Articoli & Ritagli di stampa - Rassegna 1954
Indice degli avvenimenti importanti per l'anno 1954
Gennaio 1954 Antonio de Curtis partecipa alla IV edizione del Festival della canzona italiana di Sanremo in veste di autore, presentando il brano "Con te".
Aprile 1954Ha inizio la penosa trafila burocratica del film «Totò e Carolina». Iniziate le riprese nel settembre del 1953, pronto per la distribuzione nel marzo del 1954, viene bocciato dalla censura cinematografica.
Aprile 1954 Dai cittadini di Catanzaro viene presentata una petizione, che dal consiglio comunale della città arriverà alla Presidenza del Consiglio a Roma, contro una battuta riguardante la città, pronunciata dal Totò all'interno del film «Il più comico spettacolo del mondo»
Luglio 1954 Antonio de Curtis e Franca Faldini da Montecarlo, dove sono in vacanza, annunciano alla stampa l'attesa di un erede
Settembre 1954 Viene assegnata a Totò la "Maschera d'Argento"
12 ottobre 1954Una tragedia si abbatte su Antonio de Curtis e Franca Faldini: il piccolo Massenzio muore a poche ore dalla nascita, gettando la coppia in uno stato di profonda prostrazione.
3 dicembre 1954 La Suprema Corte di cassazione ha respinto i ricorsi proposti da Marzano Lavarello, dal suo «cancelliere» Luigi Colisi-Rossi e dal suo ex consulente araldico Guido Jurgens, i quali affermarono che il titolo del principe de Curtis non era genuino perchè ottenuto con mezzi illeciti, condannandoli in via definitiva.
Indice della rassegna stampa dei film per l'anno 1954
Questa e' la vita (Distribuzione: 22 gennaio 1954)
Dov'e' la libertà? (Distribuzione: 6 febbraio 1954)
Tempi nostri (Distribuzione: 19 febbraio 1954)
Miseria e nobiltà (Distribuzione: 2 aprile 1954)
I tre ladri (Distribuzione: 16 settembre 1954)
Il medico dei pazzi (Distribuzione: 8 settembre 1954)
L'oro di Napoli (Distribuzione: 16 settembre 1954)
Totò cerca pace (Distribuzione: 20 settembre 1954)
Altri artisti ed altri temi
Totò
Articoli d'epoca, anno 1954
Totò e la nobiltà: la casta è casta e va sì rispettata...
Un dilettante a Sanremo: Totò partecipa come autore al Festival di Sanremo
Marziano II Lavarello, Imperatore di Bisanzio?
Massenzio, il piccolo Principe
Totò andrà a Sanremo per merito di "'na malafemmena"
Per una canzone Napoli contro Totò
Totò al Festival di Sanremo: affari e sentimento
Totò al Festival: a Sanremo ha vinto la sciatica
Forse anche un papa fra gli antenati di Totò
De Sica a Napoli cerca l'oro di Marotta
Vittorio De Sica cerca l'oro di Napoli
Carnet di Napoli con oro o senza
Totò poliziotto non piace a poliziotti
Tre veri napoletani a Napoli
«L'oro di Napoli»: per vedere De Sica i napoletani bloccano il traffico
Tre ladri e una canzone
L'oro e la banca di Napoli
Lieto evento alla corte di Bisanzio
La nascita e la morte di Massenzio, il piccolo principe erede di Totò
Lacrime vere di Totò: il principino non ha visto il sole
Dov'è la libertà? (1954)
I tre ladri (1954)
Il medico dei pazzi (1954)
L'oro di Napoli (1954)
Miseria e nobiltà (1954)
Questa è la vita - La patente (1954)
Tempi nostri - La macchina fotografica (1954)
Totò cerca pace (1954)
Carosello del varietà (1954)
Dal 28 al 30 gennaio 1954 ebbe luogo al Salone delle Feste del Casinò Municipale di Sanremo il 4° Festival della Canzone Italiana.
Antonio di Curtis partecipò come autore del brano "Con te!" - Un dilettante a Sanremo: Totò partecipa come autore al Festival
QUESTA E' LA VITA
Distribuzione: 22 gennaio 1954
Qui la rassegna stampa e la scheda completa del film
DOV'E' LA LIBERTA'?
Distribuzione: 6 febbraio 1954
Qui la rassegna stampa e la scheda completa del film
«L'Unità», 7febbraio 1954
Totò poliziotto arrestato dalla censura
Quando un incarico così delicato come quello di giudicare se un film possiede i requisiti morali necessari per essere messo in circolazione viene affidato all’arbitrio di alcuni funzionari, è naturale che questi corrano ai ripari ogni volta che credono di vedere insidiate in un film le istituzioni dello Stato. La mano della censura è sempre stata una mano pesante. Infatti, siccome nessuno può stabilire fino a che punto una scena di un film offenda la morale, la religione o le istituzioni dello Stato, c’è un solo mezzo per non sbagliare: tagliarla in blocco. Entrati in questo ordine d'idee il compito dei membri della commissione di censura diventa estremamente facile.
Perché stare a perdere tempo con inutili riflessioni quando si ha a disposizione un mezzo così sicuro per mettere le cose a posto? Una volta fatta la mano a questa abitudine, che nessuno si può permettere di contestare, era naturale che i membri della censura non si contentassero più dei tagli per dimostrare il loro zelo. Incoraggiati, forse, dalla mancanza di qualsiasi reazione da parte dei produttori, i quali si guardavano bene dal protestare per non pregiudicare ancora di più i loro interessi, i membri della commissione di censura sono arrivati a quello a cui non erano mai arrivati finora. Hanno negato il visto al film Totò e Carolina, il che significa, dato che il loro giudizio è inappellabile, che forse questo film non lo vedremo. A parte il danno materiale che ne deriverebbe al produttore (Totò e Carolina è costato duecentotrenta milioni), la soppressione di Totò e Carolina avrebbe un significato grave. Vorrebbe dire che da qui in avanti in Italia non si potranno più girare film le cui vicende si svolgano nel nostro paese, e che, come al tempo del fascismo, si dovrà ricorrere alla finzione di ambientarli in uno Stato straniero.
In ogni paese democratico sono stati girati e si continuano a girare film in cui attori comici interpretano la parte del poliziotto come Totò in questo che è stato soppresso, e nessuno ci ha mai trovato niente da ridire. Basta ricordare i film di Ridolini e di Charlot dove i poliziotti appaiono addirittura in mutande. In Totò e Carolina invece non si arriva mai a questi estremi. Il film è soltanto una garbata satira di un poliziotto che prende troppo sul serio la sua professione. Essere un poliziotto non significa che un uomo debba essere perfetto, quasi che il fatto di indossare una divisa lo preservi dalle debolezze degli altri uomini. Del resto l’agente Totò di questo racconto cinematografico di Ennio Flaiano, il quale oltre a scrivere il soggetto ne ha anche curata la sceneggiatura insieme al regista Monicelli, non è neppure un cattivo poliziotto, anzi la sua colpa è quella di eccedere troppo nel fare il proprio dovere. [...]
Mario Agatoni, «L'Europeo», anno X, n.15, 11 aprile 1954
Concorso teatrale della Errepì con un milione in premio
Un concorso nazionale col premio di un milione, oltre, naturalmente, al diritti di autore, e con scadenza al 31 ottobre, ha bandito la Spettacoli Errepì per il copione (solo testo) di un grande spettacolo coreografico musicale in due parti per il prossimo ritorno alle scene di Totò con una apposita Compagnia che avrà per prima donna una cantante.
«Corriere della Sera», 25 febbraio 1954
MISERIA E NOBILTA'
Distribuzione: 2 aprile 1954
Qui la rassegna stampa e la scheda completa del film
«L'Europeo», 9 maggio 1954
Bocciato dalla censura un film interpretato da Totò
Raccontava l'avventura amorosa d'un agente della Celere - Un danno per i produttori di oltre 230 milioni
«La Stampa», 11 aprile 1954 - Primo stop della censura cinematografica per «Totò e Carolina»
La nostra rassegna stampa del travagliato percorso d'uscita del film.
Catanzaro in subbuglio per un film di Totò
Un ordine del giorno al Consiglio comunale per una frase ritenuta offensiva
Catanzaro 13 aprile, notte.
Catanzaro è in subbuglio per un film di Totò. Si tratta della pellicola «Il più comico spettacolo del mondo» proiettata in questi giorni in un locale cittadino: a un certo momento, il noto attore napoletano si rivolge a un'attrice, truccata da negra, e le chiede di che paese sia. La ragazza risponde: «di Catanzaro», al che Totò aggiunge un suo commento salace.
La battuta ha provocato la reazione degli spettatori, che hanno ritenuto di cogliere nella frase un'offesa al decoro della città. Alcune centinaia di cittadini hanno firmato una petizione al sindaco e un consigliere ha presentato oggi al Consiglio comunale un ordine del giorno .che è stato approvato all'unanimità.
Nell'ordine del giorno, rilevato il tono offensivo della frase quanto mai «lesiva della dignità, dell'onorabilità e del buon nome della città» si dà mandato alla Giunta comunale, e per essa al sindaco, di intraprendere Immediatamente tutte le azioni necessarie, non esclusa quella legale, per la tutela della dignità, del buon no-mè e degli interessi della città tutta ». Dal canto suo il sindaco, avv. Francesco Bova, ha inviato al produttori un telegramma chiedendo l'immediata eliminazione della battuta incriminata.
«Corriere della Sera», 14 aprile 1954
INTERPRETARE UNA GENTE
Tre veri napoletani a Napoli
Brevi incontri con due protagonisti della vita partenopea: Eduardo De Filippo e De Sica - Silenziosi e chiusi con un velo di pudore e di riserbo • Il principesco arrivo di Totò nel quartiere dove è nato • La sua tomba col medaglione in marmo e cinque righe di titoli nobiliari - Errori dei luoghi comuni
(Dal nostro inviato speciale) Napoli, aprile.
Alcuni napoletani fanno i permalosi di fronte a due loro concittadini, che tutti conoscono. Incontro Eduardo De Filippo e mi racconta, con quei suoi modi tanto timidi e calmi, che sembrano d’un uomo addolorato: «Ho ricostruito dalle fondamenta un teatro, per tenerlo in vita lavoro giorno e notte. Vi recito commedie napoletane, eppure molti mi criticano senza capire o, meglio, senza voler capire ». In altra occasione incontro Vittorio De Sica e mi racconta, con quei suoi modi tanto pieni di riserbo e di grazia, che sembrano l'immediata espressione del pudore: « Ieri, in una strada di Napoli, giravo una scena del mio nuovo film. Un ignoto si à messo ad inveire contro di me. Vedeva alcuni ragazzini al seguito d'un funerale e brontolava insultandomi».
I napoletani hanno un loro carattere, che tutti ritengono persino troppo presto riconoscibile. Aneddoti, amplificazioni letterarie e nude verità vicine alla cronaca quotidiana, ce lo fanno vivo davanti agli occhi della immaginazione; ma adesso bisogna scegliere e dire se veri napoletani sono gli uomini come De Filippo o De Sica oppure coloro che li criticano. Sono del parere che i due, citati per nome, sono quelli veri, mentre gli altri sono piccoli snob in vena di darsi delle arie, ma le sorprese non sono finite. Infatti De Filippo e De Sica, che interpretano il mondo napoletano dandogli fisionomia e voce, raccontandolo agli altri con grandi risultati di emozione e di verità, non partecipano nemmeno in minima parte all'immngine retorica che noi abbiamo dei loro concittadini. [...]
La settimana scorsa l'Eduardo del teatro ed il Vittorio del cinema dovevano lavorare insieme. Uno come attore e l’altro come regista si trovavano di fronte per realizzare un episodio dell’Oro di Napoli, un film che sarà pronto fra un paio di mesi. I primi due giorni vennero sprecati senza combinare nulla di buono e nessuno potrebbe immaginare la vera ragione di questa inoperosità. Il reciproco imbarazzo nasceva dal fatto che entrambi, senza dirselo, si sentivano intimiditi: da una parte lo era Eduardo avendo a che fare con il grande regista De Sica, e dall’altra lo era anche De Sica avendo a che fare con il grande attore Eduardo. Sembravano due ragazzini bene educati, sensibili, estremamente preoccupati di non offendere il compagno con una parola sbagliata, con un gesto fuori posto, con un tono non giusto della voce. Ci vollero dunque due giorni per trovare la possibilità di mettersi tranquilli l'uno di fronte all’altro e di lavorare insieme con reciproca soddisfazione. Ed un episodio nel quale è facile intrevvedere la vera natura del carattere napoletano; e non rientra in quel facile quadro di maniera, che si é soliti dipingere con i colori dell'esuberanza, della comunicativa, della allegria e delta spensieratezza. [...]
In un’altra occasione mi trovava con De Sica in trattoria. Si mangiava quasi in silenzio. Poi entrarono due suonatori, cominciarono la loro esibizione, che non mi parve molto gradita al mio commensale, ma ad ogni modo egli tacque del tutto. Pareva lo facesse con un certo impegno suggerito forse dall’educazione, forse dalla cortesia verso quei due sciagurati che ci offrivano mediocre musica napoletana; ma ugualmente non capivo perchè sul suo viso a poco a poco calasse un velo di tristezza. Ed infatti quel che più sembrerà strano doveva accadere dopo. Quando quei due cessarono di suonare, davvero immediatamente, De Sica si chinò verso di me e prese a parlare d’un nostro comune amico morto da pochi mesi. Allora una cosa mi parve chiara: egli, durante quel modesto concerto. av& ivi avuto pensieri di morte, che poi lo avevano naturalmente spinto tt ricordare Vomico scomparso.
Davanti a simili scoperte pensavo di aver a che fare con due napoletani eccezionali, che mandavano all’aria molti luoghi comuni. Una volta soltanto mi illusi di rientrare nella normalità. Con grande piacere pochi giorni fa vidi l'arrivo del principe De Curtis. che tutti conoscono come Totò, nel quartiere dov’è nato. La folla lo aspettava; don Pasquale Cènnamo, un guappo elegante come un diplomatico, autorevole come un arcivescovo aprì lo sportello e Totò discese adagio e sorridente. « E’ nobile, è buono, è caritatevole» mi diceva un segretario di don Pasquale; ed intanto vedevo che i più fortunati volevano baciare la mano di Totò, ma egli si sottraeva a quell’omaggio. Il segretario di don Pasquale aggiunse; « E’ anche democratico».
Credevo d’avere finalmente trovato un napoletano come retoricamente se lo immaginano i piemontesi od i lombardi. Ma fu una scoperta di poca durata. Subito mi raccontarono che al cimitero di Napoli il principe Totò si é già preparata la tomba, già ha messo un medaglione di marmo che mostra il suo volto, già la scritta è pronta, lunga cinque righe per farci stare tutti i titoli nobiliari; ed in bianco c’è soltanto il posto dell’utlima data. Così questi napoletani cominciarono a darmi un senso di inquietudine.
Enrico Emanuelli «La Stampa», 25 aprile 1954
Confessiamo che grande sarebbe il nostro imbarazzo se ci chiedessero di stabilire con precisione di confini se e fino dove la vita sia rappresentazione cinematografica e quando il cinema sia edificante interpretazione della vita. Peggio ancora poi quando la vita si inserisce nella finzione di celluloide e diviene spettacolo nello spettacolo. Pochi giorni or sono su un lucido e ponderoso tavolo della Presidenza del Consiglio a Roma, s'è posata un’accesa petizione di molti cittadini di Catanzaro, i quali chiedevano il taglio di un passo da una pellicola cinematografica » nella quale Totò si abbandona ad un giudizio per niente lusinghiero nei confronti di quella forte gente di Calabria.
Pensiamo proprio che quel severo tavolo si sia alquanto spostato dalla sua solita ubicazione, come percorso da un prurito ci stupore. Abituato ad accogliere istanze magari strane, magari assurde ,si deve certo essere meravigliato che dei cittadini italiani questo secondo scorcio di secolo, facessero giungere a Roma la loro voce, non già per sollecitare un sussidio, una licenza, una onorificenza ma solo ed esclusivamente per difendere un civico onore. Dicendo della metaforica sorpresa del tavolo ministeriale (e nostra), non intendiamo affatto emettere un giudizio e meno ancora avallare la incriminata allocuzione di Totò.
E ’ comunque da convenire che in tempi come i nostri in cui il successo arride ai funamboli del compromesso ed agli equilibristi della morale, fa un certo effetto sentir parlare di «question d’onore». Sarà questione di Natura. In Calabria, dove la terra, come il viso degli uomini sono arsi dal sole, non v’è posto per i chiaroscuri : ogni pietra come ogni sentimento conosce il bruciore di una luce esasperante e nella consunzione scottante d’ogni cosa creata v’è forse la catarsi d’una vita rimasta sincera e sempre uguale. Persino il mare, qui in Calabria, non conosce mollezze e blandizie d’altre riviere : batte mordente contro le erose scogliere e il suo forte respiro flagella l’interno sino a strinare l'intonaco bianco e abbacinante d’una bicocca o la pelle caprigna e rugosa d’un pescatore.
In Calabria tutto è conquista: la vita, l ’amore e persino la morte. Qui la volontà vai più della Natura. Qui il progresso deve essersi arrestato alle soglie della farmacia o del caffè di provincia, ai tempi in cui la vita si infilava spensieratamente nel guanto da gettare in faccia all’ offensore ed in cui l’onore colpito veniva inalberato sulla punta aguzza d’una spada da duello. In Calabria non dev’essere ancora giunto l’alito viscido e greve di quel civile compromesso che è l’asfalto. Come si potrebbe diversamente capire questa strana difesa dell’onore, in momenti in cui l’onore è divenuto un'arma retrattile, in cui più nulla riesce ormai a tinger di rossore l’anima, ed in cui il bimbo più non crede al mondo incantato delle fate bionde, ed alla favola bella del principe azzurro, paladino dell’onore, mentre si trastulla per non più d’un giorno con un infernale balocco meccanico che troppo presto gli apprende la prevalenza della Forza sulla Giustizia?
Ma dove, a nostro giudizio, i querelanti di Catanzaro hanno sbagliato è stato, come dicevamo all’inizio, nell’inserire uno spettacolo nello spettacolo. Non hanno capito, i forti cittadini di Catanzaro, che chi parlava nel film in questione era, nient’altro che una maschera. Se a parlare fosse stato il principe Antonio De Curtis, con quel che segue, poteva forse valere la pena di offendersi e stampargli sul viso con aria di superiore disprezzo il classico schiaffo come s’addice a gente d’onore e di spada. Ma con le maschere no, non ci si può offendere! Le maschere non si sa da dove vengano: son nate con l’uomo, stanno in piedi sorrette dalle miserie nostre, la loro vita è lunga quanto la durata d’una risata, e profonda quanto la puntura d’un sarcasmo. Ogni uomo che nasce dà vita alla sua maschera: il carattere d'ogni maschera si fissa nel gran palcoscenico della Vita per quel tanto di fisso e di reperibile che è in ogni lato miserevole della natura umana. Spesso però le maschere soffrono della loro finzione e nessuna creatura umana è più triste d'un pagliaccio destinato solo a far ridere gli altri ed è per questo che a volte dalla bocca stirata e senza denti d’una maschera esce una tirata che trascende il singolo ed il caso per insegnare a tutta l’Umanità, così come sull’occhiaia vuota d’una maschera può salire la lacrima più sincera e più sofferta sulla sorte d'un triste genere umano.
Meglio avrebbero fatto i cittadini di Catanzaro a indirizzare la loro petizione al Re delle Maschere, perchè fosse redarguita la maschera Totò e salvaguardato l'onore dell’antica città calabrese: al cinema, come a teatro, v’è posto solo per maschere e fantasmi. Per redarguire il principe De Curtis, nella vita vera, ci vuol la carta da bollo, e in queste cose si sa, tutto diventa serio, col rischio finale di rovinare lo spettacolo. Sui tavoli ministeriali di Roma c’è posto ormai solo per l’onore delle categorie: l’onore dei commercianti, degli industriali, degli artigiani, delle Nazioni, dei Popoli. O che forse Totò e Catanzaro sono una di queste cose? Piuttosto a consolazione nostra, dei cittadini di Catanzaro e degli uomini di tutto il mondo, vorrei citare ciò che in proposito pensava Montaigne: «Ogni persona onorata preferisce perdere l’onore piuttosto che la coscienza»
Bruno Galvani, «Il Popolo», 29 aprile 1954
Questa sera al «Delle Palme»
Il Festival della canzone napoletana s'inizia fra le proteste degli "esclusi"
Vigilia molto agitala fra i «maestri» che si sono visti respingere la loro canzonetta - Totò tra i grandi esclusi - Èva Nova si rifiuta di cantare perchè le canzonette del marito non sono state prese in considerazione
[...] E' cominciata allora la rivoluzione degli « esclusi », tra i quali i sono nomi come quelli del principe De Curtis, il popolarissimo Totò, che forse, a questo Festival della sua città, sperava di rifarsi dopo il « Con te » di Sanremo [...]
Nino Longobardi, «Il Messaggero», 20 maggio 1954
Totò si stabilirebbe al Principato di Monaco
Nizza 8 luglio, notte.
Totò intenderebbe assumere, fra due anni, la cittadinanza del Principato di Monaco dove poi si stabilirebbe. Da qualche giorno egli si trova a Montecarlo, accompagnato da Franca Faldini, la quale aspetta un bambino per il mese di novembre. Entrambi lasceranno il Principato verso la fine di agosto, ma vi ritorneranno ai primi di novembre, perchè Totò desidera che suo figlio nasca a Montecarlo. Franca e Totò hanno già dichiarato che il loro figlio, se sarà un maschio, si chiamerà Massenzio, come l'imperatore romano sconfitto da un antenato di Totò; se, invece, sarà una bambina, si chiamerà Teodora.
«Corriere della Sera», 9 luglio 1954
Montecarlo. Franca Faldini e il principe Antonio de Curtis, ovvero Totò, attendono un bimbo. Se sarà un maschio, ha confidato l'attore, si chiamerà Massenzio; se sarà una bimba, invece, avrà nome Teodora.
«Epoca», 18 luglio 1954
L'attrice Faldini aspetta un bambino
Nizza Marittima, 7 luglio
«Se sarà un maschio, lo chiamerò Massenzio, col nome di un valoroso imperatore romano mio lontano antenato; e se sarà una femmina la chiamerò Teodora, cioè col nome dell’imperatrice di Bisanzio». E’ Totò, il popolare comico, ultimo discendente degli imperatori d’Oriente, che s’è espresso cosi ai giornalisti, mollemente allungato su una sedia a sdraio nella terrazza di un albergo di Montecarlo.
Il fausto evento che la moglie di Totò, Franca Faldini attende, riempie di gioia il comico. A Montecarlo Totò sta cercando un bell’appartamento che dovrà diventare la «villa dei suoi sogni». Franca Faldini, farà ritorno a Monaco alla fine del mese di ottobre mentre Totò — il quale sembra deciso a ritirarsi dalle scene fra tre anni — terminerà il prossimo film, in cui sarà un capostazione particolarmente disgraziato in amore, perchè afflitto da una moglie e da un’amante, molto cattive. E Totò capostazione si precipiterà fuori al passaggio di tutti i treni per implorare i viaggiatori e propor loro di portar via l’una o l’altra delle due donne, o meglio tutte e due insieme.
«Gazzetta del Popolo», 8 luglio 1954
Montecarlo 9 luglio.
Si assicura che Totò assumerebbe, tra un paio d'anni, la cittadinanza del Principato di Monaco. Egli si trova ora a Montecarlo insieme a Franca Faldini la quale aspetta un bimbo per il mese di novembre Essi lasceranno il Principato alla fine di agosto per tornarvi in autunno, poiché Totò vuole che il figlio nasca a Montecarlo. Ha già scelto il nome: Teodora se sarà una bambina, altrimenti Massenzio.
«Corriere dell'Informazione», 10 luglio 1954
Colpi d'occhio sul futuro di riviste e spettacoli leggeri
Per il prossimo anno comico gli autori sono già al lavoro - Totò ritorna al palcoscenico
«La Stampa», 20 luglio 1954
Felicità in vista per tre mamme?
Se sarà un maschio, il figlio che Totò e Franca Faldini aspettano per novembre si chiamerà Massenzio. L'erede del trono di Bisanzio vuoi ricordare con questo nome la vittoria che un suo antenato riportò sopra l'imperatore romano che si chiamava appunto Massenzio. Se invece sarà una femmina porterà il nome della più famosa sovrana bizantina: Teodora, che dal palcoscenico fu assunta alla dignità del trono. Comunque il bimbo, che i coniugi hanno deciso debba nascere a Montecarlo, avrà un nome imperiale. Nulla si sa invece a proposito del nome che verrà imposto al figlio che, secondo l'indiscrezione di un giornale australiano, dovrebbe nascere a Elisabetta d'Inghilterra. La Corte di Londra non ha nè smentito nè confermato la voce (nella foto, la regina tiene a battesimo la figlia di Lord Euston). Ugualmente senza conferma e senza smentita è la notizia che circola negli ambienti del cinema che Silvana Mangano stia attendendo il suo terzo bambino.
«Tempo», 22 luglio 1954
La serie di riviste dei Programma Nazionale, «Una alla volta», in onda la domenica alle ore 21,05, viene interrotta da una serie di trasmissioni studiate appositamente per consentire un gruppo di programmi brillanti nei mesi in cui il genere «varietà musicale» si presume maggiormente gradito. La serie comprende dieci trasmissioni allestite con l’ausilio di registrazioni originali, brani di colonne sonore da film e dischi del commercio. Ciascuna trasmissione sarà dedicata ad un particolare argomento e vi parteciperà, di volta in volta, un attore scelto tra i comici più popolari del nostro teatro di rivista: Billi e Riva, Walter Chiari, Carlo Dapporto, Erminio Macario, Renato Rascel, Tino Scotti, Alberto Sordi, Ugo Tognazzi e Totò.
«Il Messaggero», 24 luglio 1954
Le Maschere d'Argento 1954
«Radiocorriere TV», settembre 1954
Totò a colloquio col procuratore della Repubblica - Pare trattarsi di una querela per ingiurie
Napoli, 31 agosto
Ha fatto la sua comparsa oggi, al Palazzo dì Giustizia dì Napoli, un personaggio di eccezione: il principe De Curtis, il quale, sceso dalla sua Cadillac, è stato immediatamente ricevuto dal procuratore della Repubblica dott. Fasanotti. Il popolare Totò era accompagnato dal suo legale. I motivi del colloquio non sono stati resi noti dall’attore; sembra si tratti della querela sporta contro certo Carlo Battaglia, che, a Napoli, gli avrebbe rivolto parole ingiuriose.
«Gazzetta del Popolo», 1 settembre 1954
IL MEDICO DEI PAZZI
Distribuzione: 8 settembre 1954
Qui la rassegna stampa e la scheda completa del film
L'ORO DI NAPOLI
Distribuzione: 16 settembre 1954
Qui la rassegna stampa e la scheda completa del film
Totò, al secolo Principe de Curtis, è favorevole senza riserve alle coproduzioni. «Auguri vivissimi e sinceri alle coproduzioni. L'arte è nemica degli ostacoli e delle barriere. Con le coproduzioni le barriere cadono e l'artista è libero di esprimersi davanti a un pubblico sempre più vasto. Viva dunque la libertà e le coproduzioni!»
«Epoca», 13 giugno 1954
TOTO' CERCA PACE
Distribuzione: 20 settembre 1954
Qui la rassegna stampa e la scheda completa del film
12 ottobre 1954. Nato e subito deceduto Massenzio, figlio maschio di Franca Faldini e Antonio de Curtis. Il parto, avvenuto in una clinica dei Parioli, è stato laboriosissimo. Le condizioni di Franca Faldini, giudicate gravi in un primo tempo, questa sera erano soddisfacenti. Sconvolto dal dolore il popolare attore, che per ragioni procedurali inerenti alla sua posizione di divorziato non ha potuto ancora sposare la giovane attrice, non ha voluto ricevere giornalisti e conoscenti e la notizia è trapelata in un primo tempo fra pochi intimi.
La rassegna stampa nazionale nel nostro articolo La nascita e la morte di Massenzio, il piccolo principe erede di Totò. Approfondimenti sul tema, nel nostro articolo Massenzio, il piccolo principe
Querelato da Totò un noto avvocato romano
L’accusa: ingiurie e insinuazioni - Il processo si svolgerà alla prima sezione penale del tribunale di Napoli
E' stato fissato per il 16 febbraio del prossimo anno — presso la I Sezione penale del nostro Tribunale — il processo intentato da Totò, al secolo il principe Antonio De Curtis, all'avvocato Carlo Felice Battaglia, del Foro di Roma. Secondo quanto si legge nella citazione, l'avv. Battaglia (che difese senza successo un denigratore del principe De Curtis che gli contestava il titolo) è imputato del reato di cui all'articolo 81 e 595 1° comma, del Codice penale, perchè «con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, ed in tempi diversi, parlando o scrivendo a più persone — e precisamente e tali Salvatore D'Angelo e Gennaro De Curtis — aveva offeso la reputazione del celebre attore con le più volgari espressioni ed insinuazioni».
Fu nell'agosto scorso che Totò mise in moto la macchina della giustizia presentando in tribunale la sua querela. Egli era venuto a conoscenza delle libertà concessesi dall'avvocato romano, polche furono proprio i due individui prima nominati, cioè il De Curtis (semplice omonimo di Totò) e il D'Angelo, ad informarlo nel corso di una visita che essi gli fecero il 12 agosto all'«Hotel Excelsior» di Napoli, dove Totò si trovava temporaneamente. I due gli raccontarono che circa due mesi prima erano stati avvicinati dall'avv. Battaglia, che si disse Incaricato dallo stesso principe De Curtis per assumere informazioni sul conto di Gennaro De Curtis. Senonchè durante la conversazione l'avvocato avrebbe affermato che Totò era un bugiardo, trovandosi cosi in contrasto con quello che aveva precedentemente asserito circa le ragioni della sua ambasceria.
Gli incontri continuarono, ma alla fine il De Curtis e il D'Angelo si convinsero che gli scopi giurie e insinuazioni ma sezione penale del del Battaglia erano a dir poco oscuri. Essi troncarono perciò i loro rapporti con lui. Ma l'avvocato Battaglia non disarmò: cominciò da Roma a scrivere ai due delle lettere nelle quali ripeteva le frasi ingiuriose all'indirizzo di Totò, già dette a voce, ed altre altrettanto ingiuriose all'indirizzo di Franca Faldini che, a quell'epoca, attendeva Il bimbo il quale, com'è noto, non visse che poche ore. Tutto ciò, come abbiamo detto, fu riferito al principe De Curtis durante la conversazione all'«Excelsior» di Napoli. Egli ottenne di fotografare alcune lettere e di venire In possesso degli originali di altre. Copie fotografiche di queste lettere si trovano allegate agli atti del processo. Tutti gli atti Istruttori sono stati compiuti nel giorni scorsi con l'interrogatorio della parte lesa, dell'Imputato e del due testimoni.
«Stampa Sera», 26 novembre 1954
Confermata la condanna ai calunniatori di Totò
Affermarono che il titolo di principe de Curtis non era genuino
Sono divenute definitive le condanne inflitte nel giugno 1951 a Marzano Lavarello, al suo «cancelliere» Luigi Colisi-Rossi ed al suo ex consulente araldico Guido Jurgens i quali misero in dubbio la discendenza imperiale del principe Antonio Angelo Flavio Comneno Lascaris de Curtis, in arte Totò, incorrendo nel reato di calunnia. I tre incorsero anche nel reato di diffamazione perchè, durante una conferenza-stampa tenuta in un albergo della Trinità dei Monti, affermarono che era stata iniziata un'azione per dimostrare che il principato di Totò non era autentico. Per questo secondo reato la Cassazione ha ritenuto di applicare l’amnistia dello scorso Natale.
Per maggiori dettagli sulla vicenda, tutta la rassegna stampa dell'epoca nel nostro articolo Antonio de Curtis e la nobiltà
Macario sembra proprio deciso a lasciare la rivista per la prosa
[...] «Madama Follia» è la rivista che vide impegnato Macario nel 1927. Al Lirico, nel corso delle repliche, Macario fu costretto a cambiare compagnia. Disse all'impresario, preoccupatissimo: «All'Apollo c’è un giovanotto che fa delle macchiette divertenti. E’ l’unico che possa sostituirmi. E' un attore che sicuramente farà strada». Quel giovanotto era Totò. [...]
Luigi Barbara, «Corriere della Sera», 14 dicembre 1954
«Cinema», dicembre 1954
Altri artisti ed altri temi
Articoli d'epoca, anno 1954
Le memorie di Mistinguett sono una lettera d'amore
Toccò a Scarpetta l'eredità di Pulcinella
Anna Fougez si gode il sole
Nannarella studentessa d'inglese
La nuova Mangano è nata per telefono
Silvana Mangano odia il cinema perchè era nata per danzare
Silvana Pampanini conquista lo squadrone
La moglie si finge adultera per salvare il marito
Eduardo contro Lauro per «Questi fantasmi»
Censura e magistratura
Titina: forbici e pennello
La fattoria di «Sciuscià»
Sono una ragazza di famiglia
Silvana Pampanini regina delle Canarie
Paura a Cinecittà
Il seduttore rovinato dalle amanti gelose
Le trasmissioni saranno sorvegliate anche dal Clero?
Silvana maestra di attori in germoglio
Divertente come i suoi film, la vita di Alberto Sordi
"Tiene" fame Gennaro Pasquariello, l'uomo dall'oro in bocca
Vacanze al luna park per May Britt
Vittorio De Sica: gli anni più belli della mia vita
Gassman - Ferrero: innamorati, quasi fidanzati, separati dagli impegni
Franca Valeri nel Carnet n.3
Pochi di noi non assisteranno alle riviste del 1954-1955
Anna Maria Ferrero, la ragazza che prende gli schiaffi
Perdere i campioni: Fulvia e Tiberio torneranno insieme
Remigio Paone: la sua lobbia piaceva a Balbo
Fulvia Franco e Tiberio Mitri si lasciano innamorati e commossi
Stasera ho vinto anch'io
Colori tenui per la rossa Yvonne Sanson
Bloccata la Roma-Napoli dagli ospiti di "Errepi"
Paghe da re ai divi della rivista
Galleria di copertine e pagine pubblicitarie
Riferimenti e bibliografie:
Sintesi delle notizie estrapolate dagli archivi storici dei seguenti quotidiani e periodici:
- La Stampa
- La Nuova Stampa
- Stampa Sera
- Nuova Stampa Sera
- Il Messaggero
- Corriere della Sera
- Corriere d'Informazione
- Il Piccolo di Trieste
- Il Piccolo della Sera
- Il Piccolo delle ore diciotto
- L'Unione Monregalese
- Il Giornale dell'Emilia
- Reggio Democratica
- Film
- Film d'Oggi
- Noi donne
- Settimo Giorno
- La Settimana Incom Illustrata
- La Gazzetta del Popolo
- Il Popolo
- Il Tempo
- Repubblica
- La Nazione
- Settimo Giorno
- L'Avanti
- Tempo
- l'Unità
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