Articoli & Ritagli di stampa - Rassegna 1950



Indice avvenimenti importanti

30 maggio 1950 un curioso fatto accadde in casa de Curtis: il fedele Pippo, il cane di Liliana, venne smarrito durante una passeggiata. Conoscendo l'amore di Totò per gli animali, vennero interessati molti giornali per facilitare le ricerche.

Totò contro Scalfaro: lo strano caso del prendisole luglio 1950. Cronaca della "sfida" fra Antonio de Curtis e l'onorevole Oscar Luigi Scalfaro, futuro presidente della Repubblica

Maschera d'Argento  settembre 1950

Ottobre 1950 Totò è al cimitero di Poggioreale con i suoi familiari per la costruzione della cappella gentilizia della famiglia de Curtis

Indice della rassegna stampa dei film per l'anno 1950

Totò cerca moglie (distribuito il 13 marzo 1950)

Napoli milionaria (distribuito il 12 giugno 1950)

Figaro qua, figaro là (distribuito il 29 settembre 1950)

Totò Tarzan (distribuito il 28 ottobre 1950)

Le sei mogli di Barbablù (distribuito il 7 novembre 1950)

Totò sceicco (distribuito il 21 novembre 1950)

47 morto che parla (distribuito il 19 dicembre 1950)

Altri artisti ed altri temi


Totò

Articoli d'epoca, anno 1950

Totò impugnerà la spada di Don Chisciotte (L’Unità, 19 febbraio 1950) – Dal soggetto di Zavattini & co. al sogno proibito di Totò

Totò impugnerà la spada di Don Chisciotte Dal soggetto di Zavattini & co. al sogno proibito di Totò A colloqui con il regista Aldo Vergano - Il celebre comico in un personaggio paradossale - La trama del film - Il successo di Vergano in Polonia e la…
Carlo Lizzani, «L'Unità», 19 febbraio 1950 - Disegno di Majorana
1370

Totò si prepara a morire (La Settimana Incom Illustrata, 23 settembre 1950) – Eduardo De Filippo porta Napoli milionaria al cinema, Totò è don Pasqualino.

Totò si prepara a morire Eduardo De Filippo porta Napoli milionaria al cinema, Totò è don Pasqualino. Totò è don Pasqualino: il “personaggio coro”. Dal teatro al cinema: cosa cambia in Napoli milionaria Napoli milionaria è stata la prima di una…
«La Settimana Incom Illustrata», anno III, n.37, 23 settembre 1950
1668

Il cinema ha rubato Totò

Il cinema ha rubato Totò “Figaro qua figaro là”, il film nel quale il popolare comico rifà a modo suo il Barbiere di Siviglia, è il primo della serie che costringe l’attore ad abbandonare quest’anno la rivista Negli ambienti teatrali si dà per…
Mario S. Martelli, «Settimo Giorno», anno III, n.40, 5 ottobre 1950
1175

Totò visto da un americano

Totò visto da un americano I tre comici più interessanti che abbia visto in Italia sono Macario, Rascel e Totò. Totò è di gran lunga il migliore, non soltanto perchè fa più cose e con maggiore abilità, ma anche perchè la sua presenza, la sua…
Eric Bentley, «Teatro», anno II, n.18, 20 ottobre 1950
756
13 Dic 2021

Le canzoni di Totò: brani, curiosità e rassegna stampa

Le canzoni di Totò: brani, curiosità e rassegna stampa «Malafemmena» e le altre... Io c'ho due hobby, uno scrivere canzoni e un altro che non posso dire. Io scrivo canzoni per hobby e sostengo a spada tratta che le canzoni bisognerebbe scriverle…
Daniele Palmesi, Federico Clemente
2569
17 Gen 2014

Totò e la nobiltà: la casta è casta e va rispettata...

Totò e la nobiltà: la casta è casta e va rispettata... 📜 Indice degli Argomenti 🔍Premessa 📅Cronistoria processuale 📄Documentazione ufficiale 🧬Discendenza nobiliare 🖼️Galleria e rassegna stampa ⚔️Gli antagonisti 🏰Cava e Somma Vesuviana ❓Le voci…
Daniele Palmesi, Federico Clemente
15356
04 Mar 2016

La cappella gentilizia della famiglia de Curtis a Napoli

La cappella gentilizia della famiglia de Curtis a Napoli Perché, principe? Ha paura di morire? No, di morire no. La morte è una cosa naturale e averne paura è da fessi. Io, la prima cosa che ho fatto quando ho guadagnato nu poco di soldi, è stato…
Daniele Palmesi, Federico Clemente
9445
20 Mag 2017

Eduardo, Totò e Napoli milionaria: una verità complicata

Eduardo, Totò e Napoli milionaria: una verità complicata La lettera di Totò a Eduardo Il 1949 per Eduardo De Filippo è un anno intenso di lavoro di sceneggiatura. Il 26 marzo Antonio de Curtis gli invia una lettera: Caro Eduardo,mi ha scritto Carlo…
Maurizio Giammusso, Daniele Palmesi, Federico Clemente, Giovanna Grassi, «Corriere della Sera», 18 febbraio 1983
7101
26 Gen 2014

47 morto che parla (1950)

47 morto che parla Buongiorno cavaliere, lei campa ancora? Quanti anni ha? Novantasette? Mi pare che lei stia esagerando. Si decida, si decida.Barone Antonio Peletti Inizio riprese: novembre 1950, Studi Titanus RomaAutorizzazione censura e…
Daniele Palmesi, Federico Clemente
12759
26 Gen 2014

Figaro qua, figaro là (1950)

Figaro qua, figaro là Se dovete fucilarmi... fucilatemi pure, ma almeno salvatemi la vita!Figaro Inizio riprese: giugno 1950 - Stabilimenti Scalera Film, RomaAutorizzazione censura e distribuzione: 29 settembre 1950 - Incasso lire 435.200.000 -…
Daniele Palmesi, Federico Clemente
9788
27 Gen 2014

Le sei mogli di Barbablù (1950)

Le sei mogli di Barbablù Siamo attesi? Credevo fossimo a Napoli...Nick Parker/Esposito Inizio riprese: agosto 1950, Stabilimenti Scalera, RomaAutorizzazione censura e distribuzione: 7 novembre 1950 - Incasso lire 276.100.000 - Spettatori 2.654.808…
Daniele Palmesi, Federico Clemente
8486
27 Gen 2014

Napoli milionaria (1950)

Napoli milionaria La vita è una lotta continua e discontinua.Pasquale Miele Inizio riprese: ottobre 1949, Studi Titanus Farnesina RomaAutorizzazione censura e distribuzione: 12 giugno 1950 - Incasso lire 446.700.000 - Spettatori 4.635.125 Titolo…
Daniele Palmesi, Federico Clemente
13234
27 Gen 2014

Totò cerca moglie (1950)

Totò cerca moglie Vorrei una moglie, possibilmente di prima mano.Totò Inizio riprese: gennaio 1950, Stabilimenti Titanus, RomaAutorizzazione censura e distribuzione: 13 marzo 1950 - Incasso lire 296.700.000 - Spettatori 2.852.885 Titolo originale…
Daniele Palmesi, Federico Clemente
10131
30 Gen 2014

Totò sceicco (1950)

Totò sceicco Hai perso un occhio per la causa? Mi dispiace, ma chi te lo fa fare a perdere tempo con le cause? Vanno sempre per le lunghe e poi gli avvocati costano cari. Non fare il causillo!Antonio Sapone Inizio riprese: settembre 1950,…
Daniele Palmesi, Federico Clemente
14410
30 Gen 2014

Totò Tarzan (1950)

Totò Tarzan La mia età? Quattro eclissi, due alluvioni e un pediluvio. Lo so, non dimostro i miei anni, nella foresta mi danno tutti un pediluvio in meno.Antonio Della Buffas Inizio riprese: settembre 1950, Stabilimenti Titanus, RomaAutorizzazione…
Daniele Palmesi, Federico Clemente
11833

Articoli d'epoca, anno 1950

Totò impugnerà la spada di Don Chisciotte (L’Unità, 19 febbraio 1950) – Dal soggetto di Zavattini & co. al sogno proibito di Totò

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Le canzoni di Totò: brani, curiosità e rassegna stampa

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04 Mar 2016

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20 Mag 2017

Eduardo, Totò e Napoli milionaria: una verità complicata

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26 Gen 2014

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26 Gen 2014

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9788
27 Gen 2014

Le sei mogli di Barbablù (1950)

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8486
27 Gen 2014

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13234
27 Gen 2014

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30 Gen 2014

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14410
30 Gen 2014

Totò Tarzan (1950)

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Daniele Palmesi, Federico Clemente
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L'attore Totò

Il comico Totò ha aderito con la sua Compagnia, alla manifestazione di protesta di tutta la cittadinanza ferrarese per i luttuosi fatti di Modena, sospendendo lo spettacolo e rimborsando gli spettatori. Alla nostra domanda: «Cosa ne pensa, del luttuosi fatti di Modena?», Totò ha risposto: «Io penso che noi italiani ci si dovrebbe voler bene tutti quanti, specie in questi momenti».

«L'Unità», 7 gennaio 1950


Sua Altezza Totò

CARAVAGGIO, 10 gennaio 1950

Egregio Direttore,

ho letto nella sua rivista che il comico Totò ha diritto al titolo di Altezza Imperiale in qualità di discendente della più antica dinastia d'Europa. Nello stesso articolo si aggiunge che Totò avrebbe la potestà di conferire il titolo di principe, duca ecc., essendo fornito di tutte le prerogative reali. Ora con un mio amico si è discusso sul fatto che questa ultima è una prerogativa solo di sovrani regnanti, e che quindi Totò, per quanto antico possa essere il suo lignaggio, non potrebbe assolutamente non solo cedere ma neppure conferire alcun titolo di nobiltà, come è invece affermato nell’articolo.

Risponde a verità questo? Desidereremmo una sua chiarificazione. La ringrazio.

Gianfranco Tartaglia

La questione è molto discussa tn Questo momento in Italia. Alcuni esperti sono di un avviso, altri di contraria opinione. Effettivamente, solo l sovrani regnanti usano conferire titoli e onori. Quelli in esilio se ne astengano con discrezione. Cionondimeno la loro potestà resta teoricamente intatta.

«La Settimana Incom Illustrata», 21 gennaio 1950


Il regista di "Don Chisciotte"... con Totò protagonista, sarà Aldo Vergano, il quale intanto si accinge a dirigere il film già annunciato col titolo Montelepre. Secondo una comunicazione dell'A.R.I., il titolo è stato cambiato per disposizione del ministero dell'Interno che ha anche richiesto l'eliminazione di ogni accenno al bandito Giuliano.

«Cinema», 30 gennaio 1950


Oggi alle ore 21 replica della spettacolosa rivista «Bada che ti mangio!», nuova edizione, nell'elegantissimo spettacolo della Grande Compagnia Totò, con Mario Castellani, Lia Origoni, Laura de Lauri, Galeazzo Benti.

«Il Messaggero», 22 gennaio 1950


Il popolarissimo Totò, il comico n.1 delle scene e dello schermo, farà la sua puntatina anche a Bari. L'attesissimo debutto avverrà il 7 marzo sulle scene del Piccinni. Circondato da un complesso artistico di prim'ordine, il Marchese Antonio De Curtis, Totò per gli amici, porterà nella nostra città l'applauditissima e sfarzosa rivista di De Curtis e Galdieri Bada che ti mangio. Le prenotazioni si ricevono da oggi al botteghino del teatro.

«Cinesport», 14 febbraio 1950


1950 03 01 Teatro Toto Baule LEsperienze di camrino: Totò è perplesso. Prese le misure ha dovuto convincersi che il suo vecchio baule-armadio non è in grado di ospitarlo

«Teatro», anno II, n.5, 1 marzo 1950


«Cinesport», 1 marzo 1950


«Cinema», 10 marzo 1950 - Incassi dei film di Totò


Il cane di Totò scomparso da Roma

ROMA, 30 maggio

Il marchese Antonio De Curtis, più noto con il nome di Totò ai pubblici teatrali e cinematografici, è disperato. Il cane Pippo, che egli considera il suo migliore amico, è improvvisamente scomparso. Questo cane doveva partecipare con Totò ad un film di cui sta per essere iniziata la lavorazione. Due sere fa il cane era sceso, come al solito, nel giardinetto della villa abitata da Totò, secondo il suo solito, « per prendere una boccata d’aria prima di andare a dormire », come ha spiegato il suo padrone; poi non è rientrato, fuggito con una cagnetta? Rapito? O semplicemente bisognoso di solitudine? Totò ne ha denunciato la scomparsa ed ha promesso una buona ricompensa a chi gli riporterà il cane.

«Gazzetta del Popolo», 31 maggio 1950


TOTO' CERCA MOGLIE

Distribuzione: 13 marzo 1950

Qui la rassegna stampa e la scheda completa del film


L'acidiavolo non si fa frate

L’Arcidiavolo Totò per poco non doveva farsi frate. E' stata una confidenza a cui l'artista, di solito riservatissimo, come tutti sanno, m è lasciato andare dopo una visita fatta giorni or sono ad Assisi, quando, cioè, con la sua compagnia recitava al Morlacchi di Perugia, sostando devotamente presso la tomba del Poverello, dicono le cronache locali, in ginocchio sulla nuda pietra del gradino. Arrivato ad Assisi a bordo di una macchina targata Bari Totó chiese ad un frate di fargli da guida nella visita delle tre Basiliche. Fu un osservatore attento e silenzioso ma, per quanto avesse cercato di non dare nell'occhio a nessuno, la voce della sua presenta non mancò di diffondersi. Quando dopo la sosta nella cripta, Totò si trovò, di nuovo, sul piazzale davanti alla vista delia vallata umbra piena di suggestiva poesia e fu circondato da una piccola folla di curiosi, si lasciò andare alle confidenze.

Non nascose la sua commozione che gli aveva fatto provare e, poiché, confidenza chiama confidenza, gii si affacciò alla mente e parlò brevemente di un proposito formulato nei suoi giovanissimi anni, quando per una delusione amorosa, aveva deciso di abbracciare la vita religiosa a Padova fra i medesimi frati minori conventuali, custodi dei due più insigni santuari del francescanesimo. Totò non disse come poi cambiò idea. Era tardi e bisognava rientrare a Perugia per la recita. Due ore dopo Antonio de Curtis, Griffo Focas Principe Imperiale di Bisanzio, Duca di Cipro, come dice il biglietto lasciato ad Assisi, era ancora l'Arcidiavolo in caccia di anime da spedire all’Inferno, ripetendo sulle tavole del vecchio Morlacchi la poco francescana frase «Bada che ti mangio».

«La Settimana Incom Illustrata», 1 aprile 1950


Firenze, aprile

I corrispondenti perugini mandano ai giornali dì Firenze la straordinaria notizia che Totò si è incontrato con San Francesco. Raccontano che lunedì scorso il popolarissimo comico che sì trovava a Perugia per alcune rappresentazioni è giunto ad Assisi su una bella auromobile targata BA insieme ad alcune graziose subrettine della sua rivista. L’artista si è subito recato alla basilica di San Francesco ad ha fatto chiedere al superiore di poter essere accompagnato da un frate nella visita delle tre chiese. Totò naturalmente era in incognito e il padre guardiano è stato un poco meravigliato di vedersi arrivaree un biglietto da visita su cui era scritto: Antonio De Curtis Griffo Focas, principe imperiale di Bisanzio, Duca di Cipro.

Sceso nella cripta, davanti alla tomba di San Francesco il popolarissimo comico, colto da segni evidentissimi di una viva commozione si è gettato in ginocchio sulla nuda pietra, ed è rimasto raccolto lunghi minuti, a fronte china. Alcuni curiosi, fra i quali erano dei giornalisti, come sempre indiscreti, si sono fatti intorno all'artista, turbando il suo raccoglimento e pur sottovoce e con sommessi bisbigli formulando domande della più impertinente indifferenza, o cercando di far firmare autografi. Per spiegare tanta devozione al centro francescano allora Totò ha ricordano che da giovane studente a Padova, avendo subito una penosa delusione d’amore (e chi avrebbe immaginato Totò che soffre per una spina d’amore?) aveva voluto abbracciare la vita religiosa e si era presentato ai padri francescani che custodiscono il Santuario del Santo a Padova, domandando d’esser novìzio. I frati però, dopo breve e facile esame, lo avevano invitato a riflettere meglio sulla sua vocazione. Infatti...

Marco Marchini, «Il Piccolo di Trieste», 3 aprile 1950


Totò cerca casa

Il principe De Curtis, in arte Totò, abita a Roma in viale Parioli 41, al secondo piano del palazzo più bello del quartiere, che ha uno scalone di accesso in marmo veramente principesco. L’appartamento di Totò è composto da otto nove stanze, con un salone per réception e un ingresso in marmo rosa davvero lussuosi. Il padrone di casa riceve dall'inquilino famoso, tutto, sommato, una cifra mensile di poco superiore alle cinquemila lire e, naturalmente, non vede l'ora che il comico se ne vada e lasci libero l'alloggio: ogni tanto, per le scale, incontra la figlia di Totò e s'informa sull’andamento dei lavori della villetta che «l'imperatore di Capri» si sta costruendo in fondo al quartiere dei Parioli. La figlia gli risponde che per la fine dell’anno il nuovo alloggio sarà pronto e, finalmente il proprietario potrà affittare uno degli appartamenti del palazzo a un prezzo più ragionevole; un giorno dell'anno scorso, egli ebbe un cortese scambio di vedute sulla questione della casa con il principe De Curtis e alla fine si salutarono da vecchi amici quali sono. Poche sere dopo, nella rivista che Totò rappresentava in un teatro di Roma, comparve il capocomico a raccontare alcune storielle e una delle più divertenti fu quella nella quale prendeva amabilmente in giro i padroni di casa con i fitti bloccati.

«La Settimana Incom Illustrata», 15 aprile 1950


Ermanno Contini, «La Settimana Incom Illustrata», 1 aprile 1950 - Atollo K (filmografia virtuale)


E per chi volesse spiegato meglio il successo di Totò, diremo subito che i tre film seguenti sono tutti interpretati dal nobile comico: L'imperatore di Capri (117 giorni in Italia), Totò le Moko e Totò cerca moglie. Immediatamente dopo seguono II lupo della Sila, Riso amaro, Adamo ed Èva, Botta e risposta, mentre molto più giù nella graduatoria si trovano È primavera (82 giorni), Le mura di Malapaga (75), Cielo sulla palude (74), Campane a martello (72), Amore (55), Gente così (45). E adesso non fate finta di sorprendervi per il fatto che Totò è costretto a interpretare dieci film l’anno, giacché la colpa è vostra, di voi lettori che andate al cinema.

Italo Dragosei, "Hollywood", 1950


È l’espressione tipica di due aspirazioni diverse e contrastanti. Il pubblico è “Totòmane” perché vuol ridere, divertirsi e non pensare ai guai; i produttori sono “Totòmani” perché vogliono guadagnare tanti denari, per questo, per esempio, molti produttori italiani vanno a vedersi ed a studiarsi Catene [...] Può darsi infatti che dopo la “Totòmania” venga la “Catenomania”.

Roberto Sgroj, "Cine Illustrato", 1950



Misteriosa scomparsa di "Pippo", il cane del comico Totò

Totò, il popolare comico, al secolo il marchese Antonio de Curtis, è disperato perché il suo migliore amico, l'amico per antonomasia è misteriosamente scomparso. Scomparsa che a Totò crea imbarazzi perché l'amico doveva figurare come protagonista in un film di prossima programmazione. In breve, ecco come sono andate le cose: l'altra sera, come di consueto, Pippo (sia ben chiaro che si tratta di un cane) era sceso nel cortiletto del villino dove abita Totò, al viale Parioli 41, per prendere una boccata d'aria prima di coricarsi. Poi, invece di tornarsene a casa, si allontanava per ignota destinazione. Rapito? Fuggito con una cagnetta? Non è dato di sapere con precisione. Totò, in preda a viva disperazione, ha fatto spargere la voce che chi riporterà il suo lupo Pippo color grigio scuro, avrà una buona ricompensa.

«Il Messaggero», 30 maggio 1950


Totò cerca... il cane - Pippo è scomparso: doveva diventare il protagonista di un film del noto comico

Totò, il popolare comico, al secolo il marchese Antonio de Curtis, è disperato perchè il suo migliore amico, l'amico per antonomasia, è misteriosamente scomparso. Scomparsa che a Totò crea imbarazzo perchè l'amico doveva figurare come protagonista in un film di prossima programmazione. In breve ecco come sono andate le cose: l’altra sera, come di' consueto, Pippo (sia ben chiaro che si tratta di un cane) era sceso nel cortiletto del villino dove abita Totò al viale Parioli 41, per prendere una boccata d’aria prima di coricarsi.

Poi invece di tornarsene a casa si allontanava per ignota destinazione. Rapito? Fuggito con una cagnetta? Non è dato sapere con precisione. Totò in preda a viva disperazione ha fatto, spargere la
voce che chi li riporterà il suo Pippo color grigio scuro avrà una buona ricompensa.

«Il Piccolo di Trieste», 30 maggio 1950


Totò ha perso il cane che "girava" nel suo film

Dopo “Totò cerca casa” e “Totò cerca moglie”, il popolare comico napoletano sta girando un film vissuto che potrebbe benissimo intitolarsi “Totò cerca cane”. Da circa tre anni, S.A.I. il marchese Antonio de Curtis, principe della stirpe dei Griffo Focas, gode dell'amichevole compagnia di un lupo grigio scuro, che, a detta del padrone, è una bestia di doti tanto eccezionali da essere riuscito a farlo scritturare per un film che sta girando attualmente. Pippo, tale è il nome dell'animale, è sempre stato poi fedele e ubbidiente. L'altra sera, però, dopo le 21, la giovanissima Liliana - figlia del comico - scese con il cane nel piccolo giardino antistante il villino di via Parioli dove la famiglia De Curtis risiede in un magnifico appartamento abitato in passato da un cardinale.

Pippo era tranquillo come sempre e la padroncina, mentre la bestia scorrazzava nei dintorni, si fermò a chiacchierare con alcuni amici. Dopo una mezz'oretta Liliana decise di risalire in casa e chiamò a gran voce Pippo; ma la bestia non apparve con l'abituale obbedienza; anzi, non si fece affatto viva. Ricerche furono allora iniziate subito nei dintorni, un amico si mise a girare tutti i Parioli con la Topolino. Tutto fu invano: del lupo nessuna traccia. Quando Totò rientro a casa a tarda ora, reduce dagli studi (sta girando il primo dei sei film per cui ha avuto lauti contratti, tanto che potrà riformare la compagnia il prossimo inverno) e apprese la notizia, si allarmò doppiamente; non sono aveva perso un amico, ma anche un compagno di lavoro regolarmente scritturato.

Risalì perciò in macchina e si precipitò dal direttore di un giornale del mattino di cui gode la confidenza, per chiedergli cosa dovesse fare. Il direttore, che ama i gatti, ma rispetta anche i cani, ha pubblicato stamani un trafiletto narrando la vicenda con la promessa di una principesca (è il caso di dirlo) mancia a chi avesse riportato il fuggiasco (è maggio e anche le bestie sentono la primavera) al domicilio dell'attore.
Da stamane, intanto, Liliana gira a Roma alla ricerca di Pippo; Totò telefona ogni mezz'ora dagli studi alla moglie per sapere se è stato ritrovato il transfuga. La signora Diana risponde amareggiata che purtroppo del lupo non c'è traccia. Tuttavia nel corso della giornata ben 25 persone si sono presentate con cani delle razze più disparate (uno è arrivato persino con un bassotto), ma di Pippo nessuna traccia. Per sovraccarico Totò deve godersi i lazzi scherzosi degli amici; uno l'ha fatto addirittura arrabbiare quando gli ha detto: “che vuoi, sciolta la compagnia, disperse gli attori, anche il cane ha voluto seguire gli altri.”

«La Nuova Stampa», 31 maggio 1950


Il cane di Totò scomparso a Roma

ROMA, 30 maggio

Il marchese Antonio De Curtis, più noto con il nome di Totò ai pubblici teatrali e cinematografici, è disperato. Il cane Pippo, che egli considera il suo migliore amico, è improvvisamente scomparso. Questo cane doveva partecipare con Totò ad un film di cui sta per essere iniziata la lavorazione. Due sere fa il cane era sceso, come al solito, nel giardinetto della « per d’aria prima villa abitata da Totò, prendere una boccata secondo il suo solito, di andare a dormire », come ha spiegato il suo padrone; poi non è rientrato, ruggito con una cagnetta? Rapito? O semplicemente bisognoso di solitudine? Totò ne ha denunciato la scomparsa ed ha promesso una buona ricompensa a chi gli riporterà il cane.

«La Gazzetta del Popolo», 31 maggio 1950


Shakespeare come Totò

Il pubblico italiano si orienta, verso i film italiani, a quanto risulta da una statistica effettuata sul primo semestre delia stagione cinematografica in corso. Il gettito delle prime visioni del semestre ha raggiunto i quattro miliardi e 600 milioni di cui 3 miliardi 616 milioni spettano a film americani; 713 milioni circa spettano a film italiani, e 226 spettano a film inglesi. Il migliorato favore coi quale il pubblico accoglie la produzione italiana è documentato dal confronto tra il semestre preso ora in considerazione e il corrispondente semestre della stagione '48-49. La percentuale dei gettiti dovuti ai film americani in questo inizio di stagione è del 78,88 per cento (mentre nell'altra stagione era dell'84,30 per cento) ; la percentuale dovuta ai film italiani è del 15.48 per cento (mentre prima era solo del 10-01 per cento). I film stranieri che hanno raggiunto maggiori incassi sono «Cucciolo» con 131 milioni 272 mila lire e «Giovanna d’Arco» con poco meno. Il film italiano che ha incassato di più è «Totò cerca casa» con 80 milioni 317 mila lire. Il film d'arte di Lawrence Olivier, «Enrico V», ha incassato quasi la stessa cifra: 80 milioni sessanta mila lire. Shakespeare è dunque sullo stesso piano di Totò.

«La Settimana Incom Illustrata», 10 giugno 1950


NAPOLI MILIONARIA

Distribuzione: 12 giugno 1950

Qui la rassegna stampa e la scheda completa del film


Nessun Totò senza Totò

Uno dei quattro film italiani che saranno presentati al Festival internazionale di Venezia, è «Miracolo a Milano» di De Sica. Il titolo originale del film era «Totò il buono», come l'omonimo romanzo di Cesare Zavattini dal quale il soggetto del film è stato tratto. Quando De Sica presentò il piano finanziario per la realizzazione del film a un importante produttore, questi, dopo aver accettato tutte le condizioni, domandò quale fosse la cifra che Totò richiedeva per la parte di protagonista. Quando De Sica, rispose che Totò non c'entrava, si rifiutò di finanziare il film che, secondo lui, senza il conico napoletano aveva minori probabilità di successo. Per non far cadere nello stesso equivoco anche gli spettatori, De Sica ha creduto opportuno cambiare il titolo del film in quello di «Miracolo a Milano»

«La Settimana Incom Illustrata», 12 agosto 1950


Vedette premiate con la «Maschera d'argento»

«Il Messaggero», 4 settembre 1950 - Premiazione «Maschere d'argento»


Totò al Quirino nella serata di Roberto Murolo

Con «Aria di Roma» la compagnia di Rascel darà questa sera la serata in onore del bravo Roberto Murolo. Per l'occasione il grande comico Totò partecipa gentilmente allo spettacolo con «'O saccio sultanto io» di Totò (De Curtis) e Ruccione.

«Il Messaggero», 20 settembre 1950


FIGARO QUA, FIGARO LA'

Distribuzione: 29 settembre 1950

Qui la rassegna stampa e la scheda completa del film


TOTO' TARZAN

Distribuzione: 28 ottobre 1950

Qui la rassegna stampa e la scheda completa del film


LE SEI MOGLI DI BARBABLU'

Distribuzione: 7 novembre 1950

Qui la rassegna stampa e la scheda completa del film


Nell'afoso mese di luglio del 1950, l'onorevole Oscar Luigi Scalfaro, giovane sottosegretario, ebbe da ridire in un ristorante sull'abbigliamento di una giovane signora, Edith Toussan, giudicato troppo azzardato per colpa di un prendisole tolto dalle spalle rimaste cosi nude. Nell'anno di grazia 1992 sia la signora che l’attuale presidente della Repubblica ricordano con un comprensibile fastidio quel giorno di quaranta e più anni fa.

Allora, nell'Italia appena repubblicana e da poco uscita dagli orrori della guerra, il pubblico battibecco tra un deputato DC cattolico osservante e una bella donna dalle spalle scoperte fece la gioia dei vignettisti: il Marc'Aurelio e il Travaso camparono di rendita per settimane. Fatto sta che Scalfaro si ritrovò tra le mani tre sfide a duello: del padre e del marito dell’insultata e della stessa Edith, lei stessa eccellente schermitrice. Tutte rifiutate per motivi religiosi, almeno così riportarono le gazzette.

In una lettera diretta proprio all'on. Scalfaro che porta la firma del principe Antonio Focas Flavio Comneno de Curtis, Totò, pubblicata da alcuni giornali, il principe di Bisanzio lo rimprovera: «Abusi del genere comportano l'obbligo di assumerne le conseguenze, specialmente per uomini responsabili.». La sfida al duello è lanciata...

Tutta la cronaca, le interviste ai protagonisti e interessanti documenti dell'epoca nel nostro articolo:

Totò contro Scalfaro: lo strano caso del prendisole


LO SCANDALO DEL PRENDISOLE

Anche Totò disapprova Scalfaro

«Ho appreso dai giornali che Ella ha respinto la sfida a duello inviataLe dal padre della signora Toussan, in seguito agli incidenti a Lei noti. La motivazione del rifiuto di battersi da Lei adottata, cioè quella dei princìpi cristiani, ammetterà che è speciosa e infondata. Il sentimento cristiano, prima di essere da Lei invocato per sottrarsi a un dovere che è patrimonio comune di tutti i gentiluomini, avrebbe dovuto impedire a Lei e ai Suoi Amici di fare apprezzamenti sulla persona di una Signora rispettabilissima. Abusi del genere comportano l’obbligo di assumerne le conseguenze, specialmente per uomini responsabili, i quali hanno la discutibile prerogativa di essere segnalati all’attenzione pubblica, per ogni loro atto. Non si pretende da Lei, dopo il rifiuto di battersi, una maggiore sensibilità, ma si ha il diritto di esigere che in incidenti del genere, le persone alle quali il sentimento della responsabilità morale e cavalleresca è ignoto, abbiano almeno il pudore di sottrarsi al giudizio degli uomini, ai quali questi sentimenti e il coraggio civile dicono ancora qualcosa.»

Principe Antonio Focas Flavio Comneno De Curtis 

«Avanti», 23 novembre 1950


TOTO' SCEICCO

Distribuzione: 21 novembre 1950

Qui la rassegna stampa e la scheda completa del film


Campanini parla di padre Pio Macario e Toitò andranno a trovarlo

Il bello è che Campanini sta infettando un po' tutto l’ambiente del teatro e del cinema. Ha comunicato a tutti la sua serenità e la sua intimità familiare. Anche a Totò, anche a Macario. Dimodoché questi due comici andranno quanto prima da Padre Pio. «Cosi non si può vivere, — gli diceva poco tempo fa Macario. — è una vita di inferno». E a dargli il colpo di grazia della decisione è stato proprio quella fotografia di Padre Pio che Orio Vergani tiene nel suo studio. Orio Vergani stava scrivendo per Macario il copione di una rivista. «Chi è quel frate? — chiese. Me ne ha parlato anche Campanini. Bisogna che ci vada. Non posso più vivere cosi». E andrà.

Con Totò invece la decisione è avvenuta diversamente. Il comico napoletano stava mostrando a Campanini alcune fotografie che richiamavano colpe d’un tempo. Questi non ebbe il coraggio di dirgli la sua nuova vita e richiamarlo ai principi» morali per paura di essere deriso. Ne ebbe cosi rimorso per questa viltà che corse pochi giorni dopo da Padre Pio a confessarsi. «Hai fatto male — gli disse Padre Pio — ritorna a dire a Totò che io ho piacere di vederlo». Contemporaneamente avveniva un fatto curioso

Totò parlando con il conte della Torre di Firenze, non so come. senti pronunciare il nome di Padre Pio. E dal conte della Torre fu sollecitato di andare a San Giovanni Rotondo. •Voglio andare, sì bisogna che vada». Arrivava intanto Campanini il quale apertamente si dichiarava cattolico praticante e domandava scusa se in passato gli aveva dato scandalo. Fu in questo colloquio che Totò anziché uscire in una battuta agnostica disse: «Bisogna che anche io cambi vita. Voglio andare da un frate a San Giovanni Rotondo». «Da Padre Pio?» — aggiunse subito Campanini. «Ma sai che egli ti aspetta e che io ho proprio t’incarico di comunicartelo?».

«Il Popolo», 23 novembre 1950


«Cinesport», 25 novembre 1950


La cappella gentilizia della famiglia de Curtis

Totò ha scelto la sua tomba nel Cimitero di Poggioreale

Coloro che hnno assistito al sopralluogo pensavano si trattasse di una ripresa cinematografica

«Il Messaggero», 24 ottobre 1950


«Film d'oggi», 29 novembre 1950


«Film d'Oggi», anno II, n.10, 6 dicembre 1950


I comici del teatro leggero hanno compiuto ieri il Giubileo. Ecco Totò e Fabrizi in Piazza San Pietro, all'uscita della Basilica.

«Il Messaggero», 16 dicembre 1950


47 MORTO CHE PARLA

Distribuzione: 19 dicembre 1950

Qui la rassegna stampa e la scheda completa del film


«L'Europeo», 24 dicembre 1950

«CineSport», 23 dicembre 1950

«Epoca», 23 dicembre 1950


Pellegrini dell'ultima ora gli artisti di palcoscenico

Macario, Totò e Aldo Fabrizi si abbracciarono prima del Giubileo

Negli ultimi giorni dell'Anno Santo, è stato un frettoloso accorrere di ritardatari, di gente che ha atteso l’ultimo momento, di altra che non sarebbe forse mai venuta se non fosse stata «pescata» E’ venuto Schotte a Roma e l’hanno saputo dopo e soltanto un giornale; sono venuti gli sportivi, tutti insieme, e anche in questo caso, la risonanza è stata limitata; infine si è avuto il più impensabile Giubileo, il più improvviso per il modo in cui è stato ideato e fatto, quello degli attori comici del cinema e della rivista e delle artiste del varietà.

L’idea è venuta a una personalità dell’ambiente cinematografico e teatrale, il comm. Tito Marconi, presidente di Cinecittà, e al giornalista Imolo Marconi. Lì per lì ha sorpreso qualcuno, anche dell’ambiente religioso. Ma le perplessità sono state di breve durata. Nè d’altra parte c’è stato tempo di discutere; i comici e le soubrettes hanno accettato con entusiasmo e non hanno voluto indugiare. Gli organizzatori hanno cercato un sacerdote particolarmente adatto a preparare questi straordinari pellegrini e pellegrine e l’hanno trovato nel Padre Tondi, un gesuita della Gregoriana, simpatico ed affabile.

Pochi a Roma hanno saputo dell’avvenimento, poiché tutti hanno avuto interesse a non fargli della pubblicità. Così il sottoscritto è stato l’unico giornalista che, grazie alle confidenze dei due amici Commendatori Marconi, ha potuto seguire la eccezionale compagnia. Qualche mattina fa, davanti alla Chiesa di S. Ignazio, alle 10,30 tre comici notissimi del cinema e della rivista s’incontrarono e si abbracciarono: erano Macario, Totò e Aldo Fabrizi; da tempo non si vedevano; per la professione che fanno non hanno modo d’incontrarsi che in qualche teatro di posa, per qualche film; altrimenti, recitano sempre l’uno lontano dall’altro, per lo meno Macario e Totò, poiché Fabrizi da tempo ha abbandonato la rivista e si è dato tutto al cinema. Incontrarsi davanti a una Chiesa non è avvenimento comune per questa gente; così i tre furono particolarmente commossi; la schiera, sul sagrato della bella chiesa barocca, si accresceva sempre più. Giunse Scotti, giunse Rizzo, «spalla» di Macario; giunse, nella sua macchina lunga e splendida, guidata dal proprio autista, la bella Elena Giusti, «prima donna» di Macario; giunsero Glorian, Nivea Luciani, la Pieziller, le «prime parti» della stessa compagnia che recita da un mese al Sistina di Roma, e che debutterà presto al Lirico di Milano; e giunsero tante altre «artiste» come amavano definirsi, dai nomi scritti in caratteri vistosi e piccoli sui manifesti colorati delle città.

Si erano poco imbellettate; la sveglia era suonata alle 9,30, ora «indecente» per loro che vanno a letto alle 3 di notte (lavorano fino all’una, poi vanno a mangiare); si erano alzate brontolando; poi, ricordato il motivo, non avevano indugiato. La sera precedente Macario aveva aggiunto nell’» ordine del giorno»: «Giubileo: visita alle Basiliche». E tutte, tranne le straniere, erano venute. E con le... ballerine, i comici, i danzatori, i sarti, t tecnici della «troupe». Si ritrovarono insieme, davanti a 8. Ignazio, un po’ impacciati, incerti. Entrarono nell’Oratorio del Carovita. Li attendeva il Padre Tondi. Padre Tondi parlò loro con molta familiarità, molto da vicino. Opportunamente. Ricordò alcune sue vicende personali; per es. che era un convertito, che si battezzò a trent’anni e a quell’età si fece sacerdote, dopo aver girato tutto il mondo, dopo aver conosciuto del mondo, cose belle e brutte e fatue. Senza accenti terribili, lesse un ammonitore passo di Isaia (e Totò esclamò: «La bomba atomica»), ricordò che anche le professioni che possono essere le meno... edificanti, le meno buone, possono essere riscattate, purché non divengano fine, ma strumento. Citò l’episodio evangelico di Cristo e la Samaritana; a un certo punto chiese allo strano uditorio se avesse annoiato qualcuno. «Abbiate pazienza — disse — abbiate pazienza; un tempo andavo a teatro, e qualche volta ho dovuto aver pazienza anche io...». E questa battuta fece ridere e si meritò lo stupido elogio di Totò e Fabrizi.

Notammo che Macario era il più attento, Fabrizi il più compassato. Delle ragazze poche avevano il velo all’inizio; ma alla fine tutte si erano coperta la testa o con un fazzoletto o con una sciarpa. Il Padre spiegò le pratiche giubilari. - Ricordate le preghiere? - chiese. - Diamine - rispose pronto Totò - noi siamo buoni cattolici, lo siamo sempre stati; io non mi sono mai convertito. E padre Tondi sorrise benevolmente. A S. Pietro, di volata. Il comm. Tito Marconi aveva preparato un torpedone e delle macchine; alcuni, come Totò, Macario, la Giusti, avevano portato la propria. Qualche ragazza mi confessò di non esser mai entrata in S. Pietro. Qualche altra, che avevo notata diffidente e annoiata all’inizio, dopo le parole di Padre Tondi disse: «Se i preti fossero tutti cosi...». Ma un’altra ribattè: «Ma da quanti anni tu non frequenti confessori!». Leggere e serie, alla fine, in chiesa, erano tutte egualmente commosse e raccolte. Non tutte ricordavano le preghiere; per la verità gli uomini mostrarono più memoria e, all’inizio, meno rispetto umano delle donne. Ma il rispetto umano, dopo la prima visita era finito. Fuori S. Pietro una folla improvvisata e sempre più numerosa prese d’assalto le notissime persone; e la scena si ripetè poi a S. Maria Maggiore dove Totò e Fabrizi dovettero distribuire autografi su autografi mentre Macario riuscì a svignarsela.

Uscendo da S. Paolo gli artisti incontrarono un pellegrinaggio di fanciulle di qualche collegio di provincia, la prima delle quali portava una croce. Fu un contrasto che mi commosse; impellicciate, imbellettate, (la Giusti aveva un grazioso turbante bianco), camminanti a passo di danza senza volerlo anche in chiesa, le attrici e le ballerine s’incrociarono con le pallide ragazze che cantavano e camminavano dietro la croce, e si fermarono a guardarle. Chissà cosa pensarono! Non dissero nulla. La chiesa era piuttosto oscura filtrava molto dalle vetrate. Disse Fabrizi, chiesa era e la luce attenuata, dopo l’ultima visita: «Che credete di esser diventati tutti santi per queste quattro "scarrozzate" per Roma! Bisogna confessarsi e comuni carsi» Padre Tondi sorrise: «Son contento che mi abbia preceduto — aggiunse: stavo proprio per dire questo. Domattina, chi vuole, può venire a confessarsi da me a S. Ignazio; poi distribuirò la Comunione». E la mattina dopo a Sant’Ignazio, Padre Tondi ebbe a fare le più gradite confessioni dell’annata.

Mario Guidotti, «Il Nostro Tempo», 24 dicembre 1950


Farà un film con Anna Magnani

Torino, dicembre

Totò s’è già impegnato per una nuova serie di film con la «Lux» e col produttore De Laurentiis che lo legherà anche per tutto il 1951. Il primo film di cui sarà interprete con Aldo Fabrizi, sotto la regìa di Steno e Menicelli, ha per titolo «Ladro e guardia». Chi dei due comici sarà la guardia e chi il ladro? Non lo sappiamo ancora. Il secondo film sarà «Questi fantasmi» tratto dalla commedia di Eduardo De Filippo. Speriamo che Totò, sotto la regia dello stesso De Filippo, ritrovi la misura che tanto ce lo fece ammirare in «Napoli milionaria». E’ naturale che l’autore del copione e regista dei film, cioè Eduardo, sia anche interprete e che nella parte femminile abbia chiamato la sorella Titina.

La serie non è ancora terminata. Totò ha accettato di interpretare un film a fianco di Anna Magnani. Non esiste ancora il copione, non è stato ancora fissato il regista (sarà Bragaglia o sarà Mattoli?) ma la coppia (speriamo che mantengano fede alle promesse) è già stata impegnata. Durante il 1951 il programma di lavoro del comico Totò, come si vede, è abbastanza nutrito. A questi tre film di un certo impegno si devono poi aggiungere i sei o sette che girerà tra una pausa e l’altra, come per prendere un aperitivo.

I film del comico partenopeo hanno almeno questo di buono: se sono in genere negativi per ciò che riguarda copione, sceneggiatura e regìa (eccezion fatta per «Napoli milionaria») hanno per compenso la spassosa presenza di Totò che, volenti o nolenti, ci strappa la risata con una certa frequenza anche se egli si è ormai fissato su posizioni da cui dovrebbe muoversi rinnovando il suo repertorio di mossette, di finte, di lazzi.

«Il Piccolo di Trieste», 26 dicembre 1950


Ultimi pellegrini a Roma per l'Anno Santo

Totò, Macario, Scotti con tutte le loro soubrettes

In silenzio qualche mattina fa hanno visitato le quattro basiliche e si sono accostati con devozione ai sacramenti

In questo scorcio di Anno Santo, è tutto un frettoloso correre di ritardatari, di gente che ha atteso l'ultimo momento, dì altra che non sarebbe forse mai venula se non fosse stata «pescata» da qualche zelante; di persone «giornalisticamente» interessanti e dì anime «lontane» il cui ravvicinamento ed atto di devozione è interessante per un ben più alto e nobile motivo: ma a Piazza San Pietro i fotografi delle agenzie sono diradati, i cronisti non passano più con la frequenza di prima e il «colpo» sfugge.

E’ venuto Schotte a Roma e l'ha saputo soltanto un giornale; sono venuti gli sportivi, tutti insieme, ed anche in questo caso la risonanza è stata limitata; infine, si è avuto il più indispensabile «giubileo», il più improvviso per il modo in cui è stato ideato e fatto, quello degli attori comici del cinema e della rivista e delle artiste di varietà.

L’idea è venuta a una personalità dell’ambiente cinematografico e teatrale, il comm. Tito Marconi, presidente di Cinecittà, ed al giornalista Imolo Marconi. Lì per lì ha sorpreso qualcuno, anche dell'ambiente religioso. Ma le perplessità sono state di breve durata. Nè d’altra parte c'è stato tempo di discutere; i comici e le «soubrettes» hanno accettato con entusiasmo e non hanno voluto indugiare. Gli organizzatori hanno cercato un sacerdote particolarmente adatto a preparare questi straordinari pellegrini e pellegrine, e l'hanno trovato in padre Tondi, un gesuita.

Pochi a Roma hanno saputo dell’ avvenimento, poiché tutti hanno avuto interesse a non fargli della pubblicità. Cosi il sottoscritto è stato l’unico giornalista che, grazie alle confidenze dei due amici commendatori Marconi, ha potuto seguire l'eccezionale compagnia.

Qualche mattina fa, davanti alla Chiesa di S. Ignazio, alle 10.20, tre notissimi comici del cinema e della rivista s’incontrarono e si abbracciarono: erano Macario, Totò e Aldo Fabrizi; da tempo non si vedevano; per la professione che fanno non hanno modo di incontrarsi che in qualche teatro di posa, per qualche film; altrimenti recitano sempre uno lontano dall'altro, per lo meno Macario e Totò, poiché Fabrizi da tempo ha abbandonato la rivista e si è dato tutto al cinema. Incontrarsi davanti ad una chiesa non è avvenimento comune per questa gente; così i tre furono particolarmente commossi; la schiera, sul sagrato della bella chiesa barocca, si accresceva sempre più. Giunse Scotti, giunse Rizzo, «spalla» di Macario, giunse nella sua macchina lunga e splendida, guidata dal proprio autista, la bella Elena Giusti, «prima donna» di Macario, Giunsero Glorian, Nivea Luciani, la Peziller, le «prime parti» della stessa compagnia, e giunsero tante altre «artiste», come amavano definirsi, dai nomi scritti in caratteri vistosi e piccoli sui manifesti colorati delle città.

La sera precedente, Macario aveva aggiunto nell'ordine del giorno: «Giubileo: visita alle Basiliche». E tutte, tranne le straniere, erano venute. E con le... ballerine, i comici, i danzatori, i sarti, i tecnici della «troupe». Si ritrovarono insieme, davanti a Sant’Ignazio, un po' impacciati, incerti.

Entrarono nell' Oratorio del Carovita. Li attendeva padre Tondi, che parlò loro con molta familiarità, molto da vicino. Opportunamente. Padre Tondi ricordò alcune sue vicende personali: per esempio, che era un convertito, che si battezzò a 30 anni ed a quell’età si fece sacerdote, dopo aver girato tutto il mondo, dopo aver conosciuto del mondo cose belle e brutte e fatue. Senza accenti terribili lesse un ammonitore passo di Isaia (e Totò esclamò: «La bomba atomica»), ricordò che anche le professioni che sono le meno... edificanti, le meno buone, possono essere riscattate, purché non divengano fine, ma strumento. Citò l'episodio evangelico di Cristo e la Samaritana; ad un certo punto chiese allo strano uditorio se avesse annoiato qualcuno. «Abbiate pazienza — disse, — abbiate pazienza; un tempo andavo a teatro, e qualche volta ho dovuto aver pazienza anch’io...». E questa battuta fece ridere e si meritò lo stupito elogio di Totò e di Fabrizi.

Notammo che Macario era il più attento, Fabrizi il più compassato. Delle ragazze, poche avevano il velo all’inizio; ma alla fine tutte si erano coperte la testa o con un fazzoletto o con una sciarpa.

A San Pietro, di volata. Tito Marconi aveva preparato un torpedone e delle macchine; alcuni, come Totò, Macario, la Giusti, avevano portato la propria. Qualche ragazza mi confessò dì non essere mai entrata in San Pietro. Qualche altra che avevo notata diffidente ed annoiata all’inizio, dopo le parole di padre Tondi, disse: «Se i preti fossero tutti cosi..». Ma un'altra ribattè: «Ma da quanti anni tu non frequenti confessori?».

Leggere e serie, alla fine, in chiesa, erano tutte egualmente commosse e raccolte. Fuori San Pietro, una folla improvvisata e sempre più numerosa prese d’assalto le notissime persone; e la scena si ripetè poi a Santa Maria Maggiore, dove Totò e Fabrizi dovettero distribuire autografi. Disse Fabrìzi, dopo l'ultima visita: «Che credete di essere diventati tutti santi per queste quattro scarrozzate per Roma? Bisogna confessarsi e comunicarsi»

Padre Tondi sorrise: «Sono contento che mi abbia preceduto — aggiunse; — stavo per dire questo. Domattina, chi vuole, può venire a confessarsi da me a Sant’lgnazìo; poi distribuirò la comunione.» E la mattina dopo, a Sant’ Ignazio padre Tondi ebbe a fare le più gradite confessioni dell’annata.

Mario Guidotti, «Il Piccolo di Trieste», 26 dicembre 1950


«CineSport», 27 dicembre 1950


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Mitri combatte con le carte bollate

Mitri combatte con le carte bollate Nella polemica contrattuale fra il pugile rientrato in Italia e Turiello che manda telegrammi da New York intervengono la Federazione Pugilistica e l’avvocato di Mitri. In attesa di spuntarla Tiberio si allena in…
Italo Soncini, «Tempo», anno XII, n.40, 14 ottobre 1950
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14 Nov 2024

Cinema e cattolicesimo - La Chiesa e il cinema

SEQUENZE - QUADERNI DI CINEMALa Chiesa e il cinema La Chiesa e il cinema PRESENTAZIONE Quali sono i rapporti fra il cinema e la religione cattolica? Esiste una cinematografia ispirata ai principi del Cattolicesimo? Se non si può pretendere di dare…
«Sequenze - Quaderni di cinema», anno II, n.7, marzo 1950
191
03 Dic 2024

Cinema e cattolicesimo - Moralità e spettacolo

SEQUENZE - QUADERNI DI CINEMAMoralità e spettacolo Moralità e spettacolo PRESENTAZIONE Quali sono i rapporti fra il cinema e la religione cattolica? Esiste una cinematografia ispirata ai principi del Cattolicesimo? Se non si può pretendere di dare…
Daniele Palmesi, Federico Clemente
136

Le quattro piaghe del varietà in Italia

Le quattro piaghe del varietà in Italia Mentre gli artisti fanno la fame, autentici negrieri agiscono e guadagnano alle loro spalle Roma, marzo Se qualcuno si prendesse la pena di compilare una statistica degli scioperi, è fuor di dubbio che i…
Giorgio Salvioni, «Oggi», 6 aprile 1950
83

Articoli d'epoca, anno 1950

06 Mar 2023

Due Magnani per Goffredo Alessandrini

Due Magnani per Goffredo Alessandrini Un film sulla vita di Garibaldi unisce i coniugi in attesa di divorzio Anna Magnani e Goffredo Alessandrini, coniugi in attesa di divorzio, sono di nuovo insieme, ma soltanto per affrontare una nuova fatica…
«La Settimana Incom Illustrata», anno III, n.3, 21 gennaio 1950
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02 Mag 2024

Anna Magnani, un "vulcano" sfortunato

Anna Magnani, un "vulcano" sfortunato Anna Magnani non ha assistito all’”anteprima mondiale” del suo film : si era nascosta in casa, a tormentarti nell’attesa come una principiante, e s’è risparmiata così le molte misteriose rotture della pellicola…
U. d. F., «Tempo», anno XII, n.6, 18 febbraio 1950
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29 Giu 2021

Per divorziare da Anna Magnani Alessandrini vuol farsi musulmano

Per divorziare da Anna Magnani Alessandrini vuol farsi musulmano Diffìcile però che Anna Magnani devota della Vergine di Velletri segua Alessandrini sulla strada dell’islam Perugia, luglio Il regista Goffredo Alessandrini non resterà cieco. Dopo…
«L'Europeo», anno VI, n.30, 23 luglio 1950
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02 Lug 2021

Peppino De Filippo s'innamora di Carla Del Poggio

Peppino De Filippo s'innamora di Carla Del Poggio Nel film “Luci del varietà” di Lattuada e Fellini recita anche la Signorina Snob Roma, agosto Girano l'ultima scena in un teatrino di ricreatorio parrocchiale. Giulietta Masina, che nella vita è la…
Gian Gaspare Napolitano, «L'Europeo», anno VI, n.32, 6 agosto 1950
861
01 Lug 2021

Eduardo cerca l'atomica

Eduardo cerca l'atomica Al festival di Venezia accanto alla guerra di Ruzzante col tema classico del reduce ingannato dalla moglie, la guerra di Eduardo De Filippo col tema attuale della paura Venezia, agosto Guerra di ieri e guerra d’oggi. Il terzo…
Raoul Radice, «L'Europeo», anno VI, n.32, 6 agosto 1950
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17 Dic 2020

Eduardo De Filippo: San Ferdinando, morte e resurrezione

Eduardo De Filippo: San Ferdinando, morte e resurrezione Sull'area del vecchio teatro San Ferdinando, distrutto da un bombardamento nel '43, Eduardo De Filippo sta facendo costruire un nuovo teatro che riprenderà il nome di quello demolito. Eduardo…
Corrado Pavolini, «Epoca», anno I, n.3, 28 ottobre 1950
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08 Lug 2021

Silvana Mangano vuole partorire con dolore

Silvana Mangano vuole partorire con dolore Ha detto: io lascio a Rita Hayworth il gas esilarante Roma, gennaio La notte di Capodanno Silvana Mangano, la Rita Hayworth italiana, che ha sposato la scorsa primavera il produttore Dino De Laurentis,…
Flora Antonioni, «L'Europeo», anno VI, n.2, 8 gennaio 1950
931
12 Gen 2023

Silvana Mangano ritorna al cinema per accontentare il marito

Silvana Mangano ritorna al cinema per accontentare il marito Sebbene decina ad abbandonare il cinematografo, Silvana Mangano ha accettato di prendere parte a un film di Camerini, ispirato alla vita di Masolino. Per la parte della protagonista è…
Ermanno Contini, «Settimana Incom Illustrata», 8 luglio 1950
489
23 Mar 2023

Ritratto di Raffaele Viviani

Ritratto di Raffaele Viviani Raffaele Viviani Attore e autore era tutto e sempre nell'episodio, nel tratto che rivela, nel particolare addensato e fulmineo Il 22 marzo 1950, nelle prime ore del mattino, è morto a Napoli, Raffaele Viviani. Era nato a…
Francesco Bernardelli e Lucio Ridenti, «Il Dramma» 1 aprile 1950
8999
30 Giu 2021

De Sica in ritardo per i miracoli a Milano

De Sica in ritardo per i miracoli a Milano “Totò il Buono” non sarà visto al Festival di Venezia In fondo dispiace a De Sica di non portare a Venezia Totò il Buono (o "Miracolo a Milano” che sia). Ma non è colpa sua, quanto del tempo che gli stanno…
Gian Gaspare Napolitano, «L'Europeo», anno VI, n.30, 23 luglio 1950
1040
26 Mar 2023

Muore Pulcinella: nasce don Felice Sciosciammocca

Muore Pulcinella: nasce don Felice Sciosciammocca Pubbreco bello mio,Scusate nu momento...Primme de dirve addio,Figliemo ve presento.Pur’isso è nu Petito!Perciò... ve raccumanne...Io v' aggio divertitoPe cchiù de quarant'anne...Ma ll'arte n’è cchiù…
Carlo Di Stefano, «Teatro», anno II, n.5, 1 marzo 1950
8889
30 Mar 2023

25 anni fa moriva a Napoli Don Felice Sciosciammocca

25 anni fa moriva a Napoli Don Felice Sciosciammocca Venticinque anni fa — il 29 novembre 1925 — spariva dalla scena della vita un grande comico napoletano, Edoardo Scarpetta, c moriva con lui l’ultima delle maschere italiane: Don Felice…
Don Marzio, «Teatro», anno II, n.23, 15 dicembre 1950
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02 Lug 2021

Il diavolo nel cinematografo

Il diavolo nel cinematografo L’83% dei film giudicato immorale dalla commissione ecclesiastica. Roma, marzo I cattolici hanno deciso di muoversi anche sul terreno pratico e organizzative per moralizzare il cinematografo. Secondo essi,…
Gino Visentini, «L'Europeo», anno VI, n.12, 19 marzo 1950
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13 Ago 2021

Le maschere della radio: Franca Valeri

Le maschere della radio: Franca Valeri Franca Valeri, Silvio Gigli e Alberto Sordi Gli eroi della radio appartengono alla storia dei divertimenti familiari italiani. Cinquant'anni fa la loro fama sarebbe stata ristretta a un ambito delle amicizie e…
«L'Europeo», anno VI, n.13, 26 marzo 1950
733

La coppia Turiello sorveglia i due Mitri

La coppia Turiello sorveglia i due Mitri Il manager del pugile triestino permette a Fulvia Franco di vedere il marito una volta alla settimana : essa seguirà rincontro fra Tiberio e Portngnes attraverso la trasmissione televisiva Fulvia Franco è…
Giorgio Berti, «La Settimana Incom Illustrata», 25 febbraio 1950
571

Il pugno di Mitri diventa americano

Il pugno di Mitri diventa americano La moglie, Fulvia Franco, deve fare molti sacrifici in attesa che Tiberio incontri La Motta per il campionato del mondo New York, luglio Il dodici luglio Tiberio Mitri, campione europeo dei pesi medi, incontrerà…
«L'Europeo», anno VI, n.28, 9 luglio 1950
926
28 Feb 2023

Dodici ore con Lea Padovani: una martellata nel bagno

Dodici ore con Lea Padovani: una martellata nel bagno “È la prima volta che amo veramente”, le disse Orson Welles; “finora ho considerato le donne come un bicchiere di vino o come un piatto di carne per quando si ha fame” Roma, ottobre Giorni fa,…
Alfredo Todisco, «L'Europeo», anno VI, n.44, 29 ottobre 1950
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Mitri combatte con le carte bollate

Mitri combatte con le carte bollate Nella polemica contrattuale fra il pugile rientrato in Italia e Turiello che manda telegrammi da New York intervengono la Federazione Pugilistica e l’avvocato di Mitri. In attesa di spuntarla Tiberio si allena in…
Italo Soncini, «Tempo», anno XII, n.40, 14 ottobre 1950
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14 Nov 2024

Cinema e cattolicesimo - La Chiesa e il cinema

SEQUENZE - QUADERNI DI CINEMALa Chiesa e il cinema La Chiesa e il cinema PRESENTAZIONE Quali sono i rapporti fra il cinema e la religione cattolica? Esiste una cinematografia ispirata ai principi del Cattolicesimo? Se non si può pretendere di dare…
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03 Dic 2024

Cinema e cattolicesimo - Moralità e spettacolo

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Daniele Palmesi, Federico Clemente
136

Le quattro piaghe del varietà in Italia

Le quattro piaghe del varietà in Italia Mentre gli artisti fanno la fame, autentici negrieri agiscono e guadagnano alle loro spalle Roma, marzo Se qualcuno si prendesse la pena di compilare una statistica degli scioperi, è fuor di dubbio che i…
Giorgio Salvioni, «Oggi», 6 aprile 1950
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Riferimenti e bibliografie:

Sintesi delle notizie estrapolate dagli archivi storici dei seguenti quotidiani e periodici:

  • La Stampa
  • La Nuova Stampa
  • Stampa Sera
  • Nuova Stampa Sera
  • Il Messaggero
  • Corriere della Sera
  • Corriere d'Informazione
  • Il Piccolo di Trieste
  • Il Piccolo della Sera
  • Il Piccolo delle ore diciotto
  • L'Unione Monregalese
  • Il Giornale dell'Emilia
  • Reggio Democratica
  • Film
  • Film d'Oggi
  • Noi donne
  • Settimo Giorno
  • La Settimana Incom Illustrata
  • La Gazzetta del Popolo
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