Articoli & Ritagli di stampa - Rassegna 1957
Indice degli avvenimenti importanti nel 1957
Gennaio 1957 Dopo una breve visita a Napoli all'allora sindaco della città Lauro i giornali pubblicano la notizia, prontamente smentita, del tesseramento di Antonio de Curtis al Partito Monarchico
3 - 6 maggio 1957 La rivista "A prescindere" viene presentata al Teatro Politeama Garibaldi di Palermo. La tournée si interrompe per la grave malattia agli occi che ha colpito Totò mentre era in scena.
Indice della rassegna stampa dei film per l'anno 1957
Totò, Vittorio e la dottoressa (Distribuzione: 6 dicembre 1957)
Altri artisti ed altri temi
Totò
Articoli d'epoca, anno 1957
Di notte ascolto il bollettino dei navigatori alla radio
Mario Di Gilio, l'uomo che faceva ridere Totò
Totò e la nobiltà: la casta è casta e va sì rispettata...
La malattia agli occhi
Marziano II Lavarello, Imperatore di Bisanzio?
All'Alfieri di Torino «A prescindere» - Rivista di Nelli e Mangini
Al Nuovo di Milano «A prescindere» - Rivista di Nelli e Mangini
A prescindere ma non da Totò
La malattia agli occhi: Totò quasi cieco dopo l'emorragia
La malattia agli occhi: Totò quasi cieco deve lasciare le scene
La malattia agli occhi: un impresario fa sequestrare i bagagli della Compagnia Totò
Totò in clinica colpito da cecità
La malattia agli occhi: quasi cieco e senza attori Totò è tornato a Napoli
La malattia agli occhi: Tino Scotti offre un occhio per salvare la vista a Totò
La malattia agli occhi di Totò: la lunga convalescenza
La malattia agli occhi - Totò: «tornerò a lavorare entro il mese prossimo»
La malattia agli occhi: fra Paone e Totò è scoppiata la guerra
La malattia agli occhi: ricco di canzoni il buio di Totò
Totò ha affidato gli occhi a Santa Lucia
Totò: ritorno dal buio alla luce dei riflettori
Totò e la malattia agli occhi: vidi le auto sui tetti delle case
Totò, Vittorio e la dottoressa (1957)
A prescindere (1956-1957)
Yvonne Ménard apre la serie delle copertine della nostra nuova annata. Yvonne, assieme a Franca May ed a Franca Gandolfi, è una delle «vedettes» della rivista di Totò: A prescindere— di Nelli e Mangini, per la quale Remigio Paone non ha lesinato i mezzi. La rivista viene data ora a Roma, al Teatro Sistina, ma presto la vedremo anche a Milano. In questi giorni era corsa voce che la Ménard si sarebbe ritirata dallo spettacolo perché ammalata: è invece soltanto un poco stanca.
«L'Europeo», 1 gennaio 1957
«Momento Sera», 12 gennaio 1957
Totò iscritto «ad honorem» nel partito di Achille Lauro
Napoli, 12 gennaio 1957
Antonio De Curtis, in arte Totò, che ha ieri sera debuttato a Napoli con la sua compagnia di riviste, è stato ricevuto stamane a Palazzo San Giacomo dal sindaco Lauro. Totò ha chiesto ad Achille Lauro la iscrizione al partito monarchico popolare e il sindaco di Napoli gli ha concesso la tessera «ad honorem»... Leggi l'articolo «A proposito di politica, ci sarebbe qualche cosarellina da mangiare?»
A Sanremo attendono Totò
Sanremo 20 aprile.
Sanremo era già affollata ma per la Pasqua sta avvenendo il miracolo della compenetrabilità dei corpi. Si può calcolare che alberghi pensioni locande e appartamenti privati accolgano circa 20.000 persone. Prevalgono naturalmente gli italiani fra i quali il primo posto è tenuto dai milanesi ma numerosi sono gli svizzeri e i tedeschi oltre a inglesi americani danesi e altri ancora di diverse nazionalità. Al salone delle feste del Casino Municipale da oggi al 25 aprile agirà la Compagnia di riviste con Totò ed è un ritorno assai atteso.
«Corriere della Sera», 20 aprile 1957
Totò, Fernandel e il contrabbando
Totò e Fernandel lavorano assieme in un film di Christian Jaque. Fernandel, che sta già girando un film con il comico americano Bob Hope, sarà in questa nuova pellicola un doganiere francese e Totò un contrabbandiere italiano. Fernandel abiterà in una casa di frontiera costruita a cavallo del confine, e tutto il film sarà imbastito sui suoi vani tentativi per arrestare Totò. Questi alla fine gli rivelerà che essendo nato nella stanza della casa che si trova in territorio Italiano, non può arrestarlo non essendo più nè cittadino francese né, tanto meno, doganiere.
«Corriere della Sera», 27 aprile 1957
Tournée 'A prescindere' - Palermo, Teatro Politeama Garibaldi, maggio 1957
Durante la tournée della rivista "A prescindere", a Palermo Totò fu colpito da una grave forma infiammatoria all'occhio sinistro per cui fu costretto a sospendere immediatamente lo spettacolo e la tournée, rimanendo assente dalle scene per più di sei mesi - Maggiori approfondimenti nell'articolo «La malattia agli occhi»
Totò smentisce lo scrittore Peyrefite
Il popolare attore ha negato di avere mai sollecitato il titolo di cavaliere dell’Ordine di Malta.
Roma 27 maggio, notte.
Il «Giornale d'Italia» ha pubblicato oggi un lungo passo dell'ultimo libro di Peyrefltte, «Chevaliers de Malte», che si riferisce a Totò. Vi si descrive, con largo sfoggio di particolari, una visita che il popolarissimo attore avrebbe fatto alla sede dell'ordine di Malta, in via Condotti, dopo che una sentenza del Tribunale di Napoli gli aveva riconosciuto il diritto al titolo di principe De Curtis e la discendenza dalla Casa imperiale di Bisanzio.
Oggetto della visita di Totò, il quale sarebbe stato accompagnato da un avvocato con larga scorta di documenti, sarebbe stata la richiesta di diventare cavaliere d'onore e devozione dell'Ordine, richiesta che non sarebbe stata accolta da chi ha il compito dì vagliare i titoli nobiliari dei candidati. Per diventare cavaliere d'onore e devozione, occorre infatti presentare le «prove» dei quattro quarti di nobiltà, ma non verte su questo punto il giudizio negativo che Peyrefltte mette in bocca all'incaricato dell’Ordine.
Il giornale ha mandato anche ad interrogare Totò a questo proposito e, sotto allo squarcio di prosa del romanziere francese, riporta le dichiarazioni del capocomico napoletano, che recentemente dovette sospendere gli spettacoli per un grave malanno agli occhi, ed ora sta a letto a curarsi. «E' tutto falso — ha detto Totò dopo che gli fu letto il brano — tutto l’episodio è inventato di sana pianta. Nel 1950 io mi recai, si, alla sede dell'Ordine di Malta, ma per motivi del tutto diversi da quelli di cui tanto sembra compiacersi lo scrittore francese. In compagnia del mio amico, il conte Fabrizio Sarazani, giornalista, e non insieme ad un avvocato, andai in via Condotti per chiedere notizie sulla vita del mio antenato Gian Tommaso de Curtis, che dal 1584 fu cavallere di giustizia dell'Ordine di Malta. Nessuno apri una borsa colma di carte, come pretende lo scrittore, ma lo mostrai l'unico foglio che avevo portato con me, la 'bolla' con cui si nominava cavaliere il mio antenato ».
Richiesto dal giornalista se intendeva dare querela, Totò rispose: «Me ne infischio, io ignoro. Quisquilie. Se dovessi dar peso a tutti i maldicenti, non la finirei più». Totò ha detto che dovrà stare a letto, in condizioni tutt'altro che invidiabili, ancora per due mesi; seguiranno altri due mesi di convalescenza, dopo di che egli conta di poter ritornare al teatro.
«Corriere della Sera», 28 maggio 1957
Una vertenza originata dall'abbassamento della vista del principe Antonio de Curtis
La malattia di Totò
A seguito dell'infermità agli occhi che ha colpito il principe Antonio De Curtis, un’altra controversia giudiziaria si viene ad aggiungersi a quelle già in corso. La società di produzione cinematografica «D.D.L.» aveva scritturato Totò e Peppino De Filippo, quali protagonisti di un film dal titolo provvisorio «Totò e Peppino, mariti imbroglioni», la cui lavorazione avrebbe dovuto svolgersi dal 7 ai 28 del corrente mese di giugno. Senonchè il 25 maggio scorso la «D.D.L.» ha fatto pervenire a Peppino De Filippo una raccomandata con la quale, dichiarava risoluto il contratto nei confronti di Peppino De Filippo, «considerando la malattia di Totò causa di forza maggiore giustificatrice della risoluzione del contratto.
Di fronte a tale presa di posizione, il legale del De Filippo, avv. Giovanni Ozzo, ha fatto rilevare che, pur considerandosi come causa di forza maggiore la malattia di uno dei principali protagonisti, non si giustifica affatto, in questo caso, la risoluzione in tronco del rapporto contrattuale anche nei confronti dell’altro, prevedendosi soltanto un arresto e uno spostamento nella lavorazione del film pari alla forzata interruzione dello stesso sino al cessare dell’impedimento determinatosi.
«Il Messaggero», 7 giugno 1957
PER LA PRIMA VOLTA INSIEME I DUE ASSI DELLA RISATA
Totò a fianco di Fernandel in una satira delle frontiere
Grasse, luglio.
[...] Mentre Martine girerà fra gli atolli del Pacifico, Christian Jaque passerà la frontiera italiana per incontrarsi con Totò e Fernandel e girare La legge è la legge, una satira scherzosa sulle frontiere. Vi si ammirerà un Fernandel doganiere e un Totò divenuto contrabbandiere; basta accennare a queste due figure per immaginare quanti o quali arguti scherzi possono nascere fra i due comici. Christian Jaque non vuole svelare molto il suo scenario: però ha detto che a un certo punto si tratta di sapere di qualo nazione è un bimbo nato in una casetta a cavallo della linea ideale di una frontiera (è un fatto piuttosto corrente che certi villaggi svizzeri e italiani si trovino tagliati in due in seguito ad accordi diplomatici: è già successo nella zona di Tenda che II confina divida in due una casa, lasciando la cucina in Italia e la camera da letto in Francia).
«Quali progetti avete, dopo Il film sulle frontiere?».
«Progetti vaghi, risponde Christian Jaque. Vorrei girare una vita di Jacques Coeur, ma vedremo. Prima seguirò Martine nella sua nuova carriera teatrale. Infatti mia moglie salirà in ottobre sulle scene del Nouveau Théàtre, una bomboniera deliziosa che Elvlre Popesco ha fatto costruire per rappresentarvi delle commedie più intime che non al Théàtre de Paris. Martine sarà la prima attrice dal lavoro in tre alti di Semerset Maugham, Pioggia. Ritorna così al primo amore: la scena di prosa. Gli altri due sono il cinema e Christian Jaque.
m.r., «Il Messaggero», 9 luglio 1957
NEL PROSSIMO FILM DI CHRISTIAN-JAQUE
Finalmente insieme Totò e Fernandel
Quanto prima i due celebri attori comici cominceranno a lavorare in "La legge è legge"
Parigi, lunedi sera.
Femandel sta riposando a Capvern, sulla Costa Azzurra; ma a Capvern il celebre comico non gode di una completa tranquillità, poiché quasi ogni giorno riceve visite che non lo lasciano certo in pace. Giorni or sono ha ricevuto quella del regista Christian Jaque che si é recato a spiegargli gli ultimi mutamenti da lui fatti alla sceneggiatura del loro prossimo film "La legge è legge", la cui lavorazione comincerà quanto prima e in cui Femandel reciterà — com'è noto — insieme con Totò, il suo celebre collega italiano ormai ristabilitosi dal recente disturbo visivo.
Fernandel ha, a più riprese, dichiarato che è molto lieto di poter interpretare un film unitamente a Totò, che egli stima molto, ritenendolo il più completo comico e mimo delta scena di rivista e dello schermo italiani. «Totò — ha detto Fernandel — mi fa veramente ridere come nessun altro comico. Ho visto diversi suoi film e mi sono non poco divertito, non tanto per i film stessi che in genere, non sono risultali quasi mai adeguati alle sue grandi possibilità artistiche, ma per la sua irresistibile comicità che è paragonabile a quella dei più apprezzati attori comici di tutto il mondo, compreso Charlot della prima maniera. Insomma, Totò mi fa ridere assai più di Femandel. Certamente lui ed io gareggeremo, nel film di Christian-Jaque, per divertire il pubblico, e mi auguro che questa non sia la sola occasione in cui saremo insieme». [...]
«Stampa Sera», 28 ottobre 1957
Il ritorno di Totò
Costretto all'inattività per molti mesi a causa di un'infermità agli occhi, Totò ritorna ora davanti alla macchina da presa per interpretare «Totò, Vittorio e la dottoressa squillo». Il titolo peregrino si spiega in parte con il fatto che a fianco del popolare comico comparirà Vittorio De Sica. Dirige Camillo Mastrocinque su sceneggiatura di Metz e Marchesi.
«Stampa Sera», 5 novembre 1957
Fernandel gira a Venafro a fianco di Totò
Venafro, venerdi sera.
Il regista francese Christian-Jaque ha dato ieri il primo "giro di manovella" del film «La legge è legge», molte scene del quale saranno riprese a Venafro. Fernandel è il protagonista del film accanto a Totò: è la prima volta che i due comici lavorano insieme. Il primo farà la parte di un doganiere francese, il secondo quella di un contrabbandiere italiano; se si aggiunge che Leda Gloria interpreta la parte della moglie del contrabbandiere e di ex moglie del doganiere, si può immaginare le allegre complicazioni previste dal film. La troupe rimarrà Venafro quattro settimane, dopodiché rientrerà a Roma per completare la lavorazione a Cinecittà. Altri interpreti del film, prodotto in coproduzione tra Italia e Francia, sono Annamaria Luciani, Luciano Marin e Checco Durante.
«Stampa Sera», 15 novembre 1957
TOTO', VITTORIO E LA DOTTORESSA
Distribuzione: 6 dicembre 1957
Qui la rassegna stampa e la scheda completa del film
Era il nostro Totò che parlava cinese
Fortuna dei film italiani nella Cina di Mao Tse-tung - Ottima accoglienza a "Guardie e ladri" - Il Paese delle ragazze serie
Pechino 27 dicembre.
Le coste della Cina sono lontane. Soltanto adesso, in questi ultimi anni, vi arriva l'ondata del nostro neo realismo. Cioè quando per ragioni diverse, che più o meno tutti conosciamo, il neo realismo si è esaurito in Italia, e ad esso succedono altre forme di cinematografo. Ma nonostante gli anni trascorsi, visto dalla Cina, il neo realismo conserva la sua freschezza, la sua forza vitale. Lo studiano nelle accademie cinematografiche, lo portano di esempio a registi e attori, è apprezzato dal pubblico delle sale.
Il gusto della commedia
Venti milioni di cinesi, dicono le statistiche, hanno assistito, dal 1954 ad oggi, alla proiezione di film italiani. Ma non soltanto ragioni di orientamento politico fanno amare il nostro cinema. Direi che agiscono anche, in buona parte, motivi di distrazione. La commedia Italiana è apprezzata. Al Teatro di Pechino da mesi viene rappresentato Goldoni. «Guardie e ladri» ha avuto una ottima accoglienza perchè è una commedia. E' stata un'idea del cinesi di iniziare una settimana del film italiano con la storia del piccolo ladro inseguito da una guardia grassa, affannata e bonaria. Debbo dire che, doppiato in cinese, Totò ci ha fatto ridere quanto, forse di più del Totò che vedemmo in italiano. Il suo frasario cinese risulta spigliato, nervoso, saltellante come la sua mimica. Tutto potevamo aspettarci meno che sentirlo esprimersi in quella lingua; e Fabrizl rispondergli con altrettanta bravura. E’ stata una grossa scoperta il principe De Curtis che diverte milioni di cinesi.
«E' una storia — ci disse il ministro Cen Yi — che piace al pubblico cinese perchè il tipo costretto a rubare per portare qualcosa a casa è stato molto familiare in Cina e il gendarme che deve, suo malgrado, arrestarlo è un personaggio anche questo comune ». Pai Yang, la più grande attrice, che corrisponde alla nostra Magnani, mi diceva: « Gli italiani sono meravigliosi nelle commedie. Sapessimo noi farle come voialtri. Voi avete nel sangue il gusto della commedia. E* anche per questa vena di gioia che amiamo il vostro popolo». [...]
I limiti del realismo
Il realismo ha dei limiti. Per tenerci alle intimità cui accennavo più sopra non si tratta di pudore, ma di un rigoroso puritanesimo che ormai caratterizza il costume di questo popolo. Si sa che nella strada, agli occhi di tutti, uomo e donna si comportano come fratello e sorella, soltanto dentro le pareti della casa possono essere marito e moglie; ma se un regista mostra l’interno di una casa si guarda bene dal descriverci scene che possano riuscire minimamente provocanti. Dopo gli anni delle « spudoratezze » di Sciangai, la Cina è entrata in un clima di austerità che nessuno in Europa arriva ad immaginare. Le ragazze si fasciano il seno, non si imbellettano, hanno fatto scomparire i tagli alle gonne (che invece ritroviamo a Hong-kong), usano la biancheria più grezza, anche quando potrebbero sfoggiare sete ricamate e merletti, non curano la pettinatura. Vedere una frangia è già un segno di civetteria che colpisce. [...] Ma non bisogna lasciarsi ingannare dalle richieste del mercato di Hongkong. Il pubblico di Hongkong vuole film sexy, film di mare, film musicali, mentre la Cina di Mao non desidera film sexy, non apprezza i film di mare, sopporta appena 1 film musicali, ma ama in genere il film italiano che abbia un contenuto umano o morale; come questa storia del piccolo ladro che alla fine si commuove alle peripezie del gendarme e lo incoraggia a mettergli le manette.
Corrado Sofia, «Corriere della Sera», 28 dicembre 1957
Riferimenti e bibliografie:
Sintesi delle notizie estrapolate dagli archivi storici dei seguenti quotidiani e periodici:
- La Stampa
- La Nuova Stampa
- Stampa Sera
- Nuova Stampa Sera
- Il Messaggero
- Corriere della Sera
- Corriere d'Informazione
- Il Piccolo di Trieste
- Il Piccolo della Sera
- Il Piccolo delle ore diciotto
- L'Unione Monregalese
- Il Giornale dell'Emilia
- Reggio Democratica
- Film
- Film d'Oggi
- Noi donne
- Settimo Giorno
- La Settimana Incom Illustrata
- La Gazzetta del Popolo
- Il Popolo
- Il Tempo
- Repubblica
- La Nazione
- Settimo Giorno
- L'Avanti
- Tempo
- l'Unità
- Cinesport
- Il Nostro Tempo
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- L'Europeo
- Cinema
- Cine Illustrato