Articoli & Ritagli di stampa - Rassegna 1961



Indice degli avvenimenti importanti nel 1961

Gennaio 1961 Il canile di Totò, l'"Ospizio dei trovatelli" ha un nuovo ospite, molto famoso: il pastore tedesco, pluridecorato, Dox, in forza alla Polizia di Stato. Collocato in pensione, rischiò di non avere più una casa, ma il suo padrone (il Brigadiere Maimone) fece un appello, subito raccolto da Antonio de Curtis e Franca Faldini che presero con loro la bestiola.

Gennaio 1961 Viene presentata una richiesta al Comune di Cava De' Tirreni dal legale del principe Antonio De Curtis relativa all’acquisto di un quadro che è nell’aula consiliare e raffigura un Camillus De Curtis, antenato del popolarissimo Totò. («L'antenato che Totò non potè comprare»)

21 marzo 1961 L'ex tenutaria del canile di Via Forte Boccea, Elide Brigada, ha citato in causa Antonio de Curtis, con l'intento di essere reintegrata nella gestione del canile.

22 luglio 1961 Viene assegnata ad Antonio de Curtis la "Grolla d'Oro" al merito del cinema. Impossibilitato a ritirare il premio, fu assegnato ad Alberto Sordi

27 settembre 1961 Antonio de Curtis riceve la "Maschera d'argento" per il cinema

2 dicembre 1961 a Roma viene assegnato ad Antonio de Curtis il "Trapezio d'Oro"

Indice della rassegna stampa dei film per il 1961

Totò, Peppino e... la dolce vita Distribuzione: 23 febbraio 1961

Sua eccellenza si fermò a mangiare Distribuzione: 17 marzo 1961

Totò Truffa '62 Distribuzione: 7 agosto 1961

I due marescialli Distribuzione: 5 dicembre 1961

Altri artisti ed altri temi


Totò

MONTECARLO, 2 genn.

Maria Callas e Onassis occupavano, insieme ai duchi di Bedford, un tavolo accanto a quello di Grace e Ranieri alla grande festa di S. Silvestro a Montecarlo. La cantante ha dichiarato: « Il 1961 sarà un anno bellissimo se i giornalisti mi lasceranno in pace ». AI favoloso « reveillon » erano presenti anche Totò e Franca Faldini, [...]

«Corriere della Sera», 2 gennaio 1961


Dox, il poliziotto del principe de Curtis


L'Ospizio dei Trovatelli

Con il generoso intervento del popolare attore napoletano è stata risolta una situazione disperata, ma tutti possono aiutare le povere bestiole destinate alla camera a gas


Totò, il principe che amava gli animali

26 Giu 2014

Totò, il principe che amava gli animali

Totò, il principe che amava gli animali Un cane idrofobo fu seviziato e ucciso per aver morso un bambino. Tre o quattro ragazzacci gli spaccarono la testa a pietrate e poi lo gettarono nel Tevere con le zampe legate. Io piansi per quella povera…
Daniele Palmesi, Federico Clemente
13927
05 Giu 2015

Dox, il poliziotto del principe de Curtis

Dox, il poliziotto del principe de Curtis Antonio de Curtis accolse nel suo canile i due cani poliziotto Dox il cui nome completo è Dox von Coburger Land, col figlio, chiamato sbrigativamente, come nelle grandi dinastie, Dox Junior, sfrattati dalla…
Daniele Palmesi, Federico Clemente
14328
08 Gen 2016

L'Ospizio dei Trovatelli

L'Ospizio dei Trovatelli I cani sono come bambini muti, patiscono, hanno memoria, sentimento, nostalgia, ma non possono piagnucolarti le loro sofferenze come un accattone che dicendo, Ho fame o Mi hanno fatto questo e questo, trova sempre un santo…
Daniele Palmesi, Federico Clemente
14741

I centonovanta cani di Totò

I centonovanta cani di Totò Ogni giorno centonovanta festosi latrati accolgono, in un canile di Roma, l’arrivo di Totò: il popolare comico è il benefattore che li ha adottati in massa salvandoli dalla fame, fornendo loro cucce confortevoli, e…
Lietta Tornabuoni, «Novella» anno XLII, n. 2, 12 gennaio 1961
1466

L'infallibile Dox torna in borghese

L'infallibile Dox torna in borghese Durante la sua lunga carriera il famoso cane poliziotto ha risolto centocinquanta casi, ha operato otto salvataggi, è stato sette volte ferito. Roma, gennaio Negli Stati Uniti, durante uno dei tanti giochi…
Giorgio Salvioni, «Epoca» anno XII, n. 539, 29 gennaio 1961
1627

I cani di Totò

I cani di Totò ROMA, gennaio A Forte Boccea, una località prossima a Roma, già da qualche anno una vecchia infermiera aveva organizzato un rudimentale canile, dove aveva raccolto una settantina di cani, tutti randagi, allo scopo di salvarli dalla…
Ermes Giusti, «La Gazzetta di Mantova», 20 gennaio 1961
981

Il principe metafisico, ovverosia Totò

Il principe metafisico, ovverosia Totò Non si piace, dice. Ma si vuole bene da sé. E' altezza imperiale e tante altre cose. Ma deve tutto al personaggio di Totò. Si sarebbe pure fatto frate, se non ci fosse stato il piccolo impedimento della…
Oriana Fallaci, «L'Europeo», anno XIX, n.40, 6 ottobre 1963
2176

Totò, l'arte di far ridere

Totò, l'arte di far ridere Abbiamo intervistato Totò che a Cannes, con il film "Uccellacci e uccellini", ha rinverdito un successo che dura da 40 anni. Il pubblico di Cannes ha applaudito a scena aperta tre, quattro volte, mentre sullo schermo…
Maria Maffei, «Noi donne», anno XXI, n.22, 28 maggio 1966
1610
09 Apr 2014

Dick

DICK Dick Tengo 'nu cane ch'è fenomenale,se chiama "Dick", 'o voglio bene assaie.Si perdere l'avesse? Nun sia maie!Per me sarebbe un lutto nazionale. Ll 'aggio crisciuto comm'a 'nu guaglione,cu zucchero, biscotte e papparelle;ll'aggio tirato su cu 'e…
Daniele Palmesi, Federico Clemente
2678
07 Feb 2014

1961 - Controfagotto

CONTROFAGOTTO (1961) Controfagotto era una trasmissione televisiva, una sorta di rubrica documentaristica della piccola cronaca di provincia, curata dal giornalista ed autore televisivo Ugo Gregoretti, in onda sul Programma Nazionale della RAI nel…
RAI
5172

Piangeva su ogni de Curtis

Piangeva su ogni de Curtis Mentre la Tv ci ripropone Totò, ascoltiamo la rievocazione affettuosa di un suo grande amico. Il conte Marco Rocco di Torrepadula ci descrive le grandi qualità e le innocenti manie del comico napoletano cui è dedicato un…
Vittorio Paliotti, «Oggi», anno XXIX, n.14, 5 aprile 1973
1343

I cani salvati da Totò

I cani salvati da Totò Roma, maggio I cani randagi cui Totò provvedeva continueranno ad essere ospitati e curati nel canile che il grande attore napoletano aveva allestito alla periferia di Roma. E’ quindi infondata la voce che si era diffusa nei…
S.C., «Tribuna Illustrata», anno LXXVII, n. 19, 7 maggio 1967
1049

Totò non rideva mai

Totò non rideva mai Totò lontano dalla scena e dal set era un uomo molto riservato Forse era l’impegno intellettuale che spendeva sul lavoro a renderlo per i familiari e gli amici una persona misurata e laconica. In privato, e cioè nella vita di…
Vittorio Paliotti, «Il Mattino», 11 aprile 1987
1801

Articoli & Ritagli di stampa - Rassegna 1960

Articoli & Ritagli di stampa - Rassegna 1960 Indice degli avvenimenti importanti nel 1960 Gennaio 1960 A Totò il "Microfono d'argento" Giugno 1960 I giornali parlano di un canile con 80 ospiti gestito da una povera signora, priva di ogni mezzo di…
Daniele Palmesi, Federico Clemente
1214

Articoli & Ritagli di stampa - Rassegna 1963

Articoli & Ritagli di stampa - Rassegna 1963 Indice degli avvenimenti importanti nel 1963 Marzo 1963 A Totò viene proposto di interpretare, per la televisione, «Il Commissario Totò» personaggio definito l'anti-Maigret. Il progetto non andrà a buon…
Daniele Palmesi, Federico Clemente
1076


Totò non potrà acquistare un ritratto di un suo antenato

Salerno 20 gennaio, notte.

Il Consiglio comunale di Cava dei Tirreni, nella sua odierna riunione, s’è dovuto fra l’altro occupare di una richiesta presentata dal legale del principe Antonio De Curtis relativa all’acquisto di un quadro che è nell’aula consiliare e raffigura un Camillus De Curtis, antenato del popolarissimo Totò.

I consiglieri, pur valutando il motivo sentimentale della richiesta, non hanno ritenuto opportuno accoglierla. La famiglia De Curtis, tra il 1500 e il 1600, ha dimorato nel Salernitano e, particolarmente, a Cava dei Tirreni. Nella basilica di Maria Santissima dell’Olmo, una lapide funeraria del 1600 ricorda un Nicola De Curtis. Inoltre, documenti conservati nell’archivio di Stato di Salerno tramandano che un ramo dei De Curtis faceva parte dei patrizi di Ravello.

«Corriere della Sera», 21 gennaio 1961 - «L'antenato che Totò non potè comprare»


TOTO', PEPPINO E... LA DOLCE VITA

Distribuzione: 23 febbraio 1961

Qui la rassegna stampa e la scheda completa del film


Totò in Pretura per i cani accompagnato dalla Faldini

L'ex guardiana sfrattata ha citato l'attore

«Corriere d'informazione», 22 marzo 1961 - «L'Ospizio dei Trovatelli»


Per salvarsi dal marito iettatore scelse l'amante gobbo

Se scoppia un incendio, se una nave cola a picco, se crollano i lampadari, se qualcuno cade morto all’improvviso, la colpa è dello “iettatore”: così assicurano gli esperti in materia e così assicura l’autore di questo servizio, che si vanta di conoscere i tre più famosi iettatori di Napoli ma che, da buon napoletano, si guarda bene dal nominarli

[...] Ora io, concludendo, sarei tentato di raccontare certe strabilianti storie di iettatori napoletani, ma faccio forza a me stesso e me ne astengo per i motivi ai quali ho già accennato. Preferisco invece rievocare, per chi non l’abbia presente, una nota commedia di Luigi Pirandello, La Patente, un atto unico del 1918 che qualche anno fa è stato messo anche in film e che ha avuto come protagonista Totò.

Il signor Rosario Chiarchiaro, dunque, ritenuto da tutti i suoi conoscenti un formidabile iettatore, si riduce sul lastrico. Ma finalmente egli ha una idea geniale: querelerà alcuni di coloro che lo additano quale iettatore, ma li querelerà non per vederli condannati, bensì per vederli assolti. Egli stesso fornirà agli avvocati avversari le prove che è iettatore, in maniera appunto da far assolvere i suoi diffamatori.

Totò in una foto mostra l'enorme corno portafortuna che, come quasi tutti i napoletani (sebbene qui in proporzioni alquanto insolite), il. popolare comico conserva nella sua abitazione, contro la iettatura. Qualche anno fa Totò è stato l'interprete, in un film, di un episodio tratto da una commedia di Pirandello, in cui interpretava lui stesso la parte di uno iettatore

Il ragionamento che fa Rosario Chiarchiaro è semplicissimo: una volta assolti coloro che lo definiscono iettatore, egli verrà automaticamente riconosciuto a termini di legge come iettatore, avrà insomma una autentica patente di iettatore. E sarà da questa patente che egli trarrà i mezzi di vita. In che maniera? Ma fermandosi, per esempio, accanto alla vetrina di un negozio e accettando di allontanarsi soltanto quando il proprietario, preoccupato per le sventure che egli potrà causargli, non gli avrà versato una congrua mancia Oppure accettando di recarsi a casa di Caio a portargli male per incarico di Sempronio dal quale si sarà fatto adeguatamente pagare. Rosario Chiarchiaro supplicherà, nella commedia pirandelliana, il giudice D’Andrea di assolvere i querelati. «Ho figli, debbo vivere!», è il grido di Chiarchiaro. Il giudice D’Andrea è imbarazzato. La legge non ammette la iettatura e quindi egli dovrà condannare i diffamatori di Chiarchiaro. Ma ecco che la iettatura incomincia ad abbattersi proprio sul giudice...

Come il giudice D'Andrea, io non credo alla iettatura anche perché, come ho detto, ho avuto occasione di frequentare i tre più famosi iettatori di Napoli e non me ne è mai incolto male. Anzi non voglio fare a meno, a conclusione di queste pagine, di far giungere ad essi, che certamente si saranno riconosciuti, i sensi più alti della mia affettuosa e devota amicizia. Nonché un caloroso abbraccio.

Vittorio Paliotti, «Novella», anno XLII, n.13, 30 marzo 1961


SUA ECCELLENZA SI FERMO' A MANGIARE

Distribuzione: 17 marzo 1961

Qui la rassegna stampa e la scheda completa del film


Claudette Colbert ed io al cinema a veder Totò

L'attrice si è divertita ridendo da matti

S. Margherita 1 aprile.

E' arrivata Claudette Colbert. Avevo già avuto altra occasione d'incontrarla, alcuni anni or sono, a Parigi. In casa di Isa Miranda ed avevo assistito al riavvicinamento delle due attrici dopo il loro dissidio di Hollywood. [...] Io avevo la macchina? Si? Oh, bravò! Desiderava di essere accompagnata in uno dei cinematografi di Santa Margherita dove le avevano detto che si proiettava un film di Totò. L' aspettassi pochi minuti. Scese, dopo mezz'ora, chiusa in un impermeabile azzurro, il cappuccio in testa, giovanile... non direi, ma insomma... sempre attraente col suo caratteristico volto limitato in alto dalla frangetta. Per prima cosa, dopo i saluti, mi disse che non voleva assolutamente venir riconosciuta dal pubblico per non dover concedere autografi. Era in Italia assolutamente in incognito. Voleva godersi il film come una qualunque, tranquillamente. Aveva già visto altri film di Totò che la divertiva moltissimo.

«Adorable, ce Totò!».

Non fu difficile mantenere l'incognito. Nessuno poteva supporre che la signora chiusa nell’impermeabile azzurro, il cappuccio tirato sugli occhi fosse Claudette Colbert. Potemmo cosi, la diva e io, avventurarci nel buio della sala quasi vuota, a quell'ora pomeridiana. Il film era al primo tempo: Totò passava e ripassava con smorfie e con sgambetti che destavano un po’ d'ilarità nello scarso pubblico. Claudette Colbert fu ben tosto presa dalla comicità dei nostro grande attore. Rideva solo ch'egli aprisse bocca; e mi domandava: « Qu’est qu'il a dit? ».

E queste domande le si fecero sempre più frequenti; dovetti tradurre, alla meglio, anche l'espressioni dialettali del divo. Ma la mimica di questo bastava a farle subito capire il significato delle frasi ch’io cercavo di tradurre nel miglior modo possibile. A un certo punto mi toccò col braccio per interrompermi. quasi seccata. Mi piegai a domandarle se le occorressero altre delucidazioni, mi rispose di no col capo, fissa con gli occhi allo schermo, presa dell'azione comica e soprattutto dalla bravura del protagonista. Tratto tratto il suo bel viso, ch'io guardavo ogni tanto di profilo, non parendomi vero che fosse quello di Claudette Colbert, si schiariva straordinariamente. direi quasi che si apriva, dando in una risata, e dopo la risata veniva una breve frase di ammirazione.

Un che di fanciullesco per la prima volta scopersi nel suo volto. Immaginate la faccia di Claudette Colbert, non più giovane, ma pur tuttavia sempre attraente, atteggiata a stupore fanciullesco, assolutamente priva d’autocontrollo, attratta da qualche cosa che vince l'ambizione, debella l'invidia, non rende possibile la rivalità, annulla perfino la tristezza del sentirsi addosso il peso degli anni? Ebbene, lo lo vidi, quel volto, tante volte ammirato cosi diverso, sullo schermo. Provai un senso di orgoglio perchè l’attore che destava tanta ammirazione era italiano, ma anche un senso di malinconia, che mi veniva dal sentire la caducità del successo, la spaventosa velocità con cui passano la gloria cinematografica e la giovinezza.

Anche quando balzò nella sala la luce, non si ebbe difficoltà a mantenere l'incognito per l’illustre attrice che mi sedeva vicina, ora a capo scoperto. Il pubblico aveva gli occhi pieni di Totò. E, per il momento, non andava più in là.

Salvator Gotta, «Corriere d'informazione», 2 aprile 1961


Totò, Sandra Milo, la Ekberg...

Un super-show alla TV

[...] Peraltro non mancheranno le novità. Entro maggio dovrebbe essere varato un nuovo super-show, addirittura con Totò, Sandra Milo, Anita Ekberg e Dorian Gray; il super-show si chiamerebbe «Lady Fortuna» e sarebbe congegnato in chiave di chiromanzia. Vi prenderebbe parte anche Milva come cantante-vedette. Avremo, dunque, un programma televisivo imperniato sulla cabala, gli oroscopi e la cartomanzia. Sul filone di ma-ghi, astri e indovini, scorreranno canzoni e «sketchs» per un'ora di spettacolo che dovrebbe andare in onda il mercoledì sera. [...]

«Il Piccolo di Trieste», 8 aprile 1961


Questa sera si assegnano i premi del cinema

Le "Grolle" di Saint Vincent

Da Roma a Mosca e dalla Francia arrivano i divi, i registi, i magnati della cinematografia - Atmosfera di «suspence» per un ripensamento della giuria - A poche ore dal «gala»: un trofeo in discussione

«Corriere della Sera», 22 luglio 1961 - «Totò, i premi, i riconoscimenti»


TOTO'TRUFFA '62

Distribuzione: 7 agosto 1961

Qui la rassegna stampa e la scheda completa del film


La spiaggia più «scandalosa» del mondo

Le belle di St.-Tropez si fanno pettinare sedute fra le onde

Le stranezze non si contano nella patria elettiva di Brigitte Bardot - L'unico villeggiante «serio» è Totò, reduce dal suo 78° film

St Tropez, lunedi sera

[...] L'unico personaggio sempre inappuntabilmente vestito in tela cruda con panama in capo è l'elegantissimo principe de Curtis, in arte Totò, che divide le sue vacanze fra Cannes, le Lavandou e St-Tropez, ma soprattutto naviga col suo panfilo per «far provvista di azzurro». Ha terminato il suo 74° film, Totò e la dolce vita, parodia mite della celeberrima pellicola felliniana.

m.r., «La Stampa», 15 agosto 1961


Ricordi di teatro: primo incontro con il comico Totò

In un teatrino che si ribellava rumorosamente agli evidenti trucchi di un illusionista, il giovane principiante napoletano riuscì ad ottenere il silenzio: era già il «re del varietà»

Napoli aveva conosciuto tempi migliori. Pure, una pizza costava ancora trenta soldi. La statua di Nicola Amore dall’alto del piedistallo guardava sempre il suo Rettifilo. Le traballanti carrozzelle circolavano più numerose dei taxi. Gli «scugnizzi» non sapevano parlare l'inglese e si accontentavano di due soldi di mancia. Nell'ambiente artistico-lettirarlo circolavano i motti arguti di Libero Bovio e di Ugo Ricci. Matilde Serao pettegolava dalle colonne del «Giorno». Il poeta Salvatore Di Giacomo si recava ogni mattina, alle nove alla Biblioteca Nazionale della quale era il direttore. «'O pazzariello», nei quartieri popolari, vantava la bontà del vino «d' 'a cantina d’ 'o Campo». Dalle urne di vetro i numeri del gioco del lotto erano estratti da un bambino bendato. Al molo Beverello l'ultimo cantastorie leggeva ad una ristretta cerchia di affezionati le gesta di Orlando e Rinaldo mentre al Teatro Bellini l'ultimo Pulcinella don Salvatore De Muto era applaudito da un pubblico fedele. I registi cinematografici non avevano ancora scoperto Napoli. Armando Gill nei caffe-chantants alla moda cantava «Conoscete la bella Gina...» e «Come pioveva.» Eduardo, Peppino e Titina De Filippo erano tre piccoli attori della compagnia di Vincenzo Scarpetta. Raffaele Viviani dai trionfi del teatro di varietà era passato a quelli dei teatri di prosa. Gennaro Pasquariello, il cesellatore della canzone, era chiamato dai ricchi borghesi ad allietare cerimonie e feste familiari. E’ nota l'avarizia del celebre canzonettista napoletano scomparso. Fu invitato una volta al ricevimento dato in occasione delle nozze di un ricco commerciante dove avrebbe dovuto cantare due canzoni dietro il compenso di duecento lire. Una somma favolosa per quei tempi. Ma si trattava di Pasquariello e due canzoni cantate dal divo valevano bene cento lire runa. Al ricevimento il successo fu, com'era da prevedersi, enorme. Si chiedeva insistentemente il bis, Pasquarlello si schermiva accennando al padrone di casa, allo sposo, il quale, dietro le insistenze degli invitati, si avvicina al cantante e:

— Commendatò — gli dice — per piacere accontentate i miei amici: fate questo bis, ve ne prego.

Pasquarlello lo guarda fisso, solleva lentamente a mano destra e, facendo scivolare il pollice sull'indice, con un mezzo sorriso gii chiede:

— ...E ...vi conviene?...

In compagnia di Paolo Stoppa, allora all'inizio della sua carriera, gironzolavamo un pomeriggio per le vie di Napoli quando un violento ed improvviso acquazzone ci costrinse a rifugiarsi al Trianon, un sotterraneo teatro di varietà di terz'ordine.

Nei programma, fra gli altri «numeri», erano annunziati il celebre (?) illusionista Chabernot e, in «vedette», il comico Totò. Entriamo nella sala: il teatro è pieno zeppo di una folla scamiciata e maleolente che fa un baccano del diavolo fischiando ed urlando all'indirizzo di una canzonettista che abbiamo appena il tempo di scorgere mentre ripara spaurita tra le quinte. Prendiamo posto in due scomodissime poltrone ai legno lasciate, per caso, vuote all'inizio della prima fila a sinistra. Mio vicino di destra è un ben nutrito «guardio» che pancia all'aria, sciaboletta fra le gambe e berretto sulla nuca, se la fuma beatamente. Il sipario si riapre sul volgare scenario dell'illusionista Chabemot dal nome esotico e dall'accento inconfondibilmente napoletano.

Dopo uno o due esperimenti si scatena un uragano di fischi e urla ed altri [...] familiari fra il pubblico napoletano di quel genere. E' impossibile andare avanti.

L’orchestra, un pianoforte, una tromba, un clarino, una grancassa e un contrabasso, continua imperturbabile la sua «lagna». Ad un certo momento il professore di con tra basso fa capolino dalla cavea a rivolgendosi al «guardie» che, calmo ed assente continua a fumare li suo sigaro, gli dice:

— Neh, sargè... mettete un po' di ordine in queste teatro.

— Quale teatro? — risponde il «guardio».

— Come. Quale teatro?!... Questo.

— Ah, perchè questo è un teatro?

— Almeno», cosi lo chiamano — commenta il professore

E il «guardio»:

— Nun date retta, professò. Piuttosto vorrei essere spiegato una cosa: come mal il vostro contrabbasso tiene quattro pizzuchi (bischeri) e tre corde?

— Ah, non lo sapete? Embè, ora ve lo spiego: ci manca una corda

— E voi suonate con tre corde sole?!

— Con tre, con due, con una... senza corde...

— Senza corde?! E come fate?!..

— Così. — Ed il professore di contrabasso dopo avere inumidito il pollice alle labbra lo strofina sulla cassa del suo strumento ottenendone un effetto non molto dissimile da quello attenuto con lo strofinio dell'archetto sulle corde. Intanto il baccano continua: nè la donna dalla testa mozza, nè la sparizione di un pollo di cartone riescono a placare l'ira della folla. Come Dio vuole Chabemot riesce a finire il suo «numero» fra un subisso di urla scomposte, fischi ed altri rumori come sopra

L'orchestra attacca immediatamente una marcia d'introduzione, quella dell'ultimo numero, delia «vedette», del comico Totò. Il pubblico si fa attento e silenzioso. Si riapre il sipario sul solito fondale di giardino. La scena è vuota, l’orchestra continua la sua marcia. Ad un tratto, preceduto da un potente colpo di grancassa, entra in acena Sua Maestà Antonio De Curtis, profirogenito della stirpe Costantiniana di Griffo Focas, allora semplicemente «il comico Totò»! Egli si esibisce in una danza meccanica: i suoi arti si snodano come quelli di un burattino in movimenti precisi ritmati dai colpi della grancassa. Mano, mano questi movimenti si accelerano, ogni parte del suo corpo è in convulsione, sembra una girandola vivente che attraversa il palcoscenico come una meteora. Ad un colpo più forte della grancassa il corpo dell’attore si arresta di botto appiattendosi contro un pilastro del boccascena. Da tutta la sala prorompe un urlo di gioia e lo scroscio di un lungo e nutritissimo applauso. Erano ancora i tempi in cui il popolo amava i monarchi.

Testo e disegni di Umberto Onorato, «Momento Sera», 19 agosto 1961


Prima serata al Festival di Napoli

Ore 22,20: in lizza 12 canzoni Renato Rascel è tra i favoriti

Due orchestre e ventinove cantanti (diciotto uomini e undici donne) - Le prove generali sono durate tutta la notte - Anche in questa manifestazione il fuoco della polemica: si annunciano presunte rivelazioni sui retroscena dell'organizzazione - Il «caso» di due motivi musicali che sarebbero stati imposti d'autorità - L'esclusione di «Totò»

Napoli, sabato sera

Fra poche ore il «Mediterraneo», concluso i! Congrosso ili chemioterapia, sarà dedicato non più ai farmaci ma alle canzoni. La manifestazione canora, il IX Festival della Canzone Napoletana, c una vittoria di Furio Rendine. Già sofferente per un investimento automobilistico avvenuto arni fa, Rendine ha dovuto subire recentemente un non prorogabile intervento chirur- Mike Bongiorno sulla spiaggieo. .Sul suo cammino di organizzatore sono state sparsi ovunque deg': ostacoli. Ma egli non ha piegato. Con la febbre alta, ha lavorato lo stesso ed ha vinto. La sua volontà e la sua esperienza, come già appare da tante prove, hanno fatto di questo Festival una manifestazione di alto livello artistico. Ecco l'elenco completo delle prime due .serate nell'ordine di programmazione.

Questa sera: «'O passato» («Il passato») di Lazzeretti La Valle, edizioni Leon Music, Milano (cantano Lucia Altieri e Nelly Fioramonti); «'O tuono e marzo» («Il tuono di marzo») di De Mura e De Angelis, edizioni Gennarelli, Napoli [...]

Perciò, se tanto obiettivo è stato il comportamento degli organizzatori, che potrebbero mai rivelare ì sette transfughi? Eppure si parla di un «caso Rascel» e di un «caso Lazzarella». Ecco di che si tratta. Un quotidiano pubblicò —- senza essere smentito — che una canzone pur somigliantissima a «Lazzarella» aveva dovuto essere inclusa perché la Commissione vi era stata costretta. Comunque è certo che mentre Rascel è entrato al Festival e sarà forse il «cantautore» più acclamato, il principe Antonio De Curtis, in arte «Totò», non è entrato fra gli autori. Totò è stato bocciato. Non una ma tre canzoni aveva presentato. La Commissione, però, le ha tutte respinte. Ma Totò non disarma. Ha deciso che si prenderà fra breve una grande rivincita per il dolore datogli dalla sua città.

Crescenzo Guarino, «La Stampa»,16 settembre 1961


LYZ TAYLOR OSPITE D'ONORE

Consegnate ieri a Roma le «Maschere d'Argento»

I premi distribuiti dal ministro Folchi e dal commissario prefettizio Diana

«Corriere della Sera», 29 settembre 1961 - «Totò, i premi, i riconoscimenti»


NON PARTECIPERA' A PROGRAMMI TV

Vivaci critiche di Totò al mondo della canzone

«Tutto - ha detto - è nelle mani delle case discografiche, anche le trasmissioni della R. A. I.»

Roma 24 novembre, notte.

L’attore Totò non comparirà sui teleschermi: lui stesso ha smentito stamane le notizie apparse su qualche giornale' a proposito di uno spettacolo televisivo che i dirigenti della R.A.I. avrebbero ideato apposta per lui e che avrebbe dovuto essere sottoposto all’approvazione di Sergio Pugliese.

Il principe De Curtis però ha smentito queste voci: «Non farò della televisione perchè è un genere che non mi interessa. Quanto al canovacci della commedia dell’arte sarebbe interessante riproporli ad un pubblico moderno, ma nascerebbero molti problemi di censura: lasciare intatte le trame, quasi tutte a sfondo licenzioso e impostate su doppi sensi ed equivoci, sarebbe inopportuno; Rimaneggiarle e sfrondarle porterebbe a trarne cose del tutto diverse».

Totò non ha mancato di riaprire la sua polemica preferita sul mondo delle canzoni e sulle difficoltà che incontrano parolieri e musicisti per raggiungere il successo quando non siano legati a una casa editrice . musicale o discografica. «Oggi la canzone è un’industria — ha detto il principe De Curtis — e come tale deve essere sempre sottoposta ad un razionale ed accurato "piano di produzione". Chi scrive musica e versi per il piacere di farlo non può più sapere, attraverso il pubblico, se ciò che fa è bello o è brutto».

«Nessun musicista dilettante — ha aggiunto l’attore-compositore — può sperare di raggiungere la radio o i dischi: ogni cantante è legato da contratti che gli impediscono di mettere in repertorio brani che non siano quelli fomiti dalle case da cui dipende. E la R.A.I. mette in onda solo canzoni che le giungono attraverso case editrici musicali o industrie discografiche. Io perciò scrivo canzoni e me le tengo nel cassetto: le scrivo soltanto per me. L’ultima è intitolata "L’ammore avesse a essere": un motivo moderno, anche se non 'urlato', che però forse nessuno sentirà mai».

«Corriere della Sera», 25 novembre 1961


Assegnazione a Totò del premio «Trapezio d'Oro»

«Il Messaggero», 1 dicembre 1961 - «Totò, i premi, i riconoscimenti»


I DUE MARESCIALLI

Distribuzione: 5 dicembre 1961

Qui la rassegna stampa e la scheda completa del film


«Cinema Nuovo», dicembre 1961


Altri artisti ed altri temi

Articoli d'epoca, anno 1961

03 Lug 2021

Inchiesta fra i minori di 18 anni. Censura: perchè?

Inchiesta fra i minori di 18 anni. Censura: perchè? I minorenni giudicano la censura : un espediente che non impedisce ai giovani di vedere i film proibiti e non serve a difenderli dai pericoli morali che essi trovano nella vita di tutti i giorni.…
Maria Maffei, «Noi donne», anno XVI, n.50, 17 dicembre 1961
729


Galleria di copertine e pagine pubblicitarie


Riferimenti e bibliografie:

Sintesi delle notizie estrapolate dagli archivi storici dei seguenti quotidiani e periodici:

  • «Corriere della Sera», 2 gennaio 1961
  • «Corriere della Sera», 21 gennaio 1961
  • «Corriere d'informazione», 22 marzo 1961
  • Vittorio Paliotti, «Novella», anno XLII, n.13, 30 marzo 1961
  • Salvator Gotta, «Corriere d'informazione», 2 aprile 1961
  • «Il Piccolo di Trieste», 8 aprile 1961
  • «Corriere della Sera», 22 luglio 1961
  • m.r., «La Stampa», 15 agosto 1961
  • Testo e disegni di Umberto Onorato, «Momento Sera», 19 agosto 1961
  • Crescenzo Guarino, «La Stampa»,16 settembre 1961
  • «Corriere della Sera», 29 settembre 1961
  • «Corriere della Sera», 25 novembre 1961
  • «Il Messaggero», 1 dicembre 1961
  • «Cinema Nuovo», dicembre 1961