Articoli & Ritagli di stampa - Rassegna 1940
Indice della rassegna stampa dei film per l'anno 1940
San Giovanni decollato (Distribuzione 10 dicembre 1940)
Totò
Articoli d'epoca, anno 1940
Varietà: Totò al «Valle»
I pensieri di Totò
Si gira «San Giovanni decollato»: resoconto della «piattata»
Totò e sua figlia
Sveliamo il mistero della nascita di un film: «San Giovanni decollato»
Totò calzolaio in «San Giovanni decollato»
La comicità di Totò
Giornate a Cinecittà: Totò fantasma
San Giovanni decollato (1940)
La Compagnia Totò, nella sua nuova formazione, che sarebbe cioè la più... vecchia, quella che con Clely Fiamma ecc. diede di sé più convincente prova, sta compiendo un giro in A.O.I. per conto dell'I.C.A.O. Lo spettacolo ha avuto ovunque lieto esito ed il giro si prolungherà oltre il periodo stabilito.
«Film» 27 gennaio 1940
Una notizia che ha anche un valore sentimentale: si stanno riattando e riattrezzando i vecchi stabilimenti della « Fert » di Torino. Sentimentale, perchè quegli stabilimenti hanno tenuto virtualmente a battesimo il cinema Italiano. Essi appartengono dunque alla storia della nostra cinematografia. E' Liborio Capitani un produttore di cui non sentivamo parlare da tempo, che presiede alla riorganizzazione di quegli studi. I lavori sono già in corso: una completa, nuovissima attrezzatura Western, moderne macchine da ripresa, un parco lampade del modello più recente saranno pronti per la prossima primavera. La nuova « Fert » inizierà la sua attività in letizia: due film con Macario e due film con Totò.
«Il Messaggero», 11 febbraio 1940
L'annullamento del matrimonio dell'artista di varietà Totò
Roma, 1 febbraio.
La nostra Alta Corte d'Appello, con recente sentenza ha reso esecutivo in Italia il giudicato del Tribunale del Protettorato germanico col quale è italo annullato il matrimonio del noto artista di varietà marchese Antonio De Curtis Gagliardi, in arte Totò, con la signora Diana B. L. Il matrimonio, celebrato In Italia qualche anno fa, su richiesta del marchese De Curtis venne annullato dal Tribunale del Protettorato germanico per vizio di consenso. Il De Curtis richiedeva alla nostra Corte d'Appello la delibazione della sentenza straniera.
La Corte, nella sua sentenza, afferma che alla delibazione non può ostare la circostanza che il tribunale straniero abbia giudicato in materia di un matrimonio concluso in Italia, poiché la Convenzione internazionale esistente attribuisce in modo speciale tale facoltà ai Tribunali del due Stati contraenti. Premessa la inammissibilità dell'esame del merito della questione, la Corte ha aderito alle deduzioni del De Curtis, dichiarando esecutiva ed efficace nel Regno d'Italia la sentenza straniera.
«La Stampa» 2 febbraio 1940
La Compagnia Totò continua l'espletamento dei suoi impegni in A.O.I. E' ora ad Addis Abeba scritturata dalI'I.C.A.O.
«Film» 28 febbraio 1940
La Compagnia Totò, reduce da una lunghissima permanenza in A. O. I. dove è stata festeggiatissima, ha portato qualche variazione al suo elenco artistico, includendo la danzatrice Bea Egervary e la cantante Anna Wongi, e riprendendo Olive Fried e Gemma Moroni. Sarà a Roma, in avanspettacolo, dal 20 maggio al 9 giugno al Brancaccio e dal 10 al 23 giugno al Savoia. Al Brancaccio, prima di Totò, avremo Dezan e Bluette Navarrini.
«Film», 20 aprile 1940
AL VALLE mercoledi sera debutto della Compagnia di Fantasie Comiche, formata dall'organizzazione musicale Epifani con Totò, la Vary, Olivia Fried, Anna Vongi, il Balletto "Europa" con la nuova edizione della rivista: "L'ultimo Tarzan". [...]
«Il Messaggero» 29 aprile 1940
Totò è tornato al Valle dopo un lungo e - ci dicono - trionfale periodo di permanenza in A.O.I., con la Compagnia rinverdita di nuovi elementi, presentando una spassosa rivista di cui egli stesso è l'autore: Tra moglie, marito, la suocera e il dito.
«Film» 11 maggio 1940
Varietà - Totò al Valle
Da qual prodigioso burattinaio sìa stato costruito questo curioso fantoccio animato, tutto sàpido dì lazzi e sberleffi che hanno il mordente della satira, dotato di una maschera comica ridotta a pelle, nervi ed osso, ma talmente espressiva da sembrar creata di un artefice strambo, desideroso di realizzare plasticamente la quintessenza del l'espressione pura; questo pupazzo disarticolato nella inarmonica e caricaturale figura fisica, al punto di sovvertire le più elementari leggi anatomiche, non sappiamo. Certo ci sembra oggi la figura più significativa del teatro di rivista italiano: qualche cosa di mezzo fra il mimo, la marionetta, il macchiettista ed il vecchio e glorioso Pulcinella del Teatro San Carlino, fusi in un tipo nuovo, modernamente paradossale, che forse tutti li rammenta, ma da tutti si distingue. Totò è tornato al Valle, dopo un lungo e — ci dicono — trionfale periodo di permanenza in A. O. I., con la Compagnia rinverdita di nuovi elementi, presentando una spassosa rivista di cui egli stesso è l'autore, Tra moglie e marito, la suocera e il dito.
Tutto l'intreccio è nella narrazione dei guai che il disgraziato Getullio Indivia, pur avendo vinto alla Lotteria di Tripoli una bella valigia zeppa di milioni, subisce per colpa di tre indemoniate arpie: moglie, cognata e suocera, fino ad essere costretto a fingersi pazzo furioso, per riacquistare così l'autorità coniugale. Motivo — come si vede — non peregrino, ma svolto e soprattutto interpretato da Totò con arguta sensibilità e coloriti contrasti comici, ottimamente coadiuvato da Passarelli, attore intelligente che sa valersi di una recitazione naturalmente efficace.
Passiamo in rapida rassegna lo stuolo delle avvenenti soubrette: bellissima Olivia Fried, che ha guadagnato in fascino femminile quanto ha perduto in abbondanza di forme (ed ha perduto molto). Ci è sembrata in deciso miglioramento, come donna e come artista, Bea Vary, più che come subretta ci è piaciuta nel suo vecchio ruolo di maliziosa ed abile ballerina. Apparve squisitamente elegante quando ravvivò la sua bionda grazia, con una festosa acconciatura spagnola, anche se aveva prima deluso i suoi ammiratori, indossando una lugubre e modesta marsina a maglia nera. Anna Vongi fisicamente possiede il fascino esotico di una statuina giapponese, fascino che ella accresce e quasi esaspera con le malizie di una sapiente truccatura. Artisticamente, possiede pregevoli mezzi vocali. Vorremmo in lei un maggior senso di misura, vorremmo che evitasse le inutili note sopracute, le gigionesche ed arbitrarie cadenze e fiorettature, specie là dove il compositore non si è mai sognato di scriverle. La giovane Vongi ha un notevole temperamento interpretativo ed abbiamo fiducia nelle sue istintive qualità che deve sorvegliare e potenziare naturalmente, senza) stemperarle in una soprastruttura artificiosa.
Le due prime danzatrici, Elias Cappellini e Janka, partecipando al coro delle ragazze, ma esibendosi poi separatamente, la prima in una suggestiva danza orientale, e la seconda in una orgiastica cucaracha, hanno fatto il possibile per convincerci di quanto sia più facile essere delle leggiadre soliste, quando il dèmone della danza invade corpo ed anima, che non modeste ballerine di fila, disciplinate ed attente. E ci sono perfettamente riuscite. Allestimento scenico e costumi, sufficientemente decorosi. L’orchestra del Maestro Frustaci ha avuto lievi indecisioni, nel difficile compito di seguire le geniali improvvisazioni comico-musicali di Totò e le meno genali fantasie di qualche cantante, che divideva i tempi così, alla buona, senza preccuparsi troppo degli aurei insegnamenti che Pasquale Bona impartisce nel suo Metodo di solfeggio.
Nino Capriati, «Film», 11 maggio 1940
Corre insistente voce che la compagnia Totò, gestita dal comm. Epifani, sia stata rilevata dall'editore Cesarino Bixio, il quale avrebbe anche intenzione di far girare al noto comico napoletano alcuni film.
«Film», 25 maggio 1940
AL BRANCACCIO Totò, il re dei comici, proseguendo nella serie dei grandi successi che accompagnano i suoi spettacoli, presenterà stasera la nuova rivista «90... fa la paura», fantasia grottesca da molti quadri e moltissime scene comiche. Avrà a fianco l'Anna Vongi, Olivia Freid, Bea Vary, Gemma Moroni, Elena Sollazzo, Janka, Passarelli, gli altri ed il Balletto Europa. Orchestra diretta da P. Frustaci.
«Il Messaggero», 27 maggio 1940
Spettacolo teatrale all'ospedale Celio per i feriti di guerra presenziato dall'Ecc. Soddu
Roma, 12 luglio, notte
Nel cortile d’ingresso dell’Ospedale Militare del Celio, addobbato con festoni e bandiere, si era radunata gran parte dei feriti giunti nei giorni scorsi dal Fronte occidentale; e questo solo fatto di essere fuori dalle corsie, all’aperto, dimostra l’eccellente stato della loro salute, il rapido risanamento cui le amorose cure del medici e delle infermiere hanno avviato questi reduci segnati nella carne dalle cruente stimmate della combattuta vittoria.
Erano seduti a semicerchio dinanzi a un palco improvvisato nella notte, sul quale doveva svolgersi uno spettacolo teatrale. La rappresentazione, la prima del genere, era stata quasi improvvisata sotto gli auspici del Ministero per la Cultura Popolare, d’accordo con l’Opera Nazionale Dopolavoro e le Federazioni nazionali degli industriali dello spettacolo e del lavoratori dello spettacolo. Ma anche così affrettatamente disposta è risultata di pieno gradimento del valorosi ospiti del Celio che hanno sentito e riconosciuto in questa gentile iniziativa un altro di quei segni di attenzione affettuosa da cui si sentono, ogni giorno circondati.
Allo spettacolo hanno spontaneamente preso parte diversi artisti di varietà, le signorine Battistini e Bertini del Centro sperimentale di musica e danza, che hanno cantato alcune canzoni di attualità, Guido Riccioli e Nanda Primavera, che si sono presentati in alcuni numeri del loro repertorio; i fratelli De Rege i quali hanno eseguito diversi del loro più divertenti scherzi comici, e il popolare Totò che, coadiuvato dalla Sollazzo, dalla Melidoni, dalla Grumbaum, dal Panchetti, dal Gigante, dal Menoni e dal Collier! ha recitato una esilarante farsa.
In un intervallo le artiste hanno distribuito sigarette ai feriti. Allo spettacolo assistevano numerosi invitati fra cui. accompagnato dal Direttore della Sanità Militare e dal Direttore dell’Ospedale, il Sottosegretario alla Guerra generale Soddu, il quale, dopo avere rivolto un fraterno e affettuoso saluto al feriti, si é lungamente intrattenuto con essi.
«La Gazzetta del Popolo», 13 luglio 1940
Un'interessante contesa giudiziaria ha messo in questi giorni a rumore gli ambienti teatrali napoletani. Il notissimo impresario Aulicino, che per tre anni aveva scritturato, alla paga giornaliera di lire mille, Il comico Totò, con l'obbligo di recitare in rivista, versandogli inoltre seimila lire di anticipo, ha citato il Marchese Antonio De Curtis (Totò) per inadempienza contrattuale, essendosi questi impegnato successivamente con la Capitani Film di Roma. L'Aulicino richiede la penale di centomila lire prevista dal contratto e la restituzione dell’anticipo versato. Totò sostiene invece che la parte avversa ha perduto ogni suo diritto per non avere avanzato in tempo utile presso l'Ufficio di collocamento di Roma la richiesta di disponibilità per poter stipulare regolarmente il contratto di assunzione.
C., «Film», 27 luglio 1940
Per delega del Ministero della Cultura Popolare, l’Opera Nazionale Dopolavoro ha costituito due formazioni teatrali per le Forze Armate. Una ha già debuttato in Sicilia con notevole successo. E' composta 4 seguenti artisti: Trio Bonos, Eduardo Scavignus con le sue otto fantasiste, che prescnta un numero di canto, ballo ed attrazione musicale, l'Orchestra Prat, il comico Sforza, la Floveri, Grazia Nori e l'illusionista l’Idiota misterioso.
La seconda, che avrà anche la durata di circa un mese, dopo uno spettacolo d’eccezione per le truppe del Presidio di Roma, che per la diligente attività organizzativa dell’Ufficio Collocamento Operetta Rivista e Varietà della Federazione Lavoratori dello Spettacolo, ha avuto anche l’adesione di Totò, Maddalena, Clely Fiamma, Passarelli e dei Fratelli De Rege, riunisce: il gruppo comico Amendola, il Balletto Rivas, l'orchestra Lacalamita, Fulvio Pazzaglia e Tiola Silenzi ed i cascatori comici Vitali e Corvey, oltre l’illusionista D Anselmi.
«Film», 10 agosto 1940
I "divi" tornano da Venezia dopo aver assistito alla "Settimana cinematografica italo-tedesca". Ecco Elli Parvo, Paola Barbara, Totò e Leda Gloria, sorridenti al saluto degli ammiratori. Nell'altro finestirno si intravede Amleto Palermi, indifferente a tanta contentezza.
«Film», 21 settembre 1940
Il fatto più nuovo della settimana: Totò si è offeso mortalmente perchè un giornalista ha scritto di lui: comicità da clown. «Clown in inglese vuol dire pagliaccio», ha protestato allungando il collo.
«Tempo», 10 ottobre 1940
Oggi l'inchiesta sulla produzione ci porta negli uffici della «Capitani Film». La Società ha tradizioni elettissime e, dopo due anni di sosta, è tornata al lavoro con un complesso di realizzazioni che la pongono nettamente all'avanguardia dell'industria cinematografica nazionale.
Abbiamo subito avuto la rivelazione di un lavoro serio, silenzioso, ordinato. Gente che sta a tavolino, diligentemente, e quasi in umiltà; e annota e trascrive cifre in colonna e conti che tornano fino al centesimo, perchè cosi vuole la regola prima della Casa. Ci ritroviamo in uno stanzone dal soffitto basso, disadorno e un po' triste, con una lampada ad ogni tavolo. La prima impressione è quella di entrare nello studio di un notaio e non in quello di un produttore cinematografico.
Liborio Capitani ha legato il suo nome ad imprese industriali di eccezionale fortuna. Chi lo conosce ne ha potuto apprezzare le schiette abitudini di lavoro e di vita, l'ingegno pronto, le accortezze sagaci. Capitani è nato per costruire e ha sempre costruito, spesso con coraggioso istinto, sempre con pazienza e tenacia, su fondamenta sicure. Viene dalla gavetta. Ha fatto tutto da sè. Ha maneggiato i ruvidi strumenti dell’artigiano. Ha imparato che la fortuna si conquisa solunto con un lavoro continuo e faticato. Non ha mai cercato avventure, ha sempre misurato i suoi passi. Ha fatto il «produttore» con una chiarezza e un'onestà senza pari. E di tutto ciò il buon Capitani ha ben ragione di sentirsi orgoglioso.
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Troviamo al tavolo da lavoro, e proprio in quello stanzone che sembra più lo studio di un notaio che non quello di un produttore, l'avv. Giuseppe Sylos, di Capitani antico e fedelissimo collaboratore.
E‘, in questi giorni, intento all'ultima fatica: la direzione della produzione di San Giovanni decollato, il film che Palermi dirige con l'aiuto di Giorgio Bianchi e del quale vogliamo occuparci ampiamente in un prossimo numero. Sylos è un uomo ordinato e scrupoloso; e segue da anni la buona norma della Casa: lavorare in silenzio e con serietà. E' lui che a ricorda, premurosamente, le tappe del fortunato cammino di Capitani.
L'inizio dell'attività avvenne nel 1932, con Cercasi modelli (interpreti Elsa Merlini e Nino Besozzi) e in Una notte con te in edizione italiana e tedesca. L'anno seguente La canzone del sole (con Lauri Volpi, De Sica e Melnati) ebbe vasta fortuna e fu venduto in tutto il mondo e persino in Cina e nel Siam.
Con Elsa Merini, Capitani produsse tutti quegli altri film che, sulla scia della Segretaria privata ne rinnovarono, allora, in varia misura la rinomanza. Cosi Paprika, Lisetta, Melodramma; é cosi quella Ginevra degli Almieri che vide il primo debutto del nostro maggiore attore cinematografico, Amedeo Nazzari.
Il caso Haller, nel 1933, segnò il debutto cinematografico di Marta Abba che più tardi con l'interpretazione di Teresa Confalonieri doveva fare ottenere alla «Capitani» l'ambitissima «Coppa Mussolini 1934» Ricordiamo inoltre fra gli altri, Impiegata di papà e Porto (con Elsa De Giorgi) e quel delizioso Re Burlone che fu magistralmente interpretato da Armando Falconi e che fece debuttare una delle nostre attrici di più vibrante temperamento, Luisa Ferida.
Un primato indiscusso spetta a Capitani in materia di film comici, il succeso popolare che ebbero i film del grande Angelo Musco fu addirittura sbalorditivo e su quel successo poggiò la produzioni «Capitani» negli anni 1934-1937. L'eredità dello zio buonanima, L'aria del continente, Re di denari, Lo smemorato, Pensaci Giacomino, Gatta ci cova e Il feroce Saladino, film che per la prima volta ci fece ammirare il dolcissimo volto di Alida Valli.
Sotto l'insegna della più festosa comicità, si affermarono, infine, Felicita Colombo (con Falconi e la Galli) e Gli ultimi giorni di Pompei (con Viarisio)
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Dopo due anni di riposo, Capitani è attualmente alla ribalta con un gruppo di film in tutto degni della sua tradizione. Un film ricco di colore, movimentato nella vicenda e suggestivo nel suo significato è stato Il Cavaliere di Kruja, primo film italiano girato in Albania e che è stato presentato alla recente manifestazione di Venezia e, in questi giorni, felicemente accolto dal pubblico italiano.
Ed ecco che, ancora una volta, Capitani viene incontro (con ben quattro film di nuovissima avventura comica) al popolare favore, presentando le ultime interpretazioni di Macario e di Totò.
Di Il pirata sono io, che Mario Mattoli ha mirabilmente diretto, ci siamo già diffusamente occupati su queste colonne riferendone le interessanti fasi di lavorazione. Mario Mattoli ha, inoltre, ormai ultimato il montaggio di Non me lo dire, il secondo film interpretato quest'anno da Macario, accanto a quella graziossima attrice che è Silvana Jachino e a Vanda Osiri che inizia con questo film la sua carriera di diva cinematografica.
Circa la presente attività produttrice abbiamo raccolto le notizie più promettenti. Due film esilaranti di brio, e dì gustoso sapore lanceranno a bandiere spiegate Totò. Il primo sarà San Giovanni decollato (tratto dalla nota commedia di Martoglio) e in esso Totò, idolo del pubblico delle Riviste e del Varietà otterrà finalmente la sua squillante affermazione cinematografica. Amleto Palermi — che di attori se ne intende, e come! — ci ha parlato di lui con affettuoso entusiasmo mettendone in evidenza l'estroso talento e l'originalissima personalità.
Il secondo film di Totò sarà mesto in cantiere appena ultimato San Giovanni decollato, sarà diretto da Camillo Mastrocinque e s'intitolerà, a quanto c'informano. L'allegro fantasma.
Minimo, «Film», 12 ottobre 1940
Rivista e Varietà
La Compagnia Totò, di cui ha la gestione Epifani, amministratore Gigante, ha riunito quest'anno un complesso di particolare importanza. Leggiamo nell'elenco artistico i nomi di Anna Magnani, che ritorna così alla rivista, Wera Worth, Paola Orlova con Mario Castellani, Fausto Tomei, Lia Origoni. Epifani è in trattativa con una subretta ungherese di eccezionale valore.
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Sempre a Cinecittà, e precisamente nel padiglione cinefonico, continuano le riprese del nuovo brillantissimo film della produzione Capitani San Giovanni decollato, affidato all’interpretazione di Totò, Titina De Filippo, Bella Starace Sainati, Mari) Siletti, Augusto Di Giovanni, Silvana Jachi. no, Osvaldo Genazzani e Franco Coop. Amleto Palermi si è assunto la regia di questo brillantissimo film della Capitani che sarà distribuito sugli schermi italiani dall'Enic.
«Film» 19 ottobre 1940
Anche il nuovo film di Totò, che per ora si intitola «L'allegro fantasma», prodotto dalla Fono-Roma e che doveva essere diretto da Franciolini e Faraldo con la supervisione di Camillo Mastrocinque, sarà diretto invece da Amleto Palermi che attualmente sta ultimando il montaggio di «San Giovanni decollato»
«Film» 2 novembre 1940
Vi amo, Totò, e lasciate pertanto che io vi racconti la trama del mio ultimo romanzo. La protagonista è una bellissima giovinetta, ignara delle brutture della vita. Abita in una soffitta di Corso Vinzaglio, lavora e sogna. Ma il destino ordisce la sua perfida trama. Improvvisamente voi, Totò, sgusciate nella stanza. Un sussulto, un grido. Sul vostro volto aristocratico la fanciulla decifra le stimmate del vizio e del libertinaggio più sfrenato. Che fare? Prima che riusciate soltanto a sfiorarla, l'infelice salta sul davanzale e grida:
— Indietro! Vi riconosco, infame! Siete il seduttore di Rina, l'angelo delle Alpi, e di Maria, la sartina di Corso Oporto! Ma non tutte le ciambelle riescono col buco! Sono povera, ma onesta, e preferisco la morte al disonore! Brevi ma tragici istanti trascorrono... Invano voi, Totò, le sussurrate che avrà pellicce, carrozze, gioielli ed applausi al Brancaccio... Pallida ma decisa, ella vi risponde:
— No! Fate ancora un passo, Totò (marchese Antonio De Curtis), ed io mi lascerò cadere nel vuoto! Un gemito, un tonfo sordo. Come avrete intuito, amico mio, la illibata fanciulla è la nostra cinematografia, con la quale vi saluto.
Carolina Invernizio e, per c.c. Giuseppe Marotta
«Film», 2 novembre 1940
Si sono ormai concluse le riprese del "San Giovanni decollato". Questa nuova edizione cinematografica della celebre commedia di Nino Martoglio, tanta più attesa in quanto è affidata alla interpretazione di un attore dal singolarissimo temperamento quale Totò, ha raccolto un complesso di attori comici di grandi risorse e di tecniche di provato valore. Interpreti di San Giovanni decollato, oltre a Totò, sono: Titina De Filippo, Bella Starace Sainati, Silvana Jachino. Franco Coop, Osvaldo Genazzani, Augusto Di Giovanni, Maso Marcellini, Mario Siletti. Eduardo Passarelli, Peppino Villani, Gorella Gori, Giacomo Almirante, Enrico Petacci, Renato Guantoni, Oreste Bilancia, Raffaele Balsamo, ecc.
«Film» 9 novembre 1940
Ad ogni suo apparire il pubblico rideva e la risata nasceva piena e si propagava irresponsabile e contagiosa; [...] bastava un semplice atteggiamento, un’espressione qualsiasi del protagonista a suscitare lo scoppio del più generale e felice ottimismo; la prima rivelazione delle indiscutibili virtù comiche di Totò attore cinematografico.
Silvano Castellani, Comicità di Totò, «Film», n. 47, 23 novembre 1940
Domani sera, vigilia di Natale alle ore 21, la Compagnia delle Grandi riviste Totò con Anna Magnani e tutto l'eccezionale complesso artistico, presenterà la nuovissima rivista di Michele Galdieri: «Quando meno te l'aspetti». Prenotazioni al numero 40-910.
«Il Messaggero», 23 dicembre 1940
Il Quattro Fontane s'è riaperto ieri con uno spettacolo divertente e festoso. Una nuova rivista di Michele Galdieri, nella quale lo spirito è felicemente alternato con motivi musicali e coreografici. Quando meno te l'aspetti appartiene al genere fortunato degli spettacoli di Galdieri. Numerosi quadri sono di natura parodistica e satirica, e da questo punto di vista sono certamente i più gustosi dello spettacolo. Allusioni abbastanza trasparenti ad avvenimenti del mondo cinematografico sono state accolte dal più vivo consenso del numeroso pubblico. Naturalmente anche in questa rivista non mancano i rituali sacrifici alla Signora dalle camelie; cosi come non manca il quadro d’ispirazione letteraria, con toni comico-morale-crepuscolari. Ma il tutto è sapientemente combinato, dosato e agitato prima dell'uso, cosi che il pubblico ha riso largamente s'è riempito gli occhi di luci e muliebri esibizioni e gli orecchi di allietanti musichette. Gaidieri ha il segreto di questo genere di riviste, di cui il motivo dominante è tratto dalla vita di ogni giorno osservata attraverso le lenti di un buon senso allegro e disinteressato Ed ecco perchè i quadri apertamente farseschi e parodistici sono più apprezzati dalla platea di quelli volutamente satirici e moraleggianti.
Totò in uno spettacolo che non si reggeva solo sulle sue spalle, ha avuto modo di mettere in miglior luce la sua personalità di mimo e di comico di gran razza. Il suo apparire è stato sempre salutato da ilarità istintiva, ogni sue mossa, anche le più classiche e stereotipate, è apparsa irresistibile. Anna Magnani, entrata festosamente in scena attraversando la platea, ha dominato numerosi quadri, ha ottenuto il più vivo successo personale. Ella ha recitato e cantato con finezza e brio, soprattutto ha spiegato il suo seducente estro parodistico.
Un ottimo complesso artistico ha fiancheggiato Totò e Anna Magnani. Vera Worth. Paola Orlova, Paola Paola. Minnie Eva, Castefiani. Merryfield Harry Fiest hanno cantato e danzalo a meraviglia. Lia Origoni, bruna e malinconica s'è fatta applaudire con le sue canzoni. Massimo Ungaretti è apparsa più volte sotto molteplici cesti; e nel finale — un'indovinata rievocazione di antiche operette — fu visto addirittura in tenuta d miliardario. Applausi a non finire agli interpreti all’autore. Da stasera avranno inizio repliche
Vice, «Il Messaggero», 26 dicembre 1940
Altri artisti