Giovanna Ralli - Galleria fotografica e rassegna stampa

Giovanna Ralli


Giovanna Ralli, raccolta di articoli di stampa

Articoli d'epoca - 1950-1959 909 G.Beri, «Sorrisi e Canzoni TV», 14 giugno 1954

Tre ladri e una canzone

Tre ladri e una canzone Da parecchio tempo a questa parte si parla di Totò come autore di canzoni. dopo la famosa «Malafemmina», in cui pubblico ha creduto di ravvisare la storia di un amore infelice del nostro grande comico, il momento più critico…
Giovanna Ralli 375 Stelio Martini, «Tempo», anno XVIII, n.12, 22 marzo 1956

Un visone per Giovanna Ralli

Un visone per Giovanna Ralli L'attrice romana tanto vivace sullo schermo tanto tranquilla e semplice nella realtà da piangere alla vista dei propri film, vive nel suo ultimo lavoro le disavventure che una pelliccia costosa può procurare a una…
Giovanna Ralli 213 A. D., «Tempo», anno XXI, n.21, 26 maggio 1959

Hanno visto in Giovanna Ralli una nuova Anna Magnani

Hanno visto in Giovanna Ralli una nuova Anna Magnani Giovanna Ralli, tornata al cinema dopo un’esperienza teatrale affrontata per reagire all’indifferenza dei produttori, non si è inorgoglita per gli elogi che di lei ha tessuto qualche critico Roma,…
Giovanna Ralli 374 A. D., «Tempo», anno XXII, n.16. 16 aprile 1960 - Foto Paolo Costa

Giovanna Ralli: mi sfogo nei miei personaggi

Giovanna Ralli: mi sfogo nei miei personaggi Giovanna Ralli ha trovato finalmente nel film di Rossellini “Era notte a Roma” la possibilità di mostrare il suo talento e di liberarsi al tempo stesso della sua grande timidezza. Roma, aprile «Se non…
Giovanna Ralli 357 Giovanna Ralli, «Novella», anno XLI, n. 30, 24 luglio 1960 (A cura di Noemi Lucarelli)

Giovanna Ralli: la mia carriera va a gonfie vele

Giovanna Ralli: la mia carriera va a gonfie vele Dopo aver interpretato “Era notte a Roma", Giovanna Ralli ha iniziato "Viva l'Italia", un nuovo film di Rossellini di cui sembra diventata l’attrice prediletta. È forse questo il più chiaro segno del…

Giovanna Ralli vuol diventare Anita Garibaldi

Giovanna Ralli 256 Anita Pensotti, «Oggi» anno XVI, n.22, 2 giugno 1960
Giovanna Ralli vuol diventare Anita Garibaldi All’ultimo Festival di Cannes la Ralli ha colto il più grande successo della sua carriera presentando sullo schermo un personaggio schietto e…

Giovanna Ralli, l'innamorata del guerriero

Giovanna Ralli 210 P. R., «Tempo», anno XXIII, n.11, 18 marzo 1961 - Fotografie di Chiara Samugheo
Giovanna Ralli, l'innamorata del guerriero Giovanna Ralli che interpreterà fra breve la parte della falsa nipote di un cardinale romano, riverita e adulata per la sua parentela, sostiene…

Giovanna Ralli è diventata adulta

Giovanna Ralli 53 M.S., «Tempo», anno XXV, n.2, 12 gennaio 1963
Giovanna Ralli è diventata adulta Giovanna Ralli solo adesso, dopo dodici anni di carriera, ha compiuto il grande passo: ha comperato una casa ed ha lasciato la famiglia. A ventisette anni…

Giovanna Ralli: i miei film sono il mio specchio

Giovanna Ralli 193 Sandro Villa, «Tempo», anno XXXII, n.42, 17 ottobre 1970
Giovanna Ralli: i miei film sono il mio specchio Giovanna Ralli, diciotto anni di attività, non è stanca di fare l’attrice. “Al cinema ho dedicato tutto - dice - per il cinema sono…

Roma, aprile

1956 04 14 Piccolo di Trieste Giovanna Ralli f1Decisamente il miglior modo per intervistare una attrice è quello di sorprenderla in un teatro di posa, mentre l’operatore, pignolo e coscienzioso, impiega molto più tempo del previsto per mettere a posto, come suol dirsi, le luci. E’ così che abbiamo colto il momento propizio alle confessioni, durante una pausa della lavorazione a Cinecittà di «La pelliccia di visone» con Roberto Risso, Paolo Stoppa, Patrizia Lori ed altri, per la regia di Glauco Pellegrino.

Giovanna Ralli, che ne è la protagonista, chiacchiera volentieri e risponde di buon grado ad alcune domande. «Riveli pure la mia età — ella dice. — Sono nata a Roma vent'anni fa, e quindi posso permettermi il lusso di certe indiscrezioni Forse col tempo ciò non mi sarà più possibile, e dovrò fingere che le lancette del mio orologio vadano indietro anziché avanti. E se ci tiene a saperlo le dirò anche che io ai sogni ci credo, perchè in gran parte si avverano. Ho un’esperienza in materia che esclude ogni dubbio».

Bene, questa giovanissima attrice, che a vent’anni gode già di una buona notorietà in Italia e all’estero, per sua e nostra fortuna non soffre di alcun complesso, ignora le crisi isteriche di nervi con la sarta od il truccatore, non si atteggia a superdonna, e ascolta volentieri l’ultima barzelletta che le racconta un vecchio elettricista della troupe.

Ricordate la romanina sbarazzina di uno degli episodi di «Villa Borghese» accanto a De Sica? Fu con quella interpretazione che Giovanna si guadagnò definitivamente le simpatie del pubblico, ma non fu il suo primo film. L’esordio sullo schermo, infatti, avvenne quando era appena una ragazzina quattordicenne, con la serie della «Famiglia Passaguai», nella quale sostenne il ruolo della figlia di Ave Ninchi e Aldo Fabrizi. Fu poi chiamata in Francia da Christian Jacques che le affidò una parte in «Madame Bovary» e fu ap punto a Parigi che le cronache mondane di «France Soir» si occuparono diffusamente di lei, descrivendola come un tipo di bellezza particolarmente «éclatant», che attira gli sguardi degli ammiratori, tenendoseli incollati addosso.

Le prime esperienze artistiche della Ralli risalgono al teatro, in quanto a soli tredici anni recitò per molti mesi nella Compagnia di Peppino De Filippo, i cui insegnamenti, ella afferma, le furono oltremodo preziosi. Dì temperamento romantico e sentimentale, i suoi sogni migliori si sono avverati grazie alla felice interpretazione di alcuni films, tra cui ricordiamo «Anni facili», «Prima di sera», «Le ragazze di San Frediano» e «Racconti romani». Giovanna confessa che ha sempre sognato in celluloide. Prima di fare del cinema, ad esempio, sognava di firmare centinaia di autografi e qualche volta al mattino si svegliava con dei crampi alta mano. Ma in realtà si trattava soltanto della sua posizione scomoda nel sonno. Ora ella attende la realizzazione di un altro sogno che le sta particolarmente a cuore: quello di trovare il marito ideale, l’uomo che possa renderla completamente felice. Ottimista per tutto ciò che la riguarda, ella non dispera affatto di trovarlo.

Giovanna preferisce i ruoli brillanti perchè la divertono e vi si trova perfettamente a suo agio. Ha dato vita con molta convinzione al personaggio affidatole in «La pelliccia di visone», del quale dice tra l’altro: «Si tratta di una vicenda divertente e sentimentale. Due giovani sposi, Franco e Gabriella, ricevono una pelliccia di visone come premio di una cassetta natalizia di spumante. E qui cominciano i guai perchè la moglie si monta la testa. Prima era felice di avere presto una piccola casa a riscatto in periferia, ma ora vorrebbe un appartamento elegante. Bellissima con la pelliccia che avrebbe intenzione di vendere, ella induce comunque il marito a comperarsi lo smoking per figurare degnamente in casa del direttore della fabbrica dove egli lavora. Franco fa quindi dei debiti, ma comprende che essi non possono fare, come suol dirsi, il passo più lungo della gamba. La moglie invece sembra ormai che viva in un altro mondo, nel vedersi tanto ammirata. Non ha più il senso della misura e delle loro misere condizioni. Di qui un suo violento litigio con il marito, ma poi il buon senso trionfa e la fa tornare al suo servizio di commessa. Ora finalmente Gabriella sta per vendere la pelliccia, ma viene informata che il premio non spettava a lei. Dovrà quindi restituirlo, trattandosi di un errore, e si pentirà di tutte le sciocchezze commesse.

Superfluo aggiungere che Roberto Risso, cioè il marito, perdonerà la mogliettina e tornerà l’amore in famiglia. Del resto è risaputo — conclude Giovanna Ralli — che gli uomini sono generosi e non serbano rancore quando sono innamorati.

Benché è molto giovane, questa simpatica attrice vanta una certa esperienza che la induce talvolta a dare saggi consigli ad amiche ed ammiratrici sul miglior modo in cui debbono comportarsi. Eccone alcuni: «A mie spese ho imparato che almeno tre sono i punti essenziali che una donna, se vuole piacere ed essere amata, non deve mai perdere di vista. Primo, è necessario conservare una certa indipendenza, avere spirito d’iniziativa e, perchè no, di guadagno. Secondo: ricordarsi che in nessun caso la timidezza aiuta il successo. D’accordo, bisogna essere riservate ma non timorose. Terzo, occorre adeguarsi a discorsi appropriati secondo la nostra cultura, capire certi stati d’animo, avere il senso del’opportunità e della misura».

Gino Barni, «Il Piccolo di Trieste», 14 aprile 1956


Giovanna Ralli ha vinto la "grolla d'oro" per la sua ultima interpretazione nel film sul parto indolore : è stata così segnalata dai giudici di Saint Vincent come una delle più promettenti attrici italiane

Saint Vincent, luglio

Quando la «grolla d’oro» è passata dalle mani di Alida Valli alle sue, Giovanna Ralli è scoppiata in singhiozzi: la gioia, l’emozione, l’orgoglio lungamente repressi dal momento in cui i soliti indiscreti le avevano fatto sapere nel pomeriggio che la giuria del premio Saint Vincent la riteneva la migliore attrice dell’annata, avevano finalmente uno sfogo.

Durante l’abbraccio della protagonista di «Senso» — che rappresentava Valentina Cortese, assente giustificata — Giovanna Ralli ha continuato a piangere, costringendo i fotore-porters a pregarla di ripetere fino alla noia il gesto, per ritrarla col suo franco sorriso di popolana trasteverina che abbiamo imparato a conoscere sullo schermo.

Solo più tardi, quando la vincitrice della «grolla di oro» si fu rasserenata, i giornalisti osarono chiederle la ragione di quelle lacrime. Le tornarono i lucciconi mentre rispondeva: «Non me ne parlate: sono così felice... Capite, a 22 anni ho vinto il premio Saint Vincent. E’ un riconoscimento troppo importante per prenderlo alla leggera: non so se saprò esserne degna. Vi assicuro, però, che farò tutto quanto è possibile».

Nessuna enfasi, in quello che diceva. Tanta sincerità, invece, proprio quella che i giudici di Saint Vincent — Luigi Chiarini, Ermanno Contini, Fernaldo Di Giammatteo, Piero Gadda Conti, Mario Gromo, Arturo Lanocita, Alberto Moravia, Carlo Trabucco e Mario Verdone — hanno voluto premiare in lei, per la sua felice interpretazione nel «Momento più bello», ma anche per il costante affinamento della sua spontanea freschezza, da «Villa Borghese» a «Una pelliccia di visone».

1957 Noi donne Giovanna Ralli Vittorio Gassman Alberto Lattuada f1

Quando le è stato chiesto che cosa pensava del suo personaggio nel «Momento più bello», Giovanna Ralli ha avuto un momento di esitazione. Poi ha detto: «Mi ha entusiasmato interpretarlo perchè il film vuol portare un contributo alla lotta che i medici stanno combattendo, affinchè al momento più bello si arrivi con serenità, senza paura, perchè al parto la donna moderna sia preparata da un’educazione psico-fisica che la affranchi dal dolore... Ho cercato di portare quel calore umano che una donna prova a contatto della maternità: spero di esserci riuscita».

La cerimonia della premiazione, nelle sale del nuovo Centro turistico, ha visto comunque un completo trionfo femminile. Anche Alberto Lattuada, infatti, per la regìa di «Guendalina», ha voluto che il tributo d’applauso dei presenti andasse nella giusta misura anche a sua moglie Carla Del Poggio: «Buona parte, nel merito del film va a lei, alla sensibilità con cui mi ha aiutato nella creazione del personaggio di Guendalina».

La morbida figura di cerbiatta dell’adolescente, che ha riscosso vivo successo a Cannes, è dunque nata anche dalla collaborazione della signora Lattuada che, commossa, ha abbracciato dinanzi a tutti suo marito.

La premiazione di «Guendalina» non ha convinto parecchi dei critici presenti a Saint Vincent, ma la relazione della giuria ha finito per far accantonare i dubbi più seri. La verità è che l’annata presa in esame è stata estremamente avara di opere degne di essere ricordate; e in fondo, per un premio — come quello delle «grolle d’oro» — che vuol essere di orientamento e di indicazione pacatamente anticonformistica, non assegnare menzioni sarebbe stato mancare alla propria funzione, sfuggire ad ogni responsabilità.

Il cammino percorso dai giudici è segnalato dalla relazione stessa: scartato «Il tetto», che non aggiunge nulla alla poetica di De Sica, scartato «Il ferroviere» che segna il ritorno di Germi all’antico impegno, ma senza la sincerità d’un tempo, che altro restava ? E’ vero, «Guendalina» è soltanto la creazione di due figurette d’adolescenti, dell’incanto indimenticabile del primo amore. Ma non c’era molto di più, tra i film selezionati. Forse, «La donna del giorno», che è stata completamente dimenticata.

Polemico, invece, il premio attribuito a Vittorio Gassman, che ha stupito persino l’alfieriano attore di prosa. Quel cinema da lui «tanto detestato», come egli stesso ha detto, ha voluto premiare l’intelligente trasposizione sullo schermo di «Kean», che ha dato la misura del gusto e della moderna sensibilità, tutte teatrali, di Gassman. Alle domande postegli, egli ha lasciato intendere che questa lieta giornata avrà forse il merito di riconciliarlo con lo schermo. Tanto più che forse riuscirà a realizzare un ambizioso progetto: quello di filmare «I tromboni» di Zardi.

L’intervista a Gassman, alla Ralli ed a Lattuada ha segnato l’ultimo momento della manifestazione in cui era ancora possibile vedere un nesso con l’arte cinematografica. Poi, la macchina mondana di Saint Vincent si è messa in moto ed ha ghermito tutti.

Gli abitanti della cittadina valdostana, che vedono quotidianamente giungere al Casinò personalità di ogni genere, per la verità non si sono lasciati troppo impressionare dai divi, che hanno cercato un po’ di refrigerio al caldo intensissimo nei viali ombrosi del giardino dell’Hotel Billia. Ben altra accoglienza, invece, a Gressoney St. Jean, dove si è svolta la gara di pesca il giorno seguente alla premiazione: la polizia ha dovuto addirittura proteggere i partecipanti. Le trote guizzanti nel laghetto montano sono state blandite dall’esca delle più belle donne dello schermo, dai più famosi attori italiani. Hanno preferito l’amo di Fausto Tozzi e di Lorella De Luca. Ma l’attenzione dei fotografi è stata attratta dall’entusiasmo di Dawn Addams — che in esiguo costume da bagno pareva la più accanita pescatrice — e da Vima Lisi, che non ha esitato a scendere in acqua per timore di perdere l’ambita preda.

Una vera sorpresa è stata costituita da Raf Mattioli, il giovanissimo innamorato di Guendalina: timidissimo, è giunto secondo, a pochi ettogrammi di distacco, dalla lenza magistrale di Fausto Tozzi. Del resto, tutti e due gli interpreti di «Guendalina» hanno stupito: anche Jacqueline Sassard — che tutti immaginavano sofisticata, mezzo ingenua e mezzo maliziosa — si è invece rivelata per una brava ragazzina, di una normalità sconcertante. Dopo che le «grolle d’oro» erano state assegnate ed ella aveva divìso con Lattuada e Mattioli le felicitazioni ed i battimani, era scivolata via salutando a bassa voce gli amici. Non aveva appuntamenti nè romantiche passeggiate da fare: molto più banalmente, era andata a dormire. Come una qualunque ragazzina di 17 anni.

Cesare Pillon, «Noi donne», anno XII, 1957


1957 07 07 Gazzetta del Popolo Ralli Gassman Lattuada intro

«Gazzetta del Popolo», 7 luglio 1957


1971 09 04 Tempo Giovanna Ralli intro

Roma, agosto

«Il grande successo del mio ultimo film — dice Giovanna Ralli, — "Una prostituta al servizio del pubblico”, mi ha portato una lunga serie di proposte. Ho scelto quella di Eriprando Visconti: un ruolo di insegnante in un film di denuncia sull’ambiente della magistratura. Comincerò il film a ottobre». Seduta nel suo elegante salotto dei Parioli, indossando un saio rosso alla moda, sorseggiando acqua minerale ghiacciata, Giovanna Ralli inizia subito a recitare, con molta diligenza, la parte di attrice intervistata. E ci rimane un po' male quando la blocco per dirle che non mi interessa sapere cosa ha fatto, cosa sta facendo e cosa farà. Per una volta tanto vorrei sapere invece cosa non ha fatto. Un'intervista del "non". Per esempio: Giovanna Ralli ha fatto nei suoi film la telefonista, la pescivendola, la monaca, la prostituta, la signora sofisticata, perfino la figlia del governatore messicano.

Ma c'è un ruolo che le sarebbe piaciuto e che non le è mai toccato?

«La domatrice di leoni. Adoro il circo equestre, una vecchia passione della mia infanzia. Ma in sessanta film non mi hanno mai messa fra gli animali. In effetti per anni non mi hanno fatto fare altro che la ragazzetta romana, "bbona" e di periferia. E' stato un po' anche per cercare ruoli nuovi che nel '65 accettai di andare ad Hollywood».

A proposito di viaggi: è stuta negli Stati Uniti, in Brasile, in Egitto, in Giamaica, un po' in tutto il mondo. C'è un posto dove non è mai andata?

«A Pisa, per esempio. A scuola ho tenuto per anni una cartolina della torre pendente come taglialibro ed ho fantasticalo intere lezioni di matematica su quella torre sbilenca. Del resto io, romana di Roma da sette generazioni. con il nonno che aveva l’osteria fuori-porta, non ho mai messo piede al Colosseo. Sempre visto di sfuggita da lontano».

1971 09 04 Tempo Giovanna Ralli f1

Ma le vacanze?

«In diciotto anni di mestiere d'attrice non sono mai andata in vacanza. In realtà a me piace moltissimo starmene a casa. Non sono un’angosciata che cerca solitudine e relax sulle isole e non sono un'agitata che ha bisogno di tuffarsi fra la gente».

Punto di passaggio obbligato: la diva che legge, la biblioteca intellettuale. Evitiamo il solito elenco di letture impegnate e veniamo subito a quello che Giovanna Ralli non legge.

«Non ho mai letto la "Divina Commedia”. Avrei potuto leggerla a scuola ma, avendo lasciato presto gli studi per fare il cinema, non mi è successo. Forse un giorno la leggerò,

3uando avrò novant'anni e smetterò i fare l'attrice. Oppure quando mi offriranno di fare Beatrice. Anche i "Promessi Sposi” non li avevo mai letti. L'ho fatto solo quando mi hanno proposto il ruolo della Monaca di Monza. Comunque lo confesso: leggo un po' di tutto, ma senza troppe pretese culturali. Preferisco andare al cinema. Una patita del cinema: certi periodi anche un film al giorno. In America, con tredici canali televisivi, c’era sempre un film da vedere: una domenica passai undici ore attaccata al televisore».

Ha viaggiato in jet, in nave, sui cammelli: c’è un mezzo che non ha mai usato?

«Al limite potrei dire l’automobile. Sì, non guido la macchina. Forse un fatto di pigrizia. Quando lavoro mi vengono a prendere perchè una clausola dell'assicurazione mi vieta i rischi della guida. Quando non lavoro trovo più comodo il tassì. Del resto il mio carattere casalingo mi porta a diffidare di ogni mezzo di trasporto. Sugli aerei ho una paura blu. Angoscio in continuazione le hostess e il capitano chiedendo se i motori funzionano regolarmente, se quelle nuvole bianche non annunciano tempesta. se voliamo nel corridoio giusto. Anche in nave riesco ad aver paura. Nell'ultimo viaggio, poi. avevo un cameriere di bordo. Edoardo, che ricordava sempre il suo naufragio con l'Andrea Doria: la notte mi sognavo salvataggi in scialuppa nell'Atlantico in tempesta».

Attrice di istinti domestici, come mai non trovo cani o canarini in salotto?

«No ho mai avuto animali in casa. Adoro, cani, pappagalli, pesci, canarini, cavalli. Solo i gatti mi stanno antipatici. Invece dall'Africa volevo portarmi a casa una scimmia. Mia madre però disse che non se la sentiva di portarsi la scimmia al mare sotto l'ombrellone con i nipotini quando io parto e le lascio in mano la casa. Così, niente scimmia».

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Ha fatto cinema, ha fatto teatro, ha fatto perfino con Rascel la commedia musicale: c'è un genere che non ha mai affrontato?

«La TV. L'unica TV che ho fatto sono stati alcuni caroselli con Manfredi. Per soldi, soprattutto. Ma lo spettacolo televisivo, commedia o rivista che fosse, l’ho sempre rifiutato. A me piace mangiare il panino con i macchinisti della troupe, giocare a briscola nelle pause con gli elettri-cisti. Nel cinema e in teatro questo è possibile; in TV tutto è asettico e burocratico. E poi c'è un altro motivo: guardo la TV da quindici anni e non mi ricordo un solo volto di attrice».

Qualche altro genere di spettacolo mai fatto?

«Il fumetto. Mai fatto un fumetto. Eppure mi avrebbe divertito moltissimo. Una volta vidi una troupe che girava un fumetto. Era una grossa troupe, con tanta gente, trfnti riflettori, tanta agitazione. Tutto come se fosse un film. Però non c’era la macchina da presa. Sembravano dei matti che facevano un film senza macchina da presa. Eh sì, un bel fumetto d’amore, con la nuvoletta "amor mio, sei tutta la mia vita" mi piacerebbe proprio!».

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Giovanna Ralli ripresa in privata (in alto) sulla spiaggia di Fregene. «Al mare ci vado raramente - dice - solo quando ho qualche ora libera da impegni». Qui sopra, una scena di "Una prostituta al servizio del pubblico e in regola con le leggi dello Stato”, il suo ultimo film, che ha avuto molto successo. «Non sono ancora contenta - prosegue Giovanna - ho fatto cinema, teatro, e TV ma desidero affrontare un genere a me nuovo e che credo sia divertente, il fumetto».

Come mai non partecipa alla grande corsa al nudo in cui sono impegnate quasi tutte le attrici?

«Non mi sono mai spogliata in un film. E' una vecchia storia: facevo la mia prima particina in "Luci del varietà", avevo mi sembra tredici anni, e dovevo indossare un costume da ballerina di avanspettacolo. L’idea di mostrare le gambe mi sconvolse talmente che fui sul punto di rinunciare a quelle prime sessantamila lire che mi offriva il cinema. E poi anche più tardi: con Monicelli scenate selvagge perchè in "Un eroe del nostro tempo” c'era una scena in costume da bagno. Se in un film c’è una scena in cui devo far vedere un pezzo di schiena nuda sto male per tre giorni».

Ci sono altri "non" importanti per Giovanna Ralli?

«Non ho mai parlato dei miei amori. dell'uomo o degli uomini che amo oppure ho amato».

Luigi Costantini, «Tempo», 4 settembre 1971 - Fotografie di Angelo Frontoni