivista Il Paradiso delle donne, eseguita ieri sera dalla Compagnia Maresca, offerto uno spettacolo fresco di spirito, efficace d’umorismo e dotato di comicità saporita. Hanno accozzato motivi abusati, temi risaputi, strofette goffe e sbrigative, senza contorno di festosa fantasia. La Compagnia ha colorito con la sua vivacità la stanca materia e s’è fatta applaudire più volte alla fine di ogni atto. La Ippaviz ha danzato con abilità; l'Orsini, il Totò, la Lisas e gli altri sono stati briosissimi. Stasera la rivista si replica.
«Corriere della Sera», 29 gennaio 1929
Questa rivista è immaginata con garbo e svolta con festosa invenzione. L’autore ha provveduto a tutto: al testo, alla scelta di piacevoli musiche, a disegnare gli scenari e i costumi. Lo spettacolo ha cosi acquistato armonia di toni, di tinto, di episodi e di movimenti. I quadri, che si susseguono numerosi, sono quasi tutti ideati con un attento gusto delle proporzioni e dell'effetto pittorico. Qualcuno è meno riuscito, ma In gran parte lo spettacolo è composto con cura. L’avventura di Adamo ed Eva, — che, nel loro cantuccio di Paradiso terrestre da rivista moderna, s'addormentano e sognano, l’una di scappare per il mondo per istigazione del serpentello e l’altro di Inseguire la prima donna fuggiasca e di assumere via via la figura degli amatori più famosi delle varie epoche, da don Giovanni al Re Sole, — offre l’occasione di colorate e coreografiche visioni celesti e terrene in cui danzano damine e pianeti, dei e gitane, fiori e stelle. Il pubblico si è divertito e ha applaudito ripetutamente e vivamente dopo parecchi quadri e alla fine degli atti. La Compagnia Marasca è stata vivace e pronta. La lppaviz ha cantato e ballato con Indiavolata allegria, l'Orsini l’ha assecondata ; Totò è stato assai comico ma non sempre di buon gusto. Briosissimi gli altri. Stadera la rivista si replica.
«Corriere della Sera», 2 febbraio 1929
A Torino al Teatro Balbo, iscenata con inusitato fasto dalla Compagnia Achille Maresca è stata varata la nuova feriee - rivista di Paolo Reni dal titolo «Monna Eva» con musiche e couplets di vari autori, riuniti dalla nota casa editrice A. & G. Carisch & C. di Milano. Il successo a quauto c'informa il nostro Giamba è stato dei più grandiosi. Al Lirico di Milano la compagnia di Achille Maresca ha conseguito uno dei suoi maggiori successi con la «fiaba ultraterrena» «Monna Eva» di Paolo Reni. Sono applauditi seralmente e domandate di bis e anche tris le belle canzoni dei noti maestri Mascheroni, Pietri e E. Lanzetta, il finissimo ed ispirato autore di tante bellissime composizioni musicali, nominato recentemente direttore della scuola di canto della Casa Editrice Carisch e C. di Milano.
«Café Chantant», 15 febbraio 1929
Lirico. Lunedì, 3 corrente, iniziò le sue rappresentazioni la operettistica di Achille Maresca con una novità : «Il paradiso delle donne», dei noti Ripp & Bel Ami che nel complesso non può vantare eccessi d'invenzione. I vari quadri che si succedono, non hanno il pregio della originalità, giacché ricordano vecchi motivi già noti e peccano spesso di non eccessivo buon gusto e genialità. Monna Eva di Paolo Reni, ultima fatica dell' autore, ha ottenuto invece un buon successo mercè un considerevole numero di chiamate e richieste di bis. L’avventura di Adamo ed Eva - che s'addormentano e sognano l'una di scappare per il mondo e l'altro di inseguire la prima donna fuggiasca e di assumere via via la figura degli ama tori più famosi delle varie epoche; da don Giovanni al Re Sole - offre l'occasione di festosa invenzione.
Angela Ippaviz, come al solito, spumeggiante e biricchina, così pure dicasi della Lises e la De Rubeis, Totò e Orsini, date le lunghe parti, hanno modo di mettere in rilievo tutte le ottime qualità e di farsi calorosamente applaudire. Buona la messa in scena, indovinati i costumi, mentre non sempre piaciuti diversi balletti.
«Café Chantant», 15 febbraio 1929
L'inizio fu lietissimo. La Compagnia di riviste diretta da Achille Maresca, ritrovò ieri sera dopo qualche mete di assenza, le stesse festose accoglienze che ebbe sempre durante la sua fortunatissima stagione dallo scorso autunno. Il pubblico, che vi accorse assai numeroso, rivide con piacere i suoi artisti da Angela Ippaviz, a Minia Lyses, ad Orsini, Totò, Galloni, tutti dotati di brio e di comicità singolare e sempre felicissimi esecutori di macchiette couplets e ballabili. Le loro brillanti risorse rifulsero in modo speciale nella rivista «Si, si, Susette», uno del più granosi lavori del repertorio della Compagnia, composto di molti quadri dove la fantasia degli autori Ripp e Bel Ami si è sbizzarrita con scene gustose, inframmezzate da danze, che furono seguite con entrain da un numeroso, agile corpo di ballo.
[...] Gli applausi perciò proruppero frequentemente e furono tributati sopratutto ad Angela Ippaviz, una subrette vivacissima, che si riaffermò cantante e danzatrice di singolare efficacia: e Minie Lyses, protagonista brillantissima; all'Orsini, a Totò, due artisti di una eccezionale comicità, che procurarono con felici battute di spirito più volte l'ilarità generale: al Galloni e a tutti gli altri interpreti.
La rivista si ripeterà stasera ed avrà certamente altre repliche.
«Il Messaggero», 20 febbraio 1929
Pur avendo per dovere professionale, una notevole familiarità con le scene della rivista dobbiamo confessare con tutta sincerità, che poche volte ci siamo divertiti tanto come ieri sera alla rappresentazione di «Si, si, Susette» la fantasmagoria in tre atti e trenta quadri presentataci sul palcoscenico dell'Adriano dall'ottima compagnia del cavalier Achille Maresca.
Il lavoro non è per noi nuovo, chè or è un anno l'applaudimmo sulle stesse scene : quella che è enormemente migliorata, per opera sia dei principali elementi che delle ballerine tutte è l'esecuzione.
Angela Ippaviz, Totò, Alfredo Orsini, Minnie Lises, Raele Capelli, Lugara, il Marchetti, il tenore Panchetti, Riccarda Del Cigno, vecchia conoscenza del pubblico romano, Rita Marucco, Adelina Fioretti, Tina Garzelli, la Bagarotto, la Carlotti, hanno dato al brillantissimo ed esilarantissimo lavoro un'interpretazione intelligente ed accurata.
E la rivista, che prende lo spunto da una originale eredità transatlantica, si dipana briosamente per tre atti infiorati dai lazzi di Totò e di Orsini, due comici di gran classe che si integrano mirabilmente. Il pubblico plaudì ogni quadro, ogni canzone, ogni danza. Angela Ippaviz sfolgorò al centro di una prodigiosa fioritura di belle figliuole. L'orchestra filò egregiamente sotto l'abile ed ultradinaimca direzione di Armando Fragna. In complesso una spettacolo divertentissimo degno di essere visto. Le repliche da stasera alle 21.
«L'Impero», 21 febbraio 1929
Pur avendo, per dovere professionale, una notevole familiarità con le scene della rivista dobbiamo confessare con tutta sincerità che poche volte ci siamo divertiti tanto come ieri alla rappresentazione di « Si, si, Susette » la fantasmagoria in tre atti e trenta quadri presentataci sul palcoscenico dell'Adriano dall'ottima compagnia del cavalier Achille Maresca. [...] E la rivista, che prende lo spunto da una originale eredità transatlantica, si dipana briosamente per tre atti infiorati dai lazzi di Totò e di Orsini, due comici di gran classe che si integrano mirabilmente.
«L'Impero», 22 febbraio 1929
Questa sera al Teatro Adriano avrà luogo la prima rappresentazione della rivista « Monna Eva », fiaba ultraterrena di Paolo Reni. « Monna Eva » è stata data ultimamente al Lirico di Milano dalla stessa compagnia e il successo è stato molto lusinghiero.
Un originale spunto ha suggerito all'autore, che ha pure creato e dipinto costumi o scenari, una serie di gustosi e garbati quadri, commentati musicalmente dalle pagine più vive di molti dei migliori autori nostri: da Pieri a Mascheroni, da Schinelli e Lanzotta, a Mignone.
Angela Ippaviz, che naturalmente interpreta il personaggio di Eva, in questa rivista ha modo di poter sfoggiare tutte le sue magnifiche qualità di cantante e di danzatrice. Totò ha modo di prodigarsi in un fuoco di fila di trovate spassosissime e Alfredo Orsini sa mostrarsi cantante ed attore signorile.
La messa in scena e i costumi è quanto di più sfarzoso si possa immaginare; e il buon Maresca ci ha già abituati a questi miracoli. Domani, nei due spettacoli replica di « Monna Eva ».
«L'Impero», 24 febbraio 1929
Il successo fu completo. La nuova rivista, che ha tutti gli elementi per suscitare il maggiore divertimento, è dovuta a Paolo Reni, autore ben noto per altri applauditi lavori teatrali, il quale ha immaginato una trama fantastica dove ritrae il «Paradiso terrestre». Monna Eva ne è la protagonista, e non vi manca, naturalmente. «Adamo», sotto le spoglie però di un ortolano. L'azione non si arresta all'epoca preistorica, ma attraversa tutte le epoche successivamente fino ai nostri giorni, ed Eva si va trasformando nelle sue corse per molte città adattandosi perfino ai gusti moderni.
Com'è facile immaginare, nei vari quadri, di cui la rivista si compone, si riproducono gli avvenimenti più notevoli e passano dinanzi agli occhi i personaggi più caratteristici. Il Reni vi ha fatto rifulgere tutta la sua fervida fantasia, ravvivando il dialogo di espressioni satiriche e di uno spirito frizzante riuscendo nell'intento di attrarre piacevolmente l'attenzione degli spettatori e di provocare spesso clamorose risate.
[...] Quanto alla messa in scena, la compagnia Maresca ha allestita la rivista con gusto squisito ed una grande signorilità, tanto per la bellezza dei costumi, quanto degli scenari, che sono apparsi di mirabile effetto. Ed ha pure offerto un'esecuzione piena di brio e di comicità. Tutti gli artisti erano ieri sera, a posto ed ebbero le maggiori feste, specie Angela Ippaviz, una protagonista impareggiabile per la vivacità ed il fascino. Essa cantò e danzò con grande abilità, avendo come degni compagni la Lyses, i due comicissimi artisti, Orsini e Totò ed il Galliano.
Stasera alle ore 17 e alle 21, si inizieranno le prime due repliche.
«Il Messaggero», 25 febbraio 1929
La prima rappresentazione di «Monna Eva», fiaba ultraterrena, come la chiama l’autore Guido Reni ha costituito uno del più fragorosi successi della stagione. Questo lavoro che parte da una strana modernizzazione del mito di Adamo ed Eva, pur non distaccandosi dalla solita base rivistaioia a base di viaggi impossibili, ha tali e tante originalità di andamenti e di costruzione che veramente si può dire unica nel suo genere.
Lo scenario fastoso, i costumi magnifici, la musica, scelta tra le migliori e più originali produzioni degli autori modernissimi italiani, i balletti indovinati, la comicità profusa signorilmente e l'interprtazione fatta da ogni singolo artista con una coscienziosità senza precedenti, dimostrano con quanto amore la compagnia di Achille Maresca abbia seguito il pensiero dell’autore nella esecuzione di questa super rivista il cui valore supera di gran lunga tutte quelle che finora si siano avvicendate iji questi ultimi tempi sul teatro di questo genere.
Da una stilizzazione di un «Paradiso terrestre» di maniera a una scuola della civetteria, a uno spassoso scketch di Adamo in panne, dal quadro della Carrozza del Re sole ad una meravigliosa inquadratura di un Palazzo della notte è tutto un susseguirsi fantastico di cori, di scene, di canzoni squisite che passano per il secondo atto in quadri di colore indiano, in una magnifica e suggestiva interpretazione veneziana o da una comicissima scuola di danze si conchiude con un vigneto di Bacco di un’allegria senza pari.
Il sogno si conchiude poi al terzo atto ove dopo una gita tra i corsari e una passeggiata in balena avviene un risveglio di grande bellezza coreografica. Figurini, costumi e scenario sono stati tutti dipinti dall'autore della Rivista.
Ripetiamo un elogio vivissimo per tutti gli attori. Totò è stato superiore a sé stesso, pieno di quella comicità spontanea, nuova, aderente alla mentalità del pubblico che lo ascolta, e gli spettatori gli hanno fatto ovazioni interminabili. E così Alfredo Orsini, signorilmente comico pieno di quell'«entraine» che lo fa il beniamino delle platee e cosi la Lyres, il Lugara, il Panchetti, e le due deliziose Riccarda del Cigno e Rita Manuero.
Un bel successo ha ottenuto l’«Ippaviz ballet » composto tutto di graziose e briosissime «girls». Da ieri le repliche che saranno molte.
Vice, «L'Impero», 26 febbraio 1929
La replica di «Monna Eva» di Paolo Reni, richiamò ieri sera un folto pubblico, che seguì i vari quadri, allestiti con gusto, inframezzati da scene esilarantissime, e da graziosi ballabili, col maggiore godimento. Gli applausi furono continui, e si vollero molti bis. Le strofe del terzo atto su un motivo indovinato e orecchiabile furono ripetute varie volte. Angela Ippaviz, la brillante soubrette della Compagnia, riportò un vero trionfo, cantando e danzando con grande abilità. Le fecero degna corona Totò, Orsini e la Lises. Ottimamente l'orcheetra diretta dal maestro Fragna. Statera altra replica.
«Il Messaggero», 28 febbraio 1929
Un folto pubblico, si è riversato ieri sera al Teatro Adriano per la ripresa della brillantissima rivista di Ripp e Bel Ami «Madama Follia», il maggiore compiacimento del pubblico si è rivolto verso «Madama follia», il successo della quale è stato enorme. Musica graziosissima, danze movimentate e originali, comicità inesauribile, satira piccante e piacevolissima: tutto un insieme di attrazioni prodigate con buon gusto e signorilità.
Questa sera «Madama Follia» si replica.
«L'Impero», 6 marzo 1929
La Compagnia Maresca, che va eseguendo all'Adriano una serie di spettacoli, l'uno più attraente dell'altro mise in scena ieri sera: «La Stella del Charleston» una nuova rivista, in cui si svolge uno spunto indovinato attraverso molti quadri allestiti con gusto e signorilità. Si tratta dell'ultimo ballo moderno il «Charleston», che trionfa sulle danze antiche, ancora indimenticate da molti ammiratori, che tentano di riportarle al loro posto d'onore per amore dell'estetica e della morale.
Naturalmente i seguaci delle danze moderne si oppongono ai loro sforzi, soprattutto perchè la propria diva: La «Stella del Charleston» è passata nel campo nemico, per far propaganda nel mondo del ballabili antichi. La lotta ha luogo vivacemente di paese in paese con molti episodi, alcuni dei quali sono interessanti e caratteristici. Non vi mancano le scene comiche con trovate bizzarre, e vi eseguono pure i ballabili di ogni genere. Ma alla fine riesce vittoriosa la dante moderna col ritorno della Stella del Charleston fra i suoi antichi amici.
L'azione si svolge colla maggiore varietà di Quadri, di tipiche macchiette, ed è pure ravvivata dallo spirito del dialogo, che ha anche felici battute satiriche.[...]
La Ippaviz impersonò col consueto brio la figura della protagonista a fu ammiratissima. La coadiuvarono colla loro nota abilità l'Orsini e Totò. Bene pure tutti gli altri artisti ed il corpo di ballo. Statera prima replica.
«Il Messaggero», 9 marzo 1929
Iersera per la prima della rivista di Manca e Refrain, inscenata con lusso e buon gusto dalla compagnia Maresca, l'Adriano era gremitissimo. E l’aspettativa del pubblico non è andata delusa, che i tre atti e trenta quadri de «La stella del Charleston», pur non vantando grandi pregi di originalità sono però dialogati con brio e talora con spirito e non mancano qua e là canzoni melodiose e scenette comiche di buon gusto, danze indiavolate e motivetti orecchiabili.
La «Stella del Charleston» s'è lasciata convincere dai nemici delle danze moderne a far propaganda per il valzer, la mazurca, li minuetto, ecc., ecc. Non manca un viaggio attraverso l'Africa (si fa anche la conoscenza del padre « della madre de «la Bepa» detta in arte Josephine Baker) e si vede Totò, novello Tom Mix, compiere prodigi d'equitazione, mentre Alfredo Orsini si traveste ora da maestro di banda africana, ora da Arlecchino, ora da apache, sempre in difesa delle danze modernissime contro il temuto ritorno del balli cosiddetti castigati.
Finalmente Angela Ippaviz finisce col riconciliarsi col charleston e con un balletto indiavolato tutto ha fine, il pubblico ammira le ballerine che fanno la tradizionale passeggiata di fine d’atto, il maestro d’orchestra, che è anche l’autore delle musichette attacca un refrain fra i migliori, e il pubblico se ne va soddisfatto. L’interpretazione è stata ottima. Angela Ippaviz è stata una «stella» brillantissima: la sua grazia e la sua eleganza hanno conquistato gli spettatori, che l'hanno meritatamente applaudita con calore. Totò ha ancora una volta trionfato in travestimenti spassosissimi e Orsini ha avuto anche lui applausi a scena aperta. Numerose chiamate ad ogni fine di atto e stasera prima delle repliche.
«L'Impero», 10 marzo 1929
Ieri, con la replica de « La stella del Charleston », la briosa rivista di Manca e Refrain, cosi agilmente musicala dui maestro Fragna, si è avuto un altro di quei successi ai quali ormai la Compagnia di Achille Maresca è abituata. Sostituiva la signorina Angela Ippaviz che si concedeva un sera di riposo, la signorina Riccarda dei Cigno. Questa graziosissima e brava artista ha degnamente coperto il suo ruolo e il pubblico che gremiva il vastissimo teatro se ne compiacque applaudendola e rimeritandola col suo consenso più ampio.
E’ inutile parlare delle feste che si ebbe Totò la cui comicità fece raggiungere il diapason del delirio specie nella caricatura di Tom Mix cosi indovinata e spassosa. Cosi pure Alfredo Orsini la cui signorilità e vivacità ognuno conosce, degnamente divise gli onori delia serata con Minnie Lises. Rita Marucco, Maidetti e gli altri artisti. Questa sera, poi, come abbiamo già annunciato, avrà luogo al Teatro Adriano la serata di onore di Totò. Totò ha scelto per la sua serata di onore la rappresentazione di Girotondo, la gaia e spigliata rivista di Ripp e Bel Ami, nella quale il comico e il grottesco reggono quasi tutta l'orditura.
Questa sera quindi sarà uno spettacolo indimenticabile per brio e scapigliatezza; e chi conosce di quanto è capace Totò e quanta verve ci sia nelle sue trovate originali, non può aspettarsi che altre e maggiori sorprese. Sappiamo anche che Totò si esibirà in qualche macchietta caratteristica che provocherà le più matte risate. Tutti gli ammiratori e le ammiratrici di Totò sono avvertiti, e anche quelli che vogliono farsi una riserva di buonumore.
«L'Impero», 14 marzo 1929
Al Teatro Adriano è tornato, dopo breve tempo, il cav. Achille Maresca con la sua rinomata compagnia di riviste. «Monna Eva» di Paolo Reni, nuovissima per noi, si è replicata parecchie sere, nella brillantissima e scoppiettante esecuzione di Angela Ippaviz, dell’Orsini, di Totò, della Lises, dal Lugara, del Cappelli e del Marchetti. Ha fatto seguito «Madama Follia» di Ripp e Bel Ami.
«Café Chantant», 15 marzo 1929
Questa sera il Teatro Adriano farà riposo per la prova generale della nuovissima rivista «La Giostra dell’Amore» che andrà in scena domani sera, sabato, alle or 21. Questa nuovissima rivista è dovuta alia penna del ben noto e delicato poeta romano Bixio Cherubini, che ha avuto a collaboratori per la parte musicale C. A. Bixio e il maestro Frangia.
«La Giostra dell'Amore» è stata inscenata col massimo storco dalla compagnia Maresca, la quale si presenta in questa nuova rivista in una abbagliante fantasmagoria di scene e di costumi che sono stati disegnati e creati appositamente. Nella «Giostra dell'Amore» figureranno i più recenti portati dalla tecnica teatrale, e questa sarà forse la prima rivista italiana che potrà reggere al paragone di quanto di meglio si sia fatto all'estero in questo genere, che oramai ha conquistato i più grandi teatri i migliori pubblici.
«L'Impero», 16 marzo 1929
Questa sera avrà luogo al Teatro Adriano l'attesa prima rappresentazione della nuovissima rivista di Bixio Cherubini «La Giostra dell'Amore» musicata dal maestro Fragna e da C. A. Bixio. La nuova rivista, per la quale la compagnia Maresca ha dedicato le massime cure, è stata montata con sfarzo parigino, sia per le scene e i costumi ideati ed eseguiti appositamente, che per i meccanismi di carattere eccezionale.
In questa «Giostra deirAmore» sono concentrati tutti i perfezionamenti che in tal genere sono stati esperimentati finora: per il corpo di ballo sono state scritturate delle figure speciali, e per le luci sono stati studiati tali adattamenti per ottenere gli effetti piu fantasmagorici. Da quindici giorni il buon cavaller Maresca non riposa più, a furia di prove a riprove, per assicurare alla rivista la massima fusione di masse; e lo spettacolo, ce lo auguriamo, corrisponderà alla buona intenzione e agli sforzi dell'audace impresario. Angela Ippaviz nelle diverse manifestazioni della «Giostra dell'Amore» moltiplicherà se possibile, le sue belle qualità di danzatrice perfetta e di cantante deliziosa; e sarà certamente ben coadiuvata da Totò e da Orsini. Dirigerà l'autore maestro Fragna.
«L'Impero», 17 marzo 1929
La viva aspettativa del pubblico, che ieri sera affondava l’Adriano per questa nuova rivista, non andò delusa. Tutti i quadri che la componevano, nel numero di ventotto, riuscirono piacevolissimi per il brio, la gaiezza che trasfondono nell'azione di una vera bizzarria, dove tutto è fantastico e dove si svolge un argomento quanto mai suggestivo, cioè l'amore nei suoi diversi aspetti: dal sentimentale, al brutale, al dinamico. Quest'ultimo è l'amore moderno, contro il quale fin dal principio si inizia una lotta per far trionfare la «Dea Castità».
L'azione ne riproduce le varie fasi, con episodi che sono caratteristici, per paesi dai più variati usi e costumi e si vedono sulla scena personaggi molto noti. La Castità però non è fortunata e alla fine riesce vittorioso l'amore moderno. Non vi mancano situazioni comiche, allietate da tipiche macchiette e da un dialogo che ha spesso battute spiritose e vi sono pure inframezzate danze e canzoni.
[...] Tutti i quadri hanno un allestimento scenico assai decoroso e sono più belli i costumi. La rivista ieri sera piacque moltissimo. I bis furono senza numero ed i finali - sempre vertiginosi - ebbero molte repliche tra il maggior godimento del pubblico, che promuoveva in applausi interminabili. L'esecuzione riuscì brillantissima da parte tutti gli artisti, fra i quali riportarono i maggiori onori la Ippaviz, cantante e danzatrice felicissima; Totò che fu comicissimo, l’Orsini sempre pieno di grande efficacia, la Lisies, il Panchetti, un tenore dalla voce simpatica, il Cappelli, il Lugara.[...]
«Il Messaggero», 17 marzo 1929
Sabato sera la Compagnia Maresca ha dato la «prima» dell'annunciata super rivista «La giostra dell'amore», ventotto quadri frenetici e romantici, grotteschi e sentimentali, nuovi e vecchi, ossia originali e «rivisti», insomma di tutto un po' ma un «pot-pourri» nell'insieme piacevole ed anche divertente.
Si aggiunga una serie di scenari e di costumi alcuni dei quali veramente indovinati, ed una interpretazione briosa ed affiatata, e si avranno i maggiori coefficienti del vibrante successo rii pubblico. Inoltre le musichette del maestro Fragna hanno incontrato il pieno favore del pubblico per la loro spontaneità fresca e melodiosa. Bis da non si contare, applausi per tutti e una sfilata, quindi, di repliche in vista. Angela Ippaviz, la instancabile, Totò, Orsini, Riccarda del Cigno, Minnie Lyses, la Marucco, il Lugara ed altri si diviselo, equamente gli applausi.
«L'Impero», 19 marzo 1929
«Kines», 7 aprile 1929
Il varietà continua a languire nella terra della canzone, quindi recensione breve, in attesa della inaugurazione dell'Eldorado Lucia gestito dal cav. Antonio Adamo, il quale promette spettacoli di fasto inusitato. Politeama Giacosa. La compagnia Maresca con Totò, la Ippaviz e l'Orsini. Molto publico ed applausi per tutti.
«Café Chantant», 15 aprile 1929
Biondo. Qui impera il sempre rubicondo cav. Achille Maresca con la sua compagnia di riviste che possiede colonne fortissime nella Ippaviz, nel comicissimo e brevettato Totò; nell’Orsini e nella Lises.
«Café Chantant», 15 giugno 1929
[...] Le succederà sulle scene del «Genovese», la Compagnia di operette, riviste e féeries diretta dal cav. Achitle Maresca, che inizierà questo, sera l'annunciato corso di recite con la trionfante rivista, di Ripp e Bel Ami «Madama Follia», di cui saranno principali esecutori Angela Ippaviz, Minnie Lises, Alfredo Orsini e Riento, il comico grottesco, che si produrrà in due sole rappresentazioni straordinarre di «Madama Follia» e «Girotondo». Fanno parte della Compagnia anche la signora Elodia Marasca e Nino Eller.
Complesso affiatatissimo, dunque, che non mancherà di richiamare seralmente in questo popolare teatro una folla di spettatori.
«Il Lavoro», 1 agosto 1929
Una nuova rivista di Ripp e Bel Ami è stata ieri sera applaudita ripetute volte a ogni atto e a scena aperta. Contiene qualche quadro indovinato ed è rapida e varia. Un povero suonatore ambulante, stanco della vita, ingoia una buona dose di capocchie di fiammiferi ma, invece di andare all'altro mondo, a causa del fosforo trangugiato, diventa d’un tratto intelligente ve inventore per giunta: inventa difatti il «Traforo del mondo», che è anche il titolo della rivista. Questa burlesca avventura genera quadri e quadretti e scenetta che la Compagnia Cabiria ha eseguiti con vivacità.
«Corriere della Sera», 21 novembre 1929
TEATRO MAFFEI Un pubblico affollato ed elegantissimo ha decretato un vibrante successo alla nuova rivista «Giostra d'amore», di Cherubini, Fragna e Bixio, sontuosamente e brillantemente presentata dalla Grande Compagnia del cav. Achille Maresca. Particolarmente festeggiata l'indiavolala soubrette Angela ippavz, Elodia Marasca, i comici Eller e Orsini, ia Lyses, le innumerabili girls. Ammiratissima la sfarzosa messa in scena. La divertente rivista inizia le sue repliche, che rappresenteranno certamente altrettanti successi ed altrettanti esauriti.
«La Stampa», 18 dicembre 1929
Altri artisti
Superiore ad ogni aspettativa è stato ieri li debutto della compagnia di riviste del cav. De Marco che ha presentato al giudizio dei pubblico la brillantissima rivista, nuova per Roma «Manicomiomania », un grazioso lavoro che si differenzia dalle solite produzioni vuote di solito e ciò per la trama e il senso logico che l'autore De Marco ha saputo dare al lavoro. La rivista ha ottenute un successo veramente lusinghiero.
«L'Impero», 14 giugno 1929